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  • E Basic Instinct 2? Blues Brothers 2000? American Psycho 2? Speed 2? Carlito's Way 2 (che poi quest'ultimo è un prequel ma vabbè, è un affronto uguale) dove li mettiamo?

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    • Vabbè ragazzi ma alcuni di questi film manco il capostipite era chissà cosa.

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      • confermo è il peggiore, considerando anche quanto fosse bello il primo, sin city 2 è merda con un grande cast, tutti le storie sono stupide, sono riusciti persino a rovinare il personaggio di rourke, è scritto col culo e ha un totale disprezzo per l'intelligenza dello spettatore



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        • Originariamente inviato da Atlantide Visualizza il messaggio

          anche peggio di highlander 2?
          Vogliamo parlare di Blues Brothers 2000 ?
          Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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          • Allora...ho visto qualche film, complice la pioggia:

            Inside Out
            Film semplice ma geniale, sorprendentemente accurato dal punto di vista didattico per quanto riguarda la psicologia. Un film importante, specie per gli USA, da sempre una nazione gran consumatrice di psicofarmaci. Un film che ti insegna (ed insegna ai bambini) che, anche in un mondo in cui tutti ostentano felicità sui social, è "ok" mostrarsi a volte deboli e tristi, perchè ciò permette di stringere legami più maturi con i propri cari. Molto simpatico il personaggio dell'amico immaginario, efficaci certi personaggi di contorno come il Clown mostruoso.

            Passengers
            Pensavo peggio. Film più innocuo che terribile. Inizialmente pare una roba iperpatinata messa ad ok per mostrare le natiche di Pratt o la Lawrence in costume da bagno. Troppi i rimandi ad altre opere...da 2001 fino a Wall-E. Film noioso, che avrebbe potuto partire da una idea iniziale interessante per diventare una sorta di commedia romantico-fantascientifica come metafora dell'isolamento umano moderno (come accaduto per Her). Dopo di ciò, diventa una tamarrata in cgi, con finale alla Volemose Bene. Inutile, piu che dannoso.

            Polli tornate a casa
            Spassosa comica di Laurel e Hardy (quest'ultimo raramente cosi efficacie dal punto di vista comico, al punto da rubare spesso la scena a Stanlio). Efficace ma breve l'apporto del fidato Finlayson.

            Allegri Imbroglioni
            Una delle commedie più note ma anche più deboli del duo. Purtroppo, pur bravi, Laurel e Hardy sono costretti a ripetere gag vecchie persino per un film degli anni 40 (con Laurel che per la 3a volta si traveste da donna, o che si nasconde sotto al letto all'arrivo di un marito geloso).

            Twice Two
            Dopo aver interpretato i loro stessi gemelli e i loro stessi figli, Laurel e Hardy si sdoppiano in versione femminile, interpretando le loro stesse sorelle le quali, a loro volta, hanno sposato l'altro elemento maschile della coppia. Laure mantiene lo stesso travestimento di "Ecco mia moglie", Hardy, in sottoveste, devo ammettere fa un pò impressione (in negativo). Tuttavia questo trucco permette di svecchiare il meccanismo dei battibecchi, con i nostri che a turno vengono vessati dal migliore amico, dalla moglie, dalla sorella.

