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  • E' solo più inferiore rispetto a quei due colossi. Ma è pur sempre di alto livello, già dall'incipit.
    E ha un susseguirsi di momenti cult a gogo come non se ne vedeva da Pulp Fiction.
    Nel complesso e nella sua complessita' traballa, ma io sono uscito dalla visione soddisfatto di tutto quel grande cinema a cui avevo assistito.

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    • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
      e pensa quanto sono grandi quei due se Vizio di forma, pur inferiore, è così bello :seseh:
      A me lo dici? Mica ho avuto bisogno di due visioni per sapere che The Master era un film straordinario :lingua:

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      • Risposta capovolta. Che stile.

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        • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
          risposta prevedibilissima che non cambia di un millimetro la questione :seseh:
          Ma insomma, se non mi è piaciuto non mi è piaciuto, che palle xD

          Comunque sto guardando Il miglio verde, anche a voi piace come piace a me (cioè molto)?

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          • Tutto tranne il finale paracattolico.

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            • Molto sì. Tutto, anche e soprattutto il finale che dà un senso molto bello a tutta la parabola della storia.
              Finale cristiano più che cattolico, con un sapore veterotestamentario molto forte... Un uomo buono e giusto che viene comunque punito, come Mosé. Bello.

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              • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
                e pensa quanto sono grandi quei due se Vizio di forma, pur inferiore, è così bello :seseh:
                Ma non così tanto :lingua:

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                • PREDESTINATION
                  e alla fine i soldi glieli ho dati e con piacere non me ne sono pentito. probabilmente telefonato e prevedibile per chi mastica un po' di fantascienza (è il film stesso che lascia volutamente più indizi di quanto dovrebbe), tuttavia grazie ad una graziosissima confezione e a due interpreti in stato di grazia riesce comunque a catturare l'attenzione. mai noioso, mai un calo, scorrevolissimo...non è assolutamente affetto da "Nolanite" come dice Alò. di spiegone ce n'è uno o due in croce, il resto sono dialoghi, ricordi, flashback etc. il suo problema è forse l'ingenuità di scrittura e regia...si doveva fare meglio per mascherare gli indizi nel corso della vicenda, lo spettatore di oggi, abituato a tali paradossi da cinema sci fi, non si lascia più ammaliare come 20 anni fa. ciò detto la vicenda umana dei protagonisti ha un'anima e un senso e riesce a tenere viva l'attenzione anche se avevo già capito tutto dopo 20 minuti neanche.

                  una cosa per chi l'ha visto:
                  Spoiler! Mostra
                  CIO' CHE PIACE E CIO' CHE E' BELLO, BADATE BENE, SONO DUE E DUE COSE SOLTANTO!
                  cit. me stesso

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                  • Alexander (Ultimate Cut) di Oliver Stone (2004)


