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JULIA n.ro 287 Senza alibi
SBE. 116pp., b/n. 4,50€.
Testi_ Giancarlo Berardi e Lorenzo Calza / Disegni_ Ernesto Michelazzo.
Momenti di vita ordinari : Julia tiene una lezione sui fatti dell’ 11 settembre 2001;Ettore Combiaso annuncia una sua visita a Garden City; Alan Webb lanciatissimo , vuole sorprendere ed ancor di più conquistare la sua Lei Sylvia con una cena conviviale; una tipa sposata si ripassa uno dei suoi amanti, osservata con solidale benevolenza dalla vicina ,“circa” nelle sue stesse condizioni. Un litigio col marito per le “solite” cose ( i soldi che non arrivano in casa , così come non sono mai arrivati dei figli…) inguaia la fedifraga, che si attacca al telefono per chiedere aiuto ad un altro amante, agente di polizia…
In diversa misura ogni elemento della vicenda converge su un drogato, bugiardo inaffidabile e delinquente recidivo. Un colpevole perfetto, sgamato al volo. Una conclusione così “perfetta” da far (invece) dubitare Julia, e non solo . Gli sceneggiatori non intendono eludere elementi di criticità fra i tutori della Legge, a cominciare da una certa inclinazione cameratesca ed autoritaria nel trattare i “civili” indagati ma _ a parte far comunque prevalere un senso ultimo di fedeltà al loro mandato_ , tra le righe, finiscono ad ammettere che la piega più drammatica degli eventi ha una giustificazione un po’ debole e scriteriata . Altrimenti l’episodio sembra il godibile concentrato di una puntata di “Colombo”, col reo conosciuto dall’inizio e l’investigatrice ( ovvio che Julia Kendall non ha la calcolata sciatteria del Tenente italo-americano…)che tampina tutti con domande insinuanti e ragionate, pur partendo da un approccio sempre bonario e posato. All’epilogo la non molto convinta resistenza del “cattivo” ( qui però armato di pistola non registrata :-p ) prelude ad una piena e quasi liberatoria assunzione di responsabilità.
Michelazzo lavora di bordature sottilissime , evitando di doppiare le linee ma lascia forse qualche fouling in eccesso, mentre nell’economia di alcuni primi piani il tratteggio è rigido e marcatamente perentorio (imho).
JULIA n.ro 287 Senza alibi
SBE. 116pp., b/n. 4,50€.
Testi_ Giancarlo Berardi e Lorenzo Calza / Disegni_ Ernesto Michelazzo.
Momenti di vita ordinari : Julia tiene una lezione sui fatti dell’ 11 settembre 2001;Ettore Combiaso annuncia una sua visita a Garden City; Alan Webb lanciatissimo , vuole sorprendere ed ancor di più conquistare la sua Lei Sylvia con una cena conviviale; una tipa sposata si ripassa uno dei suoi amanti, osservata con solidale benevolenza dalla vicina ,“circa” nelle sue stesse condizioni. Un litigio col marito per le “solite” cose ( i soldi che non arrivano in casa , così come non sono mai arrivati dei figli…) inguaia la fedifraga, che si attacca al telefono per chiedere aiuto ad un altro amante, agente di polizia…
In diversa misura ogni elemento della vicenda converge su un drogato, bugiardo inaffidabile e delinquente recidivo. Un colpevole perfetto, sgamato al volo. Una conclusione così “perfetta” da far (invece) dubitare Julia, e non solo . Gli sceneggiatori non intendono eludere elementi di criticità fra i tutori della Legge, a cominciare da una certa inclinazione cameratesca ed autoritaria nel trattare i “civili” indagati ma _ a parte far comunque prevalere un senso ultimo di fedeltà al loro mandato_ , tra le righe, finiscono ad ammettere che la piega più drammatica degli eventi ha una giustificazione un po’ debole e scriteriata . Altrimenti l’episodio sembra il godibile concentrato di una puntata di “Colombo”, col reo conosciuto dall’inizio e l’investigatrice ( ovvio che Julia Kendall non ha la calcolata sciatteria del Tenente italo-americano…)che tampina tutti con domande insinuanti e ragionate, pur partendo da un approccio sempre bonario e posato. All’epilogo la non molto convinta resistenza del “cattivo” ( qui però armato di pistola non registrata :-p ) prelude ad una piena e quasi liberatoria assunzione di responsabilità.
Michelazzo lavora di bordature sottilissime , evitando di doppiare le linee ma lascia forse qualche fouling in eccesso, mentre nell’economia di alcuni primi piani il tratteggio è rigido e marcatamente perentorio (imho).
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