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  • Finalmente sono risucito a vedere The Sugarland Express, che vede tornare Spielberg sulle quattro ruote già al secondo film. Se al debutto c'era motivo di credere che il giovane cineasta fosse interessato a mostrare la lotta di classe americana, al secondo giro si può confermare l'ipotesi. L'unica differenza è l'esito. Spielberg si rinconferma un regista abile nel dirigere scene di inseguimento stradale, e un'autore sensibile al rapporto tra i personaggi principali. Lo descriverei come un incrocio tra A Perfect World di Eastwood e Thelma & Louise di Scott. Si notano sprazzi del talento fotografico di Vilmos Zsigmond, che poi sarebbe esploso con Close Enconunters. Finale amaro, piaciuto molto anche perchè l'ultima inquadratura si ricollega alla fine di Duel.

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    • Dragon Trainer - esteticamente valido ma confermo la mia repulsione per questo genere di prodotti. Infantile (come è giusto che sia) e a tratti noioso, non so, forse son troppo vecchio per certe cose ma non riesco a prenderle "sul serio" e ad empatizzare con esse.
      :twisted: LA VOSTRA SERENITA' E' UN BUON SINTOMO... ALLEVIA LA TENSIONE E LA PAURA DI MORIRE. :twisted:

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      • E poi vai in brodo di giuggiole per prometheus :contrariatoo:



        xD

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        • Originariamente inviato da axeman Visualizza il messaggio
          E poi vai in brodo di giuggiole per prometheus :contrariatoo:


          xD
          De gustibus! E già, preferisco un film di fantascienza con i suoi limiti ad un "cartone animato" per ragazzini asd Credo che dopo questo e The Brave non perderò più tempo a guardare prodotti simili.
          :twisted: LA VOSTRA SERENITA' E' UN BUON SINTOMO... ALLEVIA LA TENSIONE E LA PAURA DI MORIRE. :twisted:

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          • Originariamente inviato da Lord Freezer Visualizza il messaggio
            De gustibus! E già, preferisco un film di fantascienza con i suoi limiti ad un "cartone animato" per ragazzini asd Credo che dopo questo e The Brave non perderò più tempo a guardare prodotti simili.
            WALL-E mai visto? Potrebbe essere l'eccezione che conferma la regola!

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            • O anche "9"

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              • Originariamente inviato da Crystal clear Visualizza il messaggio
                WALL-E mai visto? Potrebbe essere l'eccezione che conferma la regola!
                Si si visto anni fa, in effetti potrei salvare quello ed in parte Up.
                :twisted: LA VOSTRA SERENITA' E' UN BUON SINTOMO... ALLEVIA LA TENSIONE E LA PAURA DI MORIRE. :twisted:

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                • Originariamente inviato da Lord Freezer Visualizza il messaggio
                  Dragon Trainer - esteticamente valido ma confermo la mia repulsione per questo genere di prodotti. Infantile (come è giusto che sia) e a tratti noioso, non so, forse son troppo vecchio per certe cose ma non riesco a prenderle "sul serio" e ad empatizzare con esse.
                  sono d'accordo, ma forse siamo gli unici due al mondo a pensarla così. Io AMO l'animazione, in tutte le sue forme, ma sinceramente questa animazione digitale, Pixar compresa, è quanto di più sopravvalutato esista. Il film Pixar che preferisco è UP, gli altri (e nemmeno tutti) li reputo "carini", divertenti, con alcune belle idee, ma sostanzialmente è sempre la solita solfa. Si tratta di film concepiti per un pubblico eternamente infantile (per ragioni anagraficche e non), che giocano a divertire i piccoli e a mostrarsi graziosi e intelligenti anche agli occhi dei grandi (sedotti da un citazionismo che è secondo me uno degli aspetti peggiori di questo cinema). La mia idea è che l'osannata "formula" Pixar, per esempio, non sia poi così geniale, o difficile da realizzare (intendo come concept delle storie e dei personaggi). I temi sono sempre gli stessi: la fiducia in se stessi, la diversità come valore, la famiglia e l'amicizia come beni assoluti. E poi la serializzazione, i sequel, gli spin/off. Mi era piaciuto il primo Era Glaciale, ma i sequel sono annacquati. Mi era piaciuto il primo Kung Fu Panda, ma poi il sequel è stato incentrato tutto sull'azione e sulle piroette, una noia mortale. Mi era piaciuto Wall-e... ma poi nella seconda parte è tutto un corri-corri di robottini e pupazzetti. I sequel, in particolare, moltiplicano a dismisura i personaggi e i pupazzetti (vedi Toy Story 3, una proliferazione insopportabile di giocattoli, oppure anche Monster & Co. 2). Questo è secondo me un grave errore. Troppa fantasia vuol dire niente fantasia, e troppa magia azzera la magia. Animazione digitale davvero adulta io ancora non ne ho vista, almeno nelle produzioni americane. Però mi è piaciuto Rapunzel, che ha un tema portante (la madre padrona) assai problematico, ed è davvero simpatico e ben fatto.

