Grazie ( a tutti) per il sostegno :-) .

C’ERA UNA VOLTA IN FRANCIA ( 2 di 3) Onore e polizia
RW Edizioni. 120pp., a colori. 14,95€.
Testi_ Fabien Nury / Disegni _ Sylvain Vallée.
Il titolo echeggia non a vana gloria il capo d’opera di Sergio Leone, e trasmette alla memoria , con pari dignità, le pagine più cupe di un Robert Kirkman , con il gusto aggiunto di giocarsi la partita della vita nella ferale circolarità di sotterfugi e compromessi che alla fine però si aggiustano in favore del determinato _seppur mai spocchioso_ Signor Joseph. E questo anche quando sembra cadere dalla padella alla brace , attenzionato dall’ufficiale francese di collegamento con le truppe occupanti Parigi, ovvero quei tedeschi con cui J. , sebbene ebreo ( e questo la moglie non l’accetterà mai comunque…), ha intrattenuto rapporti lucrosi d’affari fin dagli anni ’30. Troppo esposto coi nemici “crucchi” decide di poter sgravare la sua posizione investendo sui partigiani che ,senza adeguate risorse utili , si stanno clandestinamente organizzando , confortati dai successi degli Alleati nello sfiancare le truppe di Hitler. Tuttavia mantenere la sua reputazione favorita ai germanici _ tramite i quali , peraltro, riesce a far scarcerare numerosi ebrei_ gli costerà lo sporcarsi le mani di sangue, in prima persona. Bravo lo sceneggiatore a delineare un personaggio così radicalmente coerente con se stesso da farci quasi indovinare i marchingegni del suo pensiero, magari celato sotto una espressione assertiva . Fare ciò che “è necessario” in tempo di guerra ha strascichi eticamente riprovevoli , che qui peraltro (o perlomeno) non si ammantano di nobile idealismo ma di un calcolo molto sobrio di costi e benefici, in ascolto a battaglie combattute altrove e da altri, con esiti fluidi .
Le apparenze del Potere possono decretare una esemplarità affatto connaturata : Joseph ne esce vincitore ( si noti che l’ultima tavola è del tutto simile e speculare a quella che conclude il primo volume…)non orgoglioso di sé. Ai ritratti, con l’eccezione delle donne giovani e levigate, il disegnatore marca linee piuttosto ondulate, dando l’impressione di flaccidità epidermica, di norma lavorando su quasi ogni tavola su vignette estese e strette, ad esaltazione dei primi piani. Il tratto morbido si concede _dove affollato di elementi_ qualche leggera semplificazione.

C’ERA UNA VOLTA IN FRANCIA ( 2 di 3) Onore e polizia
RW Edizioni. 120pp., a colori. 14,95€.
Testi_ Fabien Nury / Disegni _ Sylvain Vallée.
Il titolo echeggia non a vana gloria il capo d’opera di Sergio Leone, e trasmette alla memoria , con pari dignità, le pagine più cupe di un Robert Kirkman , con il gusto aggiunto di giocarsi la partita della vita nella ferale circolarità di sotterfugi e compromessi che alla fine però si aggiustano in favore del determinato _seppur mai spocchioso_ Signor Joseph. E questo anche quando sembra cadere dalla padella alla brace , attenzionato dall’ufficiale francese di collegamento con le truppe occupanti Parigi, ovvero quei tedeschi con cui J. , sebbene ebreo ( e questo la moglie non l’accetterà mai comunque…), ha intrattenuto rapporti lucrosi d’affari fin dagli anni ’30. Troppo esposto coi nemici “crucchi” decide di poter sgravare la sua posizione investendo sui partigiani che ,senza adeguate risorse utili , si stanno clandestinamente organizzando , confortati dai successi degli Alleati nello sfiancare le truppe di Hitler. Tuttavia mantenere la sua reputazione favorita ai germanici _ tramite i quali , peraltro, riesce a far scarcerare numerosi ebrei_ gli costerà lo sporcarsi le mani di sangue, in prima persona. Bravo lo sceneggiatore a delineare un personaggio così radicalmente coerente con se stesso da farci quasi indovinare i marchingegni del suo pensiero, magari celato sotto una espressione assertiva . Fare ciò che “è necessario” in tempo di guerra ha strascichi eticamente riprovevoli , che qui peraltro (o perlomeno) non si ammantano di nobile idealismo ma di un calcolo molto sobrio di costi e benefici, in ascolto a battaglie combattute altrove e da altri, con esiti fluidi .
Le apparenze del Potere possono decretare una esemplarità affatto connaturata : Joseph ne esce vincitore ( si noti che l’ultima tavola è del tutto simile e speculare a quella che conclude il primo volume…)non orgoglioso di sé. Ai ritratti, con l’eccezione delle donne giovani e levigate, il disegnatore marca linee piuttosto ondulate, dando l’impressione di flaccidità epidermica, di norma lavorando su quasi ogni tavola su vignette estese e strette, ad esaltazione dei primi piani. Il tratto morbido si concede _dove affollato di elementi_ qualche leggera semplificazione.
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