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  • Originariamente inviato da axeman Visualizza il messaggio
    Eeeh...io penso che questa sia stata una scelta voluta e sospetto che sotto a tutto ciò ci sia una voluta provocazione di un certo tipo...
    si, però il film è molto dettagliato ed accurato nel descrivere e spiegare tutto, invece questa scelta apparentemente irrazionale sembra sia abbandonata a sé stessa, senza alcuna logica ..
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    "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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    • Ma perchè su quell'aspetto vuole lasciare il velo d'ombra che tuttora è steso sulla vicenda. Tutti si sono chiesti e si continuano a chiedere perchè sia stato ucciso e non catturato, e a questa domanda la Bigelow non può (e non vuole) rispondere, oltre a suggerire una visione oscura degli aspetti "sotterranei" della vicenda.

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      • Originariamente inviato da axeman Visualizza il messaggio
        Ma perchè su quell'aspetto vuole lasciare il velo d'ombra che tuttora è steso sulla vicenda. Tutti si sono chiesti e si continuano a chiedere perchè sia stato ucciso e non catturato, e a questa domanda la Bigelow non può (e non vuole) rispondere, oltre a suggerire una visione oscura degli aspetti "sotterranei" della vicenda.
        Concordo con axeman. Detto in parole povere: 1) Tutto ciò che vedete si riferisce a fatti realmente accaduti come riportati da chi vi ha preso parte in prima persona 2) Non vedete tutto ciò che è accaduto.

        Probabilmente quel tutto del punto 2) sfugge tanto a Boal quanto ovviamente alla Bigelow. Il che è molto coerente con la resa della storia e il messaggio di sottofondo.

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        • Intanto sono morti quasi tutti i soldati che hanno partecipato all'uccisione di Bin Laden, che strana coincidenza ...
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          "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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          • Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio
            Intanto sono morti quasi tutti i soldati che hanno partecipato all'uccisione di Bin Laden, che strana coincidenza ...
            Già, ma dopotutto parliamo della CIA, mica di guardie e ladri. Il fatto che ci si faccia queste e altre domande altrettanto scomode è, a mio parere, proprio uno dei meriti maggiori del film. Stimolare l'audience, lo ha detto più volte la Bigelow, era l'obiettivo dall'inizio, per non prestarsi da film-maker a facili forme di manipolazione, in entrata ed in uscita.

            I primi a farle la guerra, poi, guarda caso sono stati proprio i politici.

            --- Aggiornamento ---

            Adottare questo atteggiamento controllato e volutamente provocatorio, poi, ha permesso di introdurre una dicotomia interessante fra singoli e istituzione/i, ponendo l'accento sui primi: è chiaro come la Bigelow 'simpatizzi' per la sua protagonista e cerchi di farci avvicinare al personaggio come alla persona che c'è dietro; per quanto ci si possa focalizzare su Maya e sugli altri personaggi, però, alla fine svincolarli dalla storia e da quelle dinamiche così alienanti risulta allo stesso tempo impossibile. Se, perciò, riusciamo a contestualizzare i comportamenti dei singoli protagonisti nei loro vari scenari d'azione e persino a capirli, quel famoso buco di sceneggiatura, che rimanda all'istituzione e al 'cosa c'è dietro' della realtà vera, rimane aperto.

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            • Secondo me, hanno tentato di coprire il "buco" con una visione d'insieme poco consolatoria. Anche se il film non è per nulla retorico o didascalico, si può evincere (specialmente dall'evoluzione di Maya) come la violenza venga descritta come una barbarie, sia da parte degli arabi che da parte degli americani. In questa visione, la morte di Bin Laden può essere inquadrata come la definitiva azione reazionaria e ferina, quella che sancisce la fine di un periodo storico oscuro, caratterizzato da una guerra fatta di vendette e patologiche ossessioni. Questo, a mio avviso, fa di Zero Dark Thirty un film contro la guerra, nonostante le critiche che hanno etichettato il film come fascista.
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              "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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              • è un film palesemente antibellico, non ho il minimo dubbio al riguardo. Nemmeno i soldati che compiono la missione attivamente sono contenti di ciò che stanno facendo.
                Anche se posso capire che uno spettatore poco attento possa raccogliere dalla regia della Bigelow una sensazione quasi di "supporto" alle azioni militari, vista la maestria e il realismo con cui riesce a metterle in scena.

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                • Esatto, i personaggi si ritrovano ad esprimersi tutti in un certo modo perché pesantemente condizionati da quella incomprensibile dinamica vendicativa cui ti riferisci, Gidan. È da The Hurt Locker che la Bigelow ritrae fedelmente e prende le distanze allo stesso tempo, un po' a dire "Il fatto che io non approvi come le cose sono andate, non ha niente a che vedere con la loro messa in scena, anzi." Il che alla fine finisce per diventare una presa di posizione molto più netta e corretta: lo stacco dal tris etica/morale/umano è talmente palese che parla da sé.

