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  • Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
    Penso che Senso e Il gattopardo si possano definire come i due esempi più rappresentativi della sua ricerca estetica, tra l'altro sono entrambi due kolossal storici... E' vero?
    si, è vero, ma anche Ludwig è notevole in tal senso :seseh:

    Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
    La sua estrazione e origine aristocratica si scontra però con il suo forte e fedele appoggio al partito comunista, di cui era militante. Un dibattito politico e sociale di questo stampo contrasta con la rappresentazione scenica accademica, in un film come Senso più che mai, o sbaglio?
    vero anche questo: Visconti aveva, se così si può dire, due anime, ma riusciva quasi sempre a stabilire un'armonia tra queste, con risultati artistici straordinari. Questo "contrasto" è evidente nei suoi film neorealisti, in particolare in La terra trema. Infatti quando un nobile colto e raffinato cerca di calarsi e descrivere una realtà di miseria e di degrado, vi sono alti rischi di retorica patetica, paternalismo o didascalismo moraleggiante. Invece l'Autore, seppure col consueto distacco tipico del suo cinema, sfugge a tutto questo con un approccio tipicamente marxista ed assolutamente distante dalla verace e pietosa poetica di De Sica: un approccio che mira allo scandaglio veristico del particolare per trarre l'universale, trasformando le silenziose tragedie di miseria e disperazione quotidiana in roboanti romanzi storici orientati alla denuncia sociale, di intento criticamente polemico più che pietosamente partecipativo. Ed anche qui la decadenza, il senso di morte e di tragica impotenza la fanno da padrone :seseh:
    "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


    Votazione Registi: link

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    • Originariamente inviato da David.Bowman Visualizza il messaggio
      vero anche questo: Visconti aveva, se così si può dire, due anime, ma riusciva quasi sempre a stabilire un'armonia tra queste, con risultati artistici straordinari. Questo "contrasto" è evidente nei suoi film neorealisti, in particolare in La terra trema. Infatti quando un nobile colto e raffinato cerca di calarsi e descrivere una realtà di miseria e di degrado, vi sono alti rischi di retorica patetica, paternalismo o didascalismo moraleggiante. Invece l'Autore, seppure col consueto distacco tipico del suo cinema, sfugge a tutto questo con un approccio tipicamente marxista ed assolutamente distante dalla verace e pietosa poetica di De Sica: un approccio che mira allo scandaglio veristico del particolare per trarre l'universale, trasformando le silenziose tragedie di miseria e disperazione quotidiana in roboanti romanzi storici orientati alla denuncia sociale, di intento criticamente polemico più che pietosamente partecipativo. Ed anche qui la decadenza, il senso di morte e di tragica impotenza la fanno da padrone :seseh:
      Grazie David per questa risposta interessante, per ora tra quelli che sono riuscito a recuperare ci sono Ossessione, Rocco e i suoi fratelli e Il gattopardo. Li guarderò con piacere, ora che su Visconti ne so qualcosa in più...
      La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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      • beh, diciamo che è un buon inizio asd

        ti farai un'idea più ampia e articolata sul regista e, se dovesse piacerti, ti consiglio anche (assolutamente): Bellissima, La terra trema, Ludwig che sono le opere fondamentali (insieme a quelle da te scelte) della filmografia viscontiana.

        Personalmente adoro anche film come Morte a Venezia, Vaghe stelle dell'Orsa e poi La caduta degli dei e Le notti bianche. Ma, come avrai capito, a me Visconti piace parecchio asd
        "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


