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    Stranissimo incrocio, nei toni, tra Stand By Me e un horror con le palle. Eccezionale nel saper raccontare un mondo, quello dell’adolescenza, in modo sincero e forse anche con malcelata nostalgia, per quella carica di spensieratezza, ingenuità, crudeltà ed energia che caratterizza il mondo dei ragazzi del film. Tanto ben fatto da sembrare destinato proprio a quel pubblico adolescente, eppure… quando l’orrore sopraggiunge non si fanno sconti. E può essere che tale violenza non si riveli come un clown nascosto in un tombino, bensì in qualcosa di molto più vicino a noi, e subdolo, pericoloso e maligno. Interessante. Molto curioso di vedere la parte 2, che chiaramente completerà un unico grande film affresco. Ovviamente improponibile il confronto con l’opaca, sciatta ed insignificante trasposizione precedente.


    Vorrei aver provato le stesse sensazioni XD Invece a parere mio è un filmetto insignificante

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    • Originariamente inviato da UomoCheRide Visualizza il messaggio
      Segnalo stasera alle 21.00 su Tv2000 il film "Il buio oltre la siepe"
      Venerdi, ore 01.15 e 03.00 daranno Map to the stars e Cosmopolis di Cronemberg su Rai3
      Sabato, ore 20.45 su rai3, the Hateful 8
      ho visto il buio oltre la siepe poco tempo fa... INdubbiamente invecchiato, però mantiene un certo fascino. Paga una prima parte alquanto soporifera, ma credo non ci fosse altro modo per trasporre il romanzo

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      • Lo trovo un ottimo film, Gregory Peck che avevo sempre sottovalutato, quando interpreta personaggi di statura morale, riesce a non distaccare mai troppo il suo personaggio dalla concretezza reale, rendendolo così troppo astratto.

        Come fare un film a tematica civile. Tra l'altro privo di qualsiasi retorica.
        Ultima modifica di Sensei; 06 settembre 18, 09:48.

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        • che capolavoro
          In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato. (Maeterlinck)

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          • Suspiria di Dario Argento (1977).

            La sceneggiatura per Dario Argento non è mai stato il suo cavallo di battaglia, Suspiria non fà eccezione; anzi, amplifica ancor di più la sensazione che per il regista conti più un semplice canovaccio da utilizzare come base di partenza per costruire immagini allucinate, invece di una solida storia dagli intrecci e sviluppi narrativi privi di incongruenze, che finirebbero per limitare fortemente il suo stile. Probabilmente non è un metodo sicuro di girare dei film narrativi, a patto però che si compensi con altro, e Dario Argento in questa fase della sua carriera ha non solo i mezzi, ma anche tanta originalità ed inventiva nella messa in scena da sopperire in gran parte alle carenze del copione.
            Se da Suspiria cercate quindi un intreccio solido, virate su altro, perchè tutti i cronici difetti del cinema Argentiano qua sono spinti all'eccesso ed il soggetto alla base è veramente elementare; Susy Benner (Jessica. Harper), è una studentessa di danza americana che si iscrive alla prestigiosa accademia di danza di Friburgo per perfezionare i suoi studi e durante il suo soggiorno, avrà a che fare con degli strani avvenimenti legati a questo luogo.
            Il soggetto è veramente stringato ai minimi termini e la narrazione risulta sconnessa nell'intercedere degli avvenimenti (come sembrano anticipare le parole incomprensibili e prive di senso che Pat, studentessa di danza della scuola, pronuncia prima di scappare via quando giunge Susy); quindi il regista punta molto sulla visionaria messa in scena per conferire spessore alla propria opera.
            Il viaggio che lo spettatore compie con Susy è metafisico, poichè sin dall'arrivo in taxi sembra che stiamo andando in un'altra dimensione non legata al mondo reale, ma come se ci si ritrovasse in una sorta di fiaba gotica tardo ottocentesca, dove l'irrazionalità derivata dalle figure del male trova sfogo.

