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  • Certo che queste storie gay hanno anche rotto un po le balle eh, sembra la moda dell'ultimo anno far film del genere.

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    • Non vedo dove sia il problema, fanno film su ogni minima cosa, ci mancherebbe che non lo facessero su una realtà ben presente nel mondo XD

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      • Originariamente inviato da Andrea90 Visualizza il messaggio
        Certo che queste storie gay hanno anche rotto un po le balle eh, sembra la moda dell'ultimo anno far film del genere.
        Di film interamente o con qualche personaggio o tematica gay se ne fanno a decine l'anno dagli anni 60, specialmente in quel periodo nel cinema non americano. Mi vengono in mente pochi maestri del cinema italiano che non ne siano occupati in qualche modo. Forse a te pare diventata una moda perché ora ha raggiunto anche il livello top del cinema commerciale e industriale (Prometheus, la bella e la bestia! la disney!) che è l'unico tipo di cinema che conosci.
        Ultima modifica di Sebastian Wilder; 11 febbraio 18, 22:22.

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        • Prometheus coppie gay? Meglio te lo riguardi.

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          • Originariamente inviato da T87
            Non è la prima volta in pochi giorni che qualcuno confonde Prometheus con Covenant...
            Eddaje...non mi son confuso,ho pensato a Prometheus ma ho scritto Covenant!
            "Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione...E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser...E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia... E' tempo di morire"

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            • Originariamente inviato da Sebastian Wilder Visualizza il messaggio

              Di film interamente o con qualche personaggio o tematica gay se ne fanno a decine l'anno dagli anni 60, specialmente in quel periodo nel cinema non americano. Mi vengono in mente pochi maestri del cinema italiano che non ne siano occupati in qualche modo. Forse a te pare diventata una moda perché ora ha raggiunto anche il livello top del cinema commerciale e industriale (Prometheus, la bella e la bestia! la disney!) che è l'unico tipo di cinema che conosci.
              Anche STAR TREK BEYOND! Gay Power! Considerto poi il movimento METOO, direi che l'eterosessualità ha i giorni contati...

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              • Originariamente inviato da ColonelBlimp Visualizza il messaggio
                GOD'S OWN COUNTRY (2017) di Frances Lee

                Un altro bel film gayo dell'anno scorso, anch'esso passato per il Sundance. L'ambientazione in una fattoria di allevatori nelle campagne dello Yorkshire e la storia d'amore fra il figlio del proprietario e un lavorante rumeno non possono non richiamare alla mente BROKEBACK MOUNTAIN, che peraltro viene citato letteralmente in un paio di occasioni.
                Anche in questo caso, come già nel film di Guadagnino, il discorso dell'accettazione di sé è completamente ignorato, per concentrarsi sull'educazione sentimentale di un ragazzo per il quale il sesso (e l'alcol) è solo una delle poche distrazioni da una vita di lavoro e responsabilità che vive come una prigione.
                Parlato in un inglese quasi incomprensibile (ho fatto fatica anche coi sub inglesi) che mi è sembrato una metafora dell'incapacità dei personaggi di articolare i propri sentimenti, comprenderli e comunicarli. Bello e commovente il finale, ma anche il trattamento del rapporto col padre (Ian Hart) e il realismo che il regista ha iniettato nella vita di duro lavoro alla fattoria, attingendo dalla sua esperienza personale.
                E qui a differenza che nel pudico film di Guadagnino i batacchi si vedono ed uno è così grosso da mettere a disagio il povero spettatore normodotato.



                Andrea90 di film LGBT ne escono a vagonate ogni anno, da sempre, oggi è solo più evidente perché per vederli basta possedere un computer o un telefono.

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                • Sì? Non lo sapevo. Anyway ovviamente scherzavo, anche perché - storicamente - non c’è luogo più appropriato di Star Trek per un’apertura al “diverso”. Qualsiasi vero fan ne è ben cosciente e ama quel mondo (anche) per questo.

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                  • A Ciambra di Jonas Carpignano

                    In Italia ormai pare che solo gli outsiders siano capaci di girare bei film. Lo ha fatto Guadagnino e lo ha fatto anche Jonas Carpignano con questo piccolo gioiello che è A Ciambra. Giovane regista italoamericano e attori non professionisti di origine non italiana. Insomma, tutta gente che non fa parte del solito sistema. Questo dovrebbe far riflettere. In ogni caso, più straniero che italiano, Carpignano realizza un film profondamente legato alla cinematografia nostrana, più italiano di tanta roba che invece ammicca alle commedie d'oltralpe o al cinema anglosassone. E lo fa ricollegandosi direttamente alla corrente neorealista e alla tecnica del pedinamento teorizzata da Zavattini. E' davvero un film neorealista realizzato nel nuovo millennio.
                    A Ciambra parte lentamente, forse troppo (mi stavo abbioccando) per poi però cominciare ad ingranare gradualmente sino a raggiungere dei bei momenti emotivi, tra i più sinceri degli ultimi anni.
                    Diamo spazio ai giovani che hanno idee (tipo me! ).
                    https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                    "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                    • Originariamente inviato da ColonelBlimp Visualizza il messaggio
                      Anche STAR TREK BEYOND! Gay Power!
                      Pure un horror l'anno scorso:

                      Luminous beings are we, not this crude matter.

