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  • Condivido il giudizio di Ladida su Bright Star: non un capolavoro, ma un gran bel film. Due settimane fa sono andato a Roma a visitare la tomba di Keats, ed una volta arrivato di fronte alla lapide ho ripensato al film. Mi stavo commuovendo.
    https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

    "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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    • Originariamente inviato da Gidan 89
      Condivido il giudizio di Ladida su Bright Star: non un capolavoro, ma un gran bel film. Due settimane fa sono andato a Roma a visitare la tomba di Keats, ed una volta arrivato di fronte alla lapide ho ripensato al film. Mi stavo commuovendo.
      Per la miseria, immagino. Io non conoscevo nulla di Keats, e sentire certi versi, è stato un bel tuffo al cuore. Parole splendide, davvero.

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      • Originariamente inviato da Ladida Visualizza il messaggio
        10 per me forse è troppo, ma rimane un film molto bello.
        Ma che troppo, è troppo poco...

        E' un film meraviglioso, pieno di delicatezza e poesia (e vorrei vedere),
        e immerso nel più vivido e toccante realismo.
        La polvere, la frutta, la carne, il pane, la nature morte, le nature vive,
        l'economia domestica, i passi pesanti sul tavolato, le scarpe, il fango, i
        merletti, i fiori, la luce, le tende, le mani callose, le mani unte d'inchiostro,
        le calze bucate.
        E la luce del sole, che questo cinema già arcaico corteggia come quasi nessuno
        vuole più fare.

        Noterei l'assenza dei soliti manicheismi e stereotipi tipici del genere.
        La leggera ironia che ogni tanto fa capolino, ma senza mai risolversi in
        distacco dai personaggi (penso alla meravigliosa scenetta delle farfalle
        alimentate dall'amore, e poi ridotte a spazzatura).
        L'audacia nel rappresentare senza pudori e senza volgarità enfatiche tutto
        il registro delle emozioni umane, da quelle più riposate e domestiche agli
        estremi del dolore e della felicità.
        L'eleganza riposata ma segretamente febbrile della regia, che non si fa mai e
        poi mai calligrafismo.
        E poi il viso incredibile di abbie cornish.
        E infinite altre cose.

        Insomma, giusto tre righe per segnalarlo a chi non l'avesse mai visto.

        Originariamente inviato da Ladida Visualizza il messaggio
        Neanche direi sottovalutato. Negli States il riscontro è stato ampiamente positivo da quel che noto.
        Beh, allora meglio così, sarà stata una falsa impressione.

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        • Originariamente inviato da papermoon Visualizza il messaggio
          Ma che troppo, è troppo poco...


          Vabbè, punti di vista. Tutto ciò elencato è molto interessante e mi trovo d'accordo, ma resta che non lo reputo un capolavoro. Ma rimane indubbiamente un validissimo e meritevole lavoro. E penso che vada benissimo anche così ..

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          • Di Jane Campion non ho visto Bright Star ma Holy Smoke e Ritratto di signora. Mentre il primo mi è piaciuto abbastanza il secondo ho fatto una gran fatica a vederlo nonostante le grandi interpretazioni e la grande considerazione da parte della critica. Penso sia un problema mio perché non mi piacciono i film con quelle ambientazioni (tranne L'età dell'innocenza).

            Letterboxd

            Hemingway una volta ha scritto: "Il mondo è un bel posto e vale la pena lottare per esso." Condivido la seconda parte.

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            • Originariamente inviato da papermoon Visualizza il messaggio
              Ma che troppo, è troppo poco...

              E' un film meraviglioso, pieno di delicatezza e poesia (e vorrei vedere),
              e immerso nel più vivido e toccante realismo.
              La polvere, la frutta, la carne, il pane, la nature morte, le nature vive,
              l'economia domestica, i passi pesanti sul tavolato, le scarpe, il fango, i
              merletti, i fiori, la luce, le tende, le mani callose, le mani unte d'inchiostro,
              le calze bucate.
              E la luce del sole, che questo cinema già arcaico corteggia come quasi nessuno
              vuole più fare.

              Noterei l'assenza dei soliti manicheismi e stereotipi tipici del genere.
              La leggera ironia che ogni tanto fa capolino, ma senza mai risolversi in
              distacco dai personaggi (penso alla meravigliosa scenetta delle farfalle
              alimentate dall'amore, e poi ridotte a spazzatura).
              L'audacia nel rappresentare senza pudori e senza volgarità enfatiche tutto
              il registro delle emozioni umane, da quelle più riposate e domestiche agli
              estremi del dolore e della felicità.
              L'eleganza riposata ma segretamente febbrile della regia, che non si fa mai e
              poi mai calligrafismo.
              E poi il viso incredibile di abbie cornish.
              E infinite altre cose.

              Insomma, giusto tre righe per segnalarlo a chi non l'avesse mai visto.

              Magari non condivido questo entusiasmo, ma il film è sicuramente molto bello e si caratterizza per la sua grazia e la sua eleganza, davvero encomiabili.

              E la Cornish è adorabile.

