Originariamente inviato da HalJordan
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"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione...E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser...E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia... E' tempo di morire"
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Originariamente inviato da Pancho84 Visualizza il messaggioMa che stai a dì? Dove hai visto la commedia?
Il film aveva anche alcuni momenti comici .
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Alcuni momenti comici...battutine...non fanno di un film una commedia."Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione...E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser...E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia... E' tempo di morire"
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Kalachakra - La ruota del tempo, di Werner Herzog
Documentario su una grande cerimonia buddista che si svolge a tempo irregolare. Herzog la riprende in due momenti, uno a Bodh Gaya in India, e l'altro a Graz in Austria (prima volta in assoluto in cui la cerimonia viene svolta in occidente).
Film molto suggestivo, probabilmente anche grazie al tema. Herzog abbandona qualsiasi pretesa antropologico-scientifica, si vede chiaramente che è interessato e genuinamente emozionato. Tolta quindi qualsiasi impostazione "scientifica" o estetizzante, ne esce un documentario del buddismo "dal volto umano", fatto di gesti concreti, affascinanti, a volte incomprensibili. E anche se il ritratto può sembrare edificante, il regista non evita di mostrare le contraddizioni o gli aspetti più stranianti.
Film bello e consigliato, soprattutto per chi non disdegna l'Herzog documentarista.
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Dogma di Kevin Smith 7,5
Questo film non è perlopiù compreso, ma a parte qualche scivolone madornale, è tra il meglio che ha partorito il regista, sicuramente discontinuo. Solo apparentemente stupido, un film non banale, solido e coerente, ben scritto con un cast di attori tutti in parte e ovviamente divertentissimo. Smith è un po' come il fratello minore e cazzaro di Tarantino, ma per certi versi ha una sensibilità anche maggiore. Non ci si faccia ingannare dal turpiloquio volutamente eccessivo, che è poi un ottimo strumento descrittivo, per non averne considerazione. Il bello è che tutt'altro che un film anti-religioso come si è da subito ciecamente e banalmente affrettati di definirlo. Se poi si è sempre e comunque reazionari ai contenuti esposti in una diversa forma e maniera è un altro discorso....
E comunque ricordate che Dio ha senso dell'umorismo.....prendete l'ornitorinco ![FONT=lucida grande]"Il cinema non fornisce ciò che desideri, ti spiega come desiderare." Slavoj Žižek
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Originariamente inviato da franzo89 Visualizza il messaggioDogma di Kevin Smith 7,5
Questo film non è perlopiù compreso, ma a parte qualche scivolone madornale, è tra il meglio che ha partorito il regista, sicuramente discontinuo. Solo apparentemente stupido, un film non banale, solido e coerente, ben scritto con un cast di attori tutti in parte e ovviamente divertentissimo. Smith è un po' come il fratello minore e cazzaro di Tarantino, ma per certi versi ha una sensibilità anche maggiore. Non ci si faccia ingannare dal turpiloquio volutamente eccessivo, che è poi un ottimo strumento descrittivo, per non averne considerazione. Il bello è che tutt'altro che un film anti-religioso come si è da subito ciecamente e banalmente affrettati di definirlo. Se poi si è sempre e comunque reazionari ai contenuti esposti in una diversa forma e maniera è un altro discorso....
E comunque ricordate che Dio ha senso dell'umorismo.....prendete l'ornitorinco !
Lo dovrei rivedere..."...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"
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La stregoneria attraverso i secoli
“La stregoneria attraverso i secoli” è un ibrido di documentario e fiction, in sette capitoli, girato dal danese Benjamin Christensen nel 1922. Dopo una prima parte in cui si fa una sommaria panoramica storica delle credenze legate alla stregoneria, si succedono cinque ricostruzioni narrative di vicende di stregoneria, caccia alle strege, sabba infernali e crisi di follia in conventi femminili. L’ultima parte si sofferma sui moderni casi di isteria per mostrare il parallelismo con i comportamenti delle presunte streghe.
Il filo conduttore documentaristico e la pretesa didattica si rivelano dei pallidi pretesti per una creatività visiva strabordante, incredibile. Le azioni avvengono all’interno di scenari ricostruiti meticolosamente, con inquadrature per lo più fisse (il dinamismo del film è quasi tutto dovuto al montaggio) che delineano scorci quasi pittorici, fortemente inquadrati in spazi prospettici rigorosi. All’interno, la fotografia mette in risalto, con un iperrealismo da pittura fiamminga, ogni singolo dettaglio, volti oggetti ambienti pareti con la stessa nitidezza quasi allucinante, rendendo plastico e quasi tridimensionale ogni elemento, conferendo una qualità quasi tattile alle rughe dei volti (che ricordano le sculture lignee del medioevo tedesco) così come alle crepe nei muri. Ogni scena è costruita su chiaroscuri potenti e dominata o da toni rossastri o tendenti al blu. Sembra quasi di vedere animarsi vecchie incisioni cinquecentesche, acqueforti rembrandtiane, stampe di Durer. Si indugia soprattutto sul grottesco, sia quello dei demoni rappresentati con un realismo tale da farli apparire laidi più che spaventosi., sia quello dei volti di vecchi, storpi, folli, o degli invasati inquisitori. In una sequenza protagonisti sono gli strumenti di tortura, che non vengono quasi mai mostrati all’opera, ma basta solo il loro avvicinarsi alle carni in attesa delle vittime per dare la sensazione quasi fisica del dolore.