            Ancora più che in Profondo Rosso, Dario Argento riesce ad unire un male metafisico, con un orrore molto fisico, che fà uso di abbondanti fuoriuscite di sangue e della devastazione sino alla sevizia gratuita del corpo umano delle vittime, come nella prima sequenza di omicidio, dove addirittura il killer dove dopo che ha squartato il petto della propria vittima, pugnala il cuore ancora battente. La logica và lasciata da parte; non siamo nel mondo reale, ma come detto in rpecedenza, in una fiaba gotica, dove anche la scuola di danza, lungi dall'avere le normali caratteristiche da edificio horror, risulta essere un posto per certi versi "attraente", seppur barocco questo è vero, ma alla fine apparentemente più che accogliente.
            Le scenografie palesemente costruite ed artificiose, rimandano volutamente all'espressionismo tedesco, accentuando l'atmosfera straniante ed irrazionale nella messa in scena, così che si badi poco all'irrazionalità delle azioni dei personaggi che sembrano in effetti far di tutto per cercare la morte più che evitarla. Ma la scuola di danza con quei suoi corridoi oscuri e le porte dalle maniglie alte, esercita una forte attrazione sulla curiosità di Susy, che sembra essere uan novella Alice che si addentra nei meandri sempre più bui della stanza del bianconiglio, per affrontare una minaccia che non ha nulla a che fare con la realtà di questo mondo.
            Di grande aiuto, è la notevole fotografia di Tovoli, che fà uso di varie tonalità di colori; rosso (i corridoi dell'accademia di danza; simbolo della violenza efferata), blu (che conferisce rilassatezza e tranquillità dall'orrore), verde acceso (la contaminazione malsana e maleodorante del male) e giallo ocra (il terrore di chi si ritrova a percepire il male irrazionale); che inquietano e conferiscono una notevole carica di angoscia che si combina con le scenografie gotiche del film.
            Di notevole impatto, sono anche le sequenze di omicidio che sono si irrealistiche e forse eccessivamente morbose, ma sono girate con noevole perizia tecnica e grande crudeltà, come il secondo omicidio ambientato in una piazza cittadina, dove Argento alterna primi piani con inquadrature dal basso, soggettive dalle colonne e campi lunghi dall'alto degli edifici; lo spazio della piazza è ampio, ma in realtà il buio nero delle zone non illuminate dalle luci (che non danno comunque sensazione di sicurezza), finsice con il renderlo un luogo chiuso e la sensaizone di terrore è accentuata dall'irrealtà di una piazza totalmente vuota (se non con la presenza della nostra vittima predestinata).
            Suspria è una pellicola volutamente barocca e volutamente eccessiva; ma di questi difetti in gran parte ne riesce a fare uan virtù, per via di uno stile che supporta il film. Anche il tanto criticato finale che trova molti detrattori, l'ho trovato in questo caso azzeccato (molto più della chiusura di Profondo Rosso), perchè azzecca pienamente la netta cesura delle conclusioni delle fiabe gotiche.
            All'epoca capito molto più all'estero che da noi, con il tempo mi sembra di capire che è divenuto il migliro film del regista e in tutta sincerità pur avendone visti solo 3 di suoi film, lo considero un passo ulteriore in avanti rispetto a Profondo Rosso, anche se è una pellicola che pur avendo un fascino europeo tutto suo, non ha mai una messa in scena così evoluta che lo porti a trascendere il proprio tempo e farsi capolavoro, ritrovandoci anche qui innanzi ad un ottimo film.



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            • Gattaca - La Porta dell'universo di Andrew Niccol (1997).

              Andrew Niccol è un regista estremamente sottovalutato, quando è una delle poche personalità che ad Hollywood riesce a realizzare film di genere abbastanza interessanti con budget medi (tra i 30 ai 70 milioni).
              Il neozelandese, formatasi inizialmente come sceneggiatore, riesce nel 1997 a debuttare come regista con un film di fantascienza chiamato Gattaca, che è uno dei debutti più significativi della storia del cinema, nonchè uno dei più bei film di fantascienza di sempre. Oltre alla regia, Niccol cura anche la produzione del film, il soggetto e la sceneggiatura.