                    I ricordi di quando vidi all'età di 11 anni questo film, sono stati distorti con il tempo, visto che giunsi a considerarlo addirittura un capolavoro. Rivedendolo in questi giorni (nella mastodontica Ultimate cut da 3 ore e mezza) purtroppo devo dire che non è un capolavoro, ma solo un ottimo blockbuster che si piazza diritto però tra i migliori degli ultimi 15 anni.
                    Avendolo visto adesso, con conoscenze sia storiche che cinematografiche accurate, mi ha permesso di sezionare questo mastodontico filmone.
                    Il grande Oliver Stone sfrutta la storia per lanciare un attacco agli USA. La pellicola al di sotto della superficie rappresentate la vita di Alessandro Magno, è una gigantesca metafora sui primi anni dell'amministrazione Bush (che avendo all'epoca 11 anni e lobotomizzato dal sistema non potevo comprendere, anche se fui l'unico ad apprezzare al cinema tale film...tutti lo fischiarono in sala).
                    Alessandro Magno è l'incarnazione storica di Bush Jr., mentre suo padre Filippo II rappresenta Bush Sr.
                    Filippo di Macedonia infatti soggiogò, con la forza la Grecia, ma lasciò incompiuto il lavoro proprio perchè fu assassinato. Bush Sr. con l'operazione Desert Storm portò scompiglio in oriente, senza però distruggere l'Iraq che sopravvisse altri anni e quindi lasciò il tutto incompiuto e poi perse le elezioni di metà mandato.
                    Il figlio di Filippo/Bush Sr. (Alessandro/Bush/Jr.), per dimostrare al padre di essere un uomo (vicenda molto autobiografica, visto che Stone fece lo stesso nei confronti del padre), decise di invadere con un pretesto l'impero Persiano/l'Iraq (Stone andò a combattere in Vietnam).
                    Un regno tirannico (la Macedonia/America), invade un impero persiano/Iraq che non aveva mai fatto nulla di male verso tale regno. Da notare come nella battaglia di Gaugamela, il re Dario III sia raffigurato in modo identico ad Osama Bin Laden (la barba è identica) che dopo la sconfitta si ritira con i suoi seguaci (i talebani) sulle montagne per combattere e soffrire per la libertà del suo popolo dall'invasore straniero.
                    Da notare come i discorsi di Alessandro sul fondere la cultura Greca e Asiatica in modo forzoso, non siano altro che un richiamo alla famosa frase di Bush jr. "Esporteremo la democrazia in tutto il mondo". Non importa il consenso dei popoli locali o se costoro siano giunti ad una sorta di autocoscienza personale, se Alessandro/Bush Jr. vogliono questo nei confronti dei popoli barbari/iracheni, quest'ultimi devono piegarsi al loro volere. Ma una guerra tira l'altra, e la sete di conquista di Alessandro è infinita, tanto che vuole espandersi sino agli estremi confini del mondo per unificare Europa ed Asia (una chiara metafora della globalizzazione imposta dagli USA che vogliono distruggere i valori e le ricchezze di ogni singolo stato, per imporre i loro).
                    Alessandro, sulle orme di Ulisse (quello Dantesco), che vuole spingersi sino agli estremi confini del mondo per colmare la sua sete di conoscenza, anche a costo di sacrificare migliaia di soldati macedoni/americani per realizzare il proprio sogno impossibile. per liberarsi dall'ombra dell'ingombrate figura paterna, Alessandro/Bush jr., riusciranno dove i loro predecessori hanno fallito, per un motivo o per un altro.
                    Costato 155 milioni di dollari, ogni singolo centesimo si vede che è stato speso al meglio. i costumi, le scenografie e le location sono magnifiche per la loro fedeltà e la perfetta ricostruzione di esse. Stone a differenza di molti filmacci che usano la storia in modo romanzato, con Alexander riesce a realizzare un prodotto fedelissimo alla verità storica e che lascia ben poco spazio ai modi di fare Hollywodiani e sopratutto risulta narrato in modo anti-spettacolare, poichè in questi tre ore e mezza, vi sono sole 2 battaglia dalla durata non molto elevata.
                    L'Alessandro di Stone è una persona tormentata, folle e idealista. Il suo sguardo è rivolto verso orizzonti lontani, ma risulta incapace di vedere la situazione intorno a lui. E' incapace di liberarsi dall'ossessione del ricordo del padre e dall'ingombrante figura materna. Una conquista di enormi territori come espiazione dell'assassinio del padre e per dimostrare a tutti di essere un uomo. La regia di Oliver Stone è in grande spolvero, con piani sequenza, dolly e primi piani sempre ben calibrati. Una fotografia da urlo capace di far respirare l'aria del tempo allo spettatore e che ci concede una fantastica sequenza psichedelica, con tinte rosse nella sequenza della battaglia contro gli indiani per dimostrare come il potere si basi sul sangue dei caduti.
                    Macedoni che disprezzano i barbari considerandoli inferiori, così come gli USA considerano le popolazioni del medio oriente come inferiori, ma poi nel privato non sono così moralmente superiori come vogliono far credere (basta vedere le tante sequenze delle feste dove si commette ogni depravazione). Eccellente adoperare l'uso di una narrazione non lineare in modo da non rendere eccessivamente ingombrate l'inizio di vita di Alessandro. Coraggioso a trattare anche il tema dell'omosessualità in un blockbuster.
                    Ottimi gli attori, in primis un Colin Farrell alla sua miglior interpretazione. Eccellente la Jolie, che dopo Changeling ci regala la sua miglior interpretazione della carriera.
                    Dei difetti vi sono purtroppo, il ritmo anti-spettacolare può allontanare tutti coloro che cercano dei film dall'intrattenimento facile che piegano la storia romanzandola, ma dai contenuti poveri. la Jolie e Val kimer sembrano non invecchiare mai, nonostante Alessandro passi dall'infanzia ai 20 anni...quindi il lavoro dei truccatori è rimandato. Gli ultimi 15 minuti con lo spiegone di Tolomeo sono inutili, irritanti e ridondanti. Lo spettatore tutto quello che aveva da capire (a meno che non sia tonto), lo aveva già capito bene nelle 3 ore precedenti, grazie all'ottimo uso delle immagini, accompagnate tra l'altro da buonissime colonne sonore dei Vangelis, che conferiscono un'aria di divina epicità alla storia.
                    Purtroppo il film si è rivelato inspiegabilmente un flop pazzesco al botteghino che ha messo praticamente fine alla carriera di Stone, poichè il pubblico gli preferì quell'anno quel mediocre filmetto di Troy che si faceva beffe della veridicità storica e del poema dell'Illiade, a favore di una spettacolarizzazione modaiola ed estrema. Inutile commentare le nomination ai razzie award nettamente immeritate. La critica USA che massacrò tale pellicola è inutile dire che non conta e non ha capito niente.

