Beh dai, consoliamoci col fatto che se la maschera fosse stata fedele al fumetto, di Hardy avremmo visto solo i muscoli.
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Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggioMolto bello questo spuntoDevo dire che Casinò l'ho visto appunto ieri, mentre Goodfellas l'ho visto tipo 8-9 anni fa, quindi è probabile che le affinità che ci ho visto siano semplici accostamenti legati al grande divario temporale di visione.
Così superficialmente, la descrizione della malavita e alcuni personaggi, pur con le dovute differenze di background, mi sono sembrati molto simili (su tutti Joe Pesci). Però ribadisco che, appunto, dovrei rivedereGoodfellas.
Li reputi quindi entrambi allo stesso livello?[img width=420 height=160]http://i54.tinypic.com/23r77m9.jpg[/img]
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Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggioOk, forse il termine non è dei più felici asd Ma a mio parere il film prende una posizione un po' atipica e che a me piace molto: non cerca giustificazioni psicologiche per il carattere di Bronson, né d'altra parte dipinge le istituzioni come organi fascisti. Mostra semplicemente l'assurdità di spendere tanti soldi e tante risorse per contenere l'incontenibile. Tanto che per contenerlo si arriva alla misura estremaSpoiler! Mostradi metterlo in una gabbia che è poco più grande di Bronson stesso.
A me l'ultima inquadratura ha fatto una pena immensa, per tenere una persona in vita così, tanto vale ucciderlo.
Comunque, dopo Bronson ho visto:
Casinò, di Martin Scorsese
A me è piaciuto molto. Ritornano molti elementi di Quei bravi ragazzi (tanto che si potrebbe pensare a Casinò come una specie di seguito "spirituale"), la regia è ottima e il tutto è molto elegante. Forse sconta il fatto di essere fin troppo affine all'altro film, ma la classe è innegabile, come anche il fascino del film. La Stone ottima.
Certo è che a vedere i film di Scorsese si rischia di perdere la fiducia nei confronti dell'umanità e nei confronti dei rapporti di coppia. asd
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Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggioMa invece no, fedele al fumetto avrebbe comunque avuto modo di muovere i muscoli facciali e avrebbe avuto bocca e occhi liberi... mentre così gli si vedono appena gli occhi...
Comunque Bronson è piaciuto molto anche a me, tuttavia dovrei rivedermelo perchè alla prima visione ero molto stanco, e in effetti avevo scelto la sera sbagliata da dedicargli :PSono una persona semplice, guardo film e non rompo il cazzo.
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Originariamente inviato da tizfx Visualizza il messaggioCredo che "Quei bravi ragazzi" sia di gran lunga superiore a "Casinò". Per quanto sia un buon film, credo che le situazioni create in "Quei bravi ragazzi" riescano ad estrapolare tutto il talento ed il carisma di De Niro ma soprattutto di Joe Pesci.
E poi Goodfellas nella sua grandezza è pur sempre scolastico, Casino è geniale, seppur smisurato.[img width=420 height=160]http://i54.tinypic.com/23r77m9.jpg[/img]
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Hugo Weaving ha dato una performance grandiosa solo con la voce, senza che si vedessero nè gli occhi nè la bocca (e non intendo il teschio rosso asd)...direi che di base non è un problema per un bravo attore portare una maschera...
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Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggioMa invece no, fedele al fumetto avrebbe comunque avuto modo di muovere i muscoli facciali e avrebbe avuto bocca e occhi liberi... mentre così gli si vedono appena gli occhi...
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intervengo brevemente anch'io sulla questione Goodfellas - Casinò
personalmente preferisco, e di gran lunga, il primo che annovero tra i capolavori del regista, sebbene al di sotto di Taxi Driver che resta l'espressione più geniale e personale del suo cinema.
Goodfellas ha tantissimi meriti che già avete in parte citato: sceneggiatura, stile, tecnica registica, interpretazioni, direzione degli attori, atmosfere, senso del ritmo, equilibrio. Ma è un capolavoro soprattutto perchè riesce a fornire uno sguardo "nuovo" ed originale dell'universo mafioso, nonostante gli illustri predecessori. E, non a caso, alcuni si compiacciono nel definirlo il miglior gangster movie dopo il masterpiece di Coppola :seseh:.
