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  • Un A Serbian Film senza scene di sesso/pornografiche?
    Voleranno pugni e botte

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    • Ma Kill List (che è molto bello) non mi sembra abbia molti punti in comune con A Serbian Film (forse un po' il tipo di situazione straniante, manipolatoria e da incubo? Però è un elemento che ricorre anche in moltissimi altri film...), a me semmai nel finale ha ricordato un po' The Wicker Man

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      • Originariamente inviato da Enfad Visualizza il messaggio
        Ma Kill List (che è molto bello) non mi sembra abbia molti punti in comune con A Serbian Film (forse un po' il tipo di situazione straniante, manipolatoria e da incubo? Però è un elemento che ricorre anche in moltissimi altri film...), a me semmai nel finale ha ricordato un po' The Wicker Man
        Sì, diciamo che, dal mio punto di vista, ha la stessa struttura di discesa all'inferno, ha più o meno lo stesso plot, lo schema di base.

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        • Originariamente inviato da Lord Vell Visualizza il messaggio
          Cannibal Holocaust:

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          Mi hai steso Brutto è brutto in effetti. Però concordo con Pancho sul fatto che l'alchimia fra i protagonisti funzioni (almeno quello). Quel filmone del secondo l'hai visto?
          Verdetto?
          La citazione a Paperino mi ha fatto morì XD
          Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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          • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio
            The Amazing Spider-Man mediocretto, però l'intesa Gwen-Peter Parker l'ho trovata più che soddisfacente.

            Più che altro questo film mostra una Hollywood incapace anche a livello produttivo. Webb aveva fatto il buon 500 giorni insieme, i produttori invece di incontrarlo per affidargli una commedia romantica, genere in crisi da molti anni e buone possibilità produttive, gli danno il reboot di Spider-Man... che imbecilli, il risultato non può che essere un disastro.
            L'unica cosa che funziona è il legame tra i due protagonisti perché Webb viene dalla commedia romantica.
            Io questa intesa non l'ho proprio vista....insomma sono due bellocci che per via dell'ormone si piacciono a vicenda e che, nonostante siano rispettivamente una che gestisce le risorse per una multinazionale e uno che ha da poco imparato a essere spavaldo, balbettano in continuazione quando si incontrano...
            Ma vogliamo mettere i tanto bistrattati Dunst e McGuire? La MJ di Raimi era una ragazza che indossava una maschera (no pun intended), in quanto, a causa anche dei genitori abusivi, veniva vista solo come una "rossa facile", e quindi si comportava da ragazza allegrotta....ma vi ricordate quando Peter va a buttare la spazzatura? A parte che, grazie ai poteri lei ha da poco "riconsiderato" il nerd sul piano fisico per via degli occhi azzurri, poi i due si incontrano. Lei ha appena litigato coi suoi, è triste ed arrabbiata. Vomiterebbe la sua rabbia su di lui. Ma trova davanti un ragazzo gentile e i due si aprono reciprocamente. Lei lo nota una seconda volta e, quasi a sdebitarsi per l'aiuto ricevuto, lo incita ad avere più fiducia in se stesso ("non incurvarti, stai dritto"). Arriva poi il quarterback e MJ indossa una maschera, sgambetta ridanciana parlando della macchina nuova. Quello è il suo ruolo, quello è ciò che interpreta per farsi accettare.
            Ci si potrebbe sbilanciare su decine di parallelismi tra eroe e villain che indossano una maschera per la loro doppia identità e tra figlio del villain e MJ che indossano una maschera per farsi accettare dalla propria famiglia o dagli altri (Franco asserisce, per difendere il padre, che un giorno "potrò diventare come lui"). Ecco un altro elemento mancante in Amazing....perchè la relazione tra i due dovrebbe essere travagliata? Nel film di Raimi invece MJ, quasi per aderire al suo stesso clichè, si fidanza prima col quarterback con la macchina (classico modello di vincente da liceo), poi con il "figlio dell'industriale" (di nuovo, classico modello vincente post-liceo). Sembra quasi che MJ e Peter stiano insieme non solo per attrazione fisica o per una cotta da liceo ma proprio perchè solo in compagnia dell'altro riescono ad essere loro stessi. Poi ci sono le scene iconiche tipo il bacio a testa in giù etc. Certo, il personaggio di Gwen Stacy è piu attivo, mentre MJ fa solo la damigella urlante, questo tocca rendere atto agli sceneggiatori. Peccato che tutto questo femminismo venga poi disperso in gag da cinepanettone (Peter che, non controllando i suoi poteri, strappa la camicietta ad una donna, lasciandola in intimo - sigh ).
            Idem per i cattivi. I cattivi migliori sono quelli che riflettono il protagonista, come se fossero una visione distorta. Magneto è una visione distorta di Xavier. Pinguino è un figlio di ricchi ripudiato, come Batman è un ricco cresciuto solo, mentre Catwoman è povera e con una madre troppo presente. Nel primo film di Raimi si tratta la tematica zio-nipote mentre tra i villain c'è la tematica padre-figlio. Nel secondo, Peter ha difficoltà a far combaciare le sue due vite, a crearsi un futuro e a gestire il suo passato....in questo, si imbatte in Harry, troppo legato al padre e quindi al passato, nonchè personaggio della giovinezza di Peter, e in Octavius, personaggio del presente lavorativo di Peter e che rappresenta da un lato una visione idealizzata del futuro del ragazzo (ossia riuscire a diventare brillante scienziato e a sposare la ragazza conosciuta al liceo), dall'altro una sua forma demonizzata (scienziato che acquisisce i poteri dopo un incidente e ne viene controllato). Ad un certo punto, Peter rinuncia ai suoi poteri perchè la sua seconda identità stava interferendo troppo con la sua vita, cosi come i tentacoli tenevano sotto controllo Octavius.
            Il terzo è uno schifo, ma si affronta il tema della vendetta e del lato oscuro. Anche qui, il parallelismo non manca.
            Onestamente, cosa ce ne dovrebbe fregare invece di Lizard? Si, ok, ha una forte disabilità, ma è un grande scienziato, ed è perfettamente autonomo. Non vediamo mai come la sua disabilità lo abbia reso infelice o ne abbia compromesso i rapporti. Non ha anima, non ha cuore.
            Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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            • Ho rivisto un botto di film sta settimana....