                  Il problema di film animati digitali è anche estetico. Fateci caso, ormai la regia di questi film è sempre uguale. Tutte le gag si basano su velocità di regia e di esecuzione delle azioni, repentinamente interrotta da stop improvvisi che dovrebbero suscitare l'ilarità del pubblico. Funziona una volta, due volte, dieci volte. Ma poi basta, vogliamo vedere cose nuove e diverse.

                  In Giappone va molto meglio, sia sul fronte del digitale sia in tema di animaziona classica. Ieri stavo guardando "I racconti di Terramare", che è effettivamente un film minore dello Studio Ghibli. Però accidenti, trovarsi dopo 5 minuti di fronte a due draghi che si azzannano e si sbranano reciprocamente fino a morire dissanguati, è una cosa che ti fa ben sperare sulla possibilità che un altro tipo di cinema (di animazione ma non solo), e un altro tipo di pubblico, siano ancora possibili.

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                  • [FONT=arial black][FONT=century gothic]Trovo molto difficile mettere un voto a questo film,tant'è che devo ancora deciderlo,e spero mi arrivi l'illuminazione mentre ne scrivo il commento.
                    La ragione sono i dubbi sulla sincerità dell'opera,fattore assolutamente fondamentale soprattutto in un film del genere,e in qualunque film che voglia andare oltre il comune intrattenimento.

                    La verità è che ci troviamo di fronte ad un film dallo stile esageratissimo e esasperato all'infinito,tendente alla ripetitività e con alcune scelte stucchevoli(tipo il montaggio frenetico di quando si bucano)che in realtà racconta una storia vista un sacco di volte,perlomeno per quanto riguarda la coppia di protagonisti,che è assolutamente prevedibile nello svolgimento.

                    Le parti con la madre del protagonista sono decisamente le migliori,non solo perché si tratta di una discesa nella dipendenza ingenua e volta solo a rincorrere i suoi sogni,ma soprattutto perché viene lasciata senza speranza e nessuno cerca davvero di aiutarla,nonostante non abbia colpe e nessuna idea di quello che sta facendo.Le sue visioni ad un certo punto fanno veramente paura,ed Aronofski da il meglio di se provocando ansia ed empatia per il personaggio in maniera quasi insopportabile.Se poi si può contare su un Ellen Burstyn sconvolgente,ben abituata a vestire i panni della madre,capace in questo film di affrontare cambiamenti devastanti,ci troviamo di certo di fronte all'unico personaggio che valga davvero il film,che si regge tutto sulle spalle e vale la visione.

                    Perché,a parte lei,gli altri personaggi si fa fatica a conoscerli.Quello di Jared Leto forse è il più approfondito,anche se è una parola grossa,visto che sappiamo pochissimo di lui,e i dialoghi fra lui e lei non dicono niente,capiamo solo che sono dei tossico dipendenti che cercano una strada per la speranza.Il rapporto fra i due funziona poco,e non si capisce quale sarebbe il legame forte che li spinge a stare insieme.

                    E' più facile affezionarsi al personaggio di lei,solo perché la Connelly è stupenda,oltre che bravissima con il suo modo di recitare molto naturale,tant'è che ruba in continuazione la scena al poco carismatico Leto.

                    In tutto questo,abbiamo una trama scarnissima riassumibile in pochissimo tempo e uno stile vistosissimo che rende il film pesante.

