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  • E Salvate il soldato Ryan non è un film di genere che risponde alle regole di quel genere?

    EDIT: dopo di che, se intendi dire che Inarritu ed Aronofsky sono capaci di fare anche altro, mentre Spielberg non riesce ad uscire da una logica di entertainment neanche quando fa film "seri", allora sono d'accordo.

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    • Beh The Wrestler è il capolavoro di Aronofsky...è ovviamente il suo film più bilanciato e pulito (anche se non si fa scappare qualche colpo ad effetto come il tizio che si attacca le banconote alla faccia con la sparapunti)

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      • Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggio
        Io non vedo nessuna retorica in Amores Perros, così come non ne vedo in The Wrestler.
        Nemmeno io, e coincidono con i due migliori film dei due rispettivi registi.

        E ora che ci penso... quanto è un ottimo film Amores perros! A volta risulta un pò troppo forzatamente costruito, ma è una conseguenza dell'impostazione. Ci si passa sopra volentieri...
        La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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        • Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
          Nemmeno io, e coincidono con i due migliori film dei due rispettivi registi.

          E ora che ci penso... quanto è un ottimo film Amores perros! A volta risulta un pò troppo forzatamente costruito, ma è una conseguenza dell'impostazione. Ci si passa sopra volentieri...
          Sì, peccato però che io ho parlato di Biutiful e del Cigno nero... È troppo facile rispondere alle critiche di due film citandomi altri due film. E se non vedete retorica nel Cigno nero e in Biutiful, forse dovete rivedere la vostra nozione di retorica.

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          • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
            E Salvate il soldato Ryan non è un film di genere che risponde alle regole di quel genere?
            Il fatto che Spielberg non voglia spaventare il pubblico non lo giustifica nel fare un film con una visione semplicistica e scontata di una situazione come quella descritta nel film, non si tratta nemmeno più di come lo dici, ma di ciò che scegli di mostrare. Quindi è proprio il discorso sul "genere" che viene a cadere. Se parli di un conflitto bellico puoi mostrare la follia della guerra come Coppola e Kubrick, oppure mostrarne i profondi riflessi sulla vita come il Cimino de Il Cacciatore, piuttosto che intavolare poetici discorsi sull'uomo e la natura come Malick oppure ancora puoi fare un film fascista e reazionario come Kellogg, Wayne e LeRoy. Quindi non ravviso queste rigide regole nel genere. La bandiera stars&stripes che sventola alta, i soldati americani coraggiosi che mettono la loro vita a repentaglio e ce la perdono per salvare il soldatino che altrimenti lascerebbe sola la mamma multiluttuata è di per sè un assunto che col genere non ha niente a che fare, ha a che fare con il percorso che si sceglie per arrivare allo spettatore. Percorso capzioso, senza ombra di dubbio.

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            • Originariamente inviato da Andy Visualizza il messaggio
              Guida galattica per autostoppisti
              A volte confuso, assolutamente folle, a tratti geniale.
              Qualcuno ha letto i romanzi?
              Io, e sono geniali. asd
              Forse solo l'ultimo si conclude in maniera un po' troppo brusca.
              "Compatisco quelle povere ombre confinate in quella prigione euclidea che è la sanità mentale." - Grant Morrison
              "People assume that time is a strict progression of cause to effect, but *actually* from a non-linear, non-subjective viewpoint - it's more like a big ball of wibbly wobbly... time-y wimey... stuff." - The Doctor

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              • Qui stiamo girando intorno ad un discorso viziato in partenza. La retorica non ha nulla a che fare con il contenuto. Un uso improprio di retorica vuol dire semplicemente usare artificiosamente i significanti per ottenere un'emozione facile nello spettatore. Questa emozione può essere positiva e buonista (e qui abbiamo Spielberg) oppure può essere negativa, come gli effettacci pseudo-gore con pessima CGI del Cigno nero o le scene madri da lacrima facile che trovi in Haggis o le parodie da pessimismo cosmico che si trovano nel peggior Inarritu. Come non ha senso accostare Spielberg a Malick o a Kubrick, così anche Inarritu ed Aronofsky mostrano tutto il loro limite e la loro faciloneria in confronto a un Bergman.

