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  • Originariamente inviato da Crystal clear Visualizza il messaggio
    No, nel senso che certi eccessi d'essai ti/ci fanno imprecare. asd
    Rileggendo avevo capito. Scusa, ho la coda di paglia!:seseh:

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    • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
      Ma quella era una battuta asd Se ti può consolare anni fa ho liquidato con un atteggiamento simile Eraserhead :afrrraid:
      Ma io non ho liquidato nulla asd E visto che sicuramente ce l'avevi con me anche sopra, non ho assolutamente "preteso di essere condiviso" quando in realtà ho scritto in maniera chiara che le spiegazioni di Sir Dan mi hanno convinto, pensa un pò xD
      https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

      "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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      • Quindi la parte in cui ho scritto "è un tu assolutamente impersonale" ti è sfuggita :seseh:

        Gente, non atteggiatevi sempre come se gli altri vi stessero addosso con un fucile a pompa...


        Comunque no, hai ragione... questo

        Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio
        Come ho detto, non posso giudicare l'intero film, avendo visto solo i primi 30 minuti, ma fino a quel momento mi è parso un film veramente brutto. Vogliamo parlare della regia? Ok. Partiamo dal primo dialogo di Bruce Willis in treno: il tutto viene inquadrato tramite una soggettiva, che non si capisce di chi sia. Alla fine si scopre che era di una bimba seduta di fronte a loro. Bene, vattela a rivedere quella soggettiva asd Con movimenti sempre uguali, innaturali, meccanici ... terribile asd Era solo una sboronata senza senso. Oppure: il bambino di colore prende il fumetto, lo gira al contrario e gira anche la telecamera (che dovrebbe rappresentare sempre la soggettiva del ragazzo), peccato che nei fatti la testa è ferma e sono solo le mani che si muovono. Per non parlare di Bruce Willis, che a meno che non mi sia perso qualcosa per distrazione, va a chiedere a tutti se si sia mai preso dei giorni di malattia o se si sia mai ammalato in vita sua. Cioè, non ti sei MAI ammalato, non hai MAI preso dei giorni di malattia dal posto di lavoro in vita tua e non te lo ricordi? Assurdo, tutto assurdo. Un nonsense incredibile.

        non è liquidare, no... asd


        Sempre detto io che uno dei maggiori motivi delle incomprensioni del forum è l'uso assolutamente ad minchiam delle parole. :ilsaggiodice:

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        • ringrazio colonel e outis, c'avete pensato voi
          se no qua era da parti con una serie di improperi
          e spero sia solo una questione d'età, spero..

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          • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
            Quindi la parte in cui ho scritto "è un tu assolutamente impersonale" ti è sfuggita :seseh:

            Gente, non atteggiatevi sempre come se gli altri vi stessero addosso con un fucile a pompa...


            Comunque no, hai ragione... questo




            non è liquidare, no... asd


            Sempre detto io che uno dei maggiori motivi delle incomprensioni del forum è l'uso assolutamente ad minchiam delle parole. :ilsaggiodice:
            Al mio paese "Liquidare" un film significa dire una cosa simile "Inland Empire è davvero una cacata", non dire "non posso ancora giudicare il film, ma i primi 30 minuti mi sono sembrati brutti per questi motivi", che tra l'altro, ribadisco, Sir Dan mi ha chiarito e gli ho anche risposto "ok evidentemente una volta visto tutto certe sequenze acquistano un senso maggiore". Le parole "ad minchiam" le usano gli altri, che neanche si prendono la briga di leggere per bene tutti i post.
            https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

            "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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            • Per me tu sei troppo sulla difensiva... e tendi a liquidare un po' troppo in fretta i film che non rientrano nei tuoi gusti asd La prossima volta userò più emoticon, magari ti sarà chiaro l'intento non esattamente serioso dei post.

              In ogni caso io non capisco perché uno si stupisce del fatto che se spari un petardo in uno stagno, ne esce fuori di tutto (e questa è una citazione colta, chi la indovina vince il blu ray di TTOL da me autografato). O sei ingenuo, o pensi bisogna essere sempre d'accordo con te, o pensi che il forum sia come facebook. O0

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              • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
                ma poi l'hai visto per intero... giusto? :evil:
                Ovviamente asd All'epoca di Lynch non avevo visto nulla, era il periodo in cui ero ancora molto digiuno di film. Ma al contrario di molti egocentrici narcisisti del forum, non ho nessun problema ad ammettere che prendo delle cantonate nella valutazione di un film, e che, soprattutto, col tempo sono maturato molto nel mio approccio nei confronti del cinema.

                Ai tempi per esempio (e chi c'era se lo ricorderà) ero anche molto più intransigente nei cinecomic, adesso sono molto più "sciolto", e riesco a vedere quel buono che c'è.

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                • Ti sei dato una registrata anche sul cinema classico hollywoodiano?

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                  • Non ne ho bisogno, io adoro il cinema classico, semplicemente non do per automatico che ogni esponente del cinema classico sia meglio di ogni esponente del cinema contemporaneo.