              Oscar - un fidanzato per due figlie
              Gradevole pochade, firmata con gran ritmo da Landis (che cura molti dettagli essenziali a rendere "potabile" una pochade ai giorni nostri...dall'incipit con un grande Kirk Douglas alla marionetta che canta l'opera). Bravi i caratteristi. Stallone si impegna ma non ha "la voce" adatta ad una commedia di "parola", rende meglio quando fa "il comico muto" che guarda spaesato il caos che lo circonda. Ottimo il doppiaggio di Amendola che salva il film in corner più volte e ne decuplica la capacità umoristica.

              I falchi della notte
              Primo film hollywoodiano di Rutger Hauer. Terrorista edonista, dandy e raffinato, si scontra con poliziotto trasandato, ottuso ma di buon cuore.
              Un buon film. In un mondo dove tocca far esplodere le città o le galassie, piace vedere questi piccoli film in cui con sequenze semplici (penso alla situazione degli ostaggi in metropolitana, con i treni che arrivano e, aumentando il numero di persone in scena, causa problematiche nella gestione degli ostaggi). Spiazza notare come i film di Stallone post Rocky e pre- epoca Reaganiana fossero lontani anni luce politicamente e socialmente dalla figura muscolare e pacchiana alla Mercenari. Il protagonista qui è volutamente trasandato (anzi, con barba alla Serpico e doppiaggio di Amendola, Stallone sembra una versione dopata del Commissario Giraldi di Thomas Millian!), devirilizzato nel suo effettuare degli appostamenti en-travesti (soluzione molto interessante), refrattario alla violenza gratuita (dice esplicitamente che non sopporta sparare). Lo sguardo con gli occhi a palla di Stallone pare a quel punto funzionale al ruolo del poliziotto che, messo nella squadra antiterrorismo, inizia a sbroccare. Curioso, visto che abbiamo citato Thomas Millian, che la squadra antiterrorista della polizia si chiami ATAC (dove AT credo stia per Anti Terrorismo. Per cui Stallone, truccato come Nico Giraldi, doppiato da Amendola, gira metà film con un cappello con sopra una sigla che ricorda gli autobus di Roma XD.
              Un buon poliziesco, divertente ed avvincente il giusto, non eccezionale ma un buon prodotto. Debitore di certi poliziotteschi italiani.
              Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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              • CAPERNAUM, di N.Labaki
                Film festivaliero su note disgrazie terzomoniste a base di poveri monelli abbandonati.
                Che dire? I nobili intenti non sono bastati a spianarmi fino in fondo (ma neanche a metà) il ghigno scettico e infastidito.
                Troppo facile commuoverci con peripezie programmatiche, disgrazie a orologeria, tono cupamente monocorde (i poveri, si sa, non sorridono mai, il broncio perenne è di rigore), manichesimo un tanto al chilo (i genitori abbruttiti e in fondo da evirare, la popolazione indifferente), o reunion catartiche da melò materno con musica roboante annessa, scenetta che in extremis smentisce il tono (apparente) del film, quello di un sobrio neorealismo al naturale ripreso in ambienti reali.