              Dopo oltre 20 anni dalla sua uscita è ora di tirare le somme su questo piccolo film di fantascienza, che al giorno d'oggi non ha perso smalto sia nei temi, sia nell'impatto visivo. La carta vincente del regista, è quello di alienarsi totalmente dalla fantascienza imperante ad Hollywood alla fine degli anni 90', che per via del digitale e delle nuove possibilità offerte dagli effetti speciali sempre più evoluti, confezionava inutili e ridondanti blockbuster fracassoni, che usavano l'ambientazione futura o comunque l'elemento fantascientifico come specchio per allodole, proponendo poi alla fine dei meri thriller o pellicole d'avventura, dal vuoto contenutistico pneumatico.
              Niccol nel pieno della modernità, guarda al passato e più specificamente alla fantascienza anni 50' e 60', per proporre uno stile volutamente retrò nella messa in scena e per questo molto interessante.
              Non è tanto l'ambientazione, l'effetto speciale o la descrizione del mondo futuristico con termini fantascientifici che tanto piacciono ai nerd (ma sono inutili orpelli che appesantiscono il film di solito) a rendere Gattaca un film di fantascienza; ma l'uso sapiente ed accorto delle scenografie (nominate giustamente agli oscar), combinato alla direzione asettica degli attori che impersonano i personaggi dell'elite di Gattaca.
              Non vediamo molto del mondo del nostro Vincent (Ethan Hawke), anche perchè il protagonista, più che il pianeta Terra, rivolge lo sguardo alle stelle, dove sente di poter essere fautore finalmente del proprio destino in modo da non dover più sottostare alle regole di selezione genetica imperanti nella società del futuro. Gattaca è il tentativo di rivalsa di un uomo dalle condizioni fisiche non eccelse, contro una scienza che tramite l'eugenetica s'è sostituita a Dio, creando esseri umani privi di difetti sin dalla nascita così che possano svolgere i ruoli più ambiti. Il tema genetico non è al centro del film, ma la lotta tra chi (in teoria) è valido e chi invece risulta essere un invalido. Quello che rende Vincent (in un percorso inverso che coinvolgerà anche il suo prestatore d'identità Jerome; interpretato finemente da un ottimo Jude Law) superiore all'elite di Gattaca, è l'intensità del proprio sogno di andare nello spazio verso altri pianeti; tanto da andare ben oltre i propri limiti fisici, perchè in tutti i numeri e le previsioni che la scienza si arroga di fare sin dall'infanzia, l'elemento più importante che risulta trascurato è quello del fato; per quello non c'è predisposizione genetica.