            Allegri gemelli
            Comica debole, col meccanismo dei gemelli che si presenta solo dopo un'ora. Le parti migliori sono quando il duo, rimasto in mutande, si traveste da coppia "di eschimesi" usando i tappeti per coprirsi o quando interpretano dei pupazzi sempre-in-piedi umani (colpa di un gruppo di gaglioffi che gli aveva ficcato i piedi nel cemento per farli finire in fondo al canale).
            Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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            • Oggi ho finalmente visto 'Snowden' di Oliver Stone.
              Che dire, tra i migliori film del regista, a mio parere, con un Joseph Gordon-Levitt perfettamente nella parte (e in certi frangenti anche abbastanza somigliante al vero Snowden).
              Ho letto da varie fonti gli avvenimenti accaduti in quel periodo e pare che il film sia ben curato, ben sceneggiato e con un ritmo di sicuro non elevatissimo ma che riesce a incollarti allo schermo. Ottimo il cast e incredibilmente pieno di star: da Levitt a Tom Wilkinson, Zachary Quinto, Shailene Woodley (molto meno irritante che in Divergent), Nicolas Cage (molto meno presente, meno protagonista e meno 'facce pazze' evvivaddio), Timothy Olyphant, Melissa Leo e un grandissimo Rhys Ifans (attore che adoro) nella parte del direttore Corbin O' Brian.
              Ho avuto sempre voglia di vedere questo film, mi incuriosiva molto, ma avevo paura che il ritmo lento mi uccidesse, che fosse il solito film spionistico basato tutto su dialoghi e visivamente poco interessante. Sono contento di dire che mi sbagliavo, mi è piaciuta molto la fotografia, l'uso dei colori, la scelta delle ambientazioni e un montaggio ben bilanciato.
              Se devo proprio fare una piccola critica, nel finale c'è una scena molto 'americana' che incensa molto il protagonista (sostituito alla fine dal vero Snowden). Non che lo demeriti, e di certo non è un documentario, però il film fino a quel momento aveva in qualche modo avuto un comportamento super partes, finire in quel modo mi ha infastidito un minimo. Preferisco quando i film riescono a infondere una morale senza strombazzarla o renderla così evidente. Le persone nel finale del film si perdono in uno scroscio di applausi. Avrei preferito che l'avessero fatto solo gli spettatori.

              Voto 7
              Ultima modifica di Kadath; 26 maggio 19, 18:25.

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              • Project X di Nima Nourizadeh

                A me è piaciuto. E' un party movie divertente. Chiaramente dietro non c'è il minimo spessore e la "scrittura" è ridotta all'osso, un pretesto per affastelare delle gag di grana grossa che crescono in esagerazione di minuto in minuto (ed anche un po' di nudi di troppo).
                Preso per quello che è, è un buon film. Una cosa gli va riconosciuta: il film è del 2012 e centra perfetttamente la rappresentazione della gioventù comune (la mia generazione), alla ricerca di legittimazione tramite eccessi epici (anche a rischio della propra salute, vedi la scena del salto dal tetto), ed il film non si trattiene anche dal mostrare le conseguenze del party sfociato in follia.



                The last of the Mohicans di Michael Mann (Director's Definitve Cut)

                Wow. Primo film che vedo di Mann e wow. Al di là della bella storia e della bella ricostruzione storica, al di là degli interpreti in palla, a colpire sono quelle pennellate per immagini che non ti aspetti. L'innamoramento di Uncas è descritto in 5 secondi con un'inquadratura in penombra rossa alla moviola, e basta così poco per renderla credibile. La storia d'amore fra Occhio di Falco e l'altra sorella è anche qui descritta in 20 secondi (lui la guarda, "cosa sta guardando?", "Sto guardando lei, miss", e lei sostiene e ricambia lo sguardo). C'è una trasparenza e nitidezza a parole nei sentimenti che colpisce, che poi viene espressa tramite piccoli gesti (una mano appoggiata brevemente sulla spalla). Per non parlare poi di come il gioco di sguardi più emozionante (e denso di significati) riguardi il villain e un personaggio secondario che sceglie di suicidarsi. Insomma un film sulla potenza dello sguardo umano (e in senso meta sullo sguardo della macchina da presa).
                Oltre a ciò, seppur il contesto narrativo è molto specifico, molte immagini sono fotografate in modo da universalizzarle e sono metafora d'altro (penso in particolare alle cascate illuminate dalla luna che sembrano un anima in tumulto). Esistenzialista.
                Che gran film.