                E ovviamente la Labaki non ha il coraggio di andare fino in fondo propinandoci un esito davvero infausto e indigesto (vedi alla voce Rossellini).
                Starò esagerando, ma il miserabilismo spettacolareggiante ed exploitativo alla D.Boyle non mi pare poi così lontano. Guardo per curiosità su imdb e noto che fioccano i vari "Ma che bello, ho pianto tanto!". Pure a me è scappata la lacrimuccia, si capisce, ma poi l'ho rimproverata aspramente.

                TRAMONTO di L.Nemes
                In parole povere, L.Nesmes gira con lo stesso stile ma lo applica a un nuovo contesto storico.
                Domanda: ha intenzione di continuare così per l'intera carriera? Sarebbe una scelta a suo modo affascinante.
                Comunque sia: questo raccontino austroungarico al femminile, incentrato su un'ex-figlia di papà che cerca con ansia di reinserirsi nel mondo della moda, ritrovare il fratello perduto, svelare oscuri arcani sul destino di tale Fanny, non sembra aver colpito più di tanto il pubblico, ma il film non mi è parso sfigurare rispetto al lavoro precedente (che non mi convinse). Benché vincolato dalla semisoggettiva, il regista riesce ad affrescare a discreto raggio la Budapest protonovecentesca della moda e dei caffè, contesto vagamente alluso in cui la nostra eroina - scheggia impazzita che viene iniettata in un mondo dall'aria rispettabile ma già caduco e marciscente - quasi suo malgrado sollecita resistenze, scoperchia altarini, semina zizzania, catalizza rivolte e tumulti. Questo il succo, più o meno.
                Peccato, però, che si resti dalle parti di un cinema troppo ossessivo, vincolato a un rigido partito formale, obbligato a un tono bigiamente monocorde.
                E a conti fatti la pretesa di narrare il tramonto dell'impero per via obliqua mi è parsa un po' velleitaria, l'allusione a chissà quali latenti orrori celati nel torbido in secondo piano una posa troppo programmatica, e lo stato confusionale dell'inquieta ragazza forzoso e inutile disordine narrativo.
                Insomma: un film indubbiamente molto ambizioso (viene in mente anche Sokurov) che avrei voluto amare, e invece mi sono spesso annoiato e non mi ha convinto. Ma cambierei idea volentieri.

                IL GIOCO DELLE COPPIE di O.Assayas
                Film di chiacchere, chiacchere e ancora chiacchere. Si parla di editoria mutante, libri cartacei e digitali, declino vero o presunto del numero dei lettori, influenza buona o nefasta dei media internettiani sull'ars scrivendi, e via dicendo. Ma i temini o temoni di cui sopra ad Assayas interessano relativamente, perchè le chiacchiere sono sempre o quasi a uso e consumo del disegno dei personaggi e delle loro vite doppie, come da titolo originale. La regia, trasparente e invisible, valorizza ambienti tipicamente francesi cacciando il teatro fuori dalla porta, e in extremis si concentra su quel che conta davvero, il trascorrere degli anni e l'avvicendarsi delle generazioni, che dall'aria del tempo, loro malgrado o quasi, sono trascinate qua e là. E dunque si chiude con un breve dolly a salire, leggero come una brezza, che dal ventre di una madre si affaccia dolcemente sul mare.
                Un film indubbiamente minore ma molto piacevole.

