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THE WALKING DEAD Volume 31 Corrotti nel profondo
Saldapress. 144pp., b/n e toni di grigio. 13,90€.
Testi_ Robert Kirkman / Disegni_ Charlie Adlard (matite) e Stefano Gaudiano (chine).
Inizia il processo di assimilazione delle comunità di Hilltop, Alexandria , Il Regno e di ciò che è rimasto “post-Negan” del gruppo autonomo degli ex Salvatori _ ognuno passato in rassegna dalla visita di Rick Grimes, complessivamente compiaciuto dei “miglioramenti” trovati il loco_ al Commonwealth, il cui Governatore Pamela Milton accompagna diplomaticamente Rick , forte comunque della grandezza e prosperità della sua organizzazione sociale ( proto-capitalista e classista…). I metodi incrociati della gestione del pericolo Zombie, ovvero l’avanzata messa in sicurezza della vasta area insediata e le innegabili agiatezze raggiunte dalle personalità di spicco del Commonwealth favoriscono una fraternizzazione che diviene effervescente con la nascita ed il consolidamento di numerose relazioni amorose; di pari passo con l’instancabile ed ingegneristica “voglia di fare” di chi può sognare (ora) concretamente balzi “tecnici” di una neo-civilizzazione ( riavviare ad esempio una tratta ferroviaria!) i cui frutti sono distribuiti secondo i criteri un utilitarismo inesorabilmente verticistico. Che (però) non è la “visione” di Rick , a cui del resto si era “convertita” il grosso della gente sotto Negan ( vedi Dwight…) almeno dopo la “Guerra” (sic!). D’altro canto Michonne si è splendidamente “stabilizzata” nel Com. , posando la katana (…diciamo quasi del tutto) e resettandosi al suo “vecchio lavoro” di apprezzata avvocato penalista… Tuttavia basta nel frattempo un episodio pubblico “minore” per esacerbare l’insofferenza montante di molti cittadini dei ceti medio-bassi , che da tempo “percepiscono” l’onnipresente schiera delle milizie non (più) come un servizio essenziale di protezione dagli zombie ma come uno “stato di polizia” di ruffiani armati (… e portati alla violenza contro la gente) posti a garanzia dell’intoccabilità della parte abbiente e potente della popolazione. Una sperequazione che sembra riaprire ferite intollerabili ed incancellabili del passato di Dwight, trattenuto a fatica da Rick _ che non ne disconosce del tutto le ragioni_ , mentre Michonne tenta ulteriormente , per “quieto vivere”, di fermare l’ebollizione di una rivolta (!) senz’altro dolorosa e destinata ad investire in pieno anche il ruolo della Milton.
Siamo ad un solo TP (il volume trentadue ) dalla fine (definitiva!) della saga e lo si nota da una certa concitazione drammatica nel far precipitare gli eventi , consumato l’acclimatamento di Rick e i suoi alla nuova preponderante realtà, che è dunque l’ultimo scoglio della provocazione politica di Kirkman alla ricerca di un assetto sociale ideale e duraturo seguente la deprivazione radicale di ciò che era stato prima, in conseguenza di una ecatombe “zombesca” in cui in fondo nessuno è più autorizzato di altri a recriminare il passato perduto… Ma a questa crisi Kirkman fa’ assumere una prospettiva inedita , nelle premesse e nelle proporzioni : sono i “nostri” , i personaggi storici della serie, che cospirano per rovesciare una governance di persone peraltro equilibrate e rispettabili , mosse da una visione del mondo che ha sì alimentato delle storture e dei disallineamenti castali ma per converso sta producendo valore, ordine e prospettive omnidirezionali di sviluppo ulteriore. Il logorio di una guerra di nervi che nel drammatico finale precipita in un oltre dai confini sinistri al suo divenire verso…La fine !?
La franchezza del confronto /scontro dei vari personaggi in lizza ed il loro contorcersi (chi più , chi meno…) in scrupoli etici riformisti o d’ imboccare tangenziali rivoluzionarie cruente applica in gabbia grafica un ‘estesa gamma di formati delle vignette, atte ad ospitare solidi primi piani, che passano dall’esprimere ( con incisività) languore e soddisfazione sottaciuta fino a deflagrare in arrabbiatura feroce e rancorosa , senza il pudore di nascondere le lacrime. Non mancano, giustamente, i totali necessari per inquadrare gli ambienti , quelli inediti del Commonwealth , così come quelli in continua manutenzione degli avamposti finora noti , in una ricerca prospettica vivace e “mossa” dall’attraversamento di vivi e non morti. Soddisfatti della lettura, in attesa di un “degno” gran finale (imho).
