Più cge altro Coen + critica al razzismo fatta così, non si legano affatto tra loro. Molte sequenze stridono tra loro. E poi basta i soliti neri che subiscono aumenti di prezzi o altre cose, senza ribellarsi mai.
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Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggioPiù cge altro Coen + critica al razzismo fatta così, non si legano affatto tra loro. Molte sequenze stridono tra loro. E poi basta i soliti neri che subiscono aumenti di prezzi o altre cose, senza ribellarsi mai.
Alien Covenant
"Più facile seguire, che farsi seguire" recita il vecchio adagio di Abramsiana memoria, ritorno quindi all’ovile in un trionfo estetico e suggestioni intellettuali ed è curioso che i pregi e difetti siano gli stessi, ma contrari del predecessore e che, stavolta, è un interessante partitura a scivolare su grossolane stonature di genere.
"Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."
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Originariamente inviato da TheGame Visualizza il messaggio
Alien Covenant
"Più facile seguire, che farsi seguire" recita il vecchio adagio di Abramsiana memoria, ritorno quindi all’ovile in un trionfo estetico e suggestioni intellettuali ed è curioso che i pregi e difetti siano gli stessi, ma contrari del predecessore e che, stavolta, è un interessante partitura a scivolare su grossolane stonature di genere.
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Originariamente inviato da Andrea90 Visualizza il messaggio
Non ho capito se è positiva o meno.
"Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."
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Originariamente inviato da Andrea90 Visualizza il messaggioMa te mi sembrava l'avevi abbastanza apprezzato no? Mi ricordo lo definisti "meno peggio di quel che sembra".
"Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."
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Originariamente inviato da TheGame Visualizza il messaggio
Antitrumpista a tavolino.
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Smetto quando voglio - ad Honorem (terzo ed ultimo) di Sydney Sibilia
Carino, è una degna conclusione della trilogia. Peccato tutto fili liscio per i nostri eroi, senza che ci sia mai un po' di pathos, cosa che nei primi due invece c'era eccome. La sequenza dell'evasione è molto bella e cool, dispiace che in questo capitolo molti personaggi di primo piano (su tutti l'ispettore Coletti-Greta Scarano ed il chimico organico-Fresi) siano sotto sfruttati, per fare spazio al villain. Vista la backstory del villain un plauso per come la critica all'istruzione italiana sia più feroce ed esplicita, coi "rimpasti di governo" e per come il discorso del ministro sia trattato come parole vuote che nessuno ascolta mentre i fatti veri accadono nell'aula di fianco. Il finale ha la giusta dose di malinconia/dolce vita, mi ha emozionato.
Molto bravi anche ad incastrare gli intrecci dei tre film.
Il migliore rimane senza dubbio il secondo per l'ottima sequenza della rapina al treno, per il grande spazio riservato alla Scarano, per l'ottima scena della riunione nel poligono di tiro, per la sequenza del trip a cartoni animato. Questo sta al secondo posto, mentre il primo era ancora acerbo e poggiava troppo il suo umorismo su stereotipi poco divertenti.Spoiler! MostraIn principio fu creato l'universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato giudicato dai più come una cattiva mossa.
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La chiamavano Bilbao (B. Luna, 1978)
Esordio del regista spagnolo, e uno dei suoi migliori film, uno psyco-thriller che forse almeno nell'idea centrale ha ispirato un film di Balaguerò di qualche anno fa: scava piuttosto bene nelle ossessioni e nelle pulsioni del protagonista, evidenziando in questo triangolo morboso aspetti psicologi del protagonista non banali, come ad esempio il suo infantilismo latente, attraverso simboli e piccole finezze.
PS: ringrazio il gentiluomo che ha lasciato questa e altre VHS in una busta vicino al bidone dell'immondizia sotto casa, ha arricchito la mia collezione homevideo
Terminal (V. Stein, 2018)
Come Lynch, Refn sta facendo un sacco di danni causa epigoni maldestri che non hanno ben capito la differenza tra ispirazione e copia, comunque rispetto ad altri noir recenti iper-stilizzati mi sono divertito di più, e Margot Robbie oltre ad essere un esemplare di femmina che appartiene indubbiamente a sfere di inaccessibile superiorità, è pure un'attrice di razza, e questa ne è l'ennesima conferma.
A hole in my heart (L. Moodysson, 2004)
Uno dei film più brutti di tutti i tempi, e io ne ho visti a pacchi di film brutti: ma che si era calato il regista degli apprezzabili Fucking Amal e We are the best!? Stile simil Dogma e una serie di schifezze assortite tra scene semi-porno, colonna sonora che definire fastidiosa è un eufemismo e un finale che forse vorrebbe omaggiare Ferreri ma c'è di che rivoltarsi nella tomba. E almeno ci fosse un briciolo di ironia, si prende pure terribilmente sul serio. Letale come una puzza in un ascensore bloccato
Les recontres d'après minuit (Y. Gonzalez, 2013)
Incuriosito dalle recensioni isteriche per il suo nuovo film in concorso a Cannes, ho recuperato l'esordio di qualche anno prima: molto stiloso e pieno di fumisterie, tutto sommato mostra una discreta inventiva, anche se secondo me ruba parecchio a Bertrand Mandico, che un genio lo è per davvero. Abbastanza divertente, consigliato solo agli amanti delle cose cinefile bislacche, con un Eric Cantona stracult.
