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    DIABOLIK_ Colpo a effetto
    Astorina s.r.l. 128pp., b/n. 3,00€.
    Testi_Enrico Lotti e Alessandro Mainardi / Disegni_ Angelo Maria Ricci (matite) e Marco Ricci (chine e retini).
    Un torneo itinerante di biliardo mette in palio una preziosissima coppa , composta da tre pezzi , separati e custoditi in maniera inafferrabile, almeno fino alla breve finestra temporale prevista con la premiazione del vincitore della finalissima. Il giocatore più accreditato , Tiziano Winder, è indubbiamente talentuoso, benché altrettanto noto per il carattere fumantino ed indisponente. Diabolik si impratichisce con la stecca per scrupolo ma non è certo in grado di imitare i professionisti; dunque, con Eva, studia piuttosto un piano ardito per arrivare al trofeo, nei giorni che precedono l’evento della finale, in parte aperto al pubblico ma con momenti riservati a cerchie selezionate di spettatori, con tanto di “set” da allestire per la diretta tv. Nelle pieghe organizzative e temporali che precedono la sfida decisiva l’ennesima intemperanza di Winder compromette seriamente la riuscita del colpo…
    L’originalità del contesto non copre la ripetitività di uno schema drammaturgico ampiamente sperimentato in altri episodi di “Diabolik”, facendo eccedere un surplus di “spiegoni” sulle modalità di messa a punto del furto , che dunque è perlomeno dotato di spettacolarità non disattesa, oltre che di “sfrontatezza” per correggere in corso d’opera quei riscontri che d’altro canto al lettore vengono “rateizzati” per mantenere la suspense. Insomma , non è la storia più ispirata di “Diabolik”, ma si lascia pur leggere, scalate le sue intrinseche forzature.
    Fastidioso l’effetto” vignetta umoristica” che esteticamente disattende il realismo per alcuni ritratti, svantaggiando la solidità dei disegni. Praticamente tutta la vicenda è ambientata in un albergo di lusso e ciò giustifica , ma non per questo rende attraente, la geometrica asetticità degli sfondi , (r)aggiunti dalle retinature in ogni pertugio. Inedito al 01/02/2023 (imho).
    "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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      DIABOLIK_ Intervista a Diabolik
      Astorina s.r.l. 128pp., b/n . 3,00€.
      Testi_ Patricia Martinelli / Disegni_ Enzo Facciolo.
      A cura di uno spregiudicato giornalista televisivo, vanno in onda con successo dei docu-film che illustrano alcuni dei colpi più eclatanti messi a segno da Diabolik ed Eva (…che in passato ebbe occasionalmente ed a suo vantaggio a che fare col conduttore tv…). Intanto DK incamera un nuovo notevole bottino di gioielli. Tuttavia una fortuita coincidenza fa’ scoprire il rifugio della coppia diabolika, che riesce a scappare mettendo in atto numerosi diversivi ma senza avere il tempo di recuperare il frutto degli ultimi colpi. Mentre Ginko cerca di capire come sequestrare (almeno) la refurtiva senza incappare nei pericolosissimi sistemi di protezione installati nel covo _blindato dalla sorveglianza esterna di molti poliziotti_ , Diabolik s’ingegna per precederlo (…ancora una volta),e trova il modo di servirsi del sensazionalismo che permea la programmazione televisiva, compreso quello che lo riguarda ;-) .
      I testi non trovano granché una forma discorsiva agli “spiegoni” forniti al lettore per comprendere integralmente la dinamica delle azioni intentate , che qui sono molteplici, secondo una schermaglia oltranzista in cui DK ed Eva dribblano la polizia finché Ginko non organizza una contro-mossa e via continuando :-p. Dunque un denso corollario di fughe, e trucchi anche retorici (…con riflessione sull’opportunità di dedicarsi a mostrare imprese criminali via teleschermo)per un episodio fedele al titolo in senso molto lato.
      Difficile trovare pecche nel lavoro grafico di Facciolo, perfino esaltante nella sicurezza e precisione con cui rende i mezzi meccanici da ogni angolo prospettico; ed interessante come punti deciso ad ombre compattate nelle d’altronde ricorrenti scene notturne, rendendo anche più efficacemente torniti i ritratti . Inedito al 01/09/2002(imho).
      "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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        JULIA n.ro 294 Corsa verso il cielo
        SBE. 116pp., b/n. 4,50€.
        Testi_ Giancarlo Berardi e Maurizio Mantero / Disegni_ Steve Boraley.