                    PS : Sono passati tanti anni, ma che io ricordi, la battaglia di Guagamela nella versione cinematografica, mica avveniva ad inizio film? Io mi ricordo che c'era prima un'altra macro-sequenza...​

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                    • da quel poco che ho letto qui vedo che l'ultimo lavoro di PT Anderson (Inherent Vice) non vi è piaciuto, forse perchè ne avete colto solo la patina più superficiale di divertissement sregolato e fuori di testa (come il suo protagonista perchè l'opera è esattamente una prospettiva di "Doc", è l'America di quegli anni nevralgici filtrata attraverso il suo sguardo stralunato, lisergico ma, a suo modo, puro).

                      Invece, imho, è un film grande ed importante, sottile e sfumato, ben più problematico di quanto possa apparire in superficie e addirittura "politico". Anderson ama molto gli anni '70 (e questo già la sapevamo) ma qui si va oltre l'affresco nostalgico, il diario sentimentale, questo è proprio un viaggio (grottesco ma amaro) nell'anima di una nazione in un momento cruciale della sua storia. E' un viaggio che intende sancire ed esplorare la fine del sogno americano, il fallimento delle utopie degli anni '60, il crollo dell'idealismo ingenuo e positivo, la presa di coscienza di un popolo, all'insegna del disincanto, per mezzo di orrori sociali quali il Vietnam o le gesta nefande della Manson's family. Anderson rivive questo fallimento, tra cinismo ed ironia, e sposta tutta la sua carica nostalgica, nei confronti di quel mondo tanto mitizzato, sul personaggio di "Doc", anti-eroe "romantico" stralunato, un personaggio tra il Marlowe di Altman e il Lebowski dei Coen, l'unico verso cui dispensa un evidente affetto bonario.

                      Contaminando il noir (genere classico e quasi "sacro") con la comicità slapstick, il regista effettua un'ulteriore transizione nella sua rivisitazione dei generi amati, dando vita ad un film ostico, complesso, paradossale, ma anche enorme, magnetico, emblematico. E la scena "hot" tra "Doc" e Shasta è una piccola perla, una lezione d'erotismo in bilico tra comico e tragico.

                      Non ha la perfezione formale ed il controllo assoluto di The Master ma è un ulteriore passo avanti dell'autore nel suo processo di elaborazione di un cinema personale, sincero, nato dalla metabolizzazione dei suoi miti personali (Altman, Scorsese).

                      Invito ad una seconda visione coloro che proprio non hanno gradito
                      "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                      Votazione Registi: link

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                      • grazie della segnalazione allora passo di là
                        "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                        Votazione Registi: link

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                        • Blue Steel - Bersaglio mortale. rivisto ieri dopo tempo.

                          è un ottimo poliziesco action anni 90, consigliatissimo!

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                          • Mi é piaciuto parecchio: il film più "cameroniano" della Bigelow secondo me, anche più di SD.

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                            • Ho rivisto dopo una vita From Hell (La vera storia di Jack lo Squartatore), e in alcune sequenze mi sono venuti davvero i brividi. Lasciando perdere le differenze con la graphic novel (che purtroppo ancora non ho avuto modo di recuperare), c'è una costruzione del personaggio di Jack talmente profonda e viscerale che si arriva a vederlo quasi come un mostro, una creatura sovrannaturale, diabolica, più che un semplice assassino seriale.
                              Tutte le scene in cui c'è lui, in cui viene mostrato di spalle, o con un'ombra, negli atti preparatori, sono puro spettacolo e suggestione; il tutto elevato da una colonna sonora con brani ispiratissimi. Uno in particolare, quello che si ascolta per qualche minuto dal grammofono di Jack ispira immediatamente puro male.
                              Magnifico.

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                              • Mud
                                Mi ha colpito molto. Parte (e per la verità procede anche) lentamente, ma quando ingrana riesce pienamente a coinvolgere. Il finale mi è piaciuto tantissimo, molto commovente. Bravo McConaughey ma è Tye Sheridan ad essere stato veramente sorprendente. Bello.

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