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  • rivisto stanotte (per mancanza di tempo, solo) Loro 2: Infinity Them


    Il TiNhanos Pazzo (e anche un po' arrapato) è deciso a riequilibrare il destino dello scenario politico del belpaese. La sua è una visione stolta ma condivisibile che lo rendono un personaggio verso il quale si può provare un certo grado di empatia. L'ordine Bianco capeggiato da Loquace d'Ebano nel suo abito da verginello si adopera nel consegnare nel pugno del Nhanos i 6 senatori del potere (quello dello spazio urbanistico, il senatore deMente, quello della realtà metropolitana dei territori del centro-sud, quello del tempo di prescrizione, quello del potere iptonico della passera televisiva e quello dell'anima de li mortacci di chi non l'ha votato) che gli consentiranno di ottenere il potere assuluto per mezzo del suo reinsediamento al Governo.
    Nhanos riuscirà nell'impresa, e in uno schiocco di dita l'apocalisse si abbatterà sul rietino e metà della popolazione delL'Aquila svanirà sotto le polveri degli edifici caduti. L'Aquila adesso è salva, perchè Lui è alto 1,70 m, immaginatelo disteso per terra e moltiplicatelo per 4, ecco il vostro soggiorno. E i bambini rietini potranno andare a letto, con la pancia piena e un tetto sulla testa, nella loro nuova casa anti-sismica.

    Veronica col suo incontro nel Templio, precedentemente sacrificata nei macchinosi eventi che gli hanno concesso di ritornare alla ribalta, cerca di fargli capire quanto gli è costata la sua impresa...niente.



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    • Paper Moon di Peter Bogdanovich (1973).

      La crisi economica americana degli anni 30' in cui è ambientato il film, per Peter Bogdanovich è prima di tutto una crisi dei valori di solidarietà umana, che sono i primi a venir meno in situazioni nelle quali il sistema è in cortocircuito.
      Bogdanovich è stato il primo regista degli Stati Uniti a provenire direttamente dalla critica, grazie al cui lavoro era un fine conoscitore del cinema classico Hollywood (attualmente credo il numero) e aveva molte amicizie sia tra i registi (tra cui Orson Welles a cui dava anche alloggio in casa sua, visto le sue difficoltà economiche) che tra i divi dello star stystem. Forte dei successi di pubblico e critica precedenti tra cui quel capolavoro assoluto L' Ultimo Spettacolo (1971) e di una poetica improntata ad una consapevole nostalgia verso un cinema classico spazzato via dalla New Hollywood di cui faceva parte; Bogdanovich con Paper Moon - Luna di Carta (1973) confeziona una commedia sociale dai toni amari e chiaramente ispirata nei toni ai film anni 30' e 40' di Frank Capra e a Furore (1940) di John Ford, il cui bianco e nero del direttore della fotografia Laslo Kovacs, ne riprende fedelmente l'atmosfera ed i toni, specie nelle strade deserte e polverose, preda di un vento secco ed asciutto che accentua la sensazione di desolazione, la quale altro non è che l'esternalizzazione dela morte di ogni valore umano .
      Paper Moon è la storia di due spiantati; Moses Pray (Tatum O'Neal), un truffatore di professione che imbroglia la gente per fare soldi e la piccola orfana Addie Loggins (Tatum O'Neal, figlia dell'attore nella realtà), molto sveglia nonostante i 9 anni e che crede Moses essere suo padre.

      I battibecchi in macchina tra i due valorizzati dai longtake del regista, risultano essere molto spassosi e divertenti, ma capaci nella loro intrinseca semplicità di elevarsi a piccole massime di pensiero. Addie è pro-Roosvelt, il quale nei discorsi di propaganda rivolti alla nazione invitava gli americani ad essere solidali tra loro, poiché unico modo possibile per uscire dalla Grande Depressione che oramai durava da anni; mentre Moses se ne frega altamente, poiché a differenza di Roosvelt che vive in una realtà tutta alienata, grazie al mega stipendio e cibo servito su vassoi d'argento, lui come milioni di persone deve lottare quotidianamente con le unghie e con i denti per la sopravvivenza quotidiana.

