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  • Io no assolutamente, come Ti ho risposto anche in privato ;-) .

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    JULIA n.ro 296 Il Bersaglio
    SBE. 116pp., b/n. 5,00€.
    Testi_ Giancarlo Berardi e Lorenzo Calza / Disegni_ Ernesto Michelazzo.
    Per legittima difesa, un uomo _di origini irlandesi_ stende due killer entrati a casa sua con l’evidente scopo di eliminarlo. Abile e pronto nell’uso delle armi , lo scampato ha d’altronde un passato nelle file mafiose di un conterraneo, prima di diventare un collaboratore di giustizia, inimicandosi ovviamente molti ex compari, ed entrare in un programma di protezione testimoni ( lui solo, giacché gli affetti famigliari gli si erano estraniati, suo malgrado) ,che tuttavia è ora terminato lasciandolo allo “sbaraglio”. La Procura, con Julia in aggiunta , mentre cerca di venire a capo della “stranezza”, si attiva per tenere al sicuro l’irlandese; a ben donde, dato che gli attentati alla sua persona ed alla sua famiglia si susseguono con ferocia…
    Una storia che isola specificamente la questione della criminalità organizzata negli States importata e propagata dall’Irlanda Rep. , con uno spunto drammaturgico basilare ( la vasta rete di corruzione messa in atto dalla malavita , che fa’di quasi chiunque un possibile vettore per sopprimere il pentito. Non ne escono immuni imprenditori, politicanti, sbirri , prelati e sfere di potere che possono _ad esempio_ revocare le misure di sicurezza accordate a chi ha sbriciolato muri di omertà, sebbene da una posizione moralmente assai discutibile ( una dialettica di cui s’incarica, per coerenza, il Tenente Webb :-p ), e che d’altronde , in diverse forme,(lo) chiama a saldare un tributo di sangue.
    Tra il ricorrente e ricercato equilibrio tra intrattenimento e pretese di aderenza alla reale l’episodio forse propende per la seconda opzione , ridimensionando la “spettacolarità” del contributo di Julia, qui “solo” facilitatrice di concomitanze che, a maggior ragione nel precipitare degli eventi, erano già destinate ad incontrarsi. Naturalmente , dato che la Mafia non è una esclusiva italiana (cit.) od irlandese , si accenna dell’ingiustizia fino ai massimi sistemi, coinvolgendo Julia a livello onirico in quella che forse è la trovata narrativa maggiormente originale dell’albo (;-) ). Di Michelazzo si riconosce agevolmente la spigolosità andante con cui appoggia linee e ruvidi tratteggi ; che tuttavia sa tirar fuori totali e sfondi estremamente meticolosi e benissimo distribuiti in senso di riproduzione della tridimensionalità . Ancora in omaggio una mini copertina card “da collezione”(imho).
    "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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      MERDICHESKY_ E Altre storie
      Editoriale Cosmo. 96pp., b/n. 5,50€.
      Testi_ Carlos Trillo / Disegni_ Horacio Altuna.
      L’allusione nominale alla materia organica color marrone è puramente voluta (xD) . Il volume è la produzione integrale su questo personaggio, che conta in pratica solo due episodi completi in originale usciti a puntate; ma per arrivare alla foliazione tipica da bonellide l’albo integra alcune brevissime storie (due, max. tre tavole) degli stessi autori, di carattere ironico-grottesco. Ebreo americano a New York City , Samuel Merdichesky fa’ il poliziotto con scrupolo e coscienza, sebbene sia irrimediabilmente imbranato e poco smaliziato, fin troppo a differenza di (lui) colleghi e superiori che coltivano un pessimismo della ragione vicino piuttosto ad una pavidità opportunistica da quieto vivere. Inoltre è oberato da una madre invadente, apprensiva ed opprimente; mentre il babbo si è dato, diventando un tardo figlio dei fiori godereccio e nullafacente. Di buone letture ed approfonditi gusti musicali, Merdi ( nomignolo affibbiatogli al distretto) gode comunque di una sensibilità che fa(rà) breccia con le donne. Avendo alla controparte grafica H.Altuna ci si aspetti robuste iniezioni di commedia sexy, di concerto ai soggetti di C.Trillo, che scaraventano Sammy M. in sordidi set fotografici porno o gli assegna un amico travone con frequentazioni ambigue (in tutti i sensi). Il nostro, a priori sottovalutato e vilipeso se la caverà bene.