        Votazione Registi: link

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        • Io in prima battuta preferii Il Gattopardo a Senso. Pensandoci su invece direi che il film con l'Alida Valli (un voto secco in più nel giudizio per la sola presenza scenica :seseh: asd) gli è superiore: più compatto, con la capacità di comunicare con l'esaltazione delle scenografie, senza strafare e concedersi a eccessivi virtuosismi, ma con un controllo della mdp fenomenale, parecchio rigoroso. Questo aspetto è forse leggermente meno potente nel Gattopardo (che rimane un capolavoro) e opto per Senso in una scelta su quale sia superiore all'altro.
          La terra trema è un altro bel film, ma richiede parecchio impegno, e mai come in quel caso la voce off viene salutata dallo spettatore come una luce nel buio :lol: Però lo piazzerei comunque un paio di gradini sotto ai due sopra citati.
          A me mancano, tra i grossi del primo periodo, Ossessione e voglio rivedere Rocco e i suoi fratelli che ricordo molto poco, per nulla quasi. Poi vorrei vedere Ludwing. A dire il vero piano piano vorrei proprio recuperarlo tutto, mi piace tantissimo xD Da quel che ho visto, forse il più grande regista italiano insieme a Fellini.

          EDIT: Io però non ero entrato qua per parlare di Visconti xD

          New York, New York di Scorsese
          Storia di una coppia interpretata da De Niro e Liza Minnelli, entrambi vivono nel mondo dello spettacolo, ma solo uno dei due è destinato al successo. Non l'ho apprezzato particolarmente: abbiamo di certo la cura scenografica che spesso ritroviamo in Scorsese; così come il comparto musicale, giocoforza, è parecchio gradevole. Ma la storia raccontata non è particolarmente avvincente: va tutto come ci si aspetterebbe a leggere due righe di sinossi e le caratterizzazioni del duo protagonista non offrono chissà quali sfaccettature e sembrano procedere con il pilota automatico. Il mondo dello spettacolo in cui si muovono Francine e Jimmy, per quanto presente in ogni scena, non ha abbastanza forza e sembra stagliarsi per tutto il tempo sullo sfondo, avendo Scorsese preferito incentrarsi sul melodramma e sull'evoluzione della relazione tra i due. Per dirla in soldoni, il film non sembra né carne né pesce: una sufficienza abbondante, che lascia però l'amaro in bocca se si nota dopo quale altro film è stato realizzato.

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          • Originariamente inviato da Socio Visualizza il messaggio
            Da quel che ho visto, forse il più grande regista italiano insieme a Fellini.
            concordo, ma Fellini è superiore a tutti :sisisi:

            poi viene Visconti e via via gli altri ...
            "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


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            • RASHOMON, 1950 di Akira Kurosawa

              Giappone. Tre uomini, sotto il portico del tempio di Rasho, si interrogano su una vicenda: l’assassinio di un samurai e lo stupro della moglie da parte di un bandito, nella foresta. La ricostruzione dei fatti avviene attraverso la testimonianza di molteplici versioni dei fatti, che porteranno la verità ad allontanarsi, piuttosto che ad emergere.
              Profonda e amara riflessione sulla natura dell’uomo, il suo egoismo, la sua cattiveria, la sua tendenza a mentire spinto da un esasperato istinto di autoconservazione e la conseguente relatività della verità. Eccezionale Toshiro Mifune nei panni del bandito, in un’interpretazione sovraccarica ed espressiva, come ritengo geniale la scelta di mostare le testimonianze dei protagonisti direttamente alla cinepresa, senza mostrare gli inquisitori, in un suggestivo dialogo con lo spettatore che riflette la stessa finzione dell'immagine che contraddistingue il concetto di cinema. La regia di Kurosawa è straordinaria, come del resto il perfetto montaggio nella strutturazione dei continui flashback, come se fossero dei brandelli di memoria. L’uso della luce nelle scene nella foresta, fortemente espressionistico, è altrettanto straordinario e le composizioni che creano i raggi di luce che trapassano le fronde sul terreno e sui corpi dei personaggi sembrano suggestionare l’insieme di luci e ombre che distinguono la mancata risoluzione della tragica vicenda.
              In definitiva, Rashomon è un reale capolavoro, che preferisco ai Sette samurai perchè più virtuoso nello stile e più profondo nei contenuti. Tra l’altro, grazie alla vittoria del Leone d’Oro nel 1951, spalancò lo sguardo e l’attenzione dell’Occidente verso il Cinema giapponese.
              La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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              • E' il mio Kurosawa preferito dopo Ran e Dersu Uzala. Fenomenale :sisisi: Sono totalmente d'accordo con quanto scrivi. Sul fatto che ci vengono sempre mostrati i protagonisti della vicenda, ma non chi sta portando avanti l'interrogatorio, io l'ho intesa come una precisa scelta: siamo noi gli inquisitori, siamo noi spettatori che dobbiamo districarci tra i quattro racconti.

