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  • [quote=SE7EN;1961655]Grazie caro, non vedi il mio avatar mezzo bianco? Il tuo invece è tutto nero.[QUOTE]
    Ma dentro c'è la faccia di un artista che amava la bellezza autentica, quella scevra da sovrastrutture.

    Ovviamente è impossibile omaggiare il cinema del passato senza incappare nel buonsenso di trattarlo con occhio moderno. Con tutti i paradossi, a mio avviso interessanti, che questo comporta.
    Ma finchè si vuole vedere The Artist come una mera trovata commerciale non c'è terreno fertile per queste riflessioni.
    Non è impossibile per niente, c'è già chi l'ha fatto, solo che ha scelto di non fare il paraculo come Hazanavicius, che ha escogitato una mera trovata commerciale giocata sullo charme del cinema asincrono, per mettersi in tasca fior di dollaroni.

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    • Una riflessione.La periferia è per definizione esterna, distante ,fuori mano.Beppe Grillo faceva battute sugli albergatori riminesi che si erano rovinati affittando un satellite per fare foto dall’alto dei loro esercizi, facendoli sembrare comunque vicinissimi al mare.Il turista di massa non cerca la fatica del trasferimento, e non si realizza in essa.I film dedicati a personaggi e spazi periferici spesso si compiacciono di “pedinare la realtà”, di “guidare l’occhio dello spettatore” addossandosi agli attori con l’uso di riprese camera in spalla, raccordando piani-sequenza e magari negandosi il controcampo. Documentano una quotidianità ripetitiva ed alienante, in cui cioè l’uomo non investe emotivamente del suo. Col rischio di fare film manichei che aderiscono a vicissitudini “noiose”.Chi invece abita a New York City (vedi Shame) è sempre in/al centro, e i suoi spostamenti di lavoro devono essere comodi e serviti ( dando magari contestualmente il tempo di lanciare segnali di disponibilità sessuale alla vicina in metropolitana…). Lo stile registico? Raggelato, controllato.Se la proletaria sta in tuta, funzionalmente,è per “fare i mestieri”, mentre il borghese ci corre, e anche l’affanno del suo respiro lo descrive sotto il profilo psicologico e individuale (vedi trailer). Per il proletario spostarsi è solo dispendio di tempo e forze ,da evitare almeno in villeggiatura.Ai film delle mille luci di New York verrebbe (per contrappasso?) fatta scontare la “deriva estetizzante” (ma) semplicemente inconcepibile nel cinema “impegnato socialmente”.Tirando le somme : non è detto che tampinare un personaggio lo riveli essenzialmente; non è detto che uno stile “barocco” non possa confacersi a protagonisti di estrazione periferica.E personalmente mi appaga di più la seconda opzione.Divagando ulteriormente si potrebbe notare che esiste un’estetica barocca pure nel mettere in scena vecchie costruzioni rurali in cui si annidano serial killer metropolitani… 
      "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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      • Originariamente inviato da SE7EN Visualizza il messaggio
        Grazie caro, non vedi il mio avatar mezzo bianco? Il tuo invece è tutto nero.
        Ma dentro c'è la faccia di un artista che amava la bellezza autentica, quella scevra da sovrastrutture.

        Ovviamente è impossibile omaggiare il cinema del passato senza incappare nel buonsenso di trattarlo con occhio moderno. Con tutti i paradossi, a mio avviso interessanti, che questo comporta.
        Ma finchè si vuole vedere The Artist come una mera trovata commerciale non c'è terreno fertile per queste riflessioni.
        Non è impossibile per niente, c'è già chi l'ha fatto, solo che ha scelto di non fare il volpone come Hazanavicius, che ha escogitato una mera trovata commerciale giocata sullo charme del cinema asincrono, per mettersi in tasca fior di soldoni.

        Piccolo vaneggiamento mattutino su Singh.
        Outis sottolinea giustamente qualche bella trovata visiva in The Cell, ma il film resta nell'ambito del potenziale. Tarsem è uno che va ad ali spiegate con la fantasia e che al contempo è chiuso in un blocco di cera.
        Detto questo però, non mi stancherò mai di dire che la sua arte, che può piacere o meno, ha un merito oggettivo: la forte nervatura pittorica dei suoi film, basta da sola a portare avanti un percorso di alta fusione con le arti figurative, percorso altrimenti destinato all'oblìo nel cinema di oggi, anche a causa di quei registi che, o inibiscono la propria creatività a favore della ben collaudata e comoda integrazione elettronica supereffettistica, oppure strizzano l'occhio allo spettatore con volpeschi pseudo-omaggi. Sempre più spesso oggi vedo registi in grado di mostrare grandi spettacoli visivi, alcuni anche di pregevole o eccellente fattura ben inteso, ma parimenti vedo sempre meno artisti della visione.
        Teniamocelo stretto Tarsem, che in giro non ce ne sono altri.

