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  • Sono tre thiller, niente horror... 36 è un thriller/poliziesco di Marchal, di cui ti consiglio anche L'ultima missione. Nido Di Vespe è un remake non dichiarato di Distretto 13 (o di Un Dollaro D'onore). Cacciatore di teste è una produzione franco-spagnola.


    "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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    • asd

      Discreto prodotto, forse "omaggia" troppo alla stregua di un remake appunto, però sono film come questi che ci fanno capire quanto il Cinema francese sia avanti al nostro.


      "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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      • Ecco, Nella Casa e 36 Quai des Orfèvres li avevo omessi. Anche L'ultima Missione (sempre con Auteuil e sempre di Olivier Marchal) è un film apprezzabile.
        Avvampando gli angeli caddero;
        profondo il tuono riempì le loro rive,
        bruciando con i roghi dell'orco.


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        • A proposito, mi è capitato di recuperare Driver - L'imprendibile di Hill, che sinceramente è un discreto esercizio di stile tenuto in piedi da una buona prova di O'Neal, ma nel complesso non è nulla di rilevante.

          Da segnalare comunque che i primi minuti di Drive di Refn sono un chiaro omaggio al film di Hill.


          "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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          • Oggi, "grazie" all'influenza, ho rivisto due capolavori: Birds di Hitchcock e Blade Runner di Scott. Nulla da aggiungere oltre al "capolavori".

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            • Per chi volesse accostarsi al cinema francese suggerisco anche Sur mes lèvres di Jacques Audiard. Il riscatto sociale e personale di Carla, ragazza non udente (un'efficacissima Emmanuelle Devos) che trova un insperato complice in un ex galeotto appena uscito di prigione (Vincent Cassel) assunto dalla società per cui Carla lavora, vessata, derisa, emarginata da colleghi e superiori. Una buona dose di suspense e un'ottima prova di tutto il cast. Il regista si sofferma su primi piani insistiti sul volto della protagonista e ci fa partecipi della sua limitata percezione del mondo circostante con sequenze a esclusiva "lettura visiva" e intermittente assenza di suono.

              Aggiungo anche il trittico di Patrice Leconte: L'Homme du Train/Mon meilleur ami/Confidences trop intimes.
              Avvampando gli angeli caddero;
              profondo il tuono riempì le loro rive,
              bruciando con i roghi dell'orco.


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              • Originariamente inviato da Pink Arrow Visualizza il messaggio
                E' un film francese?
                No, ma è carico di un'intensità che il film francese se la sogna, imho (of course)

                About Time

                Per una buona oretta Curtis arricchisce di mordente qualcosa di non particolarmente originale. Perchè se un didascalico prologo può essere passabile, la seconda parte perde quel tocco magico della prima ora e i personaggi cominciano ad apparire estranei e il coinvolgimento paga le conseguenze.
                Occasione sprecata, ma piacevole e consigliabile.

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                • Basta Guardare Il Cielo: ho letto la scheda di IMDb e pare molto interessante. Proverò a recuperarlo (magari passa su SKY Hits o Cult)
                  Avvampando gli angeli caddero;
                  profondo il tuono riempì le loro rive,
                  bruciando con i roghi dell'orco.


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                  • Domenica 12 Gennaio
                    Stoker


                    [FONT=Verdana]Il regista orientale dallo stile più occidentale che ci sia, predestinato prende in pieno Hollywood, mettendoci tanta buona maniera per il "Dexter in gonnella" e il prodotto non è nemmeno disprezzabile, ma sotto la patina la sceneggiatura scricchiola, frettolosa nell'epilogo, quasi tradendo purtroppo ogni sottotesto.

