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MOTOR GIRL ( Bao Publishing)
216pp., b/n. 19,00€.
Testi e Disegni_ Terry Moore.
Mini-serie completa dall’acclamato autore di “Strangers in Paradise”, “Echo” e “Rachel Rising”, che vi recupera ed inietta _specie a livello grafico e ambientale_ alcuni dei suoi temi favoriti , con una tensione “etica” di fondo riconoscibile ma scevra da pedanterie didascaliche o sguaiate. Piuttosto delle “perturbazioni” graduate nella loro drammaticità , ma dentro un quadro di una“normalità” perfino un po’ dimessa, vivificata da scambi tambureggianti di battute , scarti iconici nella cultura pop(ular) , ed un surrealismo mai fine a se stesso nel voler stupire di gratuita insensatezza. Moore dice tanto partendo dal poco, da una quotidianità che è purgatorio di un passato ( militare) affatto ordinario e che ha lasciato inevitabili cicatrici fisiche e psichiche (…o psichiatriche?). E se ciò che vediamo è poi quello che i personaggi credono di vedere di una “allucinazione perversa” , è una accrescita di ambiguità che ci fa’ appassionare alla storia , non confortati da profili comportamentali netti sulla bisettrice Buoni/ cattivi , fermo restando la rivolta verso il capitalismo più becero e guerrafondaio. Tiene la posizione una ex sergente dei Marines , Sam(antha) Locklear,veterana ed offesa nella guerra irachena che tiene a bada i suoi demoni interiori con un isolante e desolante lavoro di meccanico-sfasciacarrozze in uno sperduto e rovente deposito nel Nevada. Inganna il tempo parlando col suo amico Mike , un gorilla immaginato (?!?) e se la sfanga rimanendosene in disparte e sopportando dolorose emicranie e fastidiosi incubi. Ma , alla sua “capa” Libby arrivano pressanti e stranamente generose offerte per rilevare la proprietà, da parte di un uomo d’affari che traffica in tecnologie sperimentali e sembra avere risorse ed agganci di alto profilo. Eppoi niente, Sam si ritrova come clienti …Gli extraterrestri! In un crescendo slapstick e metaforico la storia si chiude in maniera piana e commovente, deprivandoci di quella componente “fantasy” che nei vari capitoli aveva fatto da cuscinetto alla presa d’atto degli orrori (post)traumatici e continuati che costellano le attività belliche.
Non cambia lo stile di disegno dell’autore , che vira di grigio alcuni passaggi notturni , non avendo particolarmente nelle corde i chiaroscuri particolarmente elaborati e d’altronde confidando nella luce spiattellata del deserto del Nevada. Il contesto di rottami, sassi e poco altro giustifica in parte un calo di rifinitura dei particolare, almeno rispetto ai più riusciti passaggi di “Rachel Rising”, ma la pregnanza espressiva di molti primi piani( e Sam ha un che della Gioconda. xD ), direzionati dall’impostazione comunque abbastanza regolare delle tavole sorvegliata e sicura. Sono un fan di Terry Moore e porto anche questo volume sugli scudi , con un parere entusiasta (imho).
MOTOR GIRL ( Bao Publishing)
216pp., b/n. 19,00€.
Testi e Disegni_ Terry Moore.
Mini-serie completa dall’acclamato autore di “Strangers in Paradise”, “Echo” e “Rachel Rising”, che vi recupera ed inietta _specie a livello grafico e ambientale_ alcuni dei suoi temi favoriti , con una tensione “etica” di fondo riconoscibile ma scevra da pedanterie didascaliche o sguaiate. Piuttosto delle “perturbazioni” graduate nella loro drammaticità , ma dentro un quadro di una“normalità” perfino un po’ dimessa, vivificata da scambi tambureggianti di battute , scarti iconici nella cultura pop(ular) , ed un surrealismo mai fine a se stesso nel voler stupire di gratuita insensatezza. Moore dice tanto partendo dal poco, da una quotidianità che è purgatorio di un passato ( militare) affatto ordinario e che ha lasciato inevitabili cicatrici fisiche e psichiche (…o psichiatriche?). E se ciò che vediamo è poi quello che i personaggi credono di vedere di una “allucinazione perversa” , è una accrescita di ambiguità che ci fa’ appassionare alla storia , non confortati da profili comportamentali netti sulla bisettrice Buoni/ cattivi , fermo restando la rivolta verso il capitalismo più becero e guerrafondaio. Tiene la posizione una ex sergente dei Marines , Sam(antha) Locklear,veterana ed offesa nella guerra irachena che tiene a bada i suoi demoni interiori con un isolante e desolante lavoro di meccanico-sfasciacarrozze in uno sperduto e rovente deposito nel Nevada. Inganna il tempo parlando col suo amico Mike , un gorilla immaginato (?!?) e se la sfanga rimanendosene in disparte e sopportando dolorose emicranie e fastidiosi incubi. Ma , alla sua “capa” Libby arrivano pressanti e stranamente generose offerte per rilevare la proprietà, da parte di un uomo d’affari che traffica in tecnologie sperimentali e sembra avere risorse ed agganci di alto profilo. Eppoi niente, Sam si ritrova come clienti …Gli extraterrestri! In un crescendo slapstick e metaforico la storia si chiude in maniera piana e commovente, deprivandoci di quella componente “fantasy” che nei vari capitoli aveva fatto da cuscinetto alla presa d’atto degli orrori (post)traumatici e continuati che costellano le attività belliche.
Non cambia lo stile di disegno dell’autore , che vira di grigio alcuni passaggi notturni , non avendo particolarmente nelle corde i chiaroscuri particolarmente elaborati e d’altronde confidando nella luce spiattellata del deserto del Nevada. Il contesto di rottami, sassi e poco altro giustifica in parte un calo di rifinitura dei particolare, almeno rispetto ai più riusciti passaggi di “Rachel Rising”, ma la pregnanza espressiva di molti primi piani( e Sam ha un che della Gioconda. xD ), direzionati dall’impostazione comunque abbastanza regolare delle tavole sorvegliata e sicura. Sono un fan di Terry Moore e porto anche questo volume sugli scudi , con un parere entusiasta (imho).
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