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                      • Allied

                        Pensavo fosse più un melodramma e invece mi sono trovato davanti a quello che per buoni due terzi funziona alla grande come thriller hitchcockiano come non se ne vedevano da tempo non tanto per l'azione ridotta ai minimi termini quanto per la tensione psicologica che il regista riesce sapientemente a ricreare attraverso un'ambiguità che funesta l'intero percorso morale del protagonista, un Pitt che appare peraltro più annichilito che dilaniato dal dubbio, effetto non so fino a che punto voluto. Certo è che Zemeckis merita di essere inserito in quella ristretta cerchia di grandi Autori americani capaci di regalare emozioni attraverso una classicità senza tempo, lontano dalle mode e dalla superficie.

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                        • Ave Cesare! dei fratelli Coen

                          Un cazzeggio a tratti divertente ma largamente stitico.
                          https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                          "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                          • Asura: city of madness (Sung Su-Kim, 2016)

                            Crime movie coreano cupo nelle atmosfere e dalla trama complessa, dove corruzione, avidità e cupidigia sembrano dominare senza pietà. Un film a combustione lenta, che forse deluderà i patiti dell'azione pura, che arriva solo verso la fine, lasciando ampio spazio alle tensioni fra i vari personaggi: ottimamente diretto e fotografato, mi è parso assai meno manierista delle ultime cose coreane che ho visionato, e chissà che non possa essere una ripartenza per una cinematografia che in questo ambito ha raggiunto livelli elevati e forse non più eguagliabili. Cinema di genere e politico, un po' sfiancante nelle sue due ore di durata, ma teso e coinvolgente.

                            Sacrificio fatale (M. Tolkin, 1991)

                            Recuperata questa perla dei Nineties che non solo non avevo mai visto, ma di cui ignoravo l'esistenza fino a pochi giorni fa, diretta dallo sceneggiatore de I protagonisti di Altman: al centro del film vi è il proselitismo religioso negli Usa, ma narrato senza alcun intento didascalico, bensì immergendosi in un racconto cinematografico che costeggia brandelli di generi vari, fino a virare nella parte finale in un'idea di cinema fantastico che può sconcertare, anche perché il regista sembra non prendere alcuna posizione sul tema, ma che ammalia per resa visiva e per il coraggio di mettere in scena addirittura l'Apocalisse. Ottima Mimi Rogers nella parte di una donna che, stanca di una vita di sesso occasionale, si lascia coinvolgere lentamente ma inesorabilmente in una setta religiosa, c'è anche un David Duchovny pre - X Files in un piccolo ma decisivo ruolo. Sicuramente non perfetto ma molto affascinante, figlio di una Hollywood che era ancora capace di osare dentro le coordinate del cinema popolare.

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                            • Final Portrait di Stanley Tucci

                              Tucci sceglie di raccontare l'artista svizzero Alberto Giacometti (del quale ammetto di aver ignorato l'esistenza fino a ieri) realizzando un film che segue la tormentata genesi del ritratto del giornalista James Lord, fatta di continui ripensamenti, momenti di apparente vuoto alternati ad altri creativi il cui risultato è destinato ad essere disfatto in pochi secondi, e segnata dall'impossibilità di concludere un'opera d'arte, ma solo di interromperla. Così come il finale del film, che appare sorprendentemente ma direi volutamente sbrigativo rispetto ai tempi con i quali si è sviluppato fino a quel punto. Ottimamente assortito il cast, con Rush che in certi momenti è irresistibile - i suoi silenzi interminabili davanti al quadro, la spassosissima entrata in scena nella quale per alcuni minuti si aggira nel caotico laboratorio emettendo solo sbuffi e grugniti - il nostro simpatico bisteccone Hammer che archivia l'ennesimo ruolo gaio (la qual cosa è in effetti un po' preoccupante per la sua carriera, non vorrei che avesse imboccato il tunnel del caratterista alla Peter Stormare), e gli attori che interpretano il fratello e la moglie dell'artista.
                              Per me da vedere.

                              Ultima modifica di trabant; 14 febbraio 18, 15:56.
                              In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato. (Maeterlinck)

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                              • WONDER (S.Chbosky, 2017)
                                Diciamo che ho dovuto vederlo.
                                L'orrido trailer mi faceva pensare a irrimediabile e oscena melassa, e invece tutto sommato è un film(etto) sì insignificante, ma vieppiù guardabile, misurato, non particolarmente retorico, intellgentemente corale (anche i cani contano), dotato di figurine infantili passabilmente tratteggiate e senza il solito manicheismo da film scolastico. Ma c'è un ma grosso come una casa: la storiella è inevitabilmente immersa in un universo edificante ed edulcorato (a partire dal trucco facciale ben lontano dalla mostruosità, e a proseguire con gli insegnati modello, i presidi gentili, i genitori sensibili, i bulletti in fondo bonaccioni) in cui tutto è calcolato al millimetro per non offendere nessunissimo.
                                Anche i genitori cattivi in un eventuale spin-off avrebbero la loro back-story umanizzante.
                                E insomma questa è la ricetta.
                                Riguardiamoci "Dietro la maschera", please.

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