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SAMUEL STERN 12. La Casa delle farfalle
Bugs Comics. 96pp., b/n. 3,50€.
Testi_ Gianmarco Fumasoli, Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago / Disegni_Salvo Coniglione,
Il passato, tetro e doloroso (…è dato supporre…) , di Samuel Stern, viene periodicamente rivangato nella serie _ed anche qui_ con accenni sibillini fondamentalmente imperniati sull’esistenza di Lily, una bambina, sua figlia (!) che lui ritiene di “proteggere” non svelandosi come padre , ed “accontentandosi “ di seguirla da lontano , presso l’orfanotrofio a cui è affidata e che, del resto, nell’ala maschile aveva ospitato lui stesso, in turbolenti anni giovanili. Esperienza che Samuel sembra aver rimosso al punto di non rammentare (di) un’anziana suora dai modi spicci ma confidenziali incrociata in corridoio , lesta ad investirlo di una rogna frutto del suo carattere tignoso e di una veneranda età con cui ha annotato fatti e collegamenti inquietanti . Ossia storie d’infanti , magari strappati a giovani madri single e sbandate, divenuti irrintracciabili, volatilizzati (!), probabili vittime di trafficanti oltremodo abietti. Un atroce malcostume snocciolato nelle pieghe dei decenni passati ma ciclicamente riapparso alle (per altro scarne) cronache. Fonti documentali da cui Samuel attinge,facendosi carico del mistero , che (gli)pare convergere su un altro istituto per l’infanzia abbandonata, apparentemente inappuntabile…
Governato da dialoghi fluidi e spigliati , atti ad imprimere la ritmata progressione della trama, un episodio non a caso (sembra…)in capo al genetliaco editoriale della testata, i primi dodici numeri, che funge, insieme a chiari rimandi di un cinema horror piuttosto mainstream ( vedi titoli quali : Gothika, Saint Ange, Session 9, Dark Water…), ad una sorta di “trailer” di luoghi comuni della serie e tipologie di storie che il profano andrebbe a sperimentare ed il lettore affezionato a vedere in replica. Fa’ il suo il disegnatore , che piazza qualche perfino notevole suggestione visiva nel trattamento delle ombreggiature e nel trasmettere un clima di malata decadenza ambientale ( vedi la casa in disarmo del titolo ). Il debito con i film aumenta in citazioni scenografiche (simil Pupi Avati ;-)) e nel fornire modelli di alcuni personaggi ( vedi lo sbirro…Colin Farrell, o l’orfano scomparso…Gary Coleman…). Il segno è abbastanza pulito , sebbene non rinunci ad accumulare tratteggi insistiti ( la barba di Samuel; l’aspetto ben poco femminile della vecchia religiosa…)e al netto di alcune pose di profilo frontale secco che tolgono problemi prospettici ma inchiodano (quelle vignette sparse…) ad una ingessata rigidità. Diverse invece le deroghe alla classica , e pur presente, gabbia bonelliana. Happy birthday e avanti(imho) !
SAMUEL STERN 12. La Casa delle farfalle
Bugs Comics. 96pp., b/n. 3,50€.
Testi_ Gianmarco Fumasoli, Massimiliano Filadoro e Marco Savegnago / Disegni_Salvo Coniglione,
Il passato, tetro e doloroso (…è dato supporre…) , di Samuel Stern, viene periodicamente rivangato nella serie _ed anche qui_ con accenni sibillini fondamentalmente imperniati sull’esistenza di Lily, una bambina, sua figlia (!) che lui ritiene di “proteggere” non svelandosi come padre , ed “accontentandosi “ di seguirla da lontano , presso l’orfanotrofio a cui è affidata e che, del resto, nell’ala maschile aveva ospitato lui stesso, in turbolenti anni giovanili. Esperienza che Samuel sembra aver rimosso al punto di non rammentare (di) un’anziana suora dai modi spicci ma confidenziali incrociata in corridoio , lesta ad investirlo di una rogna frutto del suo carattere tignoso e di una veneranda età con cui ha annotato fatti e collegamenti inquietanti . Ossia storie d’infanti , magari strappati a giovani madri single e sbandate, divenuti irrintracciabili, volatilizzati (!), probabili vittime di trafficanti oltremodo abietti. Un atroce malcostume snocciolato nelle pieghe dei decenni passati ma ciclicamente riapparso alle (per altro scarne) cronache. Fonti documentali da cui Samuel attinge,facendosi carico del mistero , che (gli)pare convergere su un altro istituto per l’infanzia abbandonata, apparentemente inappuntabile…
Governato da dialoghi fluidi e spigliati , atti ad imprimere la ritmata progressione della trama, un episodio non a caso (sembra…)in capo al genetliaco editoriale della testata, i primi dodici numeri, che funge, insieme a chiari rimandi di un cinema horror piuttosto mainstream ( vedi titoli quali : Gothika, Saint Ange, Session 9, Dark Water…), ad una sorta di “trailer” di luoghi comuni della serie e tipologie di storie che il profano andrebbe a sperimentare ed il lettore affezionato a vedere in replica. Fa’ il suo il disegnatore , che piazza qualche perfino notevole suggestione visiva nel trattamento delle ombreggiature e nel trasmettere un clima di malata decadenza ambientale ( vedi la casa in disarmo del titolo ). Il debito con i film aumenta in citazioni scenografiche (simil Pupi Avati ;-)) e nel fornire modelli di alcuni personaggi ( vedi lo sbirro…Colin Farrell, o l’orfano scomparso…Gary Coleman…). Il segno è abbastanza pulito , sebbene non rinunci ad accumulare tratteggi insistiti ( la barba di Samuel; l’aspetto ben poco femminile della vecchia religiosa…)e al netto di alcune pose di profilo frontale secco che tolgono problemi prospettici ma inchiodano (quelle vignette sparse…) ad una ingessata rigidità. Diverse invece le deroghe alla classica , e pur presente, gabbia bonelliana. Happy birthday e avanti(imho) !
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