              E' vero che la predisposizione genetica tra esseri umani è differente, e dei test fisici per alcune attività sono per forza di cose necessari, ma la scienza non ha alcun diritto di arrogare a sè il diritto di scegliere il destino e la vita di ogni essere umano.
              Il sogno è il motore del cinema Hollywoodiano, così come l'impegno e la forza di volontà nel realizzarlo, ma non c'è retorica nella trattazione di tale aspetto da parte del regista; poichè Niccol la butta più sul confronto tra razionalità oggettiva e irrazionalità; il fratello di Vincent; Anton è perfetto geneticamente, ma troppo legato a dei riferimenti fisici e matematici, per questo è destinato ad essere sconfitto. La regia di Niccol è chirurgica nel ritrarre un mondo dove la scriminante della perfezione genetica, ha finito con il creare delle barriere sociali per colpa della scienza che lungi dal portare progresso, alla fine non ha fatto altro che avvalorare delle distinzioni tra esseri umani. Gattaca è la perfezione dell'idea di Hitler di razza ariana, un'elite che sta bene, mentre la maggioranza è costretta a svolgere mansioni degradanti e poco remunerative al servizio degli elementi validi.
              Talmente ossessionati dal creare l'essere umano perfetto, che alla fine il pianeta Terra è trascurato; vedere il mare inquinato e l'uso dalla fotografia seppiata a tinte unite nelle scene in esterna diurne.
              Niccol crea con l'ausilio di sole due-tre scenografie (la casa di Jerome e l'ambiente lavorativo a Gattaca), un mondo futuristico credibile, tangibile e perfettamente plausibile; visto che a tutt'oggi nel 2018 siamo rincoglioniti da ideali di perfezione inculcataci dall'alto, tanto che probabilmente finiremo con lo scegliere i nostri partner in base alla perfezione genetica, al di fuori della quale riusciremo a scorgere soltanto i difetti altrui, incuranti poi nei nostri veri sentimenti verso l'altro.
              Forse è un film che brilla più nel soggetto che nel tirare le fila delle varie vicende, poichè fa uso di un pò troppi ritorni di sceneggiatura e di un didascalismo eccessivo, ma le tematiche così come l'intrinseca poesia di fondo (stupendo quando Uma Thurman porta Ethan Hawke nella distesa di pannelli solari) che emana grazie anche alla splendita colonna sonora ad arpa e violini permane a distanza di oltre 20 anni, in cui ci si perde nella splendita immagine di chiusura. Successo critico negli USA con tanto di 3.5 stelline di Roger Ebert (da noi largamente snobbato invece), fu purtroppo per Niccol (come tutti i suoi lavori tranne in Time), un disastro totale al botteghino essendo costato 36 milioni ed incassandone appena la metà.

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              • Ottime rece Sensei.
                Ti invito a copiare la tua rece di Suspiria nache nel topic di Argento in modo da manterenrne memoria storica per confronti futuri sulle opere del regista.
                Concordo il tuo pensiero sulla fantascienza anni 90 e su quanto la scifi anni 50 abbia influenzato Niccol. Unico appunto: il film, non esente da difetti, ha un impatto moltop iu forte nella società americana rispetto alla nostra, per via di una lunga polemica riguardante le possiblità di scalata sociale. Gli USA si vantano molto del sogno americano e dei self made men, delle storie di persone umili che lavorando sodo primeggiano sugli altri, ma in realtà ci sono sempre state molte polemiche (alcune anche trasposte chiaramente in film come Will Hunting, Bowling a Colombine etc) su quanto le classi sociali meno agiate abbiano meno possibilità proprio perchè non si investe a sufficienza su di esse, creando delle profezie che si autoavverano: io non investo sulle scuole dei quartieri poveri perchè credo che da li escano solo delinquenti, ma cosi facendo creo solo degli studenti ignoranti che, una volta usciti da scuola, avranon magari difficoltà a trovare un lavoro solido e si daranno al crimine. Niccol credo paventasse le conseguenze che l'eugenetica (tema molto caldo all'epoca) avrebbe portato in una società come quella, da cui la storia degli esseri umani "difettosi" i quali, seppur potenzialmente piu forti o equipollenti a quelli geneticamente modificati, risultano svantaggiati su tutto per via del fatto che non si investa su di loro. Come In Time, quindi, il tema fantascientifico sarebbe una metafora della (mancata) lotta di classe, in una società apparentemente perfetta (come quella anni 50 appunto) ma in cui le possibilità di imporsi nella vita sono legate al patrimonio iniziale e quest'ultimo, a sua volta, viene "ereditato" (quindi come il proprio corredo genetico) o "passato" all'interno delle sole famiglie ricche (le uniche a potersi permettere una istruzione tale da garantire lavori redditizi, in pratica piove sul bagnato).
                Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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                • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio
                  Le scenografie palesemente costruite ed artificiose, rimandano volutamente all'espressionismo tedesco
                  più che a quello Argento si ispira chiaramente al suo "maestro" Mario Bava, in particolare alle sue sperimentazioni sull'utilizzo espressivo dei colori saturati ed alla sua estetica "pop art" che puoi ammirare in opere (ai più sconosciute) come "Operazione Paura" (una vera gemma dell'horror italiano), "Sei donne per l'assassino" (il film che più di tutti ha influenzato il giallo all'italiana degli anni '70), "Diabolik" (in bilico tra trash e genialità come gran parte del cinema di Bava) o "5 bambole per la luna d'agosto" (con la Edwige nazionale).