                    Voto: 5,5

                    Originariamente inviato da Pink Arrow Visualizza il messaggio
                    Per chi volesse accostarsi al cinema francese suggerisco
                    L'odio di Kassovitz


                    "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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                    • Originariamente inviato da TheGame Visualizza il messaggio
                      L'odio di Kassovitz
                      Non l'ho visto. Potrei citare anche Parigi di Cédric Klapisch www.apinklady.com/cinema/148.html e Il Patto dei Lupi di Christophe Gans (due pellicole agli antipodi, come saprai)
                      Avvampando gli angeli caddero;
                      profondo il tuono riempì le loro rive,
                      bruciando con i roghi dell'orco.


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                      • Parigi mi manca... L'odio te lo consiglio senza riserve, poi con un Cassel giovanissimo e bravissimo.


                        "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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                        • Cercherò di recuperarlo. Invece avevo detestato il dittico su Mesrine di Jean-Francois Richet. Vincent è superbo, ma l'intera operazione mi ha lasciata perplessa per come celebra un criminale terrorista incallito trasformandolo in vittima eroica. E dire che l'impianto registico era ottimo, ma messo al servizio di un'operazione altamente discutibile.
                          Avvampando gli angeli caddero;
                          profondo il tuono riempì le loro rive,
                          bruciando con i roghi dell'orco.


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                          • Originariamente inviato da Pink Arrow
                            Ma per quale motivo secondo voi è stato sopravvalutato? Io l'ho trovato un film quasi perfetto sotto tutti profili: regia, cast, impianto tecnico, fotografia (l'incipit
                            Spoiler! Mostra
                            è fenomenale) contenuti e soprattutto nell'alchimia tra i due protagonisti. Philippe ricusa ogni atteggiamento pietistico e trova in Driss il suo interlocutore ideale, che lo tratta come una persona non disabile. Il film mostra come la miglior terapia sia l'allegria e la risata, e come si possa oltrepassare il confine delle classi sociali e diventare amici. Il titolo originale è Intouchables e rende bene l'idea di una storia realmente accaduta, in cui due anime di estrazione così diversa si fondono in un rapporto di complicità reso appunto "intoccabile" da false meschinità e rancori del mondo circostante. Non mancano ruffianerie né forzature, ma il messaggio globale è di spessore notevolissimo.
                            Il messaggio del film è fondamentalmente che uno dei due è meglio che sia ricco. Altrimenti altro che "non toccati", finirebbero a sbranarsi per le briciole del Welfare elargito dallo Stato.Non si vuole giudicare il prossimo finchè non si devono coprire economicamente i costi sociali dei comportamenti altrui. Trova poca solidarietà d'altronde l'indolenza "vera" degli invalidi "falsi", e ciò sottende la tolleranza ai comportamenti "deviati" (solo) a chi se li può permettere. In Francia possono fare film "rassicuranti" pure sulla prostituzione minorile: con i clienti solventi e le ragazze che prendono 1000 dimostrando di poter rifiutare 999. Scrivendo invece una storia di un padre di famiglia che non paga la mensa scolastica della figlia poichè ha speso gli ultimi 100 per andare con l'amica, la problematicità che ne scaturisce farebbe "linciare mediaticamente" il personaggio , pure negli ambienti che ammiccano sistematicamente a corna e letti. Non mi pare che ci sia un problema culturale, un deficit che il pubblico dovrebbe colmare tramite il cinema, la televisione, la stampa magari con la mediazione dei Vip's, ma prettamente l'evidenza che i ricchi devono pagare le tasse per dare diritti anche ai poveri. Semplice (a dirsi).
                            "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                            • Ti ricordo che il film si basa su una storia vera.
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                              profondo il tuono riempì le loro rive,
                              bruciando con i roghi dell'orco.


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                              • Infatti. Basato su una storia vera dove i personaggi reali sono questi:






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                                dove non è chi non veda la scelta politically correct del cast e dell'impostazione della pellicola, dove tutti sono fondamentalmente buoni e volemose bene.

                                Che poi il film è carino, mi è piaciucchiato: ma non va a al di là di un film di poche pretese.

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