                CAPTAIN MARVEL di chissenefrega
                Cretinata senza vergogna che si sopporta a stento perchè ogni tanto bisogna pur fare esercizio, e che annovera una quarantina di minuti almeno (i primi e gli ultimi venti) amabilmente osceni: per ficcarli a forza nel tubo digerente ci vuole uno stantuffo di quelli grossi.
                Briè Larson regge decentemente il miserrimo materiale (me, too!), ma di certo non basta. Per fortuna c'è S.L.Jackson, qui in versione aliena. L'effetto orrorifico generato da quel faccione digitalmente ringiovanito salva largamente la baracca, e si prolunga anche oltre, quando ci rendiamo conto, rabbrividendo, che pian piano al faccione ci si abitua.
                La baccellonizzazione è da tempo in atto, si sa.

                DOMINO di B.De Palma
                Non ho davvero voglia di interrogarmi su come, quanto e perchè sia stato manipolato/castrato dai produttori di turno, mi limito a commentare quanto ho visto, ossia un discreto film di genere che la mano di De Palma, pur vedendosi qua e là benissimo, non riesce ad elevare compensandone per forza di stile le ovvie carenze e la tritaggine della materia da thriller. Da segnalare, in ogni caso, qualche buon tocco di humor nero, e un pungente disincanto cinico nel tratteggiare le varie parti in gioco e le loro più o meno sordide azioni e reazioni.
                Guardabile.
                Ultima modifica di papermoon; 02 giugno 19, 21:51.

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                • Flesh of the void (J. Quinn, 2017)

                  Un po' Begotten, un po' il cinema di Karim Hussaini. Un po' una chiavica. Al di là di un'indubbia perizia tecnica, trovo che il film abbia il medesimo problema di quasi tutto il cinema estremo girato nei Duemila, un'idea di accumulo e di iperbole la cui saturazione finisce per depotenziare qualsiasi valenza "scandalistica". A conti fatti non è all'altezza né della sana, goduriosa exploitation di un tempo, né di chi usava certi ingredienti per mire più alte (Pasolini, Russell, ecc.). E onestamente certe provocazioni hanno anche un che di ammuffito.

                  Greta (N. Jordan, 2018)

                  I primi 20 minuti sembra anche promettente, poi scade nel deja vu e nell'implausibile. La Huppert fa quel che ci si aspetta dalla Huppert, di positivo c'è solo che la Moretz pare finalmente aver azzeccato un'interpretazione da quando è diventata adulta. Confezione elegante ed inerte.

                  Death in a land of Encantos (L. Diaz, 2007)

                  Altra esperienza limite del filippino, che in 9 ore filma l'Apocalisse post tsunami, raccontando il ritorno in patria di un artista esule, in alternanza a una sorta di reportage sui luoghi del disastro da parte di una troupe televisiva (che non vediamo mai). Al solito vertiginoso nello stile e complesso nell'architettura narrativa, un'opera che si fa accusa politica verso il governo del Paese, riflessione sul ruolo dell'intellettuale nella società, radiografia sulla necessità di prendersi cura dei cari defunti e il senso di colpa di chi è sopravvissuto. Ripensando alle polemiche cannensi su Kechiche, mi chiedo cosa penserebbero i "benpensanti" di una donna filmata nuda sul letto mentre dorme per 5 minuti abbondanti, da ogni angolazione possibile. Tra l'altro la sessualità filmata in questo film, come in un precedente che ho visto, ho il sospetto sia non simulato, in obbedienza ad uno stile che da documentaristico si fa astratto e ipnotico. Guardare un film di Diaz è come una potente esperienza lisergica.

