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  • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio

    Il silenzio, di Ingmar Bergman
    Anche se penso sia il capitolo più debole della "trilogia". Il meno ispirato, nonostante il tema sia trattato con grande maestria.

    Strade perdute, di David Lynch
    Secondo me è uno dei lavori più affascinanti di Lynch. Inferiore solo a Blue Velvet, MD, Eraserhead e IM. Concordo con quello che ha scritto Tobias. Con una struttura narrativa che scardina tutto, eccetto la cupa bellezza delle immagini e del sonoro, che è seconda solo a quella di Eraserhead, in quanto a efficacia.
    La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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    • per me Lost Highways ha un fascino unico, che me lo pone sopra Inland Empire e Blue Velvet di parecchi punti. Trovo che Bill Pullman sia nella recitazione più ispirata della sua carriera, e in generale l'ho trovato molto più coerente dell'odissea surreale di IE, e molto più intrigante di Blue Velvet.
      Sono una persona semplice, guardo film e non rompo il cazzo.

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      • Strade perdu​te è molto interessante perché, col senno di poi, mostra elementi misti, sia del Lynch precedente che di quello successivo. Ha un fascino morboso particolare e hanno ragione Dwight e Tobias a sottolineare la particolarità del tessuto narrativo. Ma ciò nonostante lo trovo comunque inferiore a MD e a IE: al primo perché MD è complessivamente più equilibrato, al secondo perché IE è più estremo e percorre la strada del non-sense fino in fondo.

        Comunque stiamo parlando sicuramente di un film nel complesso buono, con dei momenti assolutamente ottimi.

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        • Le onde del destino 1996,

          Lars von Trier


          E incredibile quanto i film di Bergman e di Lars von Trier imitino nella capacità di nutrirsi delle più celate emozioni umane ( specie quelle ritenute poco conformi alla regola del buon senso, o del buon gusto), una certa pittura delle Avanguardie di fine Ottocento e Novecento che da Van Gogh a Munch da Pollock a Rothko, ritraggono la psiche senza veli.
          Così è piuttosto difficile capire se la vita rappresentata sullo schermo sia la tua o quella di qualcun altro.
          Ma su questa confusione o scambio di sensi, del resto si basa in genere un’opera d’arte.

          Le donne di Lars mi sembrano tutte Madonne, pronte ad attirare su di sé l' umana sofferenza, per rimediare a qualche peccato originale.
          Ma come fanno poi alcuni uomini a rappresentare così bene il loro genere sessuale opposto?
          Boh.

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          • Originariamente inviato da Oca del Paradiso
            Ma come fanno poi alcuni uomini a rappresentare così bene il loro genere sessuale opposto?
            È quello che mi chiedo ogni volta che vedo un film di Bergman...


            Faust (1926), di Friedrich W. Murnau

            Bello! Potente, visionario e drammatico, con scenografie prodigiose e fotografia ricercatissima. Ultima pellicola tedesca del regista, ricca di pathos, a mio parere non ha nulla da invidiare a Nosferatu e all'americano Aurora.

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            • Originariamente inviato da Oca del Paradiso
              Le onde del destino 1996,

              Le donne di Lars mi sembrano tutte Madonne, pronte ad attirare su di sé l' umana sofferenza, per rimediare a qualche peccato originale.
              Ma come fanno poi alcuni uomini a rappresentare così bene il loro genere sessuale opposto?
              Boh.
              Io mi chiedo anche come fanno ad essere costantemente irritanti e maledettamene insopportabili, queste Madonne di Von Trier...

              Comunque Breaking the Waves rimane il suo miglior film. Ma, a livello di radiografia del genere femminile, Bergman sta su un'altra dimensione. Sia per sensibilità, sia per dura schiettezza...
              La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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              • Faust (1926)
                , di Friedrich W. Murnau

                Bello! Potente, visionario e drammatico, con scenografie prodigiose e fotografia ricercatissima. Ultima pellicola tedesca del regista, ricca di pathos, a mio parere non ha nulla da invidiare a Nosferatu e all'americano Aurora.
                Il Faust non l'ho visto, ma mi hai invogliato da morire. E parlando sempre di classici finalamente sono riuscita a vedere il Frankestein di Boris Karloff, non c'è niente da fare i classici di una volta sono senza tempo!!

                http://youtu.be/cCNHjJ8Prz4
                "Tutta la vita umana è sommersa nella non verità"

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                • Originariamente inviato da theda.bara

                  Il Faust non l'ho visto, ma mi hai invogliato da morire. E parlando sempre di classici finalamente sono riuscita a vedere il Frankestein di Boris Karloff, non c'è niente da fare i classici di una volta sono senza tempo!!
                  L'ho trovato notevole, con parecchia inventiva visiva e un ottimo senso del drammatico.