                Spoiler! Mostra

                Commenta


                • Originariamente inviato da Cooper96 Visualizza il messaggio
                  The last of the Mohicans di Michael Mann (Director's Definitve Cut)

                  Wow. Primo film che vedo di Mann e wow. Al di là della bella storia e della bella ricostruzione storica, al di là degli interpreti in palla, a colpire sono quelle pennellate per immagini che non ti aspetti. L'innamoramento di Uncas è descritto in 5 secondi con un'inquadratura in penombra rossa alla moviola, e basta così poco per renderla credibile. La storia d'amore fra Occhio di Falco e l'altra sorella è anche qui descritta in 20 secondi (lui la guarda, "cosa sta guardando?", "Sto guardando lei, miss", e lei sostiene e ricambia lo sguardo). C'è una trasparenza e nitidezza a parole nei sentimenti che colpisce, che poi viene espressa tramite piccoli gesti (una mano appoggiata brevemente sulla spalla). Per non parlare poi di come il gioco di sguardi più emozionante (e denso di significati) riguardi il villain e un personaggio secondario che sceglie di suicidarsi. Insomma un film sulla potenza dello sguardo umano (e in senso meta sullo sguardo della macchina da presa).
                  Oltre a ciò, seppur il contesto narrativo è molto specifico, molte immagini sono fotografate in modo da universalizzarle e sono metafora d'altro (penso in particolare alle cascate illuminate dalla luna che sembrano un anima in tumulto). Esistenzialista.
                  Che gran film.
                  Aggiungerei anche la straordinaria colonna sonora, senza dubbio tra le mie preferite.
                  I will not say "Do not weep", for not all tears are an evil.

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                  • Originariamente inviato da Gandalf Visualizza il messaggio
                    Aggiungerei anche la straordinaria colonna sonora, senza dubbio tra le mie preferite.
                    quoto! Mann è Mann e le sue immagini hanno sempre una forza travolgente. Day-Lewis è Day-Lewis, buca lo schermo, sprizza carisma e talento in tutto ciò che fa. Ma senza la colonna sonora di Randy Edelman e Trevor Jones, che sostiene il "passo veloce" del film e ne incornicia i momenti introspettivi, il risultato finale non sarebbe lo stesso. Si potrebbe anche parlare, in questo caso, di "effetto (e valore aggiunto) Morricone"
                    "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                    Votazione Registi: link

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                    • Il Ritorno di Mary Poppins di Rob Marshall (2018).

                      Che Rob Marshall sia un cane incapace di costruire una benchè minima immagine interessante oramai è assodato al suo terzo film che vedo. Se Memorie di una Geisha (2005) e Pirati dei Caraibi - Oltre i Confini del Mare (2011), non mi sono bastati, ecco che il Ritono di Mary Poppins (2018), mette la pietra tombale definitiva su questo regista.
                      La Disney purtroppo in questi anni ha acquisito sempre più potere economico, arrivando ora a monopolizzare tutto l'immaginario dell'intrattenimento cinematografico con risultati sempre più pessimi. D'accordo che con il nuovo millennio oramai sono ritornati tutti; quindi lo studio avrà pensato di riesumare Mary Poppins di Stevenson (1964) e di fare un sequel/remake del film originale a distanza di oltre 50 anni, chiaramente l'operazione non ha alcuna finalità se non tirarci fuori puà soldi possibili grazie ad un personaggio oramai impresso indelebilmente nella cultura pop.

                      Inutile girarci troppo intorno il film è uno schifo; ma ovviamente chi è parte del popolino lo apprezzerà senz'altro, per via del fattore nostalgia che sembra essere una nuova piaga che attanaglia gli spettatori degli anni 2000, i quali considerando il presente un qualcosa di magro ed insoddisfacente, non fanno altro che rivolgersi verso un immaginario passato che ai loro occhi sembra un Eden.
                      La trama è poca roba; siamo nel 1935 in piena Grande Depressione, e Michael Banks (Ben Whishaw) oramai è adulto e padre di tre figli a cui di recente è morta la madre, purtroppo l'uomo non attraversa un periodo felice neanche a livello finanziario visto che sta per perdere la casa per via del fatto che non riesce a trovare il certificato azionario che potrebbe impedite il pignoramento della casa da parte della banca, in cui ha un modesto impiego lavorativo.
                      La casa è ingestibile e i tre bambini Annabel, John e George stanno crescendo troppo rapidamente preoccupati per la situazione, così a riparare il tutto sarà provvidenziale il ritorno di Mary Poppins, la quale riassumerà il ruolo di tata e porterà gioia ed armonia in famiglia.
                      Nessuna novità vero? Nonostante sia un sequel, alla fine è un remake di fatto che finisce per riproporre le medesime situazioni del capostipite, dal quale non riesce mai a staccarsi (nè vuole farlo secondo me).