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        • Applausi per Tobias. Sottoscrivo tutto.

          EDIT: Solo io penso che Un tram che si chiama desiderio sia complessivamente più rilevante di Fronte del porto? Mi sono svegliato con questo cruccio, non so perchè.
          La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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          • Originariamente inviato da Tobias Visualizza il messaggio
            Piccolo vaneggiamento mattutino su Singh.
            Outis sottolinea giustamente qualche bella trovata visiva in The Cell, ma il film resta nell'ambito del potenziale. Tarsem è uno che va ad ali spiegate con la fantasia e che al contempo è chiuso in un blocco di cera.
            Detto questo però, non mi stancherò mai di dire che la sua arte, che può piacere o meno, ha un merito oggettivo: la forte nervatura pittorica dei suoi film, basta da sola a portare avanti un percorso di alta fusione con le arti figurative, percorso altrimenti destinato all'oblìo nel cinema di oggi, anche a causa di quei registi che, o inibiscono la propria creatività a favore della ben collaudata e comoda integrazione elettronica supereffettistica, oppure strizzano l'occhio allo spettatore con volpeschi pseudo-omaggi. Sempre più spesso oggi vedo registi in grado di mostrare grandi spettacoli visivi, alcuni anche di pregevole o eccellente fattura ben inteso, ma parimenti vedo sempre meno artisti della visione.
            Teniamocelo stretto Tarsem, che in giro non ce ne sono altri.
            di Tarsem, fino ad oggi, ho visto solo The Fall, ed è superfluo dire che mi ritrovo con tutto ciò che hai sottolineato.

            per quanto riguarda The Artist. io non l'ho ancora visto, quindi posso solo dire che trovo l'aggettivo "ruffiano" fin troppo stra-abusato, visto che, praticamente, lo si può usare come si vuole, praticamente per ogni pellicola che si presta, anche un minimo, ad un'accezione del genere. poi, se vince pure i premi o viene osannato da critica e pubblico, ancor di più.
            insomma, è giusto una parentesi per affermare che, fin quando sentirò criticare una pellicola in questo modo, avrò sempre i miei dubbi sulla reale portata di questa "ruffianeria". il mio è solo un invito a cercare di cambiare un pò registro, perchè è un'etichetta che, almeno dal mio punto di vista, ha perso parecchio valore.

            Lunedì 12 Marzo
            Kill Bill Vol. 1
            9,5
            (solo perchè il 10 va al secondo)

            non potevo fare a meno di visionarlo per l'ennesima volta.
            fedele seguace del team Apatow

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            • Originariamente inviato da Tobias Visualizza il messaggio
              Ma dentro c'è la faccia di un artista che amava la bellezza autentica, quella scevra da sovrastrutture.
              Detto questo però, non mi stancherò mai di dire che la sua arte, che può piacere o meno, ha un merito oggettivo: la forte nervatura pittorica dei suoi film, basta da sola a portare avanti un percorso di alta fusione con le arti figurative, percorso altrimenti destinato all'oblìo nel cinema di oggi, anche a causa di quei registi che, o inibiscono la propria creatività a favore della ben collaudata e comoda integrazione elettronica supereffettistica, oppure strizzano l'occhio allo spettatore con volpeschi pseudo-omaggi. Sempre più spesso oggi vedo registi in grado di mostrare grandi spettacoli visivi, alcuni anche di pregevole o eccellente fattura ben inteso, ma parimenti vedo sempre meno artisti della visione.
              Teniamocelo stretto Tarsem, che in giro non ce ne sono altri.
              come nn essere d'accordo...

              KILL BILL vol.1 7,5/8
              io lo preferisco a pulp fiction che sinceramente m'annoia...
              http://img7.imageshack.us/img7/4629/batmanvsbane.jpg
              http://jhonillustratore.altervista.org/
              "Anche in questo mondo piove, quando il tuo cuore è turbato il cielo si rannuvola, quando sei triste la pioggia si mette subito a scendere...per me è straziante... chissà se anche tu lo sai quant'è terrificante venire colpiti dalla pioggia in un mondo solitario come questo" Zangetsu


              ***FIRMA MODIFICATA DAL MODERATORE***

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              • si,il mio preferito del taranta senza dubbio.

                "Il cinema è un arte soggettiva, quanto la musica, belli i 5 alti bello sentire pareri discordanti ai propri, ma alla fine sono io, uno schermo e tutto quello che ci passa di mezzo."

                "Le barbarie sono lo stato naturale dell'umanità, la civiltà è solo un capriccio dell'evoluzione e delle circostanze". cit.


