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  • Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio

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    Ultima modifica di Massi; 20 maggio 18, 14:44.

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    • Originariamente inviato da Massi Visualizza il messaggio

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      Non avevo considerato questo aspetto, è un'interpretazione che ci sta. Solo che, a mio avviso, questo "mondo senza speranza" non è stato tratteggiato bene nel film. Tranne Simone che effettivamente è uno squilibrato, tutto il resto è fin troppo normale. In Gomorra e Reality c'è stato un lavoro di sceneggiatura più approfondito, più attento a raccontare il contesto in cui si muove il protagonista. Dogman è troppo centrato su Marcello.
      https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

      "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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      • Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio

        Non avevo considerato questo aspetto, è un'interpretazione che ci sta. Solo che, a mio avviso, questo "mondo senza speranza" non è stato tratteggiato bene nel film. Tranne Simone che effettivamente è uno squilibrato, tutto il resto è fin troppo normale. In Gomorra e Reality c'è stato un lavoro di sceneggiatura più approfondito, più attento a raccontare il contesto in cui si muove il protagonista. Dogman è troppo centrato su Marcello.
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        • Originariamente inviato da Massi Visualizza il messaggio

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          Beh si. Quello che Garrone mostra nel film è ciò che accade tutti i giorni in qualsiasi quartiere di periferia italiano. Che non sia un mondo idilliaco sono d'accordo, ma - ripeto - in Gomorra e Reality c'è una lucidità di sguardo da antropologo. Gomorra in tal senso è agevolato dall'essere un film corale, ad episodi, volto unicamente a descrivere uno spaccato sociale. Reality invece, pur essendo concentrato anch'esso su un protagonista forte, riesce a raccontare benissimo gli effetti della colonizzazione culturale (mass mediatica) perpetuata ai danni del mondo post pasoliniano.
          Dogman è un bel film, ma non riesco a metterlo sullo stesso piano di questi due film. E' più piccolo in tutti i sensi, ma son sicuro che anche lo stesso Garrone non avesse in mente di fare un capolavoro. In ogni caso, la sua maturità registica è evidente. Riesce a far esplodere emozioni e sentimenti con poche cose.
          https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

          "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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          • A mio avviso Dogman è un film strepitoso, un anti revenge movie che evita sia ambiguità partecipe che condanna moralistica: alla fine non c'è né catarsi né palingenesi, ma solo una definitiva sconfitta. La storia del Canaro è completamente diversa, questo è un film che racconta come inevitabilmente chiunque possa essere corroso dal Male, anche in maniera involontaria. Come in Gomorra, Garrone prende un genere e lo realizza con uno sguardo davvero unico, è davvero uno dei massimi registi in circolazione oggi della sua generazione.

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            • Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio

              Beh si. Quello che Garrone mostra nel film è ciò che accade tutti i giorni in qualsiasi quartiere di periferia italiano. Che non sia un mondo idilliaco sono d'accordo, ma - ripeto - in Gomorra e Reality c'è una lucidità di sguardo da antropologo. Gomorra in tal senso è agevolato dall'essere un film corale, ad episodi, volto unicamente a descrivere uno spaccato sociale. Reality invece, pur essendo concentrato anch'esso su un protagonista forte, riesce a raccontare benissimo gli effetti della colonizzazione culturale (mass mediatica) perpetuata ai danni del mondo post pasoliniano.
              Dogman è un bel film, ma non riesco a metterlo sullo stesso piano di questi due film. E' più piccolo in tutti i sensi, ma son sicuro che anche lo stesso Garrone non avesse in mente di fare un capolavoro. In ogni caso, la sua maturità registica è evidente. Riesce a far esplodere emozioni e sentimenti con poche cose.
              Diciamo che è un po' come Il racconto dei racconti: cerca di non rinunciare a una visione autoriale (per me gli riesce meglio stavolta) ma risulta un po' ingabbiato nelle regole del cinema di genere.

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              • Originariamente inviato da Medeis Visualizza il messaggio
                A mio avviso Dogman è un film strepitoso, un anti revenge movie che evita sia ambiguità partecipe che condanna moralistica: alla fine non c'è né catarsi né palingenesi, ma solo una definitiva sconfitta. La storia del Canaro è completamente diversa, questo è un film che racconta come inevitabilmente chiunque possa essere corroso dal Male, anche in maniera involontaria. Come in Gomorra, Garrone prende un genere e lo realizza con uno sguardo davvero unico, è davvero uno dei massimi registi in circolazione oggi della sua generazione.
                Sono assolutamente d'accordo con te. E' un film splendido.
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                . E il tutto con una regia essenziale, elegante e un'interpretazione assurda da parte di Fonte. Un altro film che quest'anno mi ha conquistato.

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                • Originariamente inviato da Medeis Visualizza il messaggio
                  A mio avviso Dogman è un film strepitoso, un anti revenge movie che evita sia ambiguità partecipe che condanna moralistica: alla fine non c'è né catarsi né palingenesi, ma solo una definitiva sconfitta. La storia del Canaro è completamente diversa, questo è un film che racconta come inevitabilmente chiunque possa essere corroso dal Male, anche in maniera involontaria. Come in Gomorra, Garrone prende un genere e lo realizza con uno sguardo davvero unico, è davvero uno dei massimi registi in circolazione oggi della sua generazione.
                  Film di cani e uomini rinchiusi nelle loro rispettive gabbie, che trascinano le proprie esistenze tra combattimenti reali e rituali, in un mondo avvolto dalla più nera disperazione senza nemmeno il pur vano barlume della speranza religiosa di Reality.
                  Fotografia meravigliosa, protagonista ineguagliabile, il resto del cast non allo stesso livello.
                  Ultima modifica di trabant; 21 maggio 18, 11:08.
                  In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato. (Maeterlinck)

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                  • Sono tornato
                    Sarò molto breve. Mi era piaciuto parecchio l'originale tedesco. Questa versione italiana purtroppo ha paura di graffiare, di andare in profondità e la bilancia pesa di più sulla parte fiction che dalla parte del mockumentary. Peccato perché con un po' di coraggio in più secondo me sarebbe risultato più potente. Così invece non posso ritenerlo sufficiente.