                      Valutandolo come film d'intrattenimento musical i grandi difetti non risiedono solo nell'essere una mera copia-carbone del film del 1964, ma il grosso problema è una fantasia esteticamente spenta e le emozioni molto fredde (neanche la soddisfazione di un confronto adulto tra Mary Poppins e Michael Banks). Sarà forse che il digitale non regge il confronto con la pellicola technicolor o forse il regista Rob Marshall è un cane con la macchina da presa, sta di fatto che in un film che dovrebbe essere l'elogio della fantasia e dell'evasione dalla realtà della vita quotidiana (sia per i bambini del film, che sopratutto per noi spettatori), alla fine è tremendamente piatto e fuori moda.
                      Un eventuale sequel di Mary Poppins avrebbe necessitato di tutt'altra inventiva, sistema produttivo e scrittura, che qui si appiattisce su canoni triti e ritriti presentandoci delle canzoni poco memorabili ed interessanti nei testi (dite addio agli indimenticabili pezzi di Supercalifragilistichespiralidoso o Cancamin Cancamin).
                      Altra delusione è Mary Poppins interpretata da Emily Blunt, che esce nel confronto nettamente perdente con Julie Andrews; se nell'originale quest'ultima era un personaggio anarcoide grazie alla sua fantasia e stramberia, il personaggio della Blunt è poco più di una stronzetta borghese che con le sue faccette vorrebbe tanto imitare Julie Andrews, con il risultato di apparire solo mortalmente noiosa e piatta. Più che un personaggio centrale, questa Mary Poppins è un mero contorno di varie vicende che vedono come protagonisti i bambini, Michael e Jane Banks (quest'ultima diventata attivista sindacale), Jack un lampionario ottimista ed il cattivo macchietta stile Disney impersonato da Wilkins (Colin Firth), direttore della banca che inganna Michael fingendosi amico quando trama per portagli via la casa.

                      Un film elogio della fantasia, diventa una lunga e tediosa celebrazione della morte di essa all'insegna della restaurazione conservatrice più marcata, con dei camei che fanno tenerezza a cominciare da Topsy impersonata da un'imbarazzante Meryl Streep (protagonsita di una sequenza che è un chiaro rimando alla situazione dello zio Bert... si zero sforzi) che dopo questo film può fare spettacoli di cabaret con Cher visto il basso livello raggiunto (che si aggiudica anche uno dei primi posti tra i look più pacchiani ed imbarazzanti che io ricordi) ed infine il cameo di Dick Van Dyke, che se nell'originale impersonava due personaggi diversi come lo spazzacamino e direttore della banca, simbolo quindi della duplicità della scelta nella vita, nel sequel è il direttore della banca (quindi s'è venduto al sistema), in una sequenza melensa e intrisa di buonismo Disney (il problema è la singola persona e non il sistema la banche esistono per rendere felici i clienti... vabbè lasciamo stare), che è uno schiaffo in faccia alla situazione odierna dove tali istituzioni sono viste negativamente dal popolo, dimostrandosi così anche un film reazionario-fascista.
                      Direi che per questo film c'ho speso anche troppo tempo, che posso dire, è il peggior musical che abbia mai visto forse... o forse no perchè tale titolo credo che spetti a Mamma Mia! (2008), il quale l'ho dovuto vedere circa 6 volte per arrivare sino in fondo (si ogni volta sono ripartito da capo, perchè sono stupido). Nonostante ciò la critica è stata sin troppo generosa nel dispensare giudizi positiva su questo prodotto ammuffito fuori tempo massimo (la solita critica prezzolata Disney; ha senso la figura del critico nel nuovo millennio con l'avvento della rete, dove il popolo finalmente può esprimersi senza restrizioni ed ogni opinione è diventata paritaria?), fortunatamente il pubblico sembra aver accolto questo film molto più freddamente; costato 130 milioni, ne ha incassati circa 350 in tutto il mondo; non un flop certo, ma le aspettative erano ben altre, vista l'uscita natalizia ed il fatto che la pellicola originale del 1964 aggiornata con l'inflazione sicuramente ha incassato molto ma molto di più.