      Il registro estetico dei disegni spazia dalla burrosa venustà di ragazze tutte boccoli , labbra tumide e considerevoli lati “b”, ed il gusto del disegnatore per ritratti molto caratterizzati ,flaccidi ed imbruttenti ( in generale gli uomini e le signore anzianotte e petulanti…) che quasi intoppano vignette (spesso con tagli verticali piuttosto stretti) insieme gravide di minutaglia e di una spiccata saturazione delle campiture (salvo alcuni titoli delle storie brevi più sintetiche e rarefatte ).(imho).
      "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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      • Chi è il più esperto di supereroi, nel forum?

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          SVUOTO MENTALE
          Comicon Edizioni. 128pp., b/n e toni di grigio. 9,90€.
          Testi e Disegni_ Bastien Vivès.
          In sosta ad una stazione di servizio Michel riconosce il suo vecchio amico Roger; contento di rivederlo dopo tanti anni ma immalinconito per problemi personali. Finito per accompagnarlo in macchina sino a casa sua ( una spaziosa villa…) , Michel non si esime di restare a cena, invitato da Isabelle, la burrosa e molto cordiale moglie di Roger, per altro una manager farmaceutica che guadagna molto più del marito e bada con solerzia alla casa ed alle loro tre figlie , una bambina delle elementari e due liceali, belle quanto la madre. Nell’immediato dopocena come d’abitudine , certificata anche dalla presenza delle figlie, Isabelle pratica una fellatio al marito ; e si offre con le due figlie maggiori di fare altrettanto con lo sbalordito ma allupato Michel . Finito anche ospite per la notte ,l’amico di casa vivrà ore movimentate ed alquanto insonne, con Isabelle che alterna solerti lavori domestici a profferte sessuali che coinvolgono anche le (tre!) figliuole . L’indomani l’allibito Michel ritrova la famiglia a colazione , durante una sveltina(!!), comprende gli altri motivi d’insoddisfazione di Roger e si lascia di nuovo coinvolgere nella riappacificazione familiare cementata col sesso.
          Nell’eloquente collana “Fumettizozzi” nel formato da battaglia 18x13,5 affine o quasi ai giornaletti dello stesso genere (rigorosamente in bianco e nero e come qui con due max.tre vignette a tavola) in voga ai bei tempi del ventesimo secolo, un (as)saggio della produzione porno di Vivès. Graficamente è un ibrido stilistico tra “Una sorella” e “L’ultimo week –end di gennaio”, con una sintesi meno estrema del primo e tuttavia forme meno solide e pulite del secondo, senza discostarsi dalla norma e regola del genere in fatto di membri virili di esagerate dimensioni quanto seni e glutei femminili. L’espressività dei disegni , nel tipico _per l’autore_ alternarsi di linee /pennellate (il termine non è da intendersi in senso strettamente letterale) sottili e notevolmente più spesso rate, fa’ “recitare” il protagonista in una commedia boccaccesca, traslata in una “realtà” medio-alto borghese che “sfida i tabù” proclamandosi intangibile dai (pre)giudizi, pur coinvolgendo in-direttamente anche una bambina (l’ultimogenita) pre-adolescente. Se il clima vuole essere goliardico ,con Michel che si barcamena tra un suo “finto” contegno appunto borghese e la sua vera incontinenza sessuale, dà scandalo (fuorviante?) una Isabelle ninfomane –geisha , instancabile nei ripetitivi mestieri domestici , con uno zelo perfino pedante ( al punto da volersi occupare della manutenzione dell’automobile di Michel…) che non di meno la fa’ essere sempre pronta per un focoso rapporto intimo. Un troppo di tutto paradossalmente alla base della scontentezza di Roger, per la serie “fossero questi i Veri problemi…”. Fumetto porno e nei fatti pedo-pornografico ( diventa un tormentone Michel che si assicura che la saccente bambina non sia attivamente coinvolta nei rapporti sessuali; anche se è proprio lui al culmine di un’erezione che…) , per cui Vivès è stato ed è vivacemente contestato. Normale , no ? (imho).
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            OLTRETOMBA
            Editoriale Cosmo. 240pp., b/n. 7,90€.
            Testi_ Giorgio Pedrazzi (non accreditato ufficialmente) / Disegni_ Ferdinando Tacconi.