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              • Commedia anatropa che affonda i suoi colpi nelle tematiche di contorno del film ( l’analisi antropologica del coattume capitolino, ormai un trademark del regista livornese…), recedendo invece da ogni polarizzazione idealistica il focus tematico centrale del suo essere: raccontare di una coppia di conviventi che cerca di concepire un figlio.Come di chi volesse stare “sul pezzo” con una storia “moderna”, rassicurando tuttavia chi vi presta attenzione sul mantenimento di uno stato di benessere e mancato stravolgimento di un solido ordine sociale. Quello che in fondo fanno ogni santa settimana organi come “Vanity Fair” e “Chi”.Regalando un controllato gusto per il politicamente scorretto ( si fa per dire…) ancorché il protagonista, violentando la sua natura di solido intellettuale accarezza l’idea che la violenza fisica è comunque espressione di passionale virilità, beneaccetta dalle donne, al limite perfino se sono direttamente vittime della “esuberanza” dei loro compagni.Le problematiche di coppia infine si sciolgono in un gesto finale che più di lieto sembra fatalisticamente rassegnato. Nel mezzo una prevedibile farcitura di imbarazza(n)ti siparietti sul dover condividere parti della propria sessualità per darla in pasto a specialisti, tecnici ed esami di laboratorio; ed uno studio di caratteri prevedibilmente non omogenei ma complementari.Il traccheggio sulla sponda scrupolosamente etero tradisce la definitiva volontà di scantonare situazioni eticamente controverse consegnando l’opera alla soddisfazione di posizioni ( neanche troppo…) post-democristiane. Renziano.
                "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                • Brothers

                  Bel film e belle interpretazioni.

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                  • Crash, D. Cronenberg.
                    Resterò sempre ammaliato dal fascino perverso e torbido di questo film. Trasposizione non semplice vista anche la matrice postmodernista dell'originale fonte ballardiana; ma tuttavia decisamente più riuscita di un Naked lunch, per esempio.
                    L'aspetto più intrigante (al di là dell'ovvia cura formale), è l'uso che Cronenberg fa dell'architettura degli ambienti: interni ed esterni non sono semplici orpelli di messinscena, ma diventano estensioni alienate dei protagonisti, ambienti epidermici, per così dire. Questa concezione avanguardista degli spazi, lo rende un film del nuovo millennio ancor prima di arrivarci.

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                    • Crash, D. Cronenberg.
                      Resterò sempre ammaliato dal fascino perverso e torbido di questo film. Trasposizione non semplice vista anche la matrice postmodernista dell'originale fonte ballardiana; ma tuttavia decisamente più riuscita di un Naked lunch, per esempio.
                      L'aspetto più intrigante (al di là dell'ovvia cura formale), è l'uso che Cronenberg fa dell'architettura degli ambienti: interni ed esterni non sono semplici orpelli di messinscena, ma diventano estensioni alienate dei protagonisti, ambienti epidermici, per così dire.

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                      • The Ring 2 di Hideo Nakata .
                        Visto oggi pomeriggio,devo dire che questo sequel del remake americano si basa ben poco sul romanzo che ho letto,l'unica cosa che salvo di questo film sono la scena con i cervi e quella gnocca di Naomi Watts .

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                        • Originariamente inviato da tizfx Visualizza il messaggio
                          Mission to Mars si difende bene per 3/4 di film.
                          L'atto finale però è di una banalità sconcertante per un regista come De Palma.
                          Rivisto ieri, effettivamente è un finale troppo semplice e anche poco chiaro, tutto è incentrato più che altro sulla missione forse avrebbero dovuto continuare su questa strada senza andare troppo sul fantasioso, dopotutto era uno dei primi film su marte.

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                          • In quegli anni hanno avuto entrambi l'idea di fare un film su marte e alla fine c'è stato un copia copia tra Red Planet e Mission to mars. Tutti e due alla fine usciti abbastanza male, dove hanno risentito di una regia e sceneggiatura banale e priva di forza, inlcudendo un cast mediocre per ognuno.

                            http://youtu.be/cCNHjJ8Prz4
                            "Tutta la vita umana è sommersa nella non verità"

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                            • Originariamente inviato da theda.bara Visualizza il messaggio
                              In quegli anni hanno avuto entrambi l'idea di fare un film su marte e alla fine c'è stato un copia copia tra Red Planet e Mission to mars. Tutti e due alla fine usciti abbastanza male, dove hanno risentito di una regia e sceneggiatura banale e priva di forza, inlcudendo un cast mediocre per ognuno.
                              Entrambi funzionano al 50%, forse un pelo meglio questo Mission to mars si mantiene interessante per qualche minuto in più.

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                              • Johnny English la rinascita(2011).

                                Vista oggi pomeriggio questa ennesima parodia su 007 con Rowan Atkinson il famoso Mr.Bean nel ruolo di una spia imbranata ,non spoilero troppo sulla trama ma dico che in fatto di commedie questa si che fa davvero ridere,nel cast compare Gillian Anderson l'ex agente Scully di X-Files ,se volete farvi delle risate vi consiglio la visione di questo film .

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