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                      • A Serbian Film

                        Ma chi me l'ha fatto fare. L'ho stoppato dopo 54 minuti (pure troppi).
                        Non che il film sia brutto, ma è proprio brutto. Sarà l'orrore che mostrano certe immagini verso dei bambini (e neonati), ma soltanto chi ha voglia di far parlare di sé girerebbe e produrebbe delle sequenze del genere.
                        Non giudico il regista e tantomeno chi ha prodotto il film. La colpa è mia che ho accettato questa sfida, uscendone chiaramente sconfitta.
                        ​​​​​​Se lo rivedrò non lo so. Perlomeno cercherò di finirlo, sperando che alcune scene non si ripetano più nell'epilogo della pellicola.

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                        • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio
                          Il Ritorno di Mary Poppins di Rob Marshall (2018).

                          Che Rob Marshall sia un cane incapace di costruire una benchè minima immagine interessante oramai è assodato al suo terzo film che vedo. Se Memorie di una Geisha (2005) e Pirati dei Caraibi - Oltre i Confini del Mare (2011), non mi sono bastati, ecco che il Ritono di Mary Poppins (2018), mette la pietra tombale definitiva su questo regista.
                          La Disney purtroppo in questi anni ha acquisito sempre più potere economico, arrivando ora a monopolizzare tutto l'immaginario dell'intrattenimento cinematografico con risultati sempre più pessimi. D'accordo che con il nuovo millennio oramai sono ritornati tutti; quindi lo studio avrà pensato di riesumare Mary Poppins di Stevenson (1964) e di fare un sequel/remake del film originale a distanza di oltre 50 anni, chiaramente l'operazione non ha alcuna finalità se non tirarci fuori puà soldi possibili grazie ad un personaggio oramai impresso indelebilmente nella cultura pop.

                          Inutile girarci troppo intorno il film è uno schifo; ma ovviamente chi è parte del popolino lo apprezzerà senz'altro, per via del fattore nostalgia che sembra essere una nuova piaga che attanaglia gli spettatori degli anni 2000, i quali considerando il presente un qualcosa di magro ed insoddisfacente, non fanno altro che rivolgersi verso un immaginario passato che ai loro occhi sembra un Eden.
                          La trama è poca roba; siamo nel 1935 in piena Grande Depressione, e Michael Banks (Ben Whishaw) oramai è adulto e padre di tre figli a cui di recente è morta la madre, purtroppo l'uomo non attraversa un periodo felice neanche a livello finanziario visto che sta per perdere la casa per via del fatto che non riesce a trovare il certificato azionario che potrebbe impedite il pignoramento della casa da parte della banca, in cui ha un modesto impiego lavorativo.
                          La casa è ingestibile e i tre bambini Annabel, John e George stanno crescendo troppo rapidamente preoccupati per la situazione, così a riparare il tutto sarà provvidenziale il ritorno di Mary Poppins, la quale riassumerà il ruolo di tata e porterà gioia ed armonia in famiglia.
                          Nessuna novità vero? Nonostante sia un sequel, alla fine è un remake di fatto che finisce per riproporre le medesime situazioni del capostipite, dal quale non riesce mai a staccarsi (nè vuole farlo secondo me).