        .Con seri problemi finanziari ed anche familiari , un pilota d’auto semi-professionista tenta di consolidare la carriera nel settore motoristico delle corse , sua quasi totalizzante passione. Dai modi suadenti ed amichevoli una persona si offre di tamponare le spese più indifferibili , che per altro continuano ad accumularsi, ma ben presto chiede una sconcertante contro-partita : gli occorre un driver nell’elaborata rapina notturna del caveau di una banca. Messo alle strette l’eterno aspirante campioncino del volante non è nelle condizioni di rifiutare la scellerata ( e ricattatoria) proposta, ma…

        Episodio atipico, che riserva un largo spazio descrittivo alla competizione sportiva,mentre Julia è tutta presa dal pianificare a distanza una vacanza in Sardegna col moroso. Entrerà brevemente in contatto col pilota , che gli viene “raccomandato” tramite amici in comune, per sondarne gli umori (tesi e preoccupati, naturalmente) per poi riaffacciarsi nella vicenda alle viste della resa dei conti finale, che come molte altre volte affronta con una impavidità al limite del suicidio (:-p ). Qui la sceneggiatura offre un connotato leggermente complottista , adombrando che nelle cassette di sicurezza forzate vi fosse altro che preziosi e contanti, ma materiale “utile” per giochi di potere e ricatti incrociati; quasi a dire che i delinquenti ci sono (anche) ai più alti livelli , mentre la gente “normale”si arrabatta per conservare il posto di lavoro e se avanza coltivare inclinazioni personali, che però _non si può avere tutto nella vita_ portano comunque prima o poi a dover scegliere tra una relativa sicurezza di routine e l’adrenalina di un’attività più appagante e rischiosa. Un dilemma che gli autori ci consegnano senza dare risposte definitive ;-) .
        I disegni si impegnano a restituire il dinamismo pilotato di auto da corsa , come di anonimi furgoni guidati a rotta di collo per schivare videosorveglianze e posti di blocco, ma (s)cade forse in una troppa caratterizzazione caricaturale di alcuni personaggi , che paiono assumere connotati eccessivamente marcati e grotteschi : perfino Julia gli esce in versione “acciuga” (troppo snella ed allungata). Nei ritratti più equilibrati invece pare di scorgere un sosia di Danny De Vito ed uno di Luciano Secchi , xD (imho).
        "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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          SQUADRA 666 Cacciatori di demoni_ Il Mostro della cripta
          Editoriale Cosmo. 24pp., b/n. 4,90€.
          Testi_Alfredo Castelli / Disegni_ Alekos Reize.
          Oggetto di scena che s’incastra nella trama del film “Il Mostro della cripta”, rustico tentativo di teen horror nostrano ambientato ai bei tempi (…anni ’80), in edizione limited ( dicitura forse per giustificare il prezzo disdicevole :-p ), “Squadra 666” diventa un “vero” fumetto, che cuce o meglio rielabora le parti usate nella fiction e le (ri)ordina in una sceneggiatura coerente e finita. L’esiguità della foliazione e lo spunto dell’ensemble di supereroi non consentono grossi svolazzi alla fantasia e d’altronde Castelli si attiene al compitino di puro mestiere , in cui convoca l’informale quartetto di fenomeni e li spedisce tipo posta pneumatica , sfruttando dei Wormhole (!) , a contenere il Mostro simil Alien, scappato dalla cripta al seguito di un accidente verificabile ogni mille anni (!).Qui in Italy trovano lo scempio di una figliuola data in sacrificio al “demone” ed un prete barbuto con antiche discendenze ; ed il tutto è tenuto insieme da alcune forzature (od ellissi, probabilmente giustificate dalla necessità di sintesi)narrative che il Castelli tenta di aggiustare esplicandole nei dialoghi , col risultato di sottolinearle ancora di più (sic!).Ne esce alla fine una specie di episodio filler e ristretto di un “Dampyr” bonelliano, una “poverata” minata da disegni che , in un granitico bianco o nero, linee light monodimensionali e flashback in mezza tinta messa su invece di pennellate grasse mezze squagliate, cascano nel tirato via dilettantesco, con un lasco senso delle proporzioni ed un’essenzialità che appunto trasuda piuttosto sciatteria. Poi magari azzecca pure la vignetta stilosa ma ‘nsomma. La copertina dello spillatino offre perlomeno alcune belle foto desunte dal film , che vede tra gli altri Lillo Petrolo nei panni di quel Diego Busirivici che “firma” lo pseudo-comic. Vabbè, cose da (noi vecchi) nerd (imho).
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            UN SOGNO CHIAMATO GIFFONI
            Feltrinelli Comics. 80 pp., a colori. 16,00€.
            Testi_ Tito Faraci / Disegni e Colori_ Walter “Wallie” Petrone.

            A Edo, Jaco e Marta piacque molto fare i giurati al “Giffoni Film Festival”. Ora, il regista in erba Edo vuole portare un suo film addirittura in concorso , e così pensa di adattare “Romeo e Giulietta” , in una versione casareccia con “licenze narrative” specie nel finale. Jaco e Marta si mettono a disposizione come protagonisti, trovati altri tre-amici-tre per tutto il resto dei ruoli (!) e qualche spartano (…eufemismo) oggetto di scena iniziano le tragicomiche riprese per portare a compimento l’opera prima in maniera presentabile.
            Salvo le ultime due tavole il fumetto è fatto in p.o.v , ossia ogni vignetta viene rappresentata come una pseudo inquadratura fissa (totale) di una telecamera di “backstage” che riprende prima i tre mentre discutono il da farsi eppoi la lavorazione stessa del film amatoriale , tutto girato in casa/giardino di Edo , in un continuo rimpallo tra le battute attribuite alla sceneggiatura dell’audiovisivo ed i commenti e correzioni che arrivano dalla “troupe” , in un gioco dialettico che si inter-scambia con l’uso massiccio del “fuori campo” ,atto a sopperire le limitatezze del set. E insomma sembra una puntata di “Dawson’s Creek”, con Edo che è un Dawson alla buona, Jaco nei panni di un Pacey parecchio stordito e Marta una Joey col mestruo; ed in più l’internet che apre “possibilità” pure ad una “opera artistica” scalcinata messa insieme comunque con la passione per il cinema tra la socialità adolescenziale (in tutta la storia non appaiono altro “live” che i ragazzi…).