      La pellicola di questa commedia on the road, é aspra e cinica verso le istituzioni e le autorità (vedere la polizia oppressiva, corrotta e fascistoide), senza però mai diventare cupa, per via della splendida regia che valorizza una ricerca dei sentimenti nel rapporto tra Addie e Moses, con una sincerità ed un realismo sociale schietto che apre il cuore emozionale dello spettatore, senza mai fortunatamente abbandonarsi lungo la sua progressione alla retorica buonista che appestava i film di Frank Capra (ideologicamente datati), prendendo solo il necessario.

      Bogdanovich con il suo cinema ricerca, nell'entroterra della provincia americana oramai allo sbando e desertificata, un rapporto onesto e spontaneo che rifugge da qualsiasi intento commerciale. Grazie a dei magnifici dialoghi che nella loro perfetta semplicità porteranno sempre più questa sorta di famiglia "disfunzionale" ad unirsi sempre più dopo un inizio fatto di reciproche diffidenze se non aperta ostilità (Addie vuole giustamente i 200 dollari che Moses le ha fregato e quest'ultimo ancora più bambino s'impunta in gare di testardagine con la bambina... se non sono veramente padre e figlia di sangue, lo realtà sembrerebbe dire il contrario).

      Il tutto non può che cobcludersi nel magnifico quanto poetico finale; dove emetge chiaramente che anche con una macchina scassata rovinata e niente in tasca, i rapporti umani sono la nostra luna da raggiungere, in tempi di crisi economica che rendono invece un mero simulacro di cartapesta, destinato ad essere ucciso dall'individualismo dell'essere umano (il messaggio è ancora attuale, visto ad esempio lo scontro tra radical chic buonisti vs cinici imperante nella società).

      Tatum O'Neal è autrice di una prova fenomenale dove riesce a portare il suo personaggio su vari livelli emozionali di asprezza e simpatia, conferendo un'aria matura al personaggio (che spasso quando fuma per calmare i nervi, grande Bogdanovich che se ne frega delle regole morali) anche se alla fine è pur sempre una bambina di 9 anni che vuole nei suoi confronti un sincero e profondo affetto; l'oscar è stato meritato anche se doveva concorrere come protagonista visto che é il personaggio con più screen time di tutti. Papà O'Neal è alla miglior interpretazione di tutta la sua carriera e mai così bravo. Bel successo di pubblico, qualche nomination agli Oscar, ma purtroppo fuori dai premi che contano poiché l'accademy gli preferì un'altra commedia sulle truffe molto più accomodante e rassicurante; La Stangata (1973) di George Roy Hill, che con tutto il bene (specie per Paul Newman), a confronto di questo piccolo ma enorme capolavoro, era e rimane sterco di vacca fumante, ma sappiamo che agli americani piace livellarsi verso il basso.
      Ultima modifica di Sensei; 29 ottobre 18, 12:33.

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      • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio
        Paper Moon di Peter Bogdanovich (1973).