                  Il mio capolavoro (G. Duprat, 2018)

                  Temi e stile sono molto vicini al precedente Il cittadino illustre, conferma di un regista talentuoso e con una sua poetica. Piuttosto divertente e acido, chissà perché non era in concorso all'ultima mostra veneziana. Molto bravi i due attori protagonisti.

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                  • I film di Lav Diaz dove li recuperi? Sono sub ita?

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                    • Negli ultimi giorni ho visto
                      Hereditary
                      Non sono un grandissimo consumatore di horror ma questo l'ho trovato più che gradevole e migliore di alcune delle sorprese degli anni passati (Babadook, It Follows...). L'angoscia generata dalle dinamiche della famiglia e il successivo lutto colpiscono più di mille jump scares (credo di non averne contato neanche uno). Interessante poi la parte soprannaturale, con il finale che mi ha ricordato leggermente Rosemary's Baby, e la suddivisione del tempo concesso ai membri della famiglia.
                      C'eravamo tanto amati
                      Non lo avevo mai visto, ma alla fine meglio così dato che se lo avessi guardato anni fa non lo avrei compreso fino in fondo. Una bellissima analisi di una generazione e della sinistra italiana nel dopoguerra, il tutto in chiave di commedia e con dei camei deliziosi, attraverso le diverse sorti dei protagonisti che affrontano i cambiamenti della società e la fine delle proprie illusioni verso il futuro. Molto bello, e nonostante guardi al passato è per certe trovate ancora un film modernissimo.
                      Paterson
                      Un rilassato elogio alla vita quotidiana e all'importanza dell'arte e della creatività, che caratterizzano l'essere umano e lo distinguono dagli altri animali. Sempre in palla Adam Driver.
                      Glass
                      Una delusione nonostante non sia tutto da buttare. Il discorso portato avanti è lo stesso dei film precedenti, ma proprio per questo risulta ridondante e la storia non ha una solidità tale da giustificare l'esistenza di questo sequel/crossover, che dopo una prima parte soporifera e sconclusionata ritrova un briciolo d'interesse nel personaggio del titolo, che però non è inserito in un contesto sobrio ed elegante come quello di Unbreakable (un film "sussurrato", al contrario di questo che non ha lo stesso stile nel rielaborare la fine di quello, portandosi più dalle parti di Lady in the Water che però aveva un altro tono) e risulta come gli altri personaggi un'imitazione di sé stesso. La cosa peggiore è che alla fine, anche dopo il twist fuori contesto, verrebbe da emozionarsi per quello che Shyamalan aveva intenzione di comunicare, ma non ci si riesce perché ok il messaggio, il cuore ecc. ma l'esecuzione è stata mediocre e il coinvolgimento poco, anche nelle scene clou.

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                      • Originariamente inviato da Admiral Ackbar Visualizza il messaggio
                        Glass
                        Una delusione nonostante non sia tutto da buttare. Il discorso portato avanti è lo stesso dei film precedenti, ma proprio per questo risulta ridondante e la storia non ha una solidità tale da giustificare l'esistenza di questo sequel/crossover, che dopo una prima parte soporifera e sconclusionata ritrova un briciolo d'interesse nel personaggio del titolo, che però non è inserito in un contesto sobrio ed elegante come quello di Unbreakable (un film "sussurrato", al contrario di questo che non ha lo stesso stile nel rielaborare la fine di quello, portandosi più dalle parti di Lady in the Water che però aveva un altro tono) e risulta come gli altri personaggi un'imitazione di sé stesso. La cosa peggiore è che alla fine, anche dopo il twist fuori contesto, verrebbe da emozionarsi per quello che Shyamalan aveva intenzione di comunicare, ma non ci si riesce perché ok il messaggio, il cuore ecc. ma l'esecuzione è stata mediocre e il coinvolgimento poco, anche nelle scene clou.
                        Occasione sprecatissima per me. Unbreakable lo rivedo sempre con piacere, Split è per me uno dei migliori lavori di Shyamalan, e McAvoy è il mattatore perfetto.
                        Glass risulta pasticciato e anche un po' ingenuo (la semplicità con cui i personaggi sono 'rinchiusi' e nel contempo passeggiano indisturbati in quello che dovrebbe essere un istituto mentale/bunker crea momenti di ilarità, il finto piano di Elijah è demenziale e poco credibile per chiunque, il segreto che la dottoressa Staple rivela mi ha fatto piangere dalle risate).
                        Quando cerchi di creare un collegamento (per me oggi ancora forzato tra Unbreakable e Split) e dopo provi a mettere tutto a posto, creare una logica e una morale, lì viene il difficile. I primi due film funzionano alla grande anche come stand-alone, il terzo è figlio di una malsana quanto inutile volontà di raggruppare il tutto, senza peraltro riuscirci. Mi ha ricordato un altro film di M.Night, Signs, che ancora oggi adoro, ma anche lì c'era la fissazione di unire due contesti differenti (alieni-cerchi nel grano / Dio-destino), lì in parte l'unione funziona, così come il finale. Insomma, l'idea c'è, ma l'alunno non si applica sempre.
                        Ho tifato tanto per questo film, avevo delle aspettative abbastanza alte, avendo visto Split, purtroppo è uscita fuori una porcheria. Peccato.
                        Ultima modifica di Kadath; 02 giugno 19, 20:17.