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                    • Originariamente inviato da teo Visualizza il messaggio
                      Sono tornato
                      Sarò molto breve. Mi era piaciuto parecchio l'originale tedesco. Questa versione italiana purtroppo ha paura di graffiare, di andare in profondità e la bilancia pesa di più sulla parte fiction che dalla parte del mockumentary. Peccato perché con un po' di coraggio in più secondo me sarebbe risultato più potente. Così invece non posso ritenerlo sufficiente.
                      E' moralista?
                      https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                      "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                      • Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggio

                        E' moralista?
                        Peggio. Vuole fare satira ma con la paura di non offendere nessuno e risultare un film democristiano. (C'è anche il pippone moralista comunque)

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                        • La Montagna Sacra

                          Incuriosito dal documentario sul mancato concepito di Dune firmato Jodorowsky ho deciso di recuperare la sua opera principale dopo la visione del suo folgorante esordio "El Topo" che consiglio a tutti prima di passare al suo vero capolavoro espressionistico
                          quello che ho visto fin dal primo frame è qualcosa che mi ha totalmente rapito per linguaggio ed uso senza regole basiche, pur essendo così anarchico la cura nei particolari e nel movimento della macchina fanno traspirare un messaggio che va ben oltre quello che le parole possono descrivere
                          inconsciamente, mentre venivo avvolto da tutta questa arte grottesca ma bellissima, mi rendevo conto che questo regista è molto più vicino ai miei gusti personali sulla settima arte di quanto non lo sia il buon Quentin e un po mi rammarica in primis non averlo scoperto prima, magari in età adolescenziale, e poi veramente ancora più rabbia per cosa poteva essere quel dune mai compiuto
                          altra cosa che pensavo mentre lo guardavo è quanto possa essere stato percussore del "genere" per l'anno d'uscita, 1973, e cosa possa significare per un giovane ragazzo messicano

                          il film VA VISTO se volete entrare nella più oscura tana del bianconiglio del Cinema e non ha bisogno di tante spiegazioni, basta citare la frase più usata per descriverlo: questo film è la cosa più vicina ad un vero trip d'acido formato Cinema-Arte

                          voto: 8

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                          • Ho visto anche io Sono tornato. E non mi è dispiaciuto.
                            Non sarà un film geniale, ma scorre che è un piacere. La regia di Miniero è buona, idem il montaggio. La sceneggiatura fortunatamente evita scivoloni, Popolizio è bravissimo. Insomma, mi son divertito ed ho anche condiviso questa descrizione dell'Italia di oggi. Alla fine Sono tornato più che voler fare satira sulla politica di oggi, vuole raccontarci di come il fascismo sia sempre presente ed annidato nella nostra società, cosa che purtroppo è ben evidente. Il focus è sui media, altra cosa sacrosanta, anche se effettivamente qui avrei calcato maggiormente la mano visto lo schifo che si legge online. Mi aspettavo molto di peggio.
                            https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                            "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                            • Parigi a piedi nudi di Abel & Gordon
                              è un termine che non mi piace usare, ma non saprei come altro definire questo film se non un gioiellino, ricco di verve, poetico e stravagante, con una coppia di attori che se uno non li vede non ci crede, comprimari di lusso come una sublime Riva nella sua ultima apparizione, e diverse sequenze irresistibili come quella del tango sul battello ristorante

                              Si muore tutti democristiani de Il terzo segreto di Satira
                              non so da dove vengano questi tre, se non ho capito male da youtube, però da quello che si vede in questo film il cinema non è arte nella quale brillano, alcune idee ci sono ma la realizzazione è quanto di più convenzionale si possa pensare, non c'è un minimo guizzo nella sceneggiatura o nelle interpretazioni, e alla fine la noia ed il sonno regnano sovrani

                              Tonno spiaggiato di Matteo Martinez
                              va riconosciuto a Martinez il merito di non essere caduto nella trappola di girare un one man show, cosa non facile trovandosi a gestire un personaggio come Matano, con la sua presenza scenica e con il suo furbesco accattivarsi le simpatie del pubblico con modi da bravo ragazzone "napoletano" - anche se basta mezza parola per capire che non è di Napoli ma della provincia di Caserta ...
                              ci riesce affiancandogli un cast ben assortito, con almeno due personaggi di rilievo affidati a Lucia Guzzardi e Niccolò Segni
                              il risultato è un film che finisce per essere inaspettatamente e stranamente buono, nel senso che prova ad osare qualcosa e alle volte ci riesce pure, con qualche inevitabile caduta, ma almeno siamo lontani dal piattume di certe realizzazioni come ad es. quella di cui al precedente commento

                              Abracadabra si Pablo Berger
                              dopo il bianco e nero di Blancanieves, Berger ritorna con un film a tinte forti nel senso vero e proprio della resa fotografica, che parte come commedia e finisce per diventare qualcos'altro, anche se non si capisce bene cosa, alla fine più della storia sembrano contare le singole scene e i singoli personaggi se non addirittura le facce che diventano maschere





                              Ultima modifica di trabant; 24 maggio 18, 16:33.
                              In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato. (Maeterlinck)

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                                Qualche suggestione qua e là in un pout pourri fin troppo derivativo.


                                "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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