Questa originalità consiste, ovviamente, nel raccontare, anzi sviscerare, con l'atteggiamento meticoloso ed asettico di uno scienziato che osserva ed annota i fatti relativi ad un fenomeno fisico, il quotidiano del crimine, la sua banalità, la routine fatta di orrori, di eccessi e di rituali tribali. E se Coppola ci aveva offerto un racconto epico romantico, sotto forma di una tragica mitologia brutale e primitiva, Scorsese ci regala lo spaccato di un microcosmo usuale ma efferato (ed in questo stridente contrasto risiede il fascino maggiore del film) e ce lo mostra dal di dentro, con il piglio del documentatista, evitando patetiche giustificazioni o retoriche attenuanti, ma fornendo un reportage di orrore quotidiano "nudo e crudo". Il racconto è in soggettiva, il punto di vista è quello di Henry ed in questo senso vanno intesi, e spiegati, alcuni passaggi che volutamente indulgono nel romanzato, per suggerire giammai una celebrazione, ma, piuttosto, quel senso velato di nostalgia del passato, da parte del narratore, che deriva dalla sconfitta e dall'inevitabile caduta di un mondo vacuo costruito sul delitto e sull'abuso.
"Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster", questo frase, potente ed evocativa, contiene già il senso di inevitabilità del film. Ed anche i personaggi, modesti operai del crimine piuttosto che boss carismatici o gli anti-eroi coppoliani tragici e mitologici, risultano più veraci, più inquietanti nella loro cruenta quotidianità. Insomma era difficile (anzi è difficile) dire qualcosa di originale in un genere che ormai ha già dato il meglio di sè e già possiede i suoi colossali e definitivi modelli con cui fare i conti, e Scorsese ci è riuscito con questo film.
Casinò paga anche il fatto di essere venuto dopo e di ricordare il film precedente, per una certa analogia delle situazioni (il mondo criminale, i gangsters, l'ascesa e poi la caduta) ma, soprattutto, per i personaggi e per gli attori (De Niro-Pesci) che vanno facilmente a sovrapporsi, nell'immaginario collettivo, a quelli precedenti. Sono convinto che se Scorsese avesse scelto altri interpreti, ma, onestamente, non so dire quali in questo momento, il film avrebbe avuto miglior sorte. Detto questo Casinò è, indubbiamente, un film diverso da Goodfellas. E', più che altro, un apologo sulla bramosia di denaro e potere, sull'arrivismo e sul lato oscuro del capitalismo occidentale, sotto forma di violento melodramma gangsteristico. E' un film troppo lungo, diseguale, ridondante, sporco e cattivo, con picchi di violenza da record anche per il cinema di Scorsese. Ovviamente non è un brutto film: ha momenti straordinari ed una Sharon Stone da favola (in tutti i sensi), ma non possiede la forza, il rigore, il magistero strutturale ed il senso di originalità del predecessore.
imho"E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"
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Sempre un piacere leggere queste analisi costruttive e ben argomentate, soprattutto quando esprimono il mio stesso pensiero.
Purtroppo spesso non sono in grado di condividerlo, a causa del mio limitato italiano, quindi grazie David.Bowman per aver ovviato al mio handicap ;D
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non è che l'asetticità sia indice di superiorità: è tutto l'insieme che funziona meglio in questo caso, è tutto più omogeneo ed equilibrato e l'asetticità è solo il collante stilistico che tiene insieme il tutto.
Come ho già detto ritengo Goodfellas superiore a Casinò perchè più originale ed "innovativo", oltre che meglio riuscito come film"E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"
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Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggioAnche con uno solo, allora...Sono una persona semplice, guardo film e non rompo il cazzo.
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Ma infatti è proprio questo il busillis, vedere più originalità in Goodfellas che è un trionfo di schematicità. Ma d'altra parte il mondo è bello perché è avar..ehm, vario. :biggrin:[img width=420 height=160]http://i54.tinypic.com/23r77m9.jpg[/img]
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