            Volume, brossurato con alette, concepito per festeggiare la cinquantesima edizione del GFF ( in coda al comic lo storico direttore del festival Carlo Gubitosi ripercorre brevemente la storia della manifestazione dai suoi pionieri albori fino all’attuale pregnanza strutturale e culturale ormai in campo internazionale; poi ci sono alcune foto inerenti ed alcune dediche e pensieri di ex giurati). Ai testi il poliedrico Faraci , che filtra la tragedia shakespiriana con la commedia di una ironia di matrice sarcastica che sfotte bonariamente i suoi protagonisti ovvero i ruoli prefissati che gli ha dato e con cui regge l’impianto dei dialoghi , essenziali nella volutamente minimale messa in scena da comica finale che piuttosto rimanderebbe alle gag’s del muto. Bene così, e non di rado si sorride . Anche i disegni sembrano (fatti) per “bambini”, saldamente delineati in una ripetitiva essenzialità pregna di colori al più vivaci e pieni. Unico “preziosismo” alcuni fuori fuoco ma in campo di mani in primo piano che indicano che si sta regolando la “telecamera”.
            Ha un po’ della marchetta, ma un comic carino, dai (imho).
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              MAJOR GROM_ Il Medico della peste ( Parte 8)
              Italycomics. 28pp., a colori. 3,00€.
              Testi_ Artem Gabrelyanov e Evgeniy Fedotov / Disegni_ Konstantin Tarasov / Colori_ Alexandra Schastlivaya.
              Epilogo. A Igor tocca scalmanarsi da bestia per superare le “prove” (…molto in stile “Saw_L’Enigmista”, ma con una spinta “moralizzatrice” qui del tutto farlocca)che gli fanno recuperare le chiavi per accedere all’antidoto antagonista del preparato mortale che gli ha somministrato “Il Medico della peste”, burattinaio in una messa in scena in cui _reo, confesso e compiaciuto_ comunque se la gioca sporchissima. Ma pure Grom ha in serbo delle sorprese, anche se nei momenti più frustranti sembra sul punto di fare gesti inconsulti ( a là “Se7en”). Lieto fine.
              I colori giocano molto coi chiaro-scuri, dato che il Major si ritrova a muoversi totalmente nudo (!) e non si vuol mostrare frontalmente le sue vergogne (:-D) , e più dei disegni in sé , ancora spinti all’esagerazione prospettica e pure con una quadratura geometrica piuttosto tozza e perentoria, risalta il montaggio delle vignette ovvero il taglio visivo imposto alle sequenze , che va’ anche a cadenzare il ritmo che incanala ed invoglia la lettura.Se il finale, posato e rilassato, si regge sul languido gioco di sguardi tra il Maggiore e la sua bella, nella prima parte , naturalmente concitata , trovano posto (indotte dalle sostanze chimiche che Grom ha in corpo, anche se in via specifica gli autori forse barano un po’ su tempi e modi :-p )allucinazioni visive che mettono ulteriore barocchismo alla cifra grafica del disegnatore.
              Gli indirizzi della trama sono già stati sostanzialmente chiariti nell’albo precedente ( tenuta logica e risultato complessivo appaiono dignitosi) , e dunque questo segmento della storia è piuttosto speso e proteso a mostrare come la polizia russa applichi rigorose garanzie giuridiche anche per trarre in arresto conclamati assassini. Si coglie il lievissimo orientamento politico degli autori (xD)? Fine dell’arco narrativo (imho).
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                STARKER_ Morire oggi
                Shockdom s.r.l. 72pp. Cartonato a colori. 15,00E.
                Testi_ Tito Faraci / Disegni e Colori_ Alberto “Albo” Turturici.
                Il libero professionista (killer) Starker viene contattato da un suo ex “collega”, ora funzionario di un qualche opaco apparato statale ( i Servizi?) per eliminare un Generale infedele (spia) e recuperare un “coso” top secret che il traditore ha sempre con se, pure la notte a letto. Starker se la studia bene, arriva al Gen. eludendo la sua scorta ma non consegna il “coso” al committente, che la prende malissimo e gliene scatena dietro di ogni…
                E dunque una spy story con personaggi da scuola dei duri , a cui non rimorde la coscienza a freddare sul posto chi gli è avverso o semplicemente d’impiccio ma con un residuo codice d’onore che non si piega alla ragion di stato quando in ballo c’è quel “coso” che al lettore non è (mai)dato invece conoscere. Un “tormentone” abbastanza efficace per imbastire una rappresaglia contro S. e vedere il tipo (tosto) come se la cava, scortato di sigarette, pallottole e femmina fatale d’ordinanza. Come esige il genere i dialoghi sono asciutti , sferzanti e necessari a montare l’intrigo doppio-giochista ( ma non troppo cervellotico); morti ammazzati nondimeno ce ne stanno, anche se il tono generale non è serioso. Contribuisce che tutti i personaggi sono antropomorfi con teste di animali come nei fumetti de “I Bastardi di Pizzofalcone” , però qui graficamente si va’ di un segno grasso, semplificante, quasi disneyano (il protagonista potrebbe essere un Pietro Gambadilegno in tutti i sensi con gli attributi…) , che accoglie una paletta di colori calcolata digitalmente anche per lasciare intendere gli stacchi temporali senza usare testi esplicativi e forse con qualche sfumatura vistosa più che virtuosa . Niente materiale accessorio ma confezione da volume “serio”: Faraci è sempre un nome ;-) (imho).