                    "Requiem for a dream" è un film fatto apposta per destabilizzare,e ci riesce pure,ma l'effetto dura poco.Di certo fa pensare che qualunque dipendenza sia deleteria,e il messaggio arriva con forza,visto anche Il finale emblematico separato fra tragica realtà e sogni irrealizzabili di gloria.Il tutto,evidentemente per far capire quanto si possa cadere in basso,e in effetti è difficile trovare speranza per qualcuno dei personaggi.

                    In generale,però,l'idea è che si abbia poco da dire e si colmi la mancanza di contenuti con una regia e una colonna sonora invasive che rendono tutto urlato.Il talento del regista è indiscutibile e quel poco da dire che c'è viene espresso molto bene,ma mi sembra poco per parlare di capolavoro del cinema sulle dipendenze.Mi sarebbe piaciuto,infatti,visti gli elogi ricevuti,vedere una coppia di personaggi coinvolgenti e ben approfonditi,cosa che purtroppo non ho trovato.

                    A questo punto,preferisco di gran lunga "Paradiso+Inferno",film decisamente più pacato e con uno stile più trasparente,ma capace di costruire personaggi appassionanti che fanno emozionare per tutto il film,grazie anche ai due attori protagonisti,che funzionano benissimo assieme.

                    [FONT=century gothic]In conclusione,un film che mette in mostra il talento di Aronofski,con due attrici straordinarie e qualche scena che non lascia impassibili,ma con una sceneggiatura esilissima.Probabilmente è anche un'operazione furba fatta per impressionare, e molto sopravvalutata,ed è facile capirne le ragioni.Non un capolavoro e neanche un film brutto,personalmente una parziale delusione, di livello discreto e non di più..

                    Voto:6.5

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                    • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
                      a livelli più altri la saga di Toy Story, per dire, mette in campo riflessioni che si possono ricondurre al Walter Benjamin aggiornate all'era della produzione in serie di merchandise e del valore dell'attribuzione affettiva verso un oggetto infinitamente e meccanicamente replicabile
                      ma "Toy Story" non parla di questo, non era nell'intenzione degli autori parlare di queste cose. Queste sono cose che noi, con la diversa sensibilità e la cultura di ciascuno, attribuiamo al film. Ma questo lo possiamo fare con ogni film, anzi con ogni prodotto espressivo. Una persona intelligente vede le cose in modo intelligente. E per un persona intelligente "Toy Story" è anche altro. Ogni cosa si può guardare filosoficamente, o con cognizione di causa, o supportati da un background importante. Ma la maggior parte degli adulti nemmeno ci pensa all'"infinita replicabilità di un giocattolo", la maggior parte degli adulti guarda l'elogio della diversità, si sente intelligente quando riconosce una citazione, e si gongola nell'enfatizzazione dell'amicizia e della famiglia.

                      Il mito della leggerezza è poi da sfatare una volta per tutte. La mia opinione, dopo attenta riflessione, è che la leggerezza (intelligente) sia sì difficile da realizzare, essendo una questione di equilibrio e di grazia, ma una volta trovata la formula si va in discesa, rifacendo lo stesso film all'infinito (come da anni fa la Pixar o il cinema animato digitale in generale). Mettere un po' da parte la leggerezza, offrire un po' di "pesantenza", di prese di posizione, di temi importanti non semplicemente suggeriti e sussurrati tra le righe ma dichiaratamente affrontati. Poter dire "il film parla di questo", "esprime questo punto di vista, ti piaccia o no", e non semplicemente "dietro quella che sembra la solita storia di buoni sentimenti possiamo leggere anche questo e quest'altro". Questo è il cinema che vorrei. Invece no, si va avanti così, ad oltranza, con prodotti che sono per tutti e (quindi) per nessuno.