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                  • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
                    L'ho trovato notevole, con parecchia inventiva visiva e un ottimo senso del drammatico.
                    peccato per la sceneggiatura ridicola.
                    Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
                    Spoiler! Mostra

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                    • Mah... è chiaro che di Goethe ha poco o nulla (e prima che me lo si chieda, sì, il Faust l'ho letto tutto, malfidenti asd), ma devo essere onesto, a me della sceneggiatura importa ben poco, men che meno in un film "fantasy" del 1926. Che fosse naif era più che prevedibile. Non è che il successivo Aurora sembri scritto da Paul Schrader.

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                      • Originariamente inviato da Shadow73 Visualizza il messaggio
                        Venerdì 6 Aprile
                        No Strings Attached
                        Voto: 7+

                        Piacevole commedia.
                        Decisamente migliore di quello con la Kunis e Timberlake.
                        pensa che per me è tutto il contrario... quello della Portman & Kutcher è proprio la sua controparte negativa, come scrissi anche nella recensione asd
                        fedele seguace del team Apatow

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                        • Il grande caldo (1953), di Fritz Lang

                          La maestria registica di Lang in funzione di un noir solido ed efficace.

                          Bello è bello, ma solo io ho l'impressione che i tedeschi (e penso in particolare a Murnau e a Lang) ci abbiano perso nel passaggio dalla Germania agli Stati Uniti? È una mia impressione sicuramente dovuta ad una visione esigua delle rispettive cinematografie, ma a me sembra che i due registi, inseriti in un contesto così definito e strutturato come era Hollywood, abbiano perso un po' della loro vena creativa. Per il momento preferisco sicuramente le loro produzioni tedesche che non quelle statunitensi.

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                          • Originariamente inviato da Silente Visualizza il messaggio
                            pensa che per me è tutto il contrario... quello della Portman & Kutcher è proprio la sua controparte negativa, come scrissi anche nella recensione asd
                            Onestamente non me lo ricordo nemmeno quello con la Kunis. :lol: Quindi immagino non mi abbia colpito...
                            L'unica limitazione che abbiamo è solo quanto, precisamente, abbiamo bisogno di dormire ogni notte. Stanley Kubrick

                            When I get sad, I stop being sad and be AWESOME instead. TRUE STORY.

                            Things suck all the time, but I don't. So... Let's have a sandwich. Nicepeter

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                            • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
                              Il grande caldo (1953), di Fritz Lang

                              La maestria registica di Lang in funzione di un noir solido ed efficace.

                              Bello è bello, ma solo io ho l'impressione che i tedeschi (e penso in particolare a Murnau e a Lang) ci abbiano perso nel passaggio dalla Germania agli Stati Uniti?
                              Secondo me Lang è rimasto grande pure dopo, ché io del suo periodo tedesco trovo veramente straordinario solo M, Murnau invece ne ha sofferto di più, anche se il suo Aurora, che è stato il suo esordio americano, è tra i primi dieci film della storia del Cinema, almeno nella mia classifica.
                              Vi sarebbe anche Lubitsch, che secondo me negli Stati Uniti è addirittura migliorato.

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                              • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
                                Il grande caldo (1953), di Fritz Lang

                                La maestria registica di Lang in funzione di un noir solido ed efficace.

                                Bello è bello, ma solo io ho l'impressione che i tedeschi (e penso in particolare a Murnau e a Lang) ci abbiano perso nel passaggio dalla Germania agli Stati Uniti?
                                Secondo me Lang è rimasto grande pure dopo, ché io del suo periodo tedesco trovo veramente straordinario solo M, Murnau invece ne ha sofferto di più, anche se il suo Aurora, che è stato il suo esordio americano, è tra i primi dieci film della storia del Cinema, almeno nella mia classifica.
                                Poi c'è uno come Lubitsch ad esempio, che invece deve la sua fama indissolubile proprio grazie al cinema americano, di cui divento indiscutibilmente un'icona.

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