            Due episodi, selezionati da una cernita di trecento; tanto durò l’avventura editoriale della testata “Oltretomba”,per altro spenta nelle edicole esattamente nel mese di debutto di “Dylan Dog”. Qui trovò quartiere il genere horror nostrano , declinato in un surplus di erotismo che non travalica il limite del softcore . Prurigini servite in giornaletti di formato tascabile, tipicamente ospitanti su ogni pagina due vignette ( taglio rettangolare o trapezoidale ) o direttamente un unico vignettone. Alla Cosmo adottano il formato bonellide ed in coda all’albo D.Barzi ne documenta la genesi; fino ai qui presenti “La Casa degli scheletri” e “La Vendetta di Alboino”. Il primo è una rimescolanza di “Frankenstein” combinato col racconto gotico anglosassone. I personaggi sono quelli , magari rapportati tra loro in maniera difforme , mettendo in mezzo sesso e necrofilia, più appunto scheletri versione “Gli Argonauti” a far danni. Nel secondo episodio retrocediamo storicamente a Bisanzio sotto l’Impero Romano, con un guerriero cieco (…non per cause naturali…) in preda ad un lucido (?) delirio pietosamente raccattato per strada da una prostituta, a cui svela trascorsi _suo malgrado_ di congiurato per destituire, uccidendolo, Alboino, Re Longobardo , su mandato della di lui sposa, che ha motivi personali per rivalersi sulle prepotenze del marito ma di cui condivide un’eguale sete di potere , rendendola infida dei complici (…e spesso amanti) . Dal canto suo Alboino , osso duro da vivo , anche “dopo” farà percepire la sua incombenza, mandando ai matti taluni traditori, e svelandone tal altri spinge un “collega” ad una drastica contromisura. Tutto sommato in entrambe le storie le trame sono sufficientemente articolate ed i dialoghi non fanno troppo sanguinare le orecchie, benché la tensione sessuale latiti ( anche quando non si tratta di un intermezzo licenzioso , e le scene erotiche contribuiscono ad erigere l’intreccio narrativo) ed il tutto denunci palesemente le sue conoscibili fonti ispirative.
            Disegnato alla buona ed alla svelta da un comunque identificabile Tacconi , che altrove naturalmente ha fatto cose ben più curate esteticamente, con tratto e tratteggi spessi ed il minimo sindacale di sfondi e profondità prospettica; ma molto inchiostro per abbozzare le ambientazioni, come detto sacrificate di norma da un’estenuata alternanza di piani stretti di faccioni che dialogano e se va’ bene (;-) ) turgide mammelle dalle forme e dimensioni però assai standardizzate. Accontentandosi…(imho).
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              SERIAL
              Bao Publishing. 208pp., b/n. 21,00€.
              Testi e Disegni_ Terry Moore.
              Dieci capitoli ( albi, in originale) per un fumetto poliziesco votato nel solco del thriller con ascendenze horror ( sì ,un po’ alla Hannibal Lecter, od a là Donato Carrisi per i soliti detrattori…), che ritrova Zoe la “bambina” indemoniata ( le virgolette sono messe a proposito :-o ) di “Rachel Rising” e “Cinque anni”, decisa nell’immediato a vendicare un’amica ( ex compagna di scuola,che nel frattempo è “normalmente” invecchiata e maritata…) neo-vedova, giacché il consorte _affatto uno stinco di santo _ è stato eliminato con cognizione di causa (sic!)da una serial killer abilmente camuffata…

              Ebbene in questo volume/serie Zoe è la “buona” (a dispetto di cosa lascia intendere la cover ;-) )e dunque figuriamoci gli altri … Mettendosi , di fatto, in competizione indagante con una detective della polizia che segue il caso del defunto e (…), sulle tracce di un’assassina che continua la sua mattanza , inventandosi occasioni per attirare in trappole mortali uomini di cui conosce perversioni (sessuali/pedofile) per un dato logico (;-))che aiuterà la scafata Zoe ( ed alla fine anche la poliziotta) a rintracciarla in un mortale ed estenuato confronto/scontro finale, seguendo tracce che d’altronde la psicopatica non si è curata di dissimulare , nel suo delirio giustizialista e moralizzatore , cagionato da una concausa di traumi patiti da giovanissima e metabolizzati in una pazzesca rivalsa pluriomicida , andando a chiudere il (un…) cerchio della sua ( e non solo sua, finale inquietante ed aperto…) biografia.