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                        • Sono d'accordissimo su Glass, ha avuto fretta, non sembra nemmeno diretto da M.N.S. ma da uno che lo imita. Ci poteva stare l'idea di unire i due film, ma non così; i primi due hanno tanto stile e contengono momenti di poesia cinematografica, questo è grossolano, pasticciato, confusionario.

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                          • Originariamente inviato da Admiral Ackbar Visualizza il messaggio
                            Negli ultimi giorni ho visto
                            Hereditary
                            Non sono un grandissimo consumatore di horror ma questo l'ho trovato più che gradevole e migliore di alcune delle sorprese degli anni passati (Babadook, It Follows...). L'angoscia generata dalle dinamiche della famiglia e il successivo lutto colpiscono più di mille jump scares (credo di non averne contato neanche uno). Interessante poi la parte soprannaturale, con il finale che mi ha ricordato leggermente Rosemary's Baby, e la suddivisione del tempo concesso ai membri della famiglia.
                            Sono felice che anche qualcun altro l'abbia apprezzato, in generale ho visto che è stato molto divisivo e mi sembra di aver letto più pareri complessivamente negativi che positivi, mentre secondo me è un grandissimo film, direi quasi un capolavoro horror (considerando poi che si tratta persino di un esordio, è un film davvero impressionante per la maturità che traspare non solo sul piano della scrittura, ma anche su quello della gestione del mezzo cinematografico e della messa in scena). Anch'io ho trovato qualche vaga analogia con Rosemary's Baby, così come un pochino (di nuovo) con The Wicker Man per la questione della setta e per il suo ritmo e la sua struttura particolari, e un po' anche con Starry Eyes
                            Spoiler! Mostra

