La trilogia dell'Apocallissa è fantastica. Tra i migliori film horror che abbia mai visto e gli unici che riescono veramente a spaventarmi.
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Ho scritto un breve commento nel topic delle filmografie, se vi va leggetelo.
Nulla da togliere al Seme, che ritengo allo stesso livello del Signore del male.
Ma La cosa a mio parere è proprio il miglior Carpenter. Il film sembra un mix tra la tensione dell'Alien di Scott e la poetica della mutazione della carne di Cronenberg. A mio parere a livello registico Carpenter non riuscirà mai più ad essere così equilibrato e disturbante allo stesso tempo.
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La Cosa è sicuramente il TOP del TOP del maestro ... cmq Essi Vivono e Il signore del male sono altri due ottimi prodotti ... il primo per la critica sociale, il secondo per la tensione che ti assale in tanti momenti del film ...Ex utente Matt80 dall'autunno 2007
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film che mi intrippa sempre...
sulla trilogia dell'apocalisse nulla da dire...da vedere e rivedere...io praticamente vedo questi 3 film da almeno una decina di anni e non stancano mai.
"Il cinema è un arte soggettiva, quanto la musica, belli i 5 alti bello sentire pareri discordanti ai propri, ma alla fine sono io, uno schermo e tutto quello che ci passa di mezzo."
"Le barbarie sono lo stato naturale dell'umanità, la civiltà è solo un capriccio dell'evoluzione e delle circostanze". cit.
~FREE BIRD~
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Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggioComunque questo Rashomon io lo metto dietro solo a Ran, che è troppo grandioso.
Ieri sera ho visto (rivisito?) Rocco e i suoi fratelli, visto che la discussione di oggi mi ha fatto venire voglia di Visconti. Sono un po' stanchino per cui non mi butto in analisi di alcun tipo, ma è proprio un gran film.
Detto ciò vi saluto: domani parto. Magari avrò accesso ad un pc e passerò per un saluto
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Originariamente inviato da Sig. Creosote Visualizza il messaggioOra, David, mi aspetto il cazziatone"E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"
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Originariamente inviato da Sig. Creosote Visualizza il messaggioVeramente io amo Il seme (è un po' strana a leggersi quest'affermazione, però...)
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Originariamente inviato da Sig. Creosote Visualizza il messaggioA David: grazie, cercherò comunque di rimediare
Ludwig è un film stupendo ma, tra i capolavori di Visconti, è uno dei più difficili, diciamo pure che non è il film giusto con cui iniziare un approccio al regista. Infatti è molto introspettivo, a tratti ermetico, ed esaspera al massimo livello la maniacale cura del dettaglio viscontiana, nelle scenografie, nei costumi, negli oggetti e nelle decorazioni. Inoltre ha la struttura, ed i tempi, di un'opera lirica in cui gli atti sono le varie tappe di un travagliato e dolente percorso interiore del protagonista, efficacemente interpretato da Helmut Berger, nel ruolo della sua vita. E' anche un film particolarmente lungo, visto che la versione integrale dura circa 4 ore. Quindi non lo consiglierei come primo film per i neofiti di Visconti."E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"
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IL GATTOPARDO, 1953 di Luchino Visconti
Sullo sfondo dell’avanzata di Garibaldi e delle sue camicie rosse in Sicilia, nel 1860, il principe Salina (Burt Lancaster) si rassegna all’annessione dell’isola allo Stato Sabaudo. Successivamente, appoggia il matrimonio tra il nipote Tancredi (Alain Delon) e la bella e facoltosa Angelica (Claudia Cardinale), figlia del sindaco del feudo del principe, nella prima tappa del giovane, prima garibaldino poi ufficiale dell’esercito sabaudo, verso una promettente scalata sociale. Infine, durante un ballo nel quale si ritrovano unite la vecchia aristocrazia e la nuova borghesia, il principe si appresta a morire.
Il gattopardo è una spendida e fastosa rappresentazione del passaggio della Sicilia dai Borboni ai Sabaudi, tra la paura e la speranza in un futuro nel quale la neonata Italia stava, in qualche modo, gettandosi. Come e più che in Senso, Visconti dipinge un affresco in movimento, ricco, decorativo, magniloquente, impreziosito da una fotografia eccelsa, e da una colonna sonora di Nino Rota molto ispirata. L’espressività stilistica di Visconti, in bilico tra sfarzosità “risorgimentale” e impegno ideologico trovano la loro espressione massima nell’apoteosi del ballo, lungo quasi un terzo del film: in questo grande mo(vi)mento Visconti raggiunge una sintesi straordinaria tra un ripiegamento nostalgico della tradizione aristocratica e la componente ideologica politico-sociale, dove il tema della decadenza viene decantatato con struggente malinconia. Tutta questa grande sequenza rappresenta niente di più che un’elegia della morte, veramente emblematica, dove la cognizione e il senso di quest’ultima vengono filtrati dallo sguardo del regista attraverso quello del principe, partecipe a contemplare il quadro La morte del giusto, ma in special modo, la morte di una classe di “gattopardi” e “leoni”, lasciante il posto ed il futuro ad una di “sciacalli” e “iene”. Questa scena, e la seguente del valzer sulle note di Verdi, credo siano il momento cinematografico più straordinario che abbia visto in Visconti, soprattutto perchè lo sguardo del regista finalmente diventa partecipe e non distaccato, per poi esplodere in un turbinio di sfarzosità e sontuosità irresistibile, vestigia di un passato glorioso.
Se devo fare un paragone con Senso, gli preferisco questo Gattopardo, principalmente perchè meno sbilanciato verso un melodramma tragico e teatrale, ma più focalizzato sull’aspetto politico e sociale, risultando a mio avviso più equilibrato. A volte sono presenti alcune lungaggini di troppo, ma non mi hanno dato particolarmente fastidio, solo raramente sono fini a sè stesse. Rispetto a Senso ho trovato anche un comparto attoriale superiore, con un eccezionale Burt Lancaster che da un’interpretazione veramente sontuosa, mentre anche le scene di guerra sono altrettanto perfettamente ricostruite e superiori. In definitiva, uno spaccato di uno dei periodi chiave del nostro paese illustrato in maniera elegante e pacata, capace di caratterizzare stupendamente una serie di personaggi rappresentanti metaforicamente quegli stessi sentimenti che caratterizzavano all’epoca i novelli italiani, in un film che profuma di meraviglioso capolavoro.La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.
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Originariamente inviato da David.Bowman Visualizza il messaggiogiusto per la cronaca:
Ludwig è un film stupendo ma, tra i capolavori di Visconti, è uno dei più difficili, diciamo pure che non è il film giusto con cui iniziare un approccio al regista. Infatti è molto introspettivo, a tratti ermetico, ed esaspera al massimo livello la maniacale cura del dettaglio viscontiana, nelle scenografie, nei costumi, negli oggetti e nelle decorazioni. Inoltre ha la struttura, ed i tempi, di un'opera lirica in cui gli atti sono le varie tappe di un travagliato e dolente percorso interiore del protagonista, efficacemente interpretato da Helmut Berger, nel ruolo della sua vita. E' anche un film particolarmente lungo, visto che la versione integrale dura circa 4 ore. Quindi non lo consiglierei come primo film per i neofiti di Visconti."...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"
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