              Narrativamente scorre bene questo binario d’iniziativa spiccia e molto ufficiosa di Zoe con le ponderate ricerche della ligia donna di legge, ulteriore tassello di un gineceo che il magister Moore offre alla nostra attenzione, liquidando manierismi “femminicidi” ed imbroccando piuttosto anche un tema di sbalorditiva attualità ( si parla di boschi e di orsi, e della pena che suscitano le violenze sugli animali ,quasi e piuttosto in confronto alle persone). E’ un fumetto che investe molto nell’espressività delle illustrazioni , centellinando per i momenti topici le sinuose ma pungenti linee di dialogo da sempre tra i punti di forza nel carniere dell’artista texano, lasciando a Zoe ed occasionalmente a qualche comprimario la voluttà di un pugnace umorismo nero. Ogni capitolo/albo si apre con una citazione ed una dedicata illustrazione a mezzatinta , o meglio un pantone che ritorna occasionalmente nelle vignette , giacché Moore non si è mai snaturato trattando il genere (noir, horror) , magari affinando l’eleganza calligrafica dei ritratti (gli perdoniamo invece veicoli ed edifici un po’ “tozzi”), mettendo in pagina/tavola incessanti tratteggi e ghirigori renitenti alle ombreggiature. Opera cupa, attuale, notevole (imho).
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                IL GRANDE DIABOLIK 1/2023
                Astorina s.r.l. 194pp., b/n. 5,70€.
                “All’Ombra del patibolo” (da pag.15 a pag. 142).
                Testi_ Andrea Pasini e Rosalia Finocchiaro / Disegni_ Giulia Francesca Massaglia (matite), Stefania Caretta (chine).
                Un trafficante d’armi di Clerville intrattiene all’estero lucrosi affari con un assai discutibile despota golpista _ nonostante, per questo, il suo Paese sia sottoposto ad embargo_ ,che paga in diamanti. Pietre che interessano a Diabolik ed Eva , in loco per organizzarne il furto, nell’imminenza dello scambio. Ma un fuori programma negli impegni diplomatici del presidente mettono in enorme pericolo Eva, tanto che Diabolik , per darle la salvezza , si lascia catturare. Rifiutando l’estradizione che renderebbe competente il foro di Clerville, il turpe politicante firma il mandato d’esecuzione della pena di morte di Diabolik, per offrirla in tempi strettissimi in “mondo-visione” e pavoneggiarsene. Eva, ovviamente sulle spine, cerca canali d’aiuto nella criminalità autoctona ; ma inaspettatamente a raccogliere la sua angosciata richiesta di collaborazione interviene (…).
                L’impostazione del volume è simile ai “Magazine” della Bonelli , con una storia inedita lunga , contributi di testo redazionali ed ulteriori quattro fumetti brevi, leggeri sia nella foliazione che nel tono generale della narrazione. Il generoso formato ( …qui và lodato lo sforzo dell’editore di contenere il prezzo di copertina…) 16,5x21 dà respiro estetico ed articolazione della trama all’episodio , intanto lavorando su una gabbia a tre/quattro fasce con un ampio ventaglio dimensionale delle vignette , la cui sequenzialità evidentemente infonde ritmo e guida il fuoco dell’attenzione del lettore in una vicenda escapista, come facilmente deducibile da titolo e cover ;-) . E dunque sarà l’elaborazione del piano di fuga, ingegnoso e complicato quanto e più delle misure di sicurezza premesse per impedirla a tenere banco, legandosi (con flashback)al filone ancora oggi sfruttato della vita di Eva Kant ragazza ante Clerville e DK. Come contorno e contesto il “solito” dittatore di staterello africano, oscenamente spregiudicato e pure indefesso pu******re, ma,s’intuisce, destinato a fare la bruttissima fine che destina, forte dell’assolutismo, ad altri; da parte di oppositori d’altronde fatti della stessa pasta, ed inclini alla corruzione ad ogni livello e ruolo di potere. Povera Africa! (…e c’è un assist invece a favore di Ong tipo “Medici senza Frontiere”).
                Nell’ipotetica nazione del Continente Nero si immagina che abbia popolazione di colore, ma anche bianchi e meticci ( la stessa Eva, quando è “mascherata”…)Quindi, graficamente interagiscono le retinature ( by Marco Chillura) con effetti traslucidi ed i passaggi a china , piuttosto compattati e saturi. Particolareggiati gli sfondi , dalle vedute e geometrie però piuttosto anonime, ovvero riconducibili ad ambientazioni genericamente comuni , quali carcere, palazzo presidenziale, ospedali. Le parti in flashback sono curate da G.Palumbo alle matite; G.Giardina per le chine e D.Grillotti ai retini per disegni quasi leziosi nell’accentuazione da cartoon delle pose e del model skeet dei personaggi (imho).


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                  DIABOLIK_ Nel Buio
                  Astorina s.r.l. 128pp., b/n. 3,00€.
                  Testi_Roberto Altariva / Disegni_ Elia Bonetti.