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                  MOSTRI Vol. 2
                  Bugs Comics. 98pp., b/n. 9,90€.
                  Antologia di fumetti horror, realizzati da autori emergenti od affermati (…non solo o necessariamente nell’ambito del genere specifico). Presenti contributi redazionali. Cura editoriale dello staff di “Samuel Stern”. I due segmenti intitolati “Amore filiale” e “La Stanza di Billy” hanno in comune una declinazione verso il grottesco , che diviene punitiva per le vittime secondo la “legge del contrappasso” . Il primo, per i testi di Moreno Burattini , è un quasi fantasy medievaleggiante , dove un Cavaliere intende “sollecitare” la morte “non sospetta”del genitore per ereditarne i beni , rivolgendosi ai servigi di un “mago” alchimista. Otterrà ciò che cerca, in un certo senso :-p . Disegni di un Stefano Andreucci in cui vedo qualcosa di Tamburini /Liberatore e di un Moebius un po’ pasticciato. Il secondo ep. allinea i testi di Giovanna Morini , col ragazzino nerd Billy apertamente disprezzato dal patrigno e bullizzato dai compagni di scuola. Un giorno si imbatte in una astronave aliena precipitata al suolo, il suo pilota in fin di vita e una creatura mostruosa e famelica fuggita dalla detenzione sul mezzo in avaria. Lo sfigato si trasforma così in cacciatore di “mostri”, e comincia a contenere anche quelli non extraterrestri…
                  Inchiostra Marco Soldi e disegna Gustavo Trigo con tocchi morbidi e “funny” , da G.Casertano copertinista Bonelli. Una certa coerenza tematica anche negli altri “shots” : in “Divieto di caccia” M.Scali immagina due amici dopo una battuta venatoria raccontarsi storie paurose davanti al camino . Ma una è vera…Disegni di M.Ignazzi, mai sgarzolini quanto A.Maruccia 8e per i testi di M.Filadoro) in “Condominium” , in cui un aspirante affittuario se la deve vedere con inquilini sciroccati psicopatici con coltellaccio appresso. “We’re a zombie family” (testi di G.Fumasoli) vede una tranquilla famiglia americana di quattro persone resuscitare e cercare di riprendere la propria vita normale, ehm. Una certa sete e fame complica, come dire, i rapporti di buon vicinato . Raccontino spiritoso , reso graficamente da A.Olimpieri , quasi un Paul Azaceta con la materica delle pennellate di un Beppe Mora. “Il Terrore di John Brigham” è sceneggiato da A.Cavalletto , e c’è un cow-boy che profetizza sventura al suo villaggio , colpa degli indiani. Ne arriva uno morto-vivente in effetti , ma John non l’ha raccontata tutta giusta…
                  Ai disegni A.Mangiantini che sembra adocchiare “Ken Parker” ma con un certo flaccidume e forse anche qualche incertezza “registica” nel comporre la vignetta che non donano all’incisività. Infine A.Guglielmino scrive “Il Sorriso di Matka” , dove immagina una neo mamma stressata/ossessionata da un quadro in casa , del suo compagno gallerista. Per evitare discussioni l’uomo decide di spostare il dipinto in un’altra sua dimora ma (…). Nel suo piccolo un episodio discretamente strutturato , che non fa’ sconti ed offre un buon equilibrio dialettico tra razionalità e spinta trasfigurazione nel fantastico-orrorifico. F. Lo Storto disegna una Lei col candore che gli darebbe un Manara ( ma qui lo stile zoppica), Lui che sembra _diamine_ un cartoon per bambini in età pre-scolare (sic!) e il mostro (una Lei, particolare non irrilevante) che pesca un po’ da “Dampyr” e un po’ nel J-Horror . Formato del volume : 17x25,7 circa (imho).
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                    BIKINI ATOLL 2
                    Editoriale Cosmo. 128pp., b/n e toni di grigio. 6,90€.
                    Testi_ Christophe Bec / Disegni_ Bernard Khattou.
