Ho terminato Makanai, la serie di Koreeda tratta da un manga abbastanza popolare in Giappone che non conoscevo (da cui, a sua volta, era già stata tratta una serie animata).
Mi è piaciuta molto, è una serie che conquista pian piano, oserei dire unica nel suo genere, che non punta sui tipici conflitti multi-episodio che tengono desta l'attenzione, ma trasporta con garbo nel mondo parzialmente fuori dal tempo di una scuola per geishe moderne (qua geiko) attraverso un racconto delicato, con qualche punta di malinconia, ma soprattutto tanto affetto per i suoi personaggi.
Toni pacati, a volte quasi rarefatti, ma mai pretenziosi, con una buona ma non pedante attenzione nel mostrare l'aspetto tradizionale di questo mondo.
Ho apprezzato anche il lato leggero e divertente della vicenda, soprattutto perché non si ritaglia un suo spazio con gag e battute, ma perché l'umorismo emerge naturalmente dalla semplice e placida osservazione dei caratteri che si dispiegano davanti alla mdp.
In generale non è difficile che faccia pensare a certi film più leggeri di Ozu come toni e atmosfere che riesce ad evocare, ma anche certi film anime slice of life della Ghibli e simili.
A questo proposito, come percentuale di sorrisi al minuto se la gioca con i film di Ozu, anche se qua sono mediamente più genuini e meno maschera(mento) sociale.
Koreeda è affiancato alla regia da tre giovani registi (cinematografici) scelti da lui, e lo stile generale è abbastanza uniforme (long take fissi o poco mobili, composizione geometrica, campo e contro campo classico, uso abbastanza generoso del dettaglio).
La storia copre tutto il primo "anno scolastico" ed è perfettamente autoconclusiva. Al momento non sono previste altre stagioni.
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Netflix - Topic di discussione generale
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Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggioThe Glory
Se c'è una cosa che piace raccontare ai coreani sono le storie di vendetta e questo thriller piuttosto appassionante approfitta del formato seriale per ramificare i conflitti a personaggi multipli, tutti con le loro linee di contrasto e congiunzione.
La prima parte consta di 8 episodi (tutti scritti da un solo sceneggiatore e diretti da un unico regista), la seconda verrà rilasciata il 10 Marzo e vedremo se la moltitudine di elementi inseriti giocheranno tutti un ruolo nello sbrogliare l'intricata matassa.
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The Glory
Se c'è una cosa che piace raccontare ai coreani sono le storie di vendetta e questo thriller piuttosto appassionante approfitta del formato seriale per ramificare i conflitti a personaggi multipli, tutti con le loro linee di contrasto e congiunzione.
La prima parte consta di 8 episodi (tutti scritti da un solo sceneggiatore e diretti da un unico regista), la seconda verrà rilasciata il 10 Marzo e vedremo se la moltitudine di elementi inseriti giocheranno tutti un ruolo nello sbrogliare l'intricata matassa.
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Credevo fosse una cosa seria e invece sembra una di quelle fiction procedurali un po' sciocchine che mandano nel prime time di Rai Uno (ma con l'estetica patinata di tutte le serie Netflix).
Secondo voi esce le tette?
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Il romanzo non l'ho letto ma spulciando le trame di entrambe credo che sia autoconclusiva
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Grazie, De Angelis era uno dei motivi per cui m'incuriosiva.
Ma si sa se è autoconclusiva?
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Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggioMa questa questa nuova Ferrante targata Netflix, "La vita bugiarda degli adulti", la sta guardando qualcuno qua dentro?
Bravi tutti gli attori (con qualche dubbio sulla Golino) e la protagonista ha un pp che funziona. Al solito mi infastidisce la voce narrante quando viene usata, io farei una moratoria per levarla da tutti i film italiani per i prossimi 5 anni
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Ma questa questa nuova Ferrante targata Netflix, "La vita bugiarda degli adulti", la sta guardando qualcuno qua dentro?
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Ho visto il primo di 5 episodi di "Vampire in the Garden" miniserie anime uscita oggi su Netflix. Una buonissima apertura, una spiccata capacità di sintesi nella scrittura e di forte presa emotiva catapultano immediatamente al centro della vicenda, ottiene esattamente ciò che desidera e lo fa in poco più di 20 minuti, senza perdersi in fronzoli, denso di avvenimenti e pathos, manco fosse il climax alle porte di un finale di stagione. Al termine mi sembrava di aver assistito ad una storia raccontata in una o più ore, che non è da intendere con un'accezione negativa, non è un problema di lentezza, bensì è la ricchezza di avvenimenti a lasciare increduli, così sapientemente condensati in un arco di tempo tanto ristretto. Per quanto mi riguarda è un ottimo esempio nel campo dell'animazione di storytelling semplice ma tremendamente efficace. Così come è efficace il worldbuilding eseguito con poche e dritte pennellate. Se parliamo di pennellate, nel concreto, è un peccato che le animazioni e i character design siano così modesti. E il fatto che Netflix recentemente abbia tagliato i fondi al reparto animazione non fa ben sperare per il futuro in tal senso.
Belle le musiche che accompagnano e fanno lavorare ancor meglio i vari momenti clou.
Un po' Romeo e Giulietta, un po' 1984 con il discorso sull'arte, Vampire in the Garden intavola dei temi universali: integrazione, accettazione delle diversità, l'utopia multiculturale e multietnica. Tutto risaputo, ma alla luce dei tempi che corrono, con una guerra in atto poco distante dai nostri confini, si è più sensibili a certe riflessioni, che forse tanto scontate poi di fatto non sono.
Seguo e vediamo come si sviluppa... non è Arcane ma, nella sua semplicità e per la salienza del messaggio, per ora mi sento di promuoverlo.
Ultima modifica di MrCarrey; 17 maggio 22, 02:49.
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Jessica Chastain ci ha messo gli occhi sopra e fra qualche anno farà il bis agli Oscar.
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