                    Qui dentro c'è una idolatria del cinema classico, per cui ci sono più persone che non farebbero fatica a sostenere che La donna del ritratto è un film complessivamente superiore e più meritevole di ISDA, solo perché, appunto, il primo è classico ed è di Fritz Lang. Ora, a parte il fatto che il film per me non è tutto 'sto capolavoro, in quanto Lang adotta lo stratagemma narrativo del Wiene del Caligari, ma trasportato al noir, sicuramente non lo considero superiore ad ISDA, per dire, "manco di striscio", giusto per usare una espressione molto tecnica. :seseh:

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                    • Prima che lasci passare troppo tempo dalla visione, avvenuta ormai da più di una settimana, volevo lasciare qualche opinione su

                      Pleasantville

                      Innanzitutto ho provato un senso di nostalgia perché mi sono trovato di fronte a un film che definirei "medio", commercialmente parlando, poiché seppur con un budget di 60 milioni (appena controllato su BOM, pensavo molto meno) che gli garantisce un ottimo aspetto tecnico è un film che vive soprattutto di idee, grandi o piccole che siano. E' inoltre un film che può piacere alle masse per la facciata e può piacere ai cinefili per gli omaggi e per le tante riflessioni sul cinema e sulla cultura in genrale che offre. Sono passati poco più di 15 anni, ma sembrano molti di più, perché ormai stiamo andando in una direzione in cui fai il blockbuster indirizzato alle masse (che poi floppi è un altro discorso) o il film indie con tutte le sue regole e i suoi personaggi ormai stereotipati che guarderano quattro persone. Di questi tempi gli unici film paragonabili a questo Pleasantville sono alcuni di quei film da Oscar che mascherano con l'autorialità dei progetti in realtà molto più crowd-pleaser e quindi risultano molto più genuini.

                      Tornando al film, il presupposto è un riciclo di Sherlock Jr. e La rosa purpurea del Cairo, in cui Allen a sua volta ribaltava l'idea alla base del film di Buster Keaton. Tuttavia, Pleasantville offre molto altro rispetto a questo "furto".
                      Ai protagonisti del film viene concessa da un misterioso anziano signore, a loro insaputa, la possibilità di entrare dentro uno show televisivo che conoscono a memoria. All'effetto di sorpresa e spaesamento ai aggiunge subito la capacità di sapere interpretare un ruolo e mettere alla prova le capacità mnemoniche per ricordare cosa succedeva in quell'episodio e questa può essere una metafora per tutte quelle situazioni nella vita in cui ci si trova da passare da una teoria conosciuta alla perfezione alla pratica che si rivela molto più impegnativa e piena di insidie.

                      In un secondo momento i personaggi (che sono un fratello e una sorella, interpretati da Tobey Maguire e Reese Witherspoon) devono decidere quindi se interpretare i personaggi dello show televisivo anche se va contro le loro inclinazioni personali o seguire apunto il loro modo di essere e le proprie ambizioni. Un paradosso applicato tante volte nei film sui viaggi nel tempo è sfruttato quindi in un modo completamente diverso, ma mostra come le conseguenze potrebbero essere egualmente disastrose: l'anziano misterioso interviene nuovamente sgridando i due ragazzi poiché sta assistendo a delle repliche della serie con rilevanti modifiche negli episodi rispetto a come li ricordava. Questi aspetti che ho evidenziato parlano quindi del ruolo dell'attore e della sua continua capacità a doversi adattare e trasformarsi o, in alternativa, ridursi a ruoli in cui deve essere poco più che se stesso; dall'altra parte ci fa riflettere sull'importanza del patrimonio culturale e soprattutto su quanto sia essenziale continuare a tramandarlo di generazione in generazione senza modifiche, una cosa che può sembrare scontata nell'epoca digitale, ma forse non così facile in passato, in cui probabilmente ci si doveva battere per la protezione delle opere artistiche ed evitare che qualcuno le modificasse a piacimento per personali scopi politici, economici e di potere.

                      In seguito, sempre tramite metafore della trama che non vi voglio svelare più di tanto, il film prende un'altra direzione allo stesso tempo ribaltando e approfondendo i concetti di cui sopra: il messaggio fondamentale è che il nuovo non può prescindere dal vecchio e il vecchio non deve essere destinato a scomparire, ma altresì continuare a vivere nel nuovo. Un'idea di forte amore per il cinema e per l'arte che è presente anche nel recente Hugo Cabret di Martin Scorsese.
                      Il film fa questo con graduali passaggi dal bianco/nero al colore, di cui non voglio rivelare oltre e lo fa proponendo molte situazioni divertenti e talvolta anche tragiche.
                      Infine ci dice che i personaggi diventano veri quando assumono delle emozioni in cui possiamo immedesimarci, oltre a recitare semplicemente delle battute.

