Hollywood Party è il miglior film del regista, e no, non fu un successo all'epoca, ma un flop nonostante l'attacco al sistema. Tra l'altro Edwards attacca pure i giovani contestari del 68' visti come dei coglioni che manifestano (la madre dice alla figlia "non stavi a contestare qualcosa?") e fanno gli pseudo trasgressivi, utili per mandare il tutto in caciara.
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Originariamente inviato da David.Bowman Visualizza il messaggioè il golfo di Salerno! per chi lo conosce è riconoscibilissimo
si vede anche chiaramente la marina di Vietri sul Mare ripresa dai paesini alti di quel tratto iniziale di Costiera Amalfitana
A volte mi scordo che sei campano anche tu...Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggioHollywood Party è il miglior film del regista, e no, non fu un successo all'epoca, ma un flop nonostante l'attacco al sistema. Tra l'altro Edwards attacca pure i giovani contestari del 68' visti come dei coglioni che manifestano (la madre dice alla figlia "non stavi a contestare qualcosa?") e fanno gli pseudo trasgressivi, utili per mandare il tutto in caciara.Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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Il mio preferito di Edwards resta forse Victor Victoria, benchè anche gli altri si difendano.
Tra i meno noti ricordo sempre con piacere il bellissimo Micki & Maude, godibilissima commedia su un bigamo impenitente, con la Amy Irving di Fury.
Un film che avrei voluto vedere e non vedrò mai, invece, è un "Dottor Stranamore" diretto dal grande Blake (di certo non ci saremmo persi le torte in faccia).Ultima modifica di papermoon; 09 dicembre 18, 11:24.
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Originariamente inviato da papermoon Visualizza il messaggioIl mio preferito di Edwards resta forse Victor Victoria, benchè anche gli altri si difendano.
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"E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"
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Originariamente inviato da David.Bowman Visualizza il messaggioquoto! Anche per me è il suo capolavoro e quello di più alta e rigorosa tenuta registica, riuscendo così a garantire (molto meglio che altrove) una solida adesione tra il registro brillante e quello psicologico, con conseguente agile mescolanza tra malinconia e comicità. Il complesso gioco di trasformismi alla base dell’opera, una donna che si finge un uomo che si finge una donna, diventa una sapiente metafora dell’illusione alla base della fiction cinematografica: l’auto convincimento, da parte dello spettatore, della realtà di una finzione. E' il remake "travestito" di un film tedesco poco conosciuto, ma risulta nettamente superiore all’originale per esuberanza visiva, erotismo conturbante, ricchezza scenografica, capacità inventiva, ritmo coinvolgente, eleganza formale e interpretazioni degli attori. Sotto la patina luccicante si nasconde una caustica critica alla morale perbenista ed alla sua connaturata tendenza a giudicare, etichettare, bandire, in base alle apparenze. E' senza dubbio una delle migliori commedie degli anni '80.Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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Hollywood Party non si batte, è l'essenza del regista con Peter Sellers che esprime appieno la visione del regista come attore. Victor Victoria può essergli superiore.
La Pantera rosa è un ottimo film, ma s'arena incredibilmente nella parte romantica con tanto di lunghissimo dialogo tra Cardinale e Niven che è tirato per le lunghe.
Fortunatamente il resto del film surclassa e la seconda parte è follia pura, tra festa scatenata, la zebra (tre inquadrature ed è nel mito), i due vestiti da scimmie e tutto l'inseguimento in strada.
Di Edwards facendo una classifica di ciò che ho visto di suo (non molto), direi :
- Hollywood Party
- Victor Victoria
- Colazione da Tiffany
- Pantera Rosa
- La Grande Corsa
Dovrei recuperare altro del regista.Ultima modifica di Sensei; 09 dicembre 18, 12:57.
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Originariamente inviato da UomoCheRide Visualizza il messaggio
Cerasella
Film dei telefoni bianchi che racconta un mondo che non c'è piu e che ho visto solamente per tre ragioni 1) dovevo stirare, 2) inizialmente si inquadra quello che credo sia il golfo di Salerno 3) mi incuriosiva vedere il giovani Terence Hill (qui Mario Girotti) recitare insieme a Luigi De Filippo (che qui si dimostra un attore molto capace, addirittura in certi momenti vittimistici degno erede del padre Peppino). Storiella anni 50, di battibecchi amorosi tra ricchi e poveri...soliti stereotipi...i militari scontrosi, i vecchi saggi, i matrimoni organizzati in pochi secondi....robetta da antiquariato, da vedere per curiosità.
Brevi commenti su film visti non in sala:
Under the silver lake (D. R. Mitchell, 2018)
Anche se a tratti mi ha pure divertito, il film è un pasticcio tremendo, e non si capisce bene nemmeno cosa vorrebbe essere, sembra più una collezione di sequenze una dietro l'altra, sempre più strambe, che non un film. Che il regista di It follows sia stato sopravvalutato come Richard Kelly? Il dubbio è lecito.
Assassination Nation (S. Levinson, 2018)
Un pastiche di generi, un po' Harmory Korine di Spring Breakers, un po' The Purge, con in mezzo altre diecimila cose. Ha diversi cambi di registro e tono, il ritmo tiene bene, le 4 zoccolette sono brave e in parte, lo stile sovraeccitato dopo 30 minuti si normalizza ma non è necessariamente una pecca. Cinema di pure superfici, di seduzione epidermica, meno di profondo di quel che forse vorrebbe essere, ma non così stupido come molti a un primo sguardo potrebbero pensare.