                            Adesso ho una grandissima curiosità per Midsommar

                            Originariamente inviato da Admiral Ackbar Visualizza il messaggio
                            Paterson
                            Un rilassato elogio alla vita quotidiana e all'importanza dell'arte e della creatività, che caratterizzano l'essere umano e lo distinguono dagli altri animali. Sempre in palla Adam Driver.
                            Anch'io l'ho visto abbastanza di recente, e inaspettatamente mi è piaciuto molto (non perché pensavo fosse brutto, ma perché non è una tipologia di film che solitamente mi interessa), ho trovato molti spunti interessanti come la questione delle ripetizioni, a partire dal nome di Paterson che è sia quello del protagonista interpretato da Driver che quello della città, per continuare ovviamente con la costante presenza di gemelli (e il film si apre proprio con la compagna di Paterson che gli dice d aver sognato che avessero due gemelli; senza contare quando più avanti loro due vanno al cinema e Paterson le dice che la protagonista del film le somiglia tanto da sembrare la sua gemella) che, pur senza inserire nel film alcun tocco soprannaturale, conferisce al tutto un mood un po' straniante, per finire con le situazioni (il collega indiano che per due volte racconta a Paterson le sue disgrazie, ma alla terza decide di lasciar perdere, o il cane che sposta la cassetta delle lettere che, di nuovo per due volte - mi pare - Paterson rimette a posto, per poi lasciarla storta la terza volta, e via dicendo). E' come se ci fosse un'analogia tra la struttura del film e le poesie di Paterson (e della bimba poetessa), le quali non hanno rime baciate, ma hanno ritmo e hanno come delle "piccole rime interne", situazioni che si ripetono ma mai perfettamente uguali, e che nonostante il realismo dell'ambientazione e della "trama" (se così vogliam chiamarla ) denotano una certa consapevolezza del loro status di "farsa" (come esemplificato nel caso del ragazzo che fa le scenate alla sua ex, e quando gli vien fatto notare che si comporta da attore risponde "Io sono un attore"). Insomma, più interessante di quanto mi aspettassi; oltretutto scalda il cuore, e nonostante la semplicità e l'inconsistenza di quanto racconta, fa venire voglia di vedere come prosegue la vita di Paterson oltre a quella settimana che ci viene mostrata (o almeno è così che mi sono sentita io a fine film ).
                            Ah, e condivido il giudizio su Adam Driver, attore che adoro

                            Originariamente inviato da Admiral Ackbar Visualizza il messaggio
                            Glass
                            Una delusione nonostante non sia tutto da buttare. Il discorso portato avanti è lo stesso dei film precedenti, ma proprio per questo risulta ridondante e la storia non ha una solidità tale da giustificare l'esistenza di questo sequel/crossover, che dopo una prima parte soporifera e sconclusionata ritrova un briciolo d'interesse nel personaggio del titolo, che però non è inserito in un contesto sobrio ed elegante come quello di Unbreakable (un film "sussurrato", al contrario di questo che non ha lo stesso stile nel rielaborare la fine di quello, portandosi più dalle parti di Lady in the Water che però aveva un altro tono) e risulta come gli altri personaggi un'imitazione di sé stesso. La cosa peggiore è che alla fine, anche dopo il twist fuori contesto, verrebbe da emozionarsi per quello che Shyamalan aveva intenzione di comunicare, ma non ci si riesce perché ok il messaggio, il cuore ecc. ma l'esecuzione è stata mediocre e il coinvolgimento poco, anche nelle scene clou.
                            Sostanzialmente concordo, anche se io l'ho trovato migliore sia di Unbreakable che di Split, che non mi sono mai piaciuti.
                            A tal proposito mi ricollego a un precedente post scritto da Cooper96 (Cooper scusa se cito così all'improvviso un commento che hai scritto settimane fa ):
                            Originariamente inviato da Cooper96 Visualizza il messaggio
                            Intanto ho visto Glass di Shyamalan