                    Sequel di “Bikini Atoll”; e ne è prevista anche una terza parte ;-) . Lo sviluppo della trama è molto da cinema , con inserti visivi in flashback, una cronologia temporale sfalsata e repentini cambi di scenario, senza tradire chiarezza e fruibilità del fumetto, anche perché c’è un lungo acclimatamento dei personaggi e delle situazioni nuove presenti tra mare ed isole che smorza quelle componenti ( pur presenti verso il finale) copiosamente sanguinolente del primo capitolo , naturali “cinghie di trasmissione” di ritmi concitati ed uccisioni in serie . Qui invece _col “jolly” dello squalo tenuto nel mazzo dell’ aleggiante pericolo_ si parte con una scena drammatica intuitivamente posteriore ai fatti visti nel primo capitolo , messi poi in premessa ed ampliati alla maniera del “giornalismo grafico”. Quindi e finalmente ritroviamo i sopravvissuti (…) ancora scossi dopo un mese dai precedenti accadimenti ed oltremodo desiderosi che qualcuno incroci le loro latitudini per poter lasciare l’atollo senza ulteriori indugi. I “salvatori” si manifestano nella forma di un confortevole yacht che vuole sbarcare proprio sull’isola affermate modelle , una troupe e relativa logistica per organizzare un set pubblicitario di costumi da bagno . Una danarosa produzione che non arretra innanzi allo straziante racconto di ciò che è avvenuto , decisa a rispettare la tabella di dieci giorni di lavorazione dell’esotico shooting . Gli scampati sono dunque costretti a prenderne atto , e sebbene non abbandonino un certo livello d’allerta sono risucchiati in un contesto al limite frivolo ma non pericoloso…Finché sulla spiaggia , furtivamente, non posano gli scarponi e tute anti-radiazioni un manipolo di uomini armati, probabilmente collegati ad una notizia passata al giornale radio sulla sottrazione di scorie radioattive da una centrale giapponese (!), che _come usa dire_ non la toccano piano. Difatti, inoltrati nella vegetazione per fare un servizio fotografico quattro persone divengono irrintracciabili e (…).
                    C’è del Romero (George Andrew) e del James Cameron ( “Aliens_Scontro finale”) nell’attesa che qualcosa possa andare storto ( e “naturalmente” succede), in un albo che si dimostra con evidenza un troncone di passaggio e collegamento , quasi una tregua, alla carica di nuovi orrori in divenire; delineando nel mentre e con una certa sapida perfidia l’ambientino ameno ma economicamente rilevante della moda , fissato anche con qualche prevedibile stereotipo ( dal regista con velleità artistiche “serie” ,alle top model egocentriche, ochette e un po’ mignotte…) ed una ferrata (?) ironia nei dialoghi. Beh, continua…
                    I disegni. Consapevolmente si avverte un lavoro di caratterizzazione sul “cast”. Una persona del precedente episodio ( mi tengo sul vago per evitare grossi spoiler a chi non l’avesse ancora recuperato)appare più incupita, forse perfino imbruttita e ci sta, date le circostanze ; mentre un’altra invece , nell’evolversi della storia, acquista una maggiore reattività che lo apre ad inaspettate e “bollenti” esperienze…
                    Magari qualche “faccione” è un poco sghembo e sproporzionato ma il carico delle illustrazioni è generoso , con molteplici soggetti interagenti ; precisione, ampiezza e cura di dettagli ed elementi, anche quelli complementari. Gabbia grafica abbastanza regolare , con splash page che “esclamano” momenti regolari ed un valido montaggio di formati delle vignette ed “inquadrature” ben concepite per esprimere senso autonomamente dalla presenza di testi. Godibile, nel suo genere (imho).

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                      BAKUMAN 9.Talento e orgoglio
                      Panini Comics /Planet Manga. 200pp., b/n. 3,90€.
                      Testi_ Tsugumi Ohba / Disegni_ Takeshi Obata.
                      Durante la speranzosa ma logorante attesa che il loro manga ottenga il benestare della redazione di “Jump” per la serializzazione editoriale , ai Muto Ashirogi giunge l’ulteriore carico emotivo che i/le loro rivali stanno sviluppando interessanti opere, tra l’altro indirizzate da Akira Hattori ( ex editor del duo) .A parte che non nutrono una fiducia illimitata nelle valutazioni di chi li segue attualmente , Goro Miura, forse troppo “limitato” a tirare a campare ;specialmente Akito Takagi patisce di lavorare ad un fumetto che è poco nelle sue corde. Inoltre, sul piano personale e per fugare (inesistenti, sic!) cedimenti sentimentali onora la promessa di sposare (a 19 anni !) la morosa Kaya Miyoshi, affrontando per cominciare l’approvazione dei futuri suoceri. Inesorabilmente, intanto, le statistiche di gradimento dei lettori continuano ad esaltare alcuni titoli e minacciare l’estinzione di altri (!), in una dinamica draconiana e quasi solo aritmetica, una scure che abbatte di norma la dialettica redazionale sull’opportunità di sostenere una serie, magari non delle più popolari ma che eventualmente raggiunge un target poco frequentato sulla rivista. Un po’ il caso degli Ashirogi, ultimamente “abituati” a vivacchiare in posizioni di rincalzo, tendenti al ribasso :-p. Anche per Moritaka Mashiro giunge dunque ed a proposito l’ora di prendere con orgoglio decisioni drastiche ed irrevocabili, per non frustrare _ fatte salve le necessità meramente “alimentari”_ il proprio talento e quello dell’amico e socio.