                  La manager che sovraintende un centro direzionale di modernissima concezione, alla sua inaugurazione ufficiale decanta alla stampa il sistema di sicurezza informatizzato ivi allocato, dichiarandolo inviolabile; tanto che un ricco Emiro arabo collezionista affida alla camera di sicurezza nei sotterranei dell’edificio uno sfolgorante diamante appena acquistato .
                  Attraverso una società terza che monitora l’intelligenza artificiale cuore operativo del sistema, DK e Eva si organizzano per fare comunque il colpo , senza prevedere però che…
                  L’episodio , inedito al 01/05/2023 , è “sul pezzo”dato l’argomento , ma lo paga con una colata di spiegoni che appesantiscono la narrazione , pur sorretta da escamotage che fanno dell’atto di mezzo della storia quasi un videogioco “sparatutto”( o meglio “pugnala-tutto” ;-) ) e che lascia all’ultimo atto un ulteriore colpo di scena a cui però la coppia diabolika non arriva impreparata. Con spregiudicatezza, il programmatore del software antifurto si tiene fuori bersaglio, facendosi elemento di una resa dei conti in un ipotetico futuro albo (:-p).
                  Curando anche i retini ( che, tra uomini della security in nero ed ambienti sotterranei calati nel buio pesto sono in larga applicazione) ed integrando “cosette”digitalizzate , il segno di Bonetti si mantiene puntuto,stilo-grafico , asciutto e nettamente contrastato nel bianco e nero. Cosicché autoveicoli e palazzi hanno una fedeltà di riproduzione foto realistica , ma Diabolik ne esce secco, tirato , leggermente anemico come fosse rapidamente invecchiato (xD), recuperando un’estetica “cinema like” tramandata del resto anche dalle copertine (imho).
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                    NIALA
                    Editoriale Cosmo. 96pp., b/n. 5,50€.
                    Testi_ J.-C. Deveney / Disegni_ Christian Rossi.
                    Lo “Spirito della foresta” (vi) risiede in una lolitesca fanciulla in armonia e reciproco rispetto della Natura. Un eden laico in cui si serve delle liane come Tarzan e gira come mamma la fece , con giusto una pezzulla sulla pudenda ma pronta a cadere per dare piacere a se stessa ed agli altri ; senza ingabbiare il desiderio , ed anzi e semmai facendone freudianamente il grimaldello per liberare le tare psico sessuali di chi ne è inibito (e/o che vorrebbe inibire ad altri). Pace, bene e genuino scop***, con eventuale allargamento dei capisaldi imposti dalla morale conservatrice che contempla solo coppie monogame, sposate ed etero.
                    Si arriva a malapena a settanta tavole, con frontespizi ( numerosi dato che la storia si divide in capitoli di poche pagine, con una blanda continuità che li collega); e per il resto spazio ad interessanti contributi “extra” , tra cui un’intervista al disegnatore ed articolati suoi studi grafici dei personaggi , umani ed animali .
                    Lo schema narrativo dei micro episodi è piuttosto ed anzichenò ripetitivo, con indigeni e più spesso soggetti “bianchi” esterni , tipicamente religiosi in vena di evangelizzazioni ed esploratori più o meno rigorosi , che impongono alla giungla la loro tracotante presenza, magari pure con la presunzione di dominarla e portarsi via qualche trofeo di caccia. Si palesa Niala(h)/ Spirito della foresta, che con poche vellutate parole libertarie/libertine ed un’immediata disponibilità a passare alle vie di fatto ( non particolarmente insistenti ma dettagliati alcuni primi piani hard…) riporta a miti e panici /pansessuali consigli il/i/la/le facinorosi/e , in genere grati/e per aver ehm goduto di una nuova prospettiva “filosofica” in sana osmosi dell’ambiente inizialmente creduto ostile e primitivo, tanto da volerci invece stare a vivere , sempre con Niala nei paraggi (;-) ). Il registro dei testi è ironico grottesco , talvolta infiocchettato di accenti aulici e motteggi appunto non seriosi. Rossi vi si adatta_parole sue_ con uno stile semi-realistico, lussureggiante nel cedere minuti particolari , pur concedendosi ombreggiature fitte parimenti la vegetazione. Albo carino più nel suo complesso che per il fumetto che propone (imho).

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                      THE CANNIBAL FAMILY 3. Libri di sangue
                      Edizioni Inkiostro. 32pp., b/n. 4,00€.
                      Testi_ Stefano Fantelli e Antonio Tentori / Disegni_ Rossano Piccioni e Paolo Antiga.