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                • A me francamente il pianto di Schindler sembra solo un piccolo neo in un film tecnicamente ineccepibile e valido a livello di intenzioni.
                  Non credo sia necessario bocciarlo in toto solo perchè si parla di Spielberg.....poi certo possiamo discutere sul fatto che nel Pianista,che tratta lo stesso argomento,non ricordo una scena simile.
                  Tra l'altro le lacrime sono spesso presenti anche sul viso di Rourke in the wrestler e non mi sembra che si parli di retorica...
                  "Ore come mesi; giorni come anni. Sono entrato nell'età dell'oro. Sono stato sulla riva di un nuovo mondo."

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                  • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
                    Sì, peccato però che io ho parlato di Biutiful e del Cigno nero... È troppo facile rispondere alle critiche di due film citandomi altri due film. E se non vedete retorica nel Cigno nero e in Biutiful, forse dovete rivedere la vostra nozione di retorica.
                    Io infatti ho precisato non a caso e subito che quei due lì coincidono anche con i migliori lavori dei due registi!

                    Tra l'altro Biutiful non l'ho visto nemmeno... M'ispira poco poco...
                    La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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                    • Qui stiamo girando intorno ad un discorso viziato in partenza. La retorica non ha nulla a che fare con il contenuto. Un uso improprio di retorica vuol dire semplicemente usare artificiosamente i significanti per ottenere un'emozione facile nello spettatore. Questa emozione può essere positiva e buonista (e qui abbiamo Spielberg) oppure può essere negativa, come gli effettacci pseudo-gore con pessima CGI del Cigno nero o le scene madri da lacrima facile che trovi in Haggis o le parodie da pessimismo cosmico che si trovano nel peggior Inarritu. Come non ha senso accostare Spielberg a Malick o a Kubrick, così anche Inarritu ed Aronofsky mostrano tutto il loro limite e la loro faciloneria in confronto a un Bergman.
                      A me questo sembra un discorso un po' troppo generalizzato, che giustificherebbe tutto ed il contrario di tutto. Trovo un po' troppo impegnativo vedere retorica negli effetti visivi di un thriller-horror con lo stesso principio con cui li si vede nella messinscena di uno dei film più retorici degli anni '90.

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                      • Originariamente inviato da Staros85 Visualizza il messaggio
                        A me francamente il pianto di Schindler sembra solo un piccolo neo in un film tecnicamente ineccepibile e valido a livello di intenzioni.
                        Non credo sia necessario bocciarlo in toto solo perchè si parla di Spielberg.....poi certo possiamo discutere sul fatto che nel Pianista,che tratta lo stesso argomento,non ricordo una scena simile.
                        Scusa ma qui chi ha bocciato mai Schindler's List?

                        Tra l'altro le lacrime sono spesso presenti anche sul viso di Rourke in the wrestler e non mi sembra che si parli di retorica...
                        Sono nettamente differenti, dai. L'uno è una plateale e teatrale "sceneggiata", nettamente in contrasto con il resto. Quello di The Wrestler è uno sfogo molto più intimo e pacato.
                        La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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                        • Originariamente inviato da Marv Visualizza il messaggio
                          Trovo un po' troppo impegnativo vedere retorica negli effetti visivi di un thriller-horror con lo stesso principio con cui li si vede nella messinscena di uno dei film più retorici degli anni '90.
                          Questo è vero. Dammi un po' di tempo per riflettere su questo spunto


                          Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
                          Io infatti ho precisato non a caso e subito che quei due lì coincidono anche con i migliori lavori dei due registi!

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                          • Secondo me stiamo semplicemente parlando di due cose diverse.

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                            • Uso il termine bocciato nel senso che si tende ad enfatizzare troppo quel singolo episodio che oscura tutto ciò che di bello c'è a livello tecnico ed inventivo,probabilmente non mi riferisco a te che anzi ne dai un giudizio più che positivo.
                              "Ore come mesi; giorni come anni. Sono entrato nell'età dell'oro. Sono stato sulla riva di un nuovo mondo."

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                              • Originariamente inviato da Staros85 Visualizza il messaggio
                                Uso il termine bocciato nel senso che si tende ad enfatizzare troppo quel singolo episodio che oscura tutto ciò che di bello c'è a livello tecnico ed inventivo,probabilmente non mi riferisco a te che anzi ne dai un giudizio più che positivo.
                                No infatti non mi spiegavo "la bocciatura". Durante la visione, comunque, a me sono cascate le braccia in quel frangente.
                                La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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