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                • Originariamente inviato da Socio Visualizza il messaggio
                  E' il mio Kurosawa preferito dopo Ran e Dersu Uzala. Fenomenale :sisisi: Sono totalmente d'accordo con quanto scrivi. Sul fatto che ci vengono sempre mostrati i protagonisti della vicenda, ma non chi sta portando avanti l'interrogatorio, io l'ho intesa come una precisa scelta: siamo noi gli inquisitori, siamo noi spettatori che dobbiamo districarci tra i quattro racconti.
                  Certamente... il dialogo diretto con lo spettatore vuole spingere quest'ultimo a interrogarsi ancor più in prima persona con l'accaduto. In più, questa scelta stilistica mi ha anche suggestionato una qualità ancor più metacinematografica, dove oltre a questo le immagini della finzione (i flashback) frutto delle differenti testimonianze alle quali assistiamo in prima persona, rappresentano un parallelo con il concetto stesso di cinema, che si fonda egli stesso sulla crezione di immagini "della finzione".
                  Comunque questo Rashomon io lo metto dietro solo a Ran, che è troppo grandioso.
                  La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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                  • Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
                    RASHOMON, 1950 di Akira Kurosawa
                    ...
                    quoto ogni parola :sisisi:

                    Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
                    Comunque questo Rashomon io lo metto dietro solo a Ran, che è troppo grandioso.
                    quoto anche questo
                    "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                    Votazione Registi: link

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                    • Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
                      RASHOMON, 1950 di Akira Kurosawa

                      Giappone. Tre uomini, sotto il portico del tempio di Rasho, si interrogano su una vicenda: l’assassinio di un samurai e lo stupro della moglie da parte di un bandito, nella foresta. La ricostruzione dei fatti avviene attraverso la testimonianza di molteplici versioni dei fatti, che porteranno la verità ad allontanarsi, piuttosto che ad emergere.
                      Profonda e amara riflessione sulla natura dell’uomo, il suo egoismo, la sua cattiveria, la sua tendenza a mentire spinto da un esasperato istinto di autoconservazione e la conseguente relatività della verità. Eccezionale Toshiro Mifune nei panni del bandito, in un’interpretazione sovraccarica ed espressiva, come ritengo geniale la scelta di mostare le testimonianze dei protagonisti direttamente alla cinepresa, senza mostrare gli inquisitori, in un suggestivo dialogo con lo spettatore che riflette la stessa finzione dell'immagine che contraddistingue il concetto di cinema. La regia di Kurosawa è straordinaria, come del resto il perfetto montaggio nella strutturazione dei continui flashback, come se fossero dei brandelli di memoria. L’uso della luce nelle scene nella foresta, fortemente espressionistico, è altrettanto straordinario e le composizioni che creano i raggi di luce che trapassano le fronde sul terreno e sui corpi dei personaggi sembrano suggestionare l’insieme di luci e ombre che distinguono la mancata risoluzione della tragica vicenda.
                      In definitiva, Rashomon è un reale capolavoro, che preferisco ai Sette samurai perchè più virtuoso nello stile e più profondo nei contenuti. Tra l’altro, grazie alla vittoria del Leone d’Oro nel 1951, spalancò lo sguardo e l’attenzione dell’Occidente verso il Cinema giapponese.
                      a me invece stranamente ha deluso.
                      Non che non lo trovi un bel film, ma a come ne sentivo parlare mi aspettavo veramente un capolavoro, e la trama mi intrigava. Però secondo me dopo un inizio folgorante si perde nella seconda parte. L'ultimo racconto diventa veramente troppo lento per la narrazione: l'ultimo duello ad un certo punto si dilunga senza un motivo che ne giustifichi la funzione..
                      senza parlare poi del finale, che praticamente non c'entra niente (e d'altronde si dice che Kurosawa lo abbia inserito solo perchè il resto del film era troppo pessimista).
                      mi spiace perchè era il mio primo approccio con Kurosawa, forse mi aspettavo troppo, anche se sono sicuro di essere l'unico a pensarla così. Bel film, ma poteva essere anche meglio.
                      Sono una persona semplice, guardo film e non rompo il cazzo.