                      Stante le pagine dello spillato a disposizione, stante la necessità di contenere le svariate linee narrative della diaspora _si fa’ per dire_nella family cannibale, con ulteriori ed amene digressioni ; stante un ampio flashback ambientato la sera precedente l’entrata in vigore della legge Merlin ( che “liberò” la prostituzione al chiuso delle case di tolleranza e del controllo statale dell’esercizio…) e stante le pagine di servizio _si fa’ per dire/2_ dedicate ad atrocità gore , sleazy e splatter fuori dalla grazia di *io, pane (carne) e companatico della serie, l’impianto generale della storia si affloscia in una bozza di situazioni appena accennate e pure derivative ( lo lascia intendere, in termini eleganti ed amichevoli anche la prefazione affidata al cineasta Edoardo Margheriti; mentre la più che “fedele” copertina è affidata a Nicola Genzianella) in uno stallo che evidentemente richiama la necessità di seguire i prossimi numeri ( questo uscì , come da copyright ,nel 2006 ed è marcato come prima ristampa). Cura graficamente la parte d’antan Piccioni, quasi un incrocio nerissimo tra Gipi e un Maurizio Rosenzweig; mentre nel “presente “Antiga , con sporadiche rigidità posturali , disegna con tratteggi educati , pulizia del segno e sensibilità per le finiture (imho).
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                        RIC ROLAND _ 1. R.i.p., Ric!
                        ReNoir/ Nona Arte.56pp. Cartonato a colori. 14,90€.
                        Testi_ Simon Van Liemt / Disegni_ Zidrou / Colori_ Cerminaro.
                        Refresh del personaggio , un cronista parigino che si dedica ad un giornalismo “d’inchiesta” facile ad attirarsi nemici potenti e malintenzionati , che lui dribbla e sconfigge quasi solo in forza della sua prestanza fisica ed intellettuale. Una continua e sostanziosa somministrazione di (auto)ironia allieta il lettore ed evita al personaggio di apparire troppo “fighetto”, un troppo primo della classe (ovunque si applichi) “col sole in fronte” e sfacciatamente fortunato nella baldanza del suo ottimismo. Il tutto si svolge nel ’68, di cui non trapelano i moti studenteschi , ma piuttosto un certo clima di emancipazione femminile , anche _ma non solo_ in tema di iniziativa sessuale ( vedi la stuzzicante morosa di Ric, non tanto in linea con le coetanee Bond Girls ;-) ); ed il fulcro della vicenda vede un Commissario di polizia dalla onorevole carriera al servizio dello Stato simultaneamente ritirarsi in pensione e, per la prima volta, convolare a nozze in una bella località marittima. Ric è designato suo testimone, ed in privato confidente dei primi anni di servizio dell’anziano poliziotto, durante la guerra ovvero con la patria occupata dai nazisti , che esigevano una “collaborazione” disdicevole. Fatti “prescritti” dalla Storia , e sul piano morale a discrezione di chi li ha scoperti e condivisi (:-p). Ma _il titolo e la stessa illustrazione di copertina sono illuminanti_ a governare quasi tutta la vicenda ( autoconclusiva , con finale, appena affrettato , semi-aperto sul destino di una figura chiave…), frutto di una vasta tradizione narrativa, il tema dell’impostura e della nemesi brutale, avversa purchessia fino al masochismo, che si impadronisce della scena per fare gravi danni “nel nome” della controparte equilibrata e sana. Assicurata la suspense nel fremere per la riscossa dei “buoni”. Edizione italiana in degna veste editoriale del 2015, per un fumetto che omaggia la scuola franco-belga con gusto grafico retrò e per la colorazione non particolarmente raffinata , diversificata o tendente al realismo ( un qualche preziosismo però nelle parti della cerimonia nuziale e banchetto serale…) . Con omaggi espliciti a “Tintin” i disegni intrattengono una comunicativa funzionale, senza grandi guizzi virtuosistici e con una economia del segno che tende uniformemente a strappare una tranquilla sufficienza, al netto di piccole approssimazioni; e benché l’autore dimostri di affrontare in scioltezza tutte le pose richieste dalla sceneggiatura (imho).
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                          PARANOID BOYD 1
                          Edizioni Inkiostro. 32pp., b/n. 4,00€.
                          Testi_ Andrea Cavaletto / Disegni _ Renato Riccio (cap.1) e Francesco Biagini (cap.2).