THE WALKING DEAD Volume 31 Corrotti nel profondo
Saldapress. 144pp., b/n e toni di grigio. 13,90€.
Testi_ Robert Kirkman / Disegni_ Charlie Adlard (matite) e Stefano Gaudiano (chine).
Inizia il processo di assimilazione delle comunità di Hilltop, Alexandria , Il Regno e di ciò che è rimasto “post-Negan” del gruppo autonomo degli ex Salvatori _ ognuno passato in rassegna dalla visita di Rick Grimes, complessivamente compiaciuto dei “miglioramenti” trovati il loco_ al Commonwealth, il cui Governatore Pamela Milton accompagna diplomaticamente Rick , forte comunque della grandezza e prosperità della sua organizzazione sociale ( proto-capitalista e classista…). I metodi incrociati della gestione del pericolo Zombie, ovvero l’avanzata messa in sicurezza della vasta area insediata e le innegabili agiatezze raggiunte dalle personalità di spicco del Commonwealth favoriscono una fraternizzazione che diviene effervescente con la nascita ed il consolidamento di numerose relazioni amorose; di pari passo con l’instancabile ed ingegneristica “voglia di fare” di chi può sognare (ora) concretamente balzi “tecnici” di una neo-civilizzazione ( riavviare ad esempio una tratta ferroviaria!) i cui frutti sono distribuiti secondo i criteri un utilitarismo inesorabilmente verticistico. Che (però) non è la “visione” di Rick , a cui del resto si era “convertita” il grosso della gente sotto Negan ( vedi Dwight…) almeno dopo la “Guerra” (sic!). D’altro canto Michonne si è splendidamente “stabilizzata” nel Com. , posando la katana (…diciamo quasi del tutto) e resettandosi al suo “vecchio lavoro” di apprezzata avvocato penalista… Tuttavia basta nel frattempo un episodio pubblico “minore” per esacerbare l’insofferenza montante di molti cittadini dei ceti medio-bassi , che da tempo “percepiscono” l’onnipresente schiera delle milizie non (più) come un servizio essenziale di protezione dagli zombie ma come uno “stato di polizia” di ruffiani armati (… e portati alla violenza contro la gente) posti a garanzia dell’intoccabilità della parte abbiente e potente della popolazione. Una sperequazione che sembra riaprire ferite intollerabili ed incancellabili del passato di Dwight, trattenuto a fatica da Rick _ che non ne disconosce del tutto le ragioni_ , mentre Michonne tenta ulteriormente , per “quieto vivere”, di fermare l’ebollizione di una rivolta (!) senz’altro dolorosa e destinata ad investire in pieno anche il ruolo della Milton.
Siamo ad un solo TP (il volume trentadue ) dalla fine (definitiva!) della saga e lo si nota da una certa concitazione drammatica nel far precipitare gli eventi , consumato l’acclimatamento di Rick e i suoi alla nuova preponderante realtà, che è dunque l’ultimo scoglio della provocazione politica di Kirkman alla ricerca di un assetto sociale ideale e duraturo seguente la deprivazione radicale di ciò che era stato prima, in conseguenza di una ecatombe “zombesca” in cui in fondo nessuno è più autorizzato di altri a recriminare il passato perduto… Ma a questa crisi Kirkman fa’ assumere una prospettiva inedita , nelle premesse e nelle proporzioni : sono i “nostri” , i personaggi storici della serie, che cospirano per rovesciare una governance di persone peraltro equilibrate e rispettabili , mosse da una visione del mondo che ha sì alimentato delle storture e dei disallineamenti castali ma per converso sta producendo valore, ordine e prospettive omnidirezionali di sviluppo ulteriore. Il logorio di una guerra di nervi che nel drammatico finale precipita in un oltre dai confini sinistri al suo divenire verso…La fine !?
La franchezza del confronto /scontro dei vari personaggi in lizza ed il loro contorcersi (chi più , chi meno…) in scrupoli etici riformisti o d’ imboccare tangenziali rivoluzionarie cruente applica in gabbia grafica un ‘estesa gamma di formati delle vignette, atte ad ospitare solidi primi piani, che passano dall’esprimere ( con incisività) languore e soddisfazione sottaciuta fino a deflagrare in arrabbiatura feroce e rancorosa , senza il pudore di nascondere le lacrime. Non mancano, giustamente, i totali necessari per inquadrare gli ambienti , quelli inediti del Commonwealth , così come quelli in continua manutenzione degli avamposti finora noti , in una ricerca prospettica vivace e “mossa” dall’attraversamento di vivi e non morti. Soddisfatti della lettura, in attesa di un “degno” gran finale (imho).
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