                      Sempre dura la vita del giovane mangaka e di tutta la catena di professionalità che supporta lo “spietato” mercato giapponese dei manga. Ogni autore è un’isola che fa’ storia a sé e che va’ supportato in modo personalizzato, e nei limiti in cui l’esperienza dell’editor non travalichi (?) l’integrità caratteriale dell’artista, tuttavia necessitato delle forme di sostegno per esprimersi con serenità ma anche efficienza. E quando non si può avere “la botte piena e la moglie ubriaca” qualcuno deve tirare fuori i…Motivi, ed imporsi , prendendosi il rischio di fallire. Di nuovo una grande spinta (auto)motivazionale risulta l’incaponirsi su un obiettivo/rivale da superare , anche magari per un motivo di antipatia se non di sana competizione col talento riconosciuto ad altri. Da qui , letteralmente a cascata (non so se è un difetto della mia copia ma c’è una certa fatica a leggere i balloon’s nei pressi della costina ^-^)il torrente dei testi, mediati tra ciò che i protagonisti rimuginano tra sé e ciò esprimono a voce. Non fa’ eccezione la parentesi dello sposalizio che, tra rivelazioni ed apparentamenti “insospettabili” sbrodola come in una soap-opera. Il carattere fondamentalmente raccolto e statico dell’ambientazione quasi sospinge ai disegni di imporre un taglio stilistico marcatamente grottesco, deformante ed in alcuni frangenti perfino pendente su atmosfere horror, con dentature digrignanti e posture innaturalmente rinsecchite ed aggomitolate . Vogliono trasmettere, evidentemente, l’impetuosità sfrontata di precisi stati d’animo , rivelati (finalmente?) senza trattenere un pudore che al momento non è ancora caduto sulle questioni intime della sfera sessuale, sempre disinnescate ben prima di entrare nel merito specifico. I molti piani ravvicinati che devono accogliere i testi di norma non si avvalgono di sfondi che, quando presenti nei rimanenti campi larghi sono particolareggiati e danno l’idea di un disordine molto disciplinato . Ah, questi giappi! (xD) . (imho).
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                        FRANKENSTEIN VIVE, VIVE! 1
                        Italycomics/Idw. 32pp., b/n. e toni di blu. 3,50€.
                        Testi_ Steve Niles / Disegni_ Bernie Wrightson.
                        Aggregato ad un carrozzone di freaks girovaghi, attrazioni in sordide sagre paesane ,Frank (il Mostro di Frankenstein!) vivacchia quasi sereno, rammentando nel suo passato i tentativi di darsi la morte tra ghiacciai e vulcani attivi, perseguitato dallo spettro (?) parlante del suo creatore Victor F., che lo stramaledice ce ne fosse ulteriormente bisogno…
                        Venti tavole scarse ( il resto è occupato da una conversazione degli autori e dalle prime pagine in prosa di “Frankenstein. O il moderno Prometeo” di Mary W.G. Shelley ). Fa’ da sponda un discorso meta-testuale ( nel senso che il pubblico pagante che accorre per vedere “Il Mostro” se lo immagina con le fattezze di quello dei film classici, e ciò _almeno nel suo presente_ post-data di decenni la sua esistenza in _si fa’ per dire (?)_ vita.
                        C’è aria di opera definitiva ma l’operazione al momento tira al cheap ed al cringe , ivi compresi i pensosi e dolenti dialoghi ed alla forma grafica che guarda all’illustrazione d’autore, tutta tratteggi tutta , ma offre personaggi svirgolati ed un “Frank “ versione incatorzolita di un allegro ragazzo morto (cit.). Mah (imho).
                        "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                          IL FALCO DEL DESERTO
                          Editoriale Cosmo.144pp., b/n. 5,00€.
                          Testi e Disegni_ Franz Zumstein.
                          L’albo racchiude gli ultimi conclusivi segmenti de “Le Faucon du désert”, su licenza Edions Delcourt. La romanzesca ed appunto romanzata ( pur con qualche fastidiosa pignoleria nel verbalizzare ogni cosa per filo e per segno) vita da pilota d’aerei da guerra ( la Seconda, Mondiale) praticamente autodidatta del giovane Alì anzi Alessandro dato che vive(va) in Libia da adottato, prima di intraprendere un viaggio (…che sta in pari a quelli della mitologia greca…) per ritrovare la “vera” genitrice , che vaghe notizie danno in Europa, squassata da un conflitto in cui A. entra ed esce con la disinvoltura consapevole che neanche un Forrest Gump , similare per servire la parte “giusta”incontrando (militari) italiani ma antifascisti, tedeschi buoni, inglesi ma bastardi psicopatici e svizzeri…Svizzeri. Saltabecca da un posto e da un ruolo all’altro volando sui maggiori portenti della sua epoca, presto raggiunto dalla morosa Aicha , incinta e pure lei col ghiribizzo di saltar su un bombardiere e condurlo tra le nuvole e i continenti , quasi come niente fosse (sic!).Un “eclettismo” che inevitabilmente lascia conti in sospeso nella logica della condizione bipartita alleati/nemici, costringendo A. & friends ( c’è pure una fotografa conoscente di mammà…) ad ulteriori avventurosi spostamenti, finanche a re-imbastire un ritorno in terra d’Africa. E dove non arrivano eliche e fusoliere a coprire le distanze soccorrono preziose coincidenze. Lassù nei cieli la questione bellica arriva quasi ovattata, come una questione cavalleresca tra nobili aviatori che , più che la politica od una bandiera ( questione labile del resto per A. e soci) mirano a conservare la supremazia tecnica e progettuale dell’aver costruito i velivoli maggiormente moderni, performanti e funzionali, su cui si “divertono” parecchio. Del resto anche le sceneggiature fanno una decisa virata “acrobatica” verso territori narrativi a là “Indiana Jones”, con tanto di tesori da disseppellire in parte guidati da un elemento predittivo e“soprannaturale”.Lieto fine per i guasconi.