Ogni tanto, ad equilibrare questo realismo grottesco sulla scia di Bruegel, ci sono sovrimpressioni e dissolvenze di qualità quasi “spiritata”, ma dotate della stessa nettezza visiva dell’insieme.
Più che un film un esempio mirabile di dialogo tra diverse arti.
L'ombra del dubbio
Uno straordinario ritratto della provincia americana, della famiglia americana e di una tipica ragazza americana. Un ritratto che ne celebra la semplicita' senza nasconderne i lati oscuri, tutto in chiaroscuro. Ottimi personaggi di contorno ad una storia di raffinata complessita' psicologica, un rapporto stretto ed intenso tra zio e nipote (ma i due sembrano piu' innamorati) in cui si insinua lentamente la paura, l'odio. Contrapposto ad una luminosa Teresa Wright (la piccola Charlie) c'e' un viscido ed inquietante Joseph Cotten (lo zio Charlie), che riesce a destare simpatia (vedendolo con gli occhi ingenui della nipote, ed anche perche' compare da subito come animale braccato) nel momento stesso in cui ci disgusta.
Come nello Straniero di Welles, il male viene da fuori della comunita', da una volonta' deviata ed egoista che crede di poter mimetizzarsi tra gli ingenui provinciali; ma e' fatto entrare proprio da questa ingenuita', ed anche dall'amore che sfocia nella fiducia cieca ma sa reagire se tradito.
La cura dei dettagli e l'intensita' visiva di questa opera sono incredibili. Uno dei migliori Hitchcock, ed uno dei migliori film di sempre.
The Savages
Grande film
Ironico e pungente. Divertente, ma anche estremamente intelligente. Ha il grosso merito di affrontare temi delicati come la vecchiaia, la solitudine e i conflitti tra padre e figlio senza retorica, con una certa leggerezza, ma al tempo stesso con un retrogusto amaro. L'ottimismo ha il freno a mano tirato salvo in una parte finale un pò deboluccia. Sofisticata e brillante la denuncia dell'ipocondria americana e di quella voglia di nascondere i propri malesseri e i propri problemi.
I due protagonisti sono entrambi favolosi, ma anche Philiph Bosco fa la sua notevole figura.
Una sorpresa, molto piacevole.
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Originariamente inviato da franzo89 Visualizza il messaggioDogma di Kevin Smith 7,5
Questo film non è perlopiù compreso, ma a parte qualche scivolone madornale, è tra il meglio che ha partorito il regista, sicuramente discontinuo. Solo apparentemente stupido, un film non banale, solido e coerente, ben scritto con un cast di attori tutti in parte e ovviamente divertentissimo. Smith è un po' come il fratello minore e cazzaro di Tarantino, ma per certi versi ha una sensibilità anche maggiore. Non ci si faccia ingannare dal turpiloquio volutamente eccessivo, che è poi un ottimo strumento descrittivo, per non averne considerazione. Il bello è che tutt'altro che un film anti-religioso come si è da subito ciecamente e banalmente affrettati di definirlo. Se poi si è sempre e comunque reazionari ai contenuti esposti in una diversa forma e maniera è un altro discorso....
E comunque ricordate che Dio ha senso dell'umorismo.....prendete l'ornitorinco !
Domenica 27 Novembre
Your Highness
3
delusione tremenda, manco 'na mezza risata.
mi aspettavo parecchio di più, visto chi c'era dietro, vista l'ambientazione, visto l'ottimo cast... invece niente, hanno toppato clamorosamente. i fasti di Strafumati sono lontani anni luce.
vedere Franco e la Portman (per quanto guardare Natalie sia sempre un piacere), che l'anno scorso hanno regalato le interpretazioni migliori dell'anno, in una pellicola del genere, è una pugnalata al cuore...fedele seguace del team Apatow
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Originariamente inviato da Silente Visualizza il messaggioè il film che mi ha fatto innamorare di Smith. concordo in toto tutto quello che hai scritto
Domenica 27 Novembre
Your Highness
3
delusione tremenda, manco 'na mezza risata.[FONT=lucida grande]"Il cinema non fornisce ciò che desideri, ti spiega come desiderare." Slavoj Žižek
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Domenica 27 Novembre
Warrior
Tra arene di MMA, una storyline in pieno stile wrestling e uomini palestrati e piacioni come la moda esige, s'intorta su questo "Warrior", dalle premesse intriganti, ma dallo sviluppo ovviamente troppo ruffiano, tanto da rendere il finale imprevedibile quanto un match di Undertaker a Mania...
Voto: 5
"Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."
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The pervert's guide to cinema presentato da Slavoj Zizek, diretto da Sophie Fiennes
Un documentario interessante, basato sull'analisi di molte scene cinematografiche famose, e reinterpretate in chiave psicanalista.
Il risultato è sicuramente istruttivo ed interessante, anche se parlando come ignorante ovviamente, trovo sempre molto difficile accettare questa mania moderna di sviscerare l’artista e l’opera artistica attraverso il profilo psicologico ed il segreto messaggio analitico che esso contiene.
Mi sembra un tentativo con mezzi impropri di impossessarsi della bellezza dell’opera artistica, sezionandola come si fa con un cadavere nel tentativo di trovare la sede dell’anima.
Forse dovremmo riscoprire un po’ di misticismo in quello che ci circonda, ma questa è solo la mia opinione.
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