        La crisi economica americana degli anni 30' in cui è ambientato il film, per Peter Bogdanovich è prima di tutto una crisi dei valori di solidarietà umana, che sono i primi a venir meno in situazioni nelle quali il sistema è in cortocircuito.
        Bogdanovich è stato il primo regista degli Stati Uniti a provenire direttamente dalla critica, grazie al cui lavoro era un fine conoscitore del cinema classico Hollywood (attualmente credo il numero) e aveva molte amicizie sia tra i registi (tra cui Orson Welles a cui dava anche alloggio in casa sua, visto le sue difficoltà economiche) che tra i divi dello star stystem. Forte dei successi di pubblico e critica precedenti tra cui quel capolavoro assoluto L' Ultimo Spettacolo (1971) e di una poetica improntata ad una consapevole nostalgia verso un cinema classico spazzato via dalla New Hollywood di cui faceva parte; Bogdanovich con Paper Moon - Luna di Carta (1973) confeziona una commedia sociale dai toni amari e chiaramente ispirata nei toni ai film anni 30' e 40' di Frank Capra e a Furore (1940) di John Ford, il cui bianco e nero del direttore della fotografia Laslo Kovacs, ne riprende fedelmente l'atmosfera ed i toni, specie nelle strade deserte e polverose, preda di un vento secco ed asciutto che accentua la sensazione di desolazione, la quale altro non è che l'esternalizzazione dela morte di ogni valore umano .
        Paper Moon è la storia di due spiantati; Moses Pray (Tatum O'Neal), un truffatore di professione che imbroglia la gente per fare soldi e la piccola orfana Addie Loggins (Tatum O'Neal, figlia dell'attore nella realtà), molto sveglia nonostante i 9 anni e che crede Moses essere suo padre.

        I battibecchi in macchina tra i due valorizzati dai longtake del regista, risultano essere molto spassosi e divertenti, ma capaci nella loro intrinseca semplicità di elevarsi a piccole massime di pensiero. Addie è pro-Roosvelt, il quale nei discorsi di propaganda rivolti alla nazione invitava gli americani ad essere solidali tra loro, poiché unico modo possibile per uscire dalla Grande Depressione che oramai durava da anni; mentre Moses se ne frega altamente, poiché a differenza di Roosvelt che vive in una realtà tutta alienata, grazie al mega stipendio e cibo servito su vassoi d'argento, lui come milioni di persone deve lottare quotidianamente con le unghie e con i denti per la sopravvivenza quotidiana.

        La pellicola di questa commedia on the road, é aspra e cinica verso le istituzioni e le autorità (vedere la polizia oppressiva, corrotta e fascistoide), senza però mai diventare cupa, per via della splendida regia che valorizza una ricerca dei sentimenti nel rapporto tra Addie e Moses, con una sincerità ed un realismo sociale schietto che apre il cuore emozionale dello spettatore, senza mai fortunatamente abbandonarsi lungo la sua progressione alla retorica buonista che appestava i film di Frank Capra (ideologicamente datati), prendendo solo il necessario.

        Bogdanovich con il suo cinema ricerca, nell'entroterra della provincia americana oramai allo sbando e desertificata, un rapporto onesto e spontaneo che rifugge da qualsiasi intento commerciale. Grazie a dei magnifici dialoghi che nella loro perfetta semplicità porteranno sempre più questa sorta di famiglia "disfunzionale" ad unirsi sempre più dopo un inizio fatto di reciproche diffidenze se non aperta ostilità (Addie vuole giustamente i 200 dollari che Moses le ha fregato e quest'ultimo ancora più bambino s'impunta in gare di testardagine con la bambina... se non sono veramente padre e figlia di sangue, lo realtà sembrerebbe dire il contrario).

        Il tutto non può che cobcludersi nel magnifico quanto poetico finale; dove emetge chiaramente che anche con una macchina scassata rovinata e niente in tasca, i rapporti umani sono la nostra luna da raggiungere, in tempi di crisi economica che rendono invece un mero simulacro di cartapesta, destinato ad essere ucciso dall'individualismo dell'essere umano (il messaggio è ancora attuale, visto ad esempio lo scontro tra radical chic buonisti vs cinici imperante nella società).