                          Valutandolo come film d'intrattenimento musical i grandi difetti non risiedono solo nell'essere una mera copia-carbone del film del 1964, ma il grosso problema è una fantasia esteticamente spenta e le emozioni molto fredde (neanche la soddisfazione di un confronto adulto tra Mary Poppins e Michael Banks). Sarà forse che il digitale non regge il confronto con la pellicola technicolor o forse il regista Rob Marshall è un cane con la macchina da presa, sta di fatto che in un film che dovrebbe essere l'elogio della fantasia e dell'evasione dalla realtà della vita quotidiana (sia per i bambini del film, che sopratutto per noi spettatori), alla fine è tremendamente piatto e fuori moda.
                          Un eventuale sequel di Mary Poppins avrebbe necessitato di tutt'altra inventiva, sistema produttivo e scrittura, che qui si appiattisce su canoni triti e ritriti presentandoci delle canzoni poco memorabili ed interessanti nei testi (dite addio agli indimenticabili pezzi di Supercalifragilistichespiralidoso o Cancamin Cancamin).
                          Altra delusione è Mary Poppins interpretata da Emily Blunt, che esce nel confronto nettamente perdente con Julie Andrews; se nell'originale quest'ultima era un personaggio anarcoide grazie alla sua fantasia e stramberia, il personaggio della Blunt è poco più di una stronzetta borghese che con le sue faccette vorrebbe tanto imitare Julie Andrews, con il risultato di apparire solo mortalmente noiosa e piatta. Più che un personaggio centrale, questa Mary Poppins è un mero contorno di varie vicende che vedono come protagonisti i bambini, Michael e Jane Banks (quest'ultima diventata attivista sindacale), Jack un lampionario ottimista ed il cattivo macchietta stile Disney impersonato da Wilkins (Colin Firth), direttore della banca che inganna Michael fingendosi amico quando trama per portagli via la casa.

                          Un film elogio della fantasia, diventa una lunga e tediosa celebrazione della morte di essa all'insegna della restaurazione conservatrice più marcata, con dei camei che fanno tenerezza a cominciare da Topsy impersonata da un'imbarazzante Meryl Streep (protagonsita di una sequenza che è un chiaro rimando alla situazione dello zio Bert... si zero sforzi) che dopo questo film può fare spettacoli di cabaret con Cher visto il basso livello raggiunto (che si aggiudica anche uno dei primi posti tra i look più pacchiani ed imbarazzanti che io ricordi) ed infine il cameo di Dick Van Dyke, che se nell'originale impersonava due personaggi diversi come lo spazzacamino e direttore della banca, simbolo quindi della duplicità della scelta nella vita, nel sequel è il direttore della banca (quindi s'è venduto al sistema), in una sequenza melensa e intrisa di buonismo Disney (il problema è la singola persona e non il sistema la banche esistono per rendere felici i clienti... vabbè lasciamo stare), che è uno schiaffo in faccia alla situazione odierna dove tali istituzioni sono viste negativamente dal popolo, dimostrandosi così anche un film reazionario-fascista.
                          Direi che per questo film c'ho speso anche troppo tempo, che posso dire, è il peggior musical che abbia mai visto forse... o forse no perchè tale titolo credo che spetti a Mamma Mia! (2008), il quale l'ho dovuto vedere circa 6 volte per arrivare sino in fondo (si ogni volta sono ripartito da capo, perchè sono stupido). Nonostante ciò la critica è stata sin troppo generosa nel dispensare giudizi positiva su questo prodotto ammuffito fuori tempo massimo (la solita critica prezzolata Disney; ha senso la figura del critico nel nuovo millennio con l'avvento della rete, dove il popolo finalmente può esprimersi senza restrizioni ed ogni opinione è diventata paritaria?), fortunatamente il pubblico sembra aver accolto questo film molto più freddamente; costato 130 milioni, ne ha incassati circa 350 in tutto il mondo; non un flop certo, ma le aspettative erano ben altre, vista l'uscita natalizia ed il fatto che la pellicola originale del 1964 aggiornata con l'inflazione sicuramente ha incassato molto ma molto di più.
                          Sto per vedere Aladdin che dio me la mandi buona.