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                      • Originariamente inviato da Socio Visualizza il messaggio
                        Poi vorrei vedere Ludwing.
                        Non mi sono mai addormentato durante la visione di un film, ma questo è stato micidiale. non so, forse ero stanco (in effetti un po' lo ero) ma dopo mezz'ora è iniziata l'agonia: le palpebre si chiudevano automaticamente e non ne avevo il controllo. Ora ho un po' di timore a recuperare sia questo film che l'intera filmografia di visconti, di cui (purtroppo, ma non so poi quanto) non ho visto ancora niente (peccato perché Il gattopardo ho sempre voluto vederlo, però dopo questa visione disgraziata non ne sono più tanto sicuro...)
                        Ora, David, mi aspetto il cazziatone

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                        • Reduce da un paio di visioni di Carpenter.

                          Essi vivono

                          Carino, ma troppo b-movie, anche per Carpenter. Interessante, ma ben al di sotto degli standard del regista.


                          Il signore del male

                          Film decisamente strano. Mescola in modo interessante fisica quantistica e il filone apocalittico religioso. Visivamente, tra le cose meglio riuscite di Carpenter (pochi frammenti, ma tutti affascinanti: il sogno condiviso, l'al di là dello specchio). Lo metto allo stesso livello di Il seme della follia.

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                          • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
                            Reduce da un paio di visioni di Carpenter.

                            Essi vivono

                            Carino, ma troppo b-movie, anche per Carpenter. Interessante, ma ben al di sotto degli standard del regista.


                            Il signore del male

                            Film decisamente strano. Mescola in modo interessante fisica quantistica e il filone apocalittico religioso. Visivamente, tra le cose meglio riuscite di Carpenter (pochi frammenti, ma tutti affascinanti: il sogno condiviso, l'al di là dello specchio). Lo metto allo stesso livello di Il seme della follia.
                            Essi vivono lo si può rapportare come una versione più parodistica di un videodrome.

                            Il signore del male era e rimane uno degli horro più belli di sempre, il secondo della trilogia dell'apocalisse, sicuramente il minore della trilogia dell'apocalisse, ma un un horror come si dovrebbe fare.

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                            • Originariamente inviato da Maddux Donner Visualizza il messaggio
                              Essi vivono lo si può rapportare come una versione più parodistica di un videodrome.
                              Vero, ma lo ritengo comunque deboluccio come film.

                              Originariamente inviato da Maddux Donner Visualizza il messaggio
                              Il signore del male era e rimane uno degli horro più belli di sempre, il secondo della trilogia dell'apocalisse, sicuramente il minore della trilogia dell'apocalisse, ma un un horror come si dovrebbe fare.
                              Assolutamente, mi è piaciuto parecchio. E trovo davvero che Carpenter abbia avuto delle belle trovate registiche.

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                              • Si, ha una commistione di elementi e le tematiche ben affrontate, ottima le interazioni. Non mi è sembrato sempre chiarissimo l'intento di fondo, a un certo punto risulta un pò difficile stare dietro a tutti i discorsi su l'antidio, anti materia e a un certo punto ho completamente perso l'intento iniziale. Ancora oggi mi confonde.

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