        Tatum O'Neal è autrice di una prova fenomenale dove riesce a portare il suo personaggio su vari livelli emozionali di asprezza e simpatia, conferendo un'aria matura al personaggio (che spasso quando fuma per calmare i nervi, grande Bogdanovich che se ne frega delle regole morali) anche se alla fine è pur sempre una bambina di 9 anni che vuole nei suoi confronti un sincero e profondo affetto; l'oscar è stato meritato anche se doveva concorrere come protagonista visto che é il personaggio con più screen time di tutti. Papà O'Neal è alla miglior interpretazione di tutta la sua carriera e mai così bravo. Bel successo di pubblico, qualche nomination agli Oscar, ma purtroppo fuori dai premi che contano poiché l'accademy gli preferì un'altra commedia sulle truffe molto più accomodante e rassicurante; La Stangata (1973) di George Roy Hill, che con tutto il bene (specie per Paul Newman), a confronto di questo piccolo ma enorme capolavoro, era e rimane sterco di vacca fumante, ma sappiamo che agli americani piace livellarsi verso il basso.
        in generale concordo su quasi tutto

        Paper Moon, tratto dal romanzo "Addie Pray" di Joe David Brown, è un meraviglioso affresco nostalgico (rigorosamente in bianco e nero) sull'America degli anni oscuri della depressione (romanticamente idealizzata) e su un certo tipo di vecchio cinema classico, tenero e decoroso, che ormai non esiste più. Al di là dell'operazione a forte effetto nostalgia, l'autore mette in scena un film intenso ed emozionante, stilisticamente sontuoso, straordinario nella ricostruzione degli ambienti e delle atmosfere d'epoca e con una potente carica umana che, tra tenerezza e malinconia, tocca il cuore profondamente senza usare un briciolo di retorica. I due attori protagonisti, Ryan O'Neal e la piccola Tatum O'Neal, sono padre e figlia nella vita reale e questo ha indubbiamente contribuito nella resa emozionale del loro rapporto sullo schermo, che ha la sincerità candida delle grandi storie sentimentali. A livello di interpretazione, tra padre e figlia, stravince la figlia, straordinaria, premiata con l'Oscar come miglior attrice non protagonista all'età di 11 anni, diventando la più giovane vincitrice nella manifestazione.

        Giusto due annotazioni rispetto a quanto hai scritto tu:

        - per quanto sia un film ottimo Paper Moon non regge al confronto con The Last Picture Show che è un capolavoro assoluto della storia del cinema (e, di conseguenza, il miglior film dell'autore)
        - La Stangata non è affatto "sterco di vacca fumante", anzi! Tra i film di grande successo commerciale premiati agli Oscar è senza dubbio uno dei migliori, ad avercene di film così ...
        "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


        Votazione Registi: link

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        • La Stangata è un buon film come descrissi in una precedente recensione che oramai è dispersa chissa' quante pagine addietro.

          Ovviamente prende ceffoni in faccia se messo a confronto con i film belli di quell'annata, come Paper Moon che gioca nel suo stesso terreno di gioco.
          Tra l'altro vinse il premio miglior film e regia in modo immeritato, visto che oramai tutti sono concordi (io compreso) nel dire che meritava tra i film in cinquina L' Esorcista di Friedkin, quello si un capolavoro.

          Tra L' ultimo spettacolo e paper moon... si darei pure io la prevalenza al primo film, ma fatto sta che sono due capolavori.

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          • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio
            Tra l'altro vinse il premio miglior film e regia in modo immeritato, visto che oramai tutti sono concordi (io compreso) nel dire che meritava tra i film in cinquina L' Esorcista di Friedkin, quello si un capolavoro.
            ma anche no! Sussurri e grida miglior film e Bergman miglior regista tutta la vita !!!!

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            • C'era anche Bergman in cinquina? Non doveva concorrere come miglior film straniero? O era girato in inglese?

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              • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio
                C'era anche Bergman in cinquina? Non doveva concorrere come miglior film straniero? O era girato in inglese?
                fu candidato come miglior film, questo è sicuro. Ero convinto che fosse una co-produzione americana ma vedo adesso su IMDB che non è così e la lingua non è inglese, vedo anche che è uscito in USA il 21/12/72, quindi in tempo ampiamente utile.
                Evidentemente allora il regolamento degli Oscar era diverso, la cosa va approfondita ma adesso non ho tempo di far ricerche.