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                  • Ieri rivisto 2 Fast 2 Furious le impressioni rimangono le stesse, un film molto diverso dal precedente, i toni sono molto più leggeri, risulta più divertente prendendosi meno sul serio e concedendosi qualche libertà nel riproporre il soggetto "corsa clandestina". Interessante notare come Cohen lasciato perdere FaF abbia girato XXX 10 volte più esagerato del film girato nel 2001, mentre Singleton famoso non di certo per film tipo FaF sia stato colui che ha dato quasi il via alla saga che conosciamo. Film diversi voti diversi, se il primo FaF per me è da 8 questo è da 7.

                    PS. la macchina di Pearce fa abb. cagare così conciata, mentre la migliore rimane la R34

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                    • L'evoluzione dei personaggi, Maya in primis, diventa poi facilmente lo specchio di una nazione la cui identità per molti anni è stata costruita in negativo, schiava di un passato prossimo pesante, tragico ed incompreso, apparentemente archiviabile proprio con lo stesso paradigma: un'ossessione/redenzione, più sofisticata, ma risolutiva solo di facciata. Donde, il "Where do you wanna go?" e la risposta sui generis della protagonista (e del duo Boal/ Bigelow).

                      Non c'entra nulla, ma ZD30 era la mia seconda scelta ai Bad Awards. Se infatti Amour non lo considero il miglior Haneke, lo stesso non posso dire per la Bigelow, che in ZD30 ha fatto un notevole passo avanti rispetto alla pur distinta filmografia precedente.

                      --- Aggiornamento ---

                      Ché, poi, la scena del raid è di una violenza agghiacciante, vista la disparità fra aggressori e aggrediti e la semplicità, meccanica, asciutta e stereotipata, con cui agiscono i 'canarini'. Da spettatore, il fatto che lì dentro ci fossero dei terroristi diventa quasi irrilevante. Stesso discorso per le famose scene di tortura..

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                      • War of the Worlds rivisto anche questo con il tentavo di rivalutarlo ma è stato fallito. L'inizio è ben fatto, mi ha preso, la paura, il dramma (cose che mancano ad esempio in 2012) si sentono e diciamo per quasi un'ora funziona bene, ma il resto non so perchè mi ha annoiato notevolmente, non vedevo l'ora che finisse, il finale poi scusate ma fa schifo sia perchè riprende quello del film originale, sia perchè è un happy end dove tutta la famiglia inspiegabilmente si salva. Quando parlo di invasioni aliene il mio modello di riferimento rimane Independence Day sarà stupido, patriottico o quello che volete, ma tra i due mi riguardo 1000 volte ID, costato la metà e che trovo più vivo e piacevole dall'inizio alla fine. Non credo che in WotW manchi un po di ironia, battute o discorsi ad effetto, so solo che si riassume tutto in una fuga di 3 persone in mezzo a tripodi che ricordiamo hanno invaso il mondo anche se non sembra... stesso difetto di cui soffre World Invasion ridotto ad una misera guerra di quartiere. Voto 6

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                        • Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio
                          Intanto sono morti quasi tutti i soldati che hanno partecipato all'uccisione di Bin Laden, che strana coincidenza ...
                          E' gente che fa missioni ad alto rischio, che abbiano una grossa probabilità di schiattare è abbastanza ovvio.
                          "Compatisco quelle povere ombre confinate in quella prigione euclidea che è la sanità mentale." - Grant Morrison
                          "People assume that time is a strict progression of cause to effect, but *actually* from a non-linear, non-subjective viewpoint - it's more like a big ball of wibbly wobbly... time-y wimey... stuff." - The Doctor

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                          • Finito ora la maratona Dark Knight Trilogy.
                            Dei pregi e difetti che caratterizzano i singoli capitoli se ne è ampiamente discusso negli appositi topic, quindi mi limito a dare un brevissimo parere complessivo alla saga.

                            Visti di fila questi film formano un unicum che raramente si riesce ad ottenere da film di Supereroi.
                            L'estetica, i personaggi e la struttura narrativa sono sempre coerenti e lineari e apprezzo particolarmente una saga che si presenta con un inizio, un intermezzo e una fine ben contraddistinti a livello temporale, ma che nell'insieme formano un unica storia andando ad incastrare tutte le tematiche.