                  Non a caso il film successivo ("Inferno") vide realizzarsi la collaborazione "di fatto" tra Bava e Argento, con il primo che curò gli effetti visivi del film e che diede parecchi consigli al giovane allievo anche sulla fotografia, che ancora una volta vede un utilizzo enfatico e straniante dei colori, creando una sospensione tra gotico e moderno, realtà e sogno. Mario Bava morì improvvisamente poco dopo la fine delle riprese di "Inferno".

                  Tornando a "Suspiria", come hai già detto tu, l'essenzialità minimale del plot viene giustificata dalla chiarissima natura del film che vuole essere una fiaba. Una fiaba crudele, morbosa, surreale, allucinata, tanto colorata nella confezione visiva quanto nera nell'animo. Tuttavia, anche alla luce di questo, certi passaggi della storia, certi dialoghi e certi personaggi provocano un certo "imbarazzo", oggi come allora. Ma Argento è (anzi era) questo: prendere o lasciare!

                  In "Suspiria" il regista romano abbandona momentaneamente il suo territorio naturale (il giallo-thriller) ma non i suoi stilemi d’autore, anzi li esaspera e li enfatizza, garantendo la massima espressività morbosa, pur sfiorando il manierismo. Personalmente ho sempre trovato memorabile la sequenza della “direttrice” che arriva di notte per dormire nella scuola, con le ragazze che ne odono i rantoli. "Suspiria" è ovviamente una pellicola di culto dell'horror italiano e una pietra miliare dell’itinerario argentiano, tanto debole sotto certi aspetti quanto sontuosa dal punto di vista stilistico e visuale. Con le sue atmosfere incanta ed inquieta per la ricercatezza estetica, per l’uso dei colori saturati, per le scenografie "arty", per la costruzione delle scene clou e per lo score musicale (dei Goblin) che bombarda ed attanaglia lo spettatore, immergendolo in un incubo audio-visivo. La consueta estetica argentiana della violenza esplicita e del sangue qui diventa crudele coreografia geometrica, che tende all’astrazione visionaria. Più stile che sostanza ? ma ovviamente SI. Però nella storia del cinema horror (genere atavicamente assai povero di capolavori) rimane un punto di riferimento obbligatorio.
                  Ultima modifica di David.Bowman; 08 settembre 18, 00:37.
                  "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                  Votazione Registi: link

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                  • Si, la sequenza della direttrice che giunge a notte fonda a scuola e si vede dietro l'ombra delle lenzuola bianche è suggestiva. E le due ragazze che parlano sottovoce con complicità, fà tanto di racconti horror intorno al fuoco durante la notte. Un immaginario sempre da fiaba, come tutto il film del resto.
                    Ho subito pensato all'espressionismo tedesco, ma i riferimenti pop a Mario Bava mi sono sfuggiti, perchè ovviamente non ho ancora visto nulla di Bava.

                    Argento di Suspiria lo prendo con tutti i difetti, anche se comunque i dialoghi sono quello che sono, la logica narrativa è quella che è. Nicolodi non mi ha deluso in questo film, poco screen time, ma anche a livello recitativo.