                          Fumetto datato nov.2015. In due ovviamente brevi segmenti, movimentati da cambi di cronologia ed ambientazione ,iniziamo a fare la conoscenza del barbuto Will Boyd, già traumatizzato all’età di otto anni per la morte di parto di mammà, all’ospedale ma da lui scoperta come frutto di un rituale esoterico con adepti mentre la povera espelleva rovinosamente dall’utero una sorta di enorme creatura lovecraftiana . Da adulto non trova di meglio che (non) schiarirsi le idee ospite di una mignotta con cui spartisce uso di droghe pesanti (sic!). Avrebbe pure una (ex?) moglie , che gli ha dato una bambina e l’angoscia di saperla oncologizzata in situazione critica, forse disperata. Come lui senz’altro , che se và al mare a sbronzarsi (ri-sic!), mi cade dalla rupe, non annega per puro c*** ma ha ancora visioni (?)di mostruose creature marine. Il tempo di tornare dall’amichetta zoccola , farsi una doccia e scambiare l’ennesima agnizione (paranoide?) dentro uno sgabuzzino rumoroso. Capito il tipo?
                          Lo spillato dunque ci lascia nel resistibile dilemma : il Boyd ci è o ci fa? Non ci perderei il sonno. Disegni: mpf…Biagini pare uno stregato da “Sin City” ma dirottato sui tascabili di Pietro “Battaglia”,e talvolta si capisce poco dell’abbacinante contrasto di ombre e luci smarmellate senza requie. Riccio è più potabile ma abbastanza sull’orlo della professionalità al minimo sindacale ; anche qui da produzione nostrana al risparmio , roba che girava da Aurea, Star o Cosmo Ed. agli ultimi vagiti dell’inedito made in Italy. Parafrasando : occhio che la troppa indulgenza crea piaghe purulente (imho).
                          "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                            NARCOS Vol.1_Coke and Roll
                            Editoriale Aurea. 46pp. Cartonato a colori. 9,90€.
                            Testi_ Emmanuel Herzet-Orville / Disegni e Colori_ Giuseppe Liotti.
                            Dove si narra delle istituzioni americane in lotta ( od in qualche caso in scellerata complicità :-p )con i cartelli sudamericani (colombiani) della droga, in una filiera snocciolata tra le foreste ( ma anche le serre “casalinghe”)dove si coltiva, ed il “bel mondo” nella costa Est (Miami_Florida)da dove passa la distribuzione ,ed il riciclo degli utili messi in contatto con attività e personalità “prestigiose” ed affluenti. La storia si polarizza su due distinti agenti operativi ( ma va’ da sé che le loro indagini per tortuose vie diverranno piuttosto omogenee ;-) ), ben diversi nell’aspetto ovvero nell’estrazione sociale , destinati a curare uno scenario specifico ( appunto la Florida e le aree interne della Colombia) , smistati _anche loro malgrado_ da una catena di comando che si regge su equilibri “diplomatici” in cui covano dissapori, rivalità ed interessi indicibili tra i vari poteri dello Stato Federale, badando di non irritare (troppo)potentati e notabili locali . Ciò nell’immediato non giova alla leggibilità dei dialoghi , quagliati in situazioni statiche e verbosi riferimenti a cose e persone di cui il lettore ancora non ha contezza; che liberano una seconda parte del volume però d’azione più fluida e di “commedia” sofisticata ,secondo le caratteristiche dei due fronti, con parziali rivelazioni che fanno da “gancio” per invogliarci ai prossimi episodi. In sé questo non risparmia una sensazione di già visto e di tendenza allo stereotipo , ma ci intriga promettendo d’intrufolarsi in dinamiche di Potere segrete e degne di vituperio (a proposito di luoghi comuni non manca l’allusione ad un “burattinaio” nell’ombra , qui “Mr. Smith”) a mezzo della classica “strana coppia” che al momento per altro è divisa. Il lavoro di Liotti interpreta con aderenza e profitto le consegne dell’editoria a fumetti francese , dando riscontro grafico ad istanza di un realismo fortemente dettagliato , attento alle sfumature di colore ed eclettico nell’organizzazione della tavola. Forse qualche non allineamento nelle proporzioni. Continua (imho)​.
                            "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                              SONAR
                              Editoriale Cosmo. 128pp., b/n. 6,50€.
                              Testi_ Sylvain Rumberg / Disegni_ Chee Yang Ong.

                              Per la trama sovvengono film di James Cameron (;-) ) incattiviti da una vena horror degna di una saga sugli zombie ed affini; per la parte grafica un riferimento potrebbe essere “The Lighthouse” di Robert Eggers corretto dal fatto che i protagonisti sono (e non è un caso narrativamente…) dei giovanotti/e baldanzosi , atletici e “oliati” giovani americani.