Burning (Lee Chang-Dong, 2018)
La cosa migliore vista negli ultimi tempi insieme al film di Cuaron, un melò-thriller sorprendente per come gioca con le aspettative dello spettatore. Il cineasta coreano si riconferma un maestro della produzione odierna. Pare che (scandalosamente) nessun distributore lo abbia preso, spero vivamente di sbagliarmi perché lo rivedrei volentieri in sala. Magnifico
Hesus, Rebolutyonaryo (L. Diaz, 2002)
Ambientato in un prossimo futuro - che oggi è già sorpassato in termini di datazione - un film sorprendente perché insolito rispetto allo stile tipico del regista filippino. Un action secco e violento come un film di Hong Kong dei bei tempi, profondamente politico nel puntare il dito contro il governo del suo Paese. Di maniera ma già personale nei temi e nel modo di approfondire i personaggi, l'ennesimo tassello di un percorso autoriale tra i più curiosi del cinema contemporaneo. E dura appena 1 ora e 50 minuti.
Under the electric clouds (A. German jr, 2015)
Tosto sicuramente, ma questo regista russo è degno di cotanto padre, filmando una fantascienza distopico/realistica che affonda le viscere non solo nella realtà del suo Paese, ma anche nella condizione umana tout court, con quella sensibilità e l'acribia tipica degli intellettuali russi. Fatalmente per pochi, ma è grande cinema.
Days of the eclipse (A. Sokurov, 1988)
Anche il massimo regista russo vivente si è cimentato a mia insaputa con la fantascienza di stampo realistico. Un'opera sperimentale nella fotografia e nella colonna sonora, ma non mi ha convinto fino in fondo, la struttura narrativa è troppo slabbrata e lascia addosso un senso di straniamento circa la vicenda e le emozioni dei personaggi. Più una curiosità per completisti del Maestro russo.Ultima modifica di Medeis; 10 dicembre 18, 15:37.
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Giorni fa ho visto "Eighth Grade", scritto e diretto da Bo Burnham che è un bravissimo comico-cantautore statunitense classe '90 (!), qui all'esordio da regista.
Protagonista del film è una ragazzina che sta finendo la terza media, senza amici e inadeguata in qualsiasi cosa, che tenta di uscire da questa situazione anche se sempre in modo goffo e imbarazzante. E l'imbarazzo è ciò che permea tutto il film, si raggiungono vette clamorose di cringe (tanto per usare un termine in voga), e non è affatto difficile empatizzare o identificarsi con la protagonista, il cui disagio è palpabile. Il tutto è raccontato e confezionato in modo molto sobrio ed efficace, e si sente che dietro a questo progetto c'è un neanche trentenne: penso sia la prima volta che vedo la tecnologia (intesa come novità portate dagli smartphone e dai social) raccontata in questo modo, con consapevolezza ma senza demonizzazioni urlate, così come raramente mi è capitato di veder dipinta in modo così autentico e realistico la quotidianità di chi è nato nell'era digitale. Sicuramente tra i migliori film "da Sundance" che abbia visto.
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sempre interessanti le proposte di Medeis
dal canto mio alcune visioni in sala
Tre volti di Jafar Panahi, l'immagine di un Iran rurale, arretrato economicamente e culturalmente, ancora più di quanto la rivoluzione islamica abbia riportato indietro il resto della nazione, che il regista guarda con un occhio sconsolato e allo stesso tempo compassionevole verso quella che comunque è la sua terra, finale stupendo che da solo vale il film
Santiago, Italia di Nanni Moretti, approvo l'idea di richiamare alla memoria il golpe cileno ed il coinvolgimento del nostro paese, disapprovo l'utilizzo del dramma degli esuli in chiave politica con un forzato riferimento alle vicende attuali, sala abbastanza gremita di esponenti dell'intellighenzia medio borghese vicini ai 60, commossi al ricordo agli anni nei quali erano giovani e inneggiavano anche loro alla revolusiòn intonando erpuebblounìdo
La casa delle bambole (Ghostland) di Pascal Laugier, per me la vera sorpresa del weekend, non gli avrei dato molto dopo aver visto il trailer dal quale sembrava tutta roba già vista, ed in effetti anche se è così il risultato regala momenti di autentica angoscia, nei quali le speranze e i sogni vanno in frantumi e si vive la disperazione delle protagoniste, rispetto agli horror o presunti tali arrivati in sala quest'anno questo piccolo film è di un altro livelloUltima modifica di trabant; 10 dicembre 18, 23:07.In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato. (Maeterlinck)
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Originariamente inviato da trabant Visualizza il messaggios
Santiago, Italia di Nanni Moretti, approvo l'idea di richiamare alla memoria il golpe cileno ed il coinvolgimento del nostro paese, disapprovo l'utilizzo del dramma degli esuli in chiave politica con un forzato riferimento alle vicende attuali, sala abbastanza gremita di esponenti dell'intellighenzia medio borghese vicini ai 60, commossi al ricordo agli anni nei quali erano giovani e inneggiavano anche loro alla revolusiòn intonando erpuebblounìdo
"...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"
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Climax (2018) di G. Noé
un'esperenza disturbante che trae alimento del congenito sadismo dell'uomo comune nel non riuscire a distogliere lo sguardo dai corpi maciullati durante un grandguignolesco incidente in autostrata che coinvolge mezzi pesanti.
Gaspar preme in maniera molesta nel solleticare la devianza della psiche che fa leva sugli istinti più scellerrati, senza affrontare un percorso dal quale trarre un qualsivoglia insegnamento. L'epilogo tronco denota proprio il disinteresse verso qualsiasi altra aspirazione che non sia quella di offrire un brutto giro di giostra fine a se stesso.
non fa per me...
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