                    Su Gattaca, la lettura che offri sulla parabola del self made man e sull'ascensore sociale bloccato, era perfettamente capitile sin da subito, ma essendo europeo mi sono concentrato tutt'altro.
                    Niccol è un bravo autore, non un big del cinema, ma fà parte della classe media di registi che sta sparendo. Un altro suo film che m'è piaciuto è S1m0ne e tratta sempre del tema della perfezione; e di come siamo inconsciamente attratti da un qualcosa precostituito a tavolino, che non esiste nemmeno.
                    Purtroppo Niccol non ha molta fortuna al botteghino, i suoi film tranne In Time (che devo vedere a questo punto) sono stati tutti flop.

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                    • Sensei perfetta disanima. Da estimatore di Niccol - ho fatto la tesi sul suo film - concordo su tutto. Il cineasta neozelandese riesce sempre a conferire un'impronta personale al film, anche quando si tratta di opere su commissione (e non del tutto riuscite) come The Host

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                      • Grazie ^^. Non capisco perchè Niccol sia così bistrattato dalla critica (Solo Gattaca negli Usa fà eccezione, tutti gli altri abbastanza bistrattati se non massacrati) e anche quella europea non gli concede grandi spazi di complimenti. Morandini massacra Gattaca con sole 2 stelline (definendolo lambiccato, confuso e fiacco... mah, confuso? E' un film linearissimo con solo un flashback iniziale del protagonista con tanto di voce fuori campo sua che ti porta con la manina (e l'ho gradito, perchè si lega comunque con il tono del ricordo), Mereghetti si ferma a 2.5 stelline invece, dove sottolinea l'aspetto giallo del film (in effetti il detective interpretato da Alan Arkin è a tutti gli effetti un tizio uscito dai noir del cinema classico).

                        In questo caso su Gattaca, devo appoggiare la critica americana che sembra aver apprezzato il film sin dalla sua uscita.

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                        • Canova stravede per Niccol. Gattaca tra gli altri si ispira anche alla nouvella vague (la scala a chiocciola nella casa di Jerome, oltre a richiamare la doppia elica del dna, richiama anche Alphaville)

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                          • Niccol ha la sfortuna di girare film o fuori tempo massimo (The Host è stato il canto del cigno del paranormal romance) o troppo ambiziosi (in S1m0ne in pratica sputa in faccia non solo allo star system hollywoodiano, ma anche e soprattutto al pubblico, capace di apprezzare anche la peggiore delle porcherie purché sia fatta dal loro beniamino) o poco interessanti (per quanto buono, Good Kill, non so quale appeal possa aver presso il pubblico un film con ethan hawke e january jones) o addirittura film "troppo in anticipo sui tempi" (In Time ha avuto la sfortuna di uscire 8 mesi prima del boom di hunger games e del ritorno in auge degli sci - fi distopici). Senza contare che per il cinefilo medio, Niccol è ormai bloccato in quel loop che aveva imprigionato anche shyamalan: pensare erroneamente che racconti sempre la solita storia

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                            • Originariamente inviato da Atlantide Visualizza il messaggio
                              troppo ambiziosi (in S1m0ne in pratica sputa in faccia non solo allo star system hollywoodiano, ma anche e soprattutto al pubblico, capace di apprezzare anche la peggiore delle porcherie purché sia fatta dal loro beniamino)
                              Difendere fino alla morte le opere con i propri beniamini, anche se hanno fatto palesi ciofeche... mi ricorda molta gente XD, anche il sottoscritto sicuramente vi rientra. Come và di moda ora, al massimo sono dei guilty pleasure .
                              Eh si, il fan non capisce nulla.

                              Comunque se le opere di Niccol sono tutte come Gattaca e il buon S1m0ne (tra l'altro una delle ultime interpretazioni di Al Pacino in un film degno del suo spessore di attore), viva la solita storia. Mi piace che usi l'elemento fantascientifico come indagine sui meccanismo sociali. La fantascienza non è proprio il mio genere, ma quella sociale-politica di Niccol, è la tipologia che mi interessa di gran lunga all'interno del genere.

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                              • Niccol fa sempre fantascienza socio-politica, che poi non sviluppi al meglio le sue storie dopo un'idea di base bomba è un altro discorso

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