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Ragazzi son riuscito a recuperare finalmente La region salvaje di Amat Escalante, sottotitolato in italiano. Ancora non lo vedo, ma non vedo l'ora. Se qualcuno ancora non l'ha visto sappiate che esiste.https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.
"Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney
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Originariamente inviato da Gidan 89 Visualizza il messaggioRagazzi son riuscito a recuperare finalmente La region salvaje di Amat Escalante, sottotitolato in italiano. Ancora non lo vedo, ma non vedo l'ora. Se qualcuno ancora non l'ha visto sappiate che esiste.
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Originariamente inviato da Medeis Visualizza il messaggio
L'ho visto mesi fa sottotitolato in inglese, ci scrissi anche 2 righe su questo topic mi sa... Quindi adesso si trova facile?https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.
"Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney
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Hotel Gagarin di Simone Spada
ennesimo filmettino italiano con le solite facce che impersonano ruoli stereotipati, con una stiracchiata poetica sulla capacità del cinema di creare sogni, atmosfere da montagna incantata e scadenti citazioni alleniane, che sembra finire per essere la storia che racconta, cioè un film fatto perché finanziato
Sergio & Sergei di Ernesto Duranas
la fine dei comunismi, quello sovietico che trascina quello cubano che tenta di resistere, raccontata in tono fiabesco con la lente dei ricordi di una bambina, per un'opera non perfetta ma molto piacevole, con un paio di personaggi molto ben riusciti, in particolare l'ottuso investigatore che conclude magistralmente il film sulle note di una canzone di Modugno
Montparnasse di Léonor Séraille
la migliore uscita della settimana, devo dire che all'inizio ho pensato al peggio per via della scena al pronto soccorso psichiatrico, ma poi il film ha preso una strada che definirei rigorosa, entrando con delicatezza ma senza falsi pietismi nella vita della protagonista, esplorando i suoi rapporti con gli altri personaggi e delineandone un percorso di evoluzione credibile e convincente, assecondato da una recitazione perfetta e molto fisica di Laetitia Dosch
Deadpool 2 di David Leitch
uno spasso, molto migliore del primo
In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato. (Maeterlinck)
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Solo: A Star Wars Story (2018) di Ron Howard
Non è certo il disastro che alcuni prefiguravano (anche se immagino che gli haters stiano comunque festeggiando per ben altri motivi), in fondo è pur sempre una pellicola di Star Wars e c'è tutto quello che ci si aspetta di trovare in un film del genere: intrattenimento di prim'ordine, azione roboante e inseguimenti, momenti iconici condito da umorismo e da un pizzico di romanticismo in un film d'avventura vecchio stile e con evidenti richiami alla trilogia originale.
Gli ingredienti giusti ci sono tutti, quindi, ma quello che manca, purtroppo, è una storia che appassioni e che coinvolga il pubblico per tutta la durata della pellicola, due ore abbondanti di azione ininterrotta e una corsa forsennata che però fallisce nel mascherare una storia in realtà frammentaria e priva di una propria identità in quanto, probabilmente, troppo rispettosa e/o preoccupata di fare sempre la cosa giusta al momento giusto, cosa che comporta anche una certa inefficacia ed una eccessiva prevedibilità nelle situazioni e nei personaggi.
Non meno lacunosa anche una sceneggiatura fin troppo semplicistica e lineare, ben priva di quei guizzi o di quella imprevedibilità richiesta, mentre le ambientazioni, spesso un punto di forza di molte delle pellicole di SW, (basti pensare a RO), aggiungono ben poco (e male) all'immaginario fantascientifico della saga creata da George Lucas.
E' evidente purtroppo che le traversie produttive hanno giocato un ruolo fondamentale nella riuscita della pellicola e lo sforamento del budget ha indotto la produzione a un riassestamento (al ribasso) di cui la pellicola ne ha risentito a più livelli.
Riguardo alla scelta di Alden Ehrenreich, forse è stata un pò avventata ma alla fine credo che se la sia cavata piuttosto bene, nonostante sia fin troppo "piacione" in diversi momenti.
Anche il resto del cast non riesce ad eccellere particolarmente, Woody Harrelson fa comunque il suo grazie al "mestiere" mentre il lodatissimo (da alcuni giornali e siti) Donald Glover in realtà non mi ha fatto questa grandissima impressione (diciamo discreto ) mentre il Droide L3-37 passa in continuazione dal divertito all'esasperante anche in modo piuttosto isterico.
Alla fine il personaggio più riuscito risulta essere, almeno per me, quello di Kira, non soltanto per l'interpretazione in se ma anche perché scritta meglio e per le potenzialità intrinseche che ha dimostrato di avere, soprattutto in riferimento ad eventuali sequel.
In definitiva un'occasione in parte sprecata, per gli ovvi motivi che tutti conosciamo, che comunque diverte e si lascia guardare.
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"Ho un brutto presentimento..."Ultima modifica di Doktor_Jones; 28 maggio 18, 19:07.
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