                              Ché strane cose accadono in acque internazionali al largo della Sicilia, con pescatori che danno improvvisamente di matto e sgozzano i colleghi o relitti di navi insolitamente ben conservati in fondo al mare, di varia stazza e perfino epoca ma ugualmente con un carico dichiarato appetibile…Ai “Cacciatori di tesori “ che si mobilitano con costose attrezzature logistiche (navi) e subacquee ( anche mini sommergibili) per recuperare preziosità , anche spettacolarizzando con video-riprese la documentazione del loro lavoro.
                              L’impianto drammaturgico della storia è piuttosto risaputo , col capo della spedizione che richiama ad affiancarlo la sua ex moglie ( anche perché ne è ancora attratto…) dirigendo un gruppo eterogeneo di bellimbusti che ostenta efficienza e professionalità ma progressivamente scivola in un baratro di disturbi (fisici e soprattutto psichici)dopo aver stazionato a pelo d’acqua sui luoghi dei ritrovamenti , ed ancora più di seguito a ricognizioni sottomarine tra i resti delle imbarcazioni , con la sinistra impressione di avere intravisto (…). Come del resto insegnava “Lo Squalo” di Spielberg (per rimanere in ambito cinema) è d’uopo ritardare l’esplicitazione della (qui al plurale) creatura, “naturalmente” abbinandola alla caduta di ogni inibizione ed autocontrollo dei soggetti umani ; ma qui affiora una certa dilatazione dei tempi ed una ripetizione dei moduli di suspense ( vedi sommozzatore che strabuzza gli occhi nell’ultima vignetta ma voltando pagina lo scenario parla d’altro con toni distesi ed in parte decontestualizzati. Buono pero l’anti-climax delle ultime battute e sensibile la parte della malattia di…), pur funzionali al twist ending ( beh, ci mancherebbe pure il contrario :-p ).
                              In tutti i sensi immersi in plumbei toni di grigio i disegni paiono disinvolti nel particolareggiare i mezzi tecnici e gli ambienti naturali. Nei ritratti a piano allargato viene preferita la fisicità/tonicità dei protagonisti, in primo piano invece forniti di faccioni/e da attori/attrici di soap opera . (imho).
                              "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                                TEAM I.R.S. 1.Calcio corrotto
                                Aurea Books and Comics s.r.l. 96pp. Cartonato a colori. 11,90€.
                                Episodio “Football connection”. Testi_Stephen Desberg / Disegni_ Marc Bourgne / Colori_ Bruno Pradelle.
                                Episodio “Wags”. Testi_ Stephen Desberg / Disegni_ Daniel Koller / Colori_ Coquelicot.
                                Un gran mischione di complottismo onnivoro sui turpi interessi occulti che assecondano e nutrono il feticcio pallonaro, tra la poesia del gesto sportivo e la prosa dei mostruosi giri di denaro che lo innalzano ad evento globale. Tutto si tiene, sotto una stretta e segreta regia oligarchica, a cui fanno capo le personalità esposte al pubblico (Presidenti, Procuratori e naturalmente le Star del rettangolo erboso) . Nessuno scrupolo nell’ordinare uccisioni ( che movimentano la parte action di pistolettate; però tutti vestiti bene ad inseguirsi in locazioni signorili e lussuose…) ed abnegazione da parte dei “buoni” ( tipo farsi scop*** per carpire info)per tenere su il flusso di money attenzionato dal Team (americano) di Agenti del Fisco, capitanati da Larry Max, uno che sembra più James Bond che un ragioniere delle tasse (:-p ).
                                La sensazione finale è di una estenuante superfetazione di avvenimenti dove davvero vale tutto, giacché tutto è già stato pianificato da “Loro”, con largo anticipo ed andando a pescare nei cinque continenti con metodi e mezzi assolutamente abnormi quanto pervasivi : una Mafia, punto.
                                Omogenea la colorazione, con effetti di trasparenza ,ed incidenza della luce sugli incarnati , anche qui i principali personaggi sembrano vagliati da un accurato casting per una fiction , in cui individuare al volo l’integro ed integerrimo investigatore capo ma pure la “sbirra” in quota Lgbtqia+. I disegni si mantengono entro la professionalità abbastanza standardizzata di questi prodotti editoriali d’oltralpe. Bourgne tratteggia ingentilito , Koller più spigoloso , entrambi rispettano le consegne su villone, macchinone, giocatori che sembrano culturisti e fregne farcite da Instagram. Fumetto bello esagerato. Più esagerato che bello (imho).
                                "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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