                ~FREE BIRD~

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                • Originariamente inviato da Tobias Visualizza il messaggio
                  ...anche a causa di quei registi che, o inibiscono la propria creatività a favore della ben collaudata e comoda integrazione elettronica supereffettistica, oppure strizzano l'occhio allo spettatore con volpeschi pseudo-omaggi.
                  Originariamente inviato da Variabile Ind. Visualizza il messaggio
                  si,il mio preferito del taranta senza dubbio.
                  Scusate l'accostamento di post, una piccola deviazione/considerazione sul regista (immagino sia stato già fatto milioni di volte, ma non si sa mai...):
                  A proposito di registi che 'strizzano l'occhio allo spettatore con volpeschi pseudo-omaggi' ci sarebbe pure lui, Quentin. Il suo cinema è un continuo andirivieni di omaggi e rimandi. Molti lo criticano per questo. Io invece lo trovo geniale, perché non trovo il suo omaggiare fine a sé stesso, è anzi uno strumento per narrare, in maniera elegante da gran conoscitore, una trama sempre e comunque attenta a non collassare su sè stessa. E lo fa reinventando lo stile, facendo diventare originale ciò che pare già visto. Geniale.


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                  • Originariamente inviato da lt.aldo.raine.89
                    Non capisco il mah, a prescindere dalla qualità dei suddetti film storcere il naso a priori di fronte agli omaggi del passato vuol dire accettare tutto ciò che ci viene proposto da chi crede che il cinema sia stato inventato vent'anni fa...
                    noto solo ora che tutta la discussione è nata da questa risposta asd

                    io ho visto due di questi tre film, e mi sento di dire che anche se ci sono evidenti meriti artistici, ritengo siano stati abbastanza sopravvalutati. The Artist è un bel film, senza ombra di dubbio, ma è anche di una furbizia unica, un film fatto apposta per "ammaliare", come appunto è stato ribadito da altri, un film che anche laddove poteva osare, invece ha preferito rifugiarsi in trovate più sdolcinate e ad effetto.
                    E naturalmente i giurati degli Oscar hanno abboccato all'amo come al solito. Tanto di cappello ai Weinstein per il loro ennesimo colpaccio, anche stavolta hanno dettato loro il trend da seguire a queste premiazioni..
                    Sono una persona semplice, guardo film e non rompo il cazzo.

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                    • Lunedì 12 marzo 2012 .

                      Blood,the last vampire .

                      Visto ieri sera su Cielo un pezzo di questa ennesima trasposizione live action di un manga di cui ho letto solo alcuni numeri e ho visto in lingua originale il film d'animazione,non so voi ma io l'hò trovato alquanto ridicolo,un emmerita stronzata se mi é permesso dirlo,mi sembrava un incrocio fra Kill Bill,Buffy e Blade ,per fortuna ho cambiato canale,diciamo che secondo il mio parere questo film é da considerarsi il più peggiore dopo il film di Devilman .

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                      • Quella di Kadath è una giusta osservazione: Quentin è geniale ma, con la giusta malizia, gli si possono attribuire più tiri da "volpe" di quanti non se ne voglia ammettere.

                        Originariamente inviato da Tobias Visualizza il messaggio
                        Non è impossibile per niente, c'è già chi l'ha fatto, solo che ha scelto di non fare il volpone come Hazanavicius, che ha escogitato una mera trovata commerciale giocata sullo charme del cinema asincrono, per mettersi in tasca fior di soldoni.
                        Ma dov'è la commercialata? Nel film muto e B/N prodotto nell'anno 2011? In Hazanavicious che un anno fa non immaginava neanche tutto il successo ottenuto oggi? Come dice Slask, tanto di cappello ai Weinstein. Punto.

                        Originariamente inviato da Silente Visualizza il messaggio
                        poi, se vince pure i premi o viene osannato da critica e pubblico, ancor di più.
                        Figuriamoci, quella è la miccia che fa esplodere il contenitore delle critiche negative.

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                        • Quentin è geniale ma, con la giusta malizia, gli si possono attribuire più tiri da "volpe" di quanti non se ne voglia ammettere.
                          Se ci si ferma alle citazioni e non(perché non si vuole o non si è in grado) si arriva alla maestrìa tecnica(sia di scrittura che di regia), allora si. Ma è limitativo a dir poco.

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                          • Anche arrivando alla maestrìa tecnica le critiche son sempre presenti, non da parte mia almeno.

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                            • Ma da parte di chi vuole a tutti costi confondere mele con pere a convenienza.


                              "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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                              • Originariamente inviato da TheGame Visualizza il messaggio
                                Ma da parte di chi vuole a tutti costi confondere mele con pere a convenienza.
                                Infatti. Ora applicalo a The Artist e Hugo.

                                Commenta

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