                EDIT:

                ho visto il regolamento ufficiale qui:
                https://www.oscars.org/sites/oscars/...91aa_rules.pdf

                c'è molto da leggere e non ho approfondito tantissimo. Da uno sguardo veloce si direbbe che, a parte i requisiti tecnicni di durata, formato, etc, per la candidabilità è sufficiente che un film sia uscito e rimasto in sala nella contea di Los Angeles per almeno una settimana in un'annata precedente a quello della nomination.

                Però leggo anche questo nella definizione di pellicola selezionabile come "film straniero":
                "A foreign language film is defined as a feature-length motion picture (defined as over 40 minutes) produced outside the United States of America with a predominantly non-English dialogue track. Animated and documentary feature films are permitted."

                quindi, nella categoria di "miglior film" dovrebbero partecipare quelli prodotti (o co-prodotti) negli USA oppure aventi la lingua predominante in inglese, ovvero quello che io sapevo come regola generale.

                Sussurri e grida non rientra in questo caso, per cui credo che l'unica spiegazione possibile è che la regola fosse diversa nel 1974
                Ultima modifica di David.Bowman; 29 ottobre 18, 19:04.
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                • Ma anche un film non in inglese può concorrere in tutte le categorie agli Oscar se uscito in tempo utile con il numero di spettacoli richiesto nel territorio richiesto.
                  Ai Globes invece è diverso... infatti quest'anno "Roma" non sarà sicuramente nominato in miglior film mentre finirà nella decina dell'Academy.

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                  • Originariamente inviato da Omar Visualizza il messaggio
                    Ma anche un film non in inglese può concorrere in tutte le categorie agli Oscar se uscito in tempo utile con il numero di spettacoli richiesto nel territorio richiesto.
                    in tutte le categorie si, ma io ho sempre saputo che per partecipare a miglior film deve essere un film anglofono, ovvero o prodotto/coprodotto in USA o in lingua inglese. Se non è così partecipa come "miglior film straniero".

                    Se leggi il mio EDIT di sopra ho riportato stralci del regolamento preso dal sito degli OSCAR.

                    Per il resto è sicuramente come dici tu.
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                    • In realtà per quel che ne so io la restrizione legata alla lingua è riservata esclusivamente al film straniero.
                      Ed il fatto di essere candidabile in questa catagoria non esclude di poterlo essere anche nella principale.

                      Mentre per altri premi l'uno esclude l'altro (globes come detto).

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                      • Originariamente inviato da Omar Visualizza il messaggio
                        In realtà per quel che ne so io la restrizione legata alla lingua è riservata esclusivamente al film straniero.
                        Ed il fatto di essere candidabile in questa catagoria non esclude di poterlo essere anche nella principale.
                        io ho sempre saputo che il requisito di essere "anglofono" fosse determinante per partecipare al "miglior film", bisogna leggere bene il regolamento per approfondire

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                        • Beh ad esempio per rimanere nel recente "Amour" non credo abbia nulla di anglofono nè come lingua nè come produzione o co-produzione

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                          • Originariamente inviato da Omar Visualizza il messaggio
                            Beh ad esempio per rimanere nel recente "Amour" non credo abbia nulla di anglofono nè come lingua nè come produzione o co-produzione
                            in effetti hai ragione. Vedo che Amour è stato candidato sia come "miglior film" sia come "miglior film straniero" (categoria in cui ha vinto)

                            Su IMDB la lingua viene riportata come "French/English" quindi il requisito di "anglofono" ci può anche stare. Però, visto che ha partecipato ad entrambe le categorie mi sa proprio che hai ragione tu e che, quindi, qualunque film può essere candidabile come miglior film, a patto di essere uscito e rimasto in sala a L.A. per almeno 7 giorni in un anno precedente.

                            E questo spiegherebbe la candidatura di Sussurri e grida senza evocare modifiche di regolamento
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                            • Non deve essere necessariamente anglofono un film per concorrere alla statuetta Best Picture, possono partecipare sia i film stranieri che quelli d’animazione prendendosi la doppia nomination.

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                              • valli a capire 'sti americani!
                                "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


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