                          Spero (non sono in grado di confutare) che le numerose notazioni tecniche contenute nei testi siano veritiere e non solo “coreograficamente” precise e dettagliatissime come dai disegni ,dalla rifinitura ingegneristica però sposata ad una ricerca prospettica che deve trasmettere maestosità da fermi e filante manovrabilità tattica degli aerei durante gli ingaggi battaglieri. Bello anche lo stacco degli elementi pienamente in primo piano (tipicamente i mezzi volanti appunto, ma anche veicoli militari in genere) da quelli sfumati sullo sfondo attraverso elementi naturali ( nevischio o sole desertico…). Ritratti espressivi, con gli eroi luminosamente belli ed i brutti caratterizzati per fare i simpatici o gli intrallazzatori che, se non in casi estremi, non crepano mai. Fine. Non particolarmente entusiasmante (imho).
                          "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                            TRISTEZZA
                            NEO. . 136pp., a colori. 19,00€.
                            Testi_ Federico Reggiani / Disegni e Colori_ Angel Mosquito

                            Cosa fare nella periferia di Buenos Aires , anno 2030, dopo che una pandemia originata dal contagio con una malattia dei bovini ha sterminato gran parte del genere umano.La chiamano “La Tristezza” giacché i sintomi sono una profonda apatia ed ignavia, una regressione depressiva che culmina in un ultimo conato di stizza che precede la morte. Un piccolo gruppo si organizza per darsi una parvenza di civiltà e creanza, istruendo i bambini (rimasti) , rovistando tra i beni di consumo prodotti nella pre-apocalisse e non ancora depredati , ingegnandosi a fabbricare e conservare anche cibo fresco. Libri, riviste ed un generatore di elettricità sono eventualmente i “lussi”che rendono la vita non (solo) di estrema sopravvivenza, vagliati i caratteri compositi delle persone : chi ha la stoffa del leader, chi del gregario; chi la prende con fatalismo chi con opportunismo; chi cerca fi andare d’accordo con tutti e chi confida in un ostinato individualismo. A loro disturbo s’insediano nelle vicinanze ragazzi “selvatici” ed in-educati, dediti ai piaceri dionisiaci quanto alla violenza più ottusa e prepotente. Dopo diversi antipatici contatti il gruppo (sedimentato da rapporti di parentela, amicizia e sentimentali) decide di cambiare aria, lasciando a malincuore ciò che avevano costruito e “bonificato” assieme. Sul loro cammino, oltre va due personaggi con evidenti turbe psichiche , troveranno l’abbrivio di una comunità ben più grossa ed organizzata, con un tenore di vita elevato date le circostanze e con una ferrea organizzazione dei compiti entro una piramide sociale definita e sostanzialmente inamovibile. La governano un Ingegnere ed una Personalità carismatica ( un famoso ex musicista, in un dualismo abbastanza prammatico). Fin dall’inizio il gruppo viene frammentato , fino a trovarsi su “barricate” opposte ed inconciliabili quando una serie di “incidenti” scateneranno violenti tumulti tra le classi dirigenti e quelle subalterne. E’ l’ora di nuovo di cercare nuovi spazi e nuove regole di convivenza?
                            Rilasciato a partire dal 2010 in episodi di otto pagine sembra un po’ sì una versione intima e liofilizzata di “The Walking Dead”. Le tavole hanno una gabbia molto ripetitiva , spesso con vignette dello stesso formato, e tipicamente due o più personaggi che parlano. Una “poverata” che si sforza di immaginare dialoghi informali e pratici (con puntatine ragionate sui massimi sistemi…) , talvolta ironici, raramente laconici. Si racconta soprattutto la quotidianità, senza fornire guide/ricette definitive o protagonisti per cui parteggiare fideisticamente ; con gli snodi narrativi d’accompagnamento alle parti movimentate che forse maturano troppo bruscamente ed “insensatamente” ( in un contesto comunque va da sé “impazzito”, che guarda al “prima” ma non si illude _dato il presente_ di avere un respiro esistenziale a lungo termine …).
                            Disegni dalla forte carica indie, su una paletta di colori abbastanza dimessa e monotona. Tanti i peana al classicismo Michelangiolesco , ma poi “tutti” vogliono fare gli Autori evitando accuratamente il disegno realistico. Qui, si costeggia un po’ lo stile di Marjane Satrapi o di un Sylvain Savoia sporcandolo con una inchiostrazione greggia e greve , a contorno grafico di una (dis)umanità cenciosa, stremata e generalmente incattivita (imho).
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                              NICK RAIDER_ Morte di una star
                              SBE. 96pp., b/n. 4,40€.
                              Testi_ Claudio Nizzi / Disegni_ Gustavo Trigo.