                      Se non si fosse ancora capito, è un film che consiglio vivamente a tutti.
                      Ah, quando ho scoperto nei titoli di coda che il regista era Gary Ross quasi ci sono rimasto male, mi dispiace che dopo avere diretto questa perla sia poi tornato alla ribalta solo grazie ad Hunger Games.


                      Negli ultimi tempi quando commento un film forse avrete notato che è per parlarne bene o benissimo. Non è che i miei gusti siano facili, anzi... semplicemente trovo meglio investire il mio tempo consigliandovi qualcosa che mi è piaciuto e ritengo meritevole rispetto al provare a tenervi alla larga da prodotti mediocri o insipidi, poi ci potrebbero essere alcuni casi che alcuni film siano talmente brutti e pieni di errori e situazioni WTF che commentarli potrebbe diventare un divertimento.

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                      • Originariamente inviato da outis81 Visualizza il messaggio
                        Non ne ho bisogno, io adoro il cinema classico, semplicemente non do per automatico che ogni esponente del cinema classico sia meglio di ogni esponente del cinema contemporaneo.
                        OK, giusto per sapere. Sei ancora un po' indietro di cottura: torna in forno!

                        Bellissimo il paragone tra La donna del ritratto e Il signore degli anelli... ISDA sta per quello, vero?

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                        • Originariamente inviato da ColonelBlimp Visualizza il messaggio

                          Bellissimo il paragone tra La donna del ritratto e Il signore degli anelli...
                          Che non mi sono inventato io, caro... e aggiungo, purtroppo :-\ "Te lo dico da amico", come direbbe Crozza che imita Razzi, tu non hai idea delle cose che si sono lette qui dentro asd

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                          • Originariamente inviato da Mr Bloody Visualizza il messaggio
                            Per me Moulin Rouge è certamente il suo miglior film: il più emozionante, trascinante e colorato
                            Non ho ancora visto Il grande Gatsby, ma non ci vuole molto a capire che sarà molto al di sotto di Moulin Rouge, il suo capolavoro, in una filmografia tutt'altro che memorabile, con l'imbarazzante Australia sul podio del suo peggior film in assoluto.

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                            • Originariamente inviato da Ellie Arroway Visualizza il messaggio
                              Non ho ancora visto Il grande Gatsby, ma non ci vuole molto a capire che sarà molto al di sotto di Moulin Rouge, il suo capolavoro, in una filmografia tutt'altro che memorabile, con l'imbarazzante Australia sul podio del suo peggior film in assoluto.
                              Beh, sinceramente a parte Australia (mediocre sicuramente, ma nemmeno pessimo come narra la leggenda metropolitana) la breve filmografia di Luhrmann continuo a considerarla di gran valore.
                              Moulin Rouge! sono concorde nell'acclamarlo come suo capolavoro, la massima espressione del suo personalissimo stile. Inarrivabile. Questo però non vuol dire che film come Romeo+Giulietta, Il grande Gatsby e il quasi sempre omesso dalla lista Ballroom siano poca cosa. Tutt'altro.


                              Visto questa sera Storia di una ladra di libri (2013)

                              Nulla di particolarmente originale, dato il genere, ma quello che c'è è raccontato molto bene.
                              Per un volta s'intravede la vita dei tedeschi nella Germania nazista piuttosto che rincarare la dose sui temi più immediati e già ampiamente illustrati altrove.
                              Ottima l'interpretazione di Rush che fa da vero punto fermo all'intera vicenda con il suo carisma. Gradevole la coppia di giovani protagonisti (sopratutto il biondino).
                              Non ho particolarmente gradito la voce narrante che di tanto in tanto "invade" la scena, o meglio, l'ho trovata poco appropriata quando tenta di ironizzare o sdrammatizzare.
                              Commovente la carrellata finale sulle fotografie d'epoca.

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                              • Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio
                                Comunque, non ho detto che Shyamalan non conosca la grammatica cinematografica, l'ho solo accusato di essere stato stilisticamente presuntuoso, peccato che capita a tanti registi di talento (esempio: Paolo Sorrentino).
                                Guarda, potevi anche cavartela fino a questo paragone ma ora ripensando a tutto il discorso capisco che hai preso un granchio bello grosso

                                Per quanto non mi vada a genio lo sciamano non mi sognerei mai di dire che non ha proprietà di linguaggio cinematografico, che fa lo sborone stilistico o che il suo approccio al mezzo filmico sia presuntuoso. Quello è Sorrentino, con i suoi dolly a ca**o e le sue carrellate senza senso. Se non gli danno il camera crane sul set è disposto a pagarlo di tasca sua... Shyamalan invece è dimesso e trattenuto, ogni movimento ha uno scopo, ogni inquadratura un significato. Si vede che fa i "compiti a casa" perchè studia attentamente la regia dei suoi film (tranne gli ultimi), senza lasciarsi andare in virtuosismi tanto per farli. Quando fa un dolly ti si apre un mondo, quando lo fa Sorrentino è solo la cinquasettesima volta...

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