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                          • Originariamente inviato da sherry Visualizza il messaggio
                            A Serbian Film

                            Ma chi me l'ha fatto fare. L'ho stoppato dopo 54 minuti (pure troppi).
                            ...
                            ​​​​​​Se lo rivedrò non lo so. Perlomeno cercherò di finirlo, sperando che alcune scene non si ripetano più nell'epilogo della pellicola.
                            evita pure senza alcun problema, è robaccia, pornografia della violenza, pura morbosità per "malati" o per "coraggiosi" che vogliono mettere alla prova i propri limiti di stomaco. Il colpo di grazia, che rende il tutto ancora peggiore, è che il "regista" ha anche parlato di presunti intenti di denuncia sociale per raccontare le sofferenze del suo paese, martoriato dalla guerra civile. Ma per piacere!
                            "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                            Votazione Registi: link

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                            • Sensei in realtà il cameo di Van Dycke ha senso... nel primo film era l'anzianissimo banchiere, e questi aveva un figlio. Logico quindi che interpretasse anche lo stesso figlio, una volta invecchiato.
                              Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
                              Spoiler! Mostra

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                              • Ho provato a rivedere The amazing spiderman (di cui avevo visto solo il secondo tempo, in passato). Che dire....che orrore...
                                - Parker diventa una sorta di hipster fighetto, pure piacente, annullando il contrasto tra il se pre-morso e post-morso. Inoltre, paradossalmente, nel tentativo di modernizzare il personaggio lo rendono ancora più piatto e fuori tempo massimo.
                                - Il tentativo di realismo distrugge ogni atmosfera di favola moderna, utile a sostenere la sospensione dell'incredulità
                                - La scienza ovviamente dovrebbe essere sempre presa con le pinze in questo film...ma qui siamo ai livelli dei filtri magici dei Puffi...quelli che causavano trasformazioni in una nuvola colorata. Lizard è inguardabile (specie quando è ancora in forma umana ma iniziano a ingigantirsi gli arti...pare di essere tornati ai tempi de La vendetta del Dottor K).
                                - La trasformazione ororifica del primo Spiderman (con inquadratura prima-dopo dell'opera di body building fatta dall'attore), qui diventa una scena patetica nelle sue intenzioni comiche, con Parker che pare un mezzo drogato rimbambito, acquisisce i poteri nel tempo di una gita in metropolitana, e tenta di mangiare una mosca (sigh).
                                - Parker in questo film non è un bravo ragazzo che cede all'egoismo per l'ebbrezza del potere ma, al contrario, pare da subito un menefreghista: fa perdere uno stage ad una persona sostituendosi a lui, mena sconosciuti per strada, etc. Ah, distrugge un esperimento milionario fatto coi ragni perchè non tiene ferme le mani.
                                - Parker, che dovrebbe essere un genio in grado di risolvere equazioni chimiche che intere aziende non hanno risolto (credici), parla di lucertole giganti ad un poliziotto e spera di venire creduto.
                                - Il cattivo fa un video power point di come distruggerà l'umanità (ma a chi doveva mostrarlo???)
                                - La Oscorp non ha telecamere di sicurezza, quindi puoi entrare ovunque e fare danni, toccando ragni. La segretaria non ti chiede un documento se prendi un badge. Una studentessa piacente può venire al lavoro con minigonna e stivali sexy come manco nelle commediacce anni 70 italiane e spacciarsi comunque per "ragazza acqua e sapone un pò sfigata".
                                - Parker, fatta una ragnatela, si mette a giocare al cellulare (immagino non abbia esami a scuola, visto che non studia mai).
                                - Nelle scuole americane, puoi picchiare chiunque ma, se rompi un canestro da basket giocando a basket, allora chiamano i tuoi genitori (!!). E tuo zio si arrabbia perchè hai spinto a terra qualcuno mentre giocavi a basket (un pò iper protettivo, eh?).
                                - Il finale è noiosissimo. Ricordate la scena della metropolitana in spiderman 2? I vari tentativi sempre diversi di fermare il treno? Gli imprevisti che si accumulavano? Lo stacco sui passeggeri? Qui abbiamo due tizi in cgi su una antenna in cgi. Manco ci accorgiamo di chi è in pericolo.
                                - Se vieni colpito da un antidoto, il tuo corpo inizia a ritrasformarsi, proprio nel punto in cui sei stato colpito. Come se stessi usando il brush di paint.
                                - i due fidanzatini non hanno alchimia....manca una scena iconica come poteva essere quella del bacio a testa in giu
                                Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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