                              Una diva delle soap opera viene brutalmente assassinata nella sua villa, curata da un domestico ugualmente ucciso (!).Nota per l’indubbia sensuale bellezza l’attrice, nell’ambiente televisivo era però ben nota per le sue bizze e per l’atteggiarsi e rapportarsi con le persone in modo arrogante e screanzato. Insomma una tipa odiosa, che di certo non si conteneva nemmeno nell’andare con tutti gli uomini di cui s’incapricciava. Il suo ultimo amante pare ricadere pienamente nelle caratteristiche motivazionali e strumentali che le hanno dato la morte; ma nuovi “pettegolezzi” portano Nick e Marvin su una tutt’altra pista “calda”…
                              Sfruttando intuito e utili contatti Nick ricostruisce fedelmente la dinamica del misfatto ed a chi attribuirlo. Ma per trasformare le sue ipotesi in prove spendibili in sede giudiziaria dovrà approntare un’astuta macchinazione per indurre il reo a “mettere la testa nel cappio” (cit.).
                              Un episodio dunque che palesa premurosamente il quadro indiziario sostanziale del caso, e spende l’interesse del lettore frapponendo diversi ostacoli sul cammino legale dei due “nostri” poliziotti, giacché il cattivo è un bugiardo patentato e criminale (finora) impunito, che è sempre riuscito a sgusciare dalle incriminazioni dirette circondandosi di ruffiani e sgherri a busta paga per fare/coprire i suoi loschi affaracci. Ma l’aver perso la testa per quella str…ordinaria interprete lo induce oltre la soglia della solita furbesca prudenza. Numero dieci della serie regolare l’episodio ha un canovaccio su cui Nizzi lavorerà ricavando altri soggetti simili ; qui comunque non difetta il ritmo ed una concatenazione piuttosto verosimile degli accadimenti.
                              Trigo alterna tavole molto minuziose nell’affrescare quadri d’insieme anche piuttosto caotici, ad altre in cui le matite sembrano correre verso una economia del segno che (ri)lascia una strutturazione essenziale del disegno, comunque “rinvigorito” da decise sottolineature a china ( nel complesso piacevole con punte di virtuosismo l’inchiostrazione…) . A voler trovare dei difetti , direi un Nick Raider abbastanza imbolsito“pesce lesso” e la tendenza a fare automobili compresse (in altezza) e stirate (in larghezza) . Totalmente aderente allo standard dell’editore la gabbia grafica, che osa tuttalpiù le tre vignette su una fascia , per cadenzare qualche dialogo spinoso. In origine edito nel marzo del 1989 (imho).
                              "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                                NICK RAIDER_ Un’indagine che scotta (1 di 2)
                                SBE. 96pp., b/n. 4,40€.
                                Testi_ Alfredo Nogara / Disegni_ Federico Antinori.
                                Attardandosi in ufficio oltre il turno di lavoro per qualche mano di poker con altri colleghi, Nick e Marvin finiscono loro malgrado per farsi assegnare un sopralluogo notturno (e gelato , data l’avanzata stagione invernale) sul Brooklyn Bridge, da dove penzola un impiccato (!). Scoperte, non senza difficoltà , generalità e luogo di lavoro del morto (ammazzato. Investigatore privato) la coppia di detective va’ a controllare nell’agenzia investigativa e trova un detective privato col medesimo nome…Morto ammazzato (!). Appena venuti a capo dell’equivoco i due poliziotti non tardano a capire che conoscenze vicine al professionista stanno rischiando a loro volta una brutta fine. E infatti…

                                Nel frattempo il Distretto entra in subbuglio poiché il candidato favorito al ruolo di Procuratore capo ritira la sua disponibilità a ricoprire la carica causa generici problemi personali. Perfino il suo contendente e Procuratore uscente ne rimane francamente sorpreso e chiede delucidazioni ai diretti superiori di Nick e Marvin , intanto impegnati a rintracciare le “amicizie” del private eye . C’è chi ha precipitosamente cambiato aria ; e chi sta per farlo , ma viene attinto da dei killer , che non lesinano piombo anche agli sbirri!
                                Una lega di braccio e mente, ossia fini deduzioni investigative e sventate azioni sul campo commisurano anche la cifra narrativa di questo episodio , da mettere però ed ulteriormente in conto di essere la prima parte di due segmenti necessari ad ospitare una trama di un certo respiro che ancora non collega ( perché di collegamento non può che trattarsi ;-) ) i fatti salienti qui premessi . Il tema cardine della vicenda , che andrebbe a spiegare il sinistro conteggio di assassinati , tentati od in divenire (?) ,sembra doversi cercare nella collusione tra infedeli funzionari del Distretto stesso e la malavita organizzata italo-americana; sebbene né Nick né i suoi capi osino puntare il dito su un profilo di corruttibile ovvero corrotto. L’albo termina con l’entrata in scena , in un luogo non acconcio , di (…).
                                Rispetto alle sue prove più mature e recenti ( questo fumetto andò in distribuzione nelle edicole nel ’94, a Novembre)su “Julia”, Antinori conserva uno stile riconoscibile nell’estremizzare un bianco e nero molto contrastato, come se l’illuminazione “sparasse” una luce radente diretta od in un contro-luce altrettanto perentorio. Qui tuttavia scontiamo l’impressione di più tavole un po’ tirate via d’approssimazione, con matite che non marcano il dettaglio sembrando inghiottite dalle sottolineature a china , creanti lo scambio netto con il biancore naturale della carta. Continua (imho).
                                "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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