In effetti Schindler's list me lo dovrei riguardare perchè non ricordo una caduta di stile clamorosa nel finale...ma dovrei riguardare
annuncio
Comprimi
Ancora nessun annuncio.
L'ultimo film che hai visto?
Comprimi
X
-
Tom Hanks morente
non ricordo una caduta di stile clamorosa nel finale...
Commenta
-
Ecco perchè non me la ricordo allora...quando guardo un film di Spielberg entro nell'ottica che è un film suo, quindi non sarà mai esente dai succitati difetti. Spero solo siano entro i limiti di guardia, che sia più Incontri ravvicinati e meno Amistad
Commenta
-
Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggioGià... essendo la star ci mette 45 minuti a morire, a differenza degli altri che cadono come mosche... se non è enfasi questo...
Commenta
-
Ma poi la questione dell'enfasi è una questione di poetica. Non si può certo dire che Spielberg non voglia quell'effetto o che lo ottenga con mezzi cinematograficamente sbagliati. Non si possono imputare errori formali a Ryan, si può solo mettere in discussione la poetica di fondo,
Al contrario, invece, in Amistad e in Munich ci sono proprio delle grossolanerie che vanno al di là della questione meramente poetica e vanno lette alla luce del "troppo stroppia". Ovviamente si può fare lo stesso discorso per i film troppo deprimenti, come il peggior Inarritu e anche un certo Aronofsky.
Commenta
-
Certo quello che un po' "dispiace" è a volte vedere una tale abilità tecnica (checchè se ne dica, Spielberg tecnicamente non è secondo a nessuno, è veramente mostruoso) troppo spesso "sprecata" su storie che non sempre valgono lo spiegamento di mezzi...se girasse una sceneggiatura con i controc.....i con la sua abilità non avrei grossi dubbi che ne potrebbe uscire un capolavoro vero...
Commenta
-
Però non è questione di coraggio...è una questione di attitudine e approccio. A Spielberg non piace "fare male" al pubblico, è una cosa che proprio non vuole fare, non per assenza di coraggio, ma perchè lui l'ha sempre detto "giro i film che vorrei vedere da spettatore"...
Commenta
-
Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggioSi ma Inarritu o Aronofsky hanno almeno il coraggio di colpire fino in fondo... che poi bisogna vedere a quali Inarritu e Aronofsky ci riferiamo
Qui dobbiamo distinguere l'apprezzamento soggettivo nei confronti delle poetiche dei registi dall'osservazione oggettiva dei mezzi che usano i rispettivi registi per ottenere i loro scopi. E se è innegabile che Spielberg in alcuni film i mezzi li gestisce molto bene (ed è il caso di Ryan), in altri no (come in Amistad), è altrettanto innegabile che Aronofsky ed Inarritu alcune volte gestiscono abbastanza bene i propri mezzi, altre meno. Al di là del fatto che a te possa piacere di più una poetica piuttosto che l'altra. Poetiche differenti, scivoloni simili (uso maldestro del mezzo in alcune occasioni).
Commenta
-
Originariamente inviato da SE7EN Visualizza il messaggioTipicamente spielberghiana in realtà: una retorica impossibile da disprezzare per chi ama il cinema di Steven Spielberg. E' un elemento che crea equilibrio con tutto il resto, il culmine di un percorso costellato di sofferenze (da parte degli ebrei) in cui la carica drammatica viene attenuata da una commozione (da parte dello spettatore) volta alla speranza e pronta a essere indirizzata alla celebrazione del ricordo. Un film straordinario.
In generale il punto è che questa retorica drammaturgica tipicamente hollywoodiana, prima che spielberghiana, gliela si può perdonare finchè si parla di favolette o avventure come E.T o Indiana Jones, ma non lo si può assolutamente fare quando il tema trattato coincide con uno degli eventi drammatici più rilevanti del Novecento. Il film rimane grande, ma è una grossa caduta di stile. Punto.La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.
Commenta
-
Qui dobbiamo distinguere l'apprezzamento soggettivo nei confronti delle poetiche dei registi dall'osservazione oggettiva dei mezzi che usano i rispettivi registi per ottenere i loro scopi.
Poi, torno a ripetere, per me il cinema è un mezzo: la perizia conta quanto il contenuto. Il problema è che credo la pensi esattamente così anche Spielberg... solo che ha delle idee alquanto discutibili riguardo a come deve essere il contenuto.
Commenta
-
Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggioNo, per carità, non addentriamoci nell'ennesima discussione comprendente il concetto di soggettività, perché per me già tirarla in ballo ormai equivale a porre fine al discorso.
Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggioSemplicemente Spielberg, per approccio, per scelta o per quel che è, è schiavo dell'audience-friendly, tanto da sembrare praticamente incapace di mostrare qualsiasi cosa che non sia rassicurante in sé o nelle sue implicazioni. Questo per me equivale ad essere privi(o privati) di coraggio, in alternativa ditemi in cosa Spielberg avrebbe dimostrato coraggio(oltre che nel dispensare cattivo gusto fin troppo spesso).
Commenta
Commenta