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                      • Originariamente inviato da Ellie Arroway Visualizza il messaggio
                        sono d'accordo, ma forse siamo gli unici due al mondo a pensarla così. Io AMO l'animazione, in tutte le sue forme, ma sinceramente questa animazione digitale, Pixar compresa, è quanto di più sopravvalutato esista. Il film Pixar che preferisco è UP, gli altri (e nemmeno tutti) li reputo "carini", divertenti, con alcune belle idee, ma sostanzialmente è sempre la solita solfa. Si tratta di film concepiti per un pubblico eternamente infantile (per ragioni anagraficche e non), che giocano a divertire i piccoli e a mostrarsi graziosi e intelligenti anche agli occhi dei grandi (sedotti da un citazionismo che è secondo me uno degli aspetti peggiori di questo cinema). La mia idea è che l'osannata "formula" Pixar, per esempio, non sia poi così geniale, o difficile da realizzare (intendo come concept delle storie e dei personaggi). I temi sono sempre gli stessi: la fiducia in se stessi, la diversità come valore, la famiglia e l'amicizia come beni assoluti. E poi la serializzazione, i sequel, gli spin/off. Mi era piaciuto il primo Era Glaciale, ma i sequel sono annacquati. Mi era piaciuto il primo Kung Fu Panda, ma poi il sequel è stato incentrato tutto sull'azione e sulle piroette, una noia mortale. Mi era piaciuto Wall-e... ma poi nella seconda parte è tutto un corri-corri di robottini e pupazzetti. I sequel, in particolare, moltiplicano a dismisura i personaggi e i pupazzetti (vedi Toy Story 3, una proliferazione insopportabile di giocattoli, oppure anche Monster & Co. 2). Questo è secondo me un grave errore. Troppa fantasia vuol dire niente fantasia, e troppa magia azzera la magia. Animazione digitale davvero adulta io ancora non ne ho vista, almeno nelle produzioni americane. Però mi è piaciuto Rapunzel, che ha un tema portante (la madre padrona) assai problematico, ed è davvero simpatico e ben fatto.

                        Il problema di film animati digitali è anche estetico. Fateci caso, ormai la regia di questi film è sempre uguale. Tutte le gag si basano su velocità di regia e di esecuzione delle azioni, repentinamente interrotta da stop improvvisi che dovrebbero suscitare l'ilarità del pubblico. Funziona una volta, due volte, dieci volte. Ma poi basta, vogliamo vedere cose nuove e diverse.
                        Verissimo, il più delle volte i temi trattati sono di una banalità sconcertante e ripetitivi. Ora che ci penso ricordo di essermi annoiato maledettamente anche con Ralph spaccatutto.
                        :twisted: LA VOSTRA SERENITA' E' UN BUON SINTOMO... ALLEVIA LA TENSIONE E LA PAURA DI MORIRE. :twisted:

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                        • Originariamente inviato da Lord Freezer Visualizza il messaggio
                          . Ora che ci penso ricordo di essermi annoiato maledettamente anche con Ralph spaccatutto.
                          realizzazione ottima (ormai questi film sono tutti tecnicamente eccezionali, l'avete visto "Epic"?! :musino: ), ma, di nuovo, la sola storia tritissima a base di amicizia, elogio del diverso, accettazione del proprio ruolo. Un'ideologia persino pericolosa, se proprio vogliamo prestare attenzione alle intenzioni degli autori e ai messaggi che lanciano.

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                          • "9" è un miracolo visivo, e affronta il tema del mondo "post apocalittico" meglio di tante “leggende” uscite negli ultimi anni

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                            • Originariamente inviato da Lord Freezer Visualizza il messaggio
                              Dragon Trainer - esteticamente valido ma confermo la mia repulsione per questo genere di prodotti. Infantile (come è giusto che sia) e a tratti noioso, non so, forse son troppo vecchio per certe cose ma non riesco a prenderle "sul serio" e ad empatizzare con esse.
                              Mi fai tornare in mente che quando facevo le superiori la mattina prima di uscire spesso mi guardavo Pingu Ora mi limito al massimo a Spongebob asd

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                              • Originariamente inviato da Roy E. Disney Visualizza il messaggio
                                "9" è un miracolo visivo, e affronta il tema del mondo "post apocalittico" meglio di tante “leggende” uscite negli ultimi anni
                                questo mondo post-apocalittico però è un po sempre la stessa roba, cmq sì, "9" è buono (anche se non mi ha fatto strappare i capelli). Adulto è anche "Il regno di Ga'hoole", che però non è privo di problemi e incertezze narrative, indeciso com'è sul tono da scegliere (e quindi sul tipo di pubblico a cui rivolgersi).

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