                            Davvero un ottima trilogia.
                            Flickr


                            "How much would you pay... for the Universe?" Neil Degrasse Tyson

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                            • Originariamente inviato da Crystal [color=Silver
                              [/color]Ché, poi, la scena del raid è di una violenza agghiacciante, vista la disparità fra aggressori e aggrediti e la semplicità, meccanica, asciutta e stereotipata, con cui agiscono i 'canarini'. Da spettatore, il fatto che lì dentro ci fossero dei terroristi diventa quasi irrilevante. Stesso discorso per le famose scene di tortura..
                              Tutto vero, il finale e la tortura, in particolare, fanno davvero orrore, l'onestà non edulcorata e il neutro realismo dell'approccio invitano lo spettatore ad assumersi la responsablità dell'obiezione morale e dell'indignazione, senza imboccarlo.
                              Va però detto che (IMO, s'intende) l'agente della CIA rientra comunque nel novero degli eroi cinematografici americani, per quanto il suo eroismo risulti problematico, la sua assunzione del ruolo faticosa ed eterodiretta (viene assegnata per caso alla missione, se non ricordo male), e il suo lavoro alla lunga alienante.

                              Insomma: ZDT, per me, sta cinematograficamente dalle parti di un Sentieri Selvaggi (il cui eroe è altrettanto problematico e forse alienato, ma pur sempre un eroe), e la Chastain, se vogliamo, è una sorta di moderno John Wayne al femminile, che alla fine esce dalla Storia dalla porta di servizio, ma dopo aver compiuto la missione.
                              E la sostanziale parentela col cinema eroico/epico americano classico (quello nobile e complesso, ripeto) deriva anche dal fatto che la rappresentazione e la ricostruzione storica si pretendono realistiche, verosimili, danno l'idea di voler raccontare la "vera" Storia.

                              E' però affascinante il modo in cui viene gestita la rappresentazione di Bin Laden, il fatto cioè che il suo volto, alla fine, si intraveda appena, quasi fosse un'immagine sacra che non si può mostrare del tutto (tipo hitler o gesù). Il che finisce per lasciare un velato margine di dubbio sull'effettiva esecuzione (sarà davvero lui? sarà poi morto davvero?), e dunque sulla verità di ogni ricostruzione storica al cinema - inclusa quella che abbiamo appena visto.
                              Una delle tante finezze di un grande film.

                              (l'antitesi a questo approccio classico e verosimigliante al tema vendetta storica può essere quella del Tarantino anti-storico e iperbolico di IB e Django, ad es.)

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                              • Originariamente inviato da papermoon Visualizza il messaggio
                                Insomma: ZDT, per me, sta cinematograficamente dalle parti di un Sentieri Selvaggi (il cui eroe è altrettanto problematico e forse alienato, ma pur sempre un eroe), e la Chastain, se vogliamo, è una sorta di moderno John Wayne al femminile, che alla fine esce dalla Storia dalla porta di servizio, ma dopo aver compiuto la missione.
                                Interessante il parallelo che fai con il capolavoro di Ford. In ZD30, in effetti, la Bigelow rivisita il concetto di eroismo indicandoci la frenetica routine di chi svolge un lavoro mediamente più stressante e pericoloso del resto dell'umanità. Difficile, infatti, non solidarizzare con Maya nella scena finale e, ancor prima, non applaudire alla meticolosità e alla determinazione con cui porta a termine la propria missione. Non vi è alcuna traccia di giustificazionismo, frutto come suggeriva axeman di scarsa attenzione oppure di un atteggiamento prevenuto. Nella scena finale, poi, la Bigelow ha, a mio avviso, reso molto bene la frustrazione del non riuscire a percepire, persino nell'esternazione più umana che vi sia, un vero e proprio senso di catarsi. Il che spinge paradossalmente a ripercorrere criticamente tutto l'iter precedente: al di là dei buchi evenemenziali, che probabilmente non riempiremo mai (condivido del tutto la tua lettura del personaggio di Bin Laden), fa riflettere infatti l'enorme sproporzione che c'è fra la frenesia della caccia, distribuita lungo un decennio, e l'epilogo, densissimo, in cui si fa fatica a capire chi siano davvero i vinti e i vincitori e, soprattutto, se abbia poi un qualche senso parlare di vittoria. L'eccezionalità tipica di quello che diventerà di fatto un evento storico viene così ridotta all'ordinarietà impersonale dell'ennesima missione compiuta.

                                Originariamente inviato da papermoon Visualizza il messaggio
                                (l'antitesi a questo approccio classico e verosimigliante al tema vendetta storica può essere quella del Tarantino anti-storico e iperbolico di IB e Django, ad es.)
                                Eh sì. Oltre ad essere una cifra stilistica, è anche una conseguenza dalla notevole libertà creativa in più che gli conferisce l'essere sceneggiatore prima e regista poi. Di questo comunque Tarantino va piuttosto fiero asd

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