Non ha ne fine ne inizio. E' straordinario per questo, come l'assenza della scelta capitoli nel dvd.
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MD l'ho visto quattro volte e avrò letto decine di spiegazioni, rimane ancora qualcosina fuori posto o con più possibilità interpretative, ma per il resto fila tutto liscio. Considerando che all'inizio dove essere una serie tv, è un miracolo che alla fine risulti così lineare, nonostante a prima vista possa non sembrarlo. Per il resto è un film che ben rappresenta Lynch e il cinema tutto perché unisce sequenze e generi differenti (si passa dal neo-noir, al romance, al grottesco, ecc.) finendo per amalgamarli in un prodotto unico e inimitabile. Non l'avevo capito per niente la prima volta, ma mi aveva colpito la sua fluidità e l'atmosfera onirica che lo pervade.
LH è un film interessante e dal punto di vista psicologico forse anche più profondo di come lo sarà il suo successore, ma gli mancano la continuità, il ritmo e la compattezza di MD a mio parere. Inoltre, per chi ci tiene a capire anche le cose, leggendo le varie interpretazioni o anche semplicemente guardando il film più volte ci si rende conto che troppe cose stridono o non tornano. In MD magari non capisci, ma inconsciamente senti che c'è una ragione per tutto, in LH non provavo invece questa sensazione.
Poi c'è IE, rivisto qualche mese fa insieme agli altri due e a livello di preferenza personale lo collocherei nel mezzo, laddove quando lo vidi anni fa lo consideravo il migliore. E' sicuramente un'opera estrema ed unica dove il regista trasforma definitivamente il cinema in sogno rendendo tutti gli elementi filmici malleabili e scomponibili come avverrebbe con i pensieri in fase di riposo appunto. Per quanto possa sembrare fatto tutto libero o a caso, trovo che è come se ci fosse una sorgente comune per tutti gli eventi a cui assistiamo e nessuno di essi è slegato dagli altri, seppure i collegamenti siano alle volte molto sottili e reinterpretabili in più modi. Questo film è un po' come la complessità dell'essere umano, tanti pensieri slegati tra di essi ma alla fine riconducibili alla stessa persona.
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Originariamente inviato da lt.aldo.raine.89MD l'ho visto quattro volte e avrò letto decine di spiegazioni, rimane ancora qualcosina fuori posto o con più possibilità interpretative, ma per il resto fila tutto liscio. Considerando che all'inizio dove essere una serie tv, è un miracolo che alla fine risulti così lineare, nonostante a prima vista possa non sembrarlo. Per il resto è un film che ben rappresenta Lynch e il cinema tutto perché unisce sequenze e generi differenti (si passa dal neo-noir, al romance, al grottesco, ecc.) finendo per amalgamarli in un prodotto unico e inimitabile. Non l'avevo capito per niente la prima volta, ma mi aveva colpito la sua fluidità e l'atmosfera onirica che lo pervade.
LH è un film interessante e dal punto di vista psicologico forse anche più profondo di come lo sarà il suo successore, ma gli mancano la continuità, il ritmo e la compattezza di MD a mio parere. Inoltre, per chi ci tiene a capire anche le cose, leggendo le varie interpretazioni o anche semplicemente guardando il film più volte ci si rende conto che troppe cose stridono o non tornano. In MD magari non capisci, ma inconsciamente senti che c'è una ragione per tutto, in LH non provavo invece questa sensazione.
Poi c'è IE, rivisto qualche mese fa insieme agli altri due e a livello di preferenza personale lo collocherei nel mezzo, laddove quando lo vidi anni fa lo consideravo il migliore. E' sicuramente un'opera estrema ed unica dove il regista trasforma definitivamente il cinema in sogno rendendo tutti gli elementi filmici malleabili e scomponibili come avverrebbe con i pensieri in fase di riposo appunto. Per quanto possa sembrare fatto tutto libero o a caso, trovo che è come se ci fosse una sorgente comune per tutti gli eventi a cui assistiamo e nessuno di essi è slegato dagli altri, seppure i collegamenti siano alle volte molto sottili e reinterpretabili in più modi. Questo film è un po' come la complessità dell'essere umano, tanti pensieri slegati tra di essi ma alla fine riconducibili alla stessa persona.
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Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggioSinceramente l'opinione di "una sola visione molto tempo fa" per un film come MD non ha basi sufficienti per scandalizzarmi asd
Originariamente inviato da Roy E. Disney Visualizza il messaggioLo Hobbit?
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Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggioCon Seven mi sono incontrato dal vivo e ci mandiamo a quel paese su facebook ogni due giorni ed inoltre ci conosciamo virtualmente da fine 2012...il "lei" posso abbandonarlo.
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Originariamente inviato da Roy E. Disney Visualizza il messaggioAh aaaaaaah... ora non lo diamo più il lei... :twisted:
xD
Ormai si usa solo per le mamme.
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Suburra di Stefano Sollima
Uno spaccato d'Italia di questi ultimi anni (solo?) che riesce ad affascinare e disgustare allo stesso tempo. Affascinare per il mondo di ricchezza e potere in cui sono immersi i personaggi e disgustare per l'impotenza che proviamo dinnanzi a certe dinamiche più grandi di noi che sfuggono e che spesso restano impunite.
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Dheepan di Jacques Audiard:6
Non mi ha fatto impazzire.Audiard è sicuramente tecnicamente bravo e produce immagini simboliche interessanti,in primis quella dell'elefante,e sicuramente le scene di violenza,soprattutto verso la fine,sono girate con molto efficacia.
Ma a parte questo e un po di ironia intelligente sulle diversità culturali,il film non entra mai nel cuore,accenna tutto e non incide quasi mai.Sono d'accordo con la rece di Donzelli in Coming soon,ma anche con quella di Niola su Badtaste,sull'urgenza di raccontare per forza questo tema,e sul rappresentare simboli più che personaggi in carne e ossa.Non vale proprio per tutte le figure del film,ma per buona parte.
Un film a volte interessante e anche ambiguo nel messaggio finale,ma essenzialmente poco sentito.Palma d'oro comprensibile,comunque,visto il tema..
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Suburra
Sollima si muove ormai in un territorio che conosce come le sue tasche, sia per tipologia di film che vicende. Il risultato è un'opera calibrata in ogni suo aspetto, ma ora da questo fior di regista mi aspetto di più e già qui, per me, si poteva scavare ulteriormente in determinate dialettiche.
Bravo, ma anche il "bravo", se ripete la sua destrezza "a nastro", rischia prima o poi di annoiare.
Menzione speciale per Claudio Amendola. Per una volta non sono stato assalito da istinti pavloviani di omicidio nel guardarlo.
Ps inutile esordire con un "hola gente", "come va", "quanto tempo" o cose così. Io torno a cicli, sono tipo Melmoth. xD
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