                            SPOILER. Purtroppo è un film poco riuscito, ma che mi sento di salvare per il trasporto emotivo e le buone intenzioni; come spesso capita nell'episodio finale di una saga/trilogia, esso vive su quanto di buono costruito nei capitoli precedenti (e per me Split e Unbreakable sono bellissimi).
                            Il primo problema è la poca carne al fuoco, con la prima ora che è un riassunto e la presenza di alcune scene ridondanti. Il secondo e per me più grave problema è il contesto poco credibile. In Unbreakable tutto il contorno era credibile, realistico, medio-mediocre; per questo eravamo scettici, curiosi e poi meravigliati dalla scoperta dei poteri di Dunn, che era anche una scoperta di sè, del proprio posto nel mondo, e della fiducia in se stessi. In Glass invece le capacità leggermente sovrumane dei protagonisti sono la cosa più semplice da credere a fronte di organizzazioni segrete con tatuaggi riconoscitivi ed obiettivi fumosi (idea ridicola e che spunta fuori dal nulla), e tutta una serie di altre piccole cose, depotenziando enormemente il messaggio alla base del film e rischiando di far scivolare tutto nel ridicolo. Oltre che dannosa è pure un'aggiunta inutile: si sarebbe potuto benissimo uccidere Dunn e Kevin in altri modi, realistici, senza queste complicazioni.
                            Le musiche sono anonime (se non quando ritorna il tema di Unbreakable) e certe inquadrature iper-ravvicinate durante i combattimenti per nascondere i limiti di budget sono brutte. Gli attori danno una grande prestazione, tutti.
                            Io la penso un po' all'opposto: tutta la prima metà del film non mi stava convincendo per niente, tanto che se avesse continuato così gli avrei appioppato un'insufficienza. Invece è proprio la seconda parte che, secondo me, lo salva dall'essere totalmente sconclusionato: il fatto che in una struttura psichiatrica con tre pazienti in croce, guidata dalla psicologa peggiore e più stupida del mondo, con a malapena due infermieri sempre uguali, zero turni di guardia, 27mila telecamere senza nessuno che le monitori, tutta l'idea del "voi credete di essere supereroi perché siete malati" (che è di una deficienza rara) ecc. ecc. acquisisce un senso proprio alla luce del fatto che non era una vera struttura psichiatrica, la tizia non era una vera psicologa, il vero intento non era quello di curarli e, trattandosi di una "setta" che agisce nell'ombra, non potevano/dovevano disporre di troppo personale per non dare nell'occhio.
                            Dissento un po' anche sulle interpretazioni: non è che siano state atroci, ma Samuel L. Jackson fa il paralitico con un'unica espressione per tipo metà film, Willis fa il suo ma un po' col pilota automatico e mi è sembrato abbastanza scoglionato, McAvoy non l'avevo trovato granché convincente nemmeno in Split (non che sia male, ma trovo la sua interpretazione un bel po' sopravvalutata) e anche Anya Taylor-Joy, che solitamente mi piace molto, mi è parsa poco convinta

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                            • Originariamente inviato da Enfad Visualizza il messaggio
                              Anch'io l'ho visto abbastanza di recente, e inaspettatamente mi è piaciuto molto (non perché pensavo fosse brutto, ma perché non è una tipologia di film che solitamente mi interessa), ho trovato molti spunti interessanti come la questione delle ripetizioni, a partire dal nome di Paterson che è sia quello del protagonista interpretato da Driver che quello della città, per continuare ovviamente con la costante presenza di gemelli (e il film si apre proprio con la compagna di Paterson che gli dice d aver sognato che avessero due gemelli; senza contare quando più avanti loro due vanno al cinema e Paterson le dice che la protagonista del film le somiglia tanto da sembrare la sua gemella) che, pur senza inserire nel film alcun tocco soprannaturale, conferisce al tutto un mood un po' straniante, per finire con le situazioni (il collega indiano che per due volte racconta a Paterson le sue disgrazie, ma alla terza decide di lasciar perdere, o il cane che sposta la cassetta delle lettere che, di nuovo per due volte - mi pare - Paterson rimette a posto, per poi lasciarla storta la terza volta, e via dicendo). E' come se ci fosse un'analogia tra la struttura del film e le poesie di Paterson (e della bimba poetessa), le quali non hanno rime baciate, ma hanno ritmo e hanno come delle "piccole rime interne", situazioni che si ripetono ma mai perfettamente uguali, e che nonostante il realismo dell'ambientazione e della "trama" (se così vogliam chiamarla ) denotano una certa consapevolezza del loro status di "farsa" (come esemplificato nel caso del ragazzo che fa le scenate alla sua ex, e quando gli vien fatto notare che si comporta da attore risponde "Io sono un attore"). Insomma, più interessante di quanto mi aspettassi; oltretutto scalda il cuore, e nonostante la semplicità e l'inconsistenza di quanto racconta, fa venire voglia di vedere come prosegue la vita di Paterson oltre a quella settimana che ci viene mostrata (o almeno è così che mi sono sentita io a fine film ).
                              Ah, e condivido il giudizio su Adam Driver, attore che adoro
                              Aggiungerei che contribuisce anche la figura della moglie allo straniamento che si crea, un po' per le sue trovate artistiche, un po' perché molte scene sembrano quasi indicare che più avanti nel film si creerà qualche crepa nel rapporto con Paterson...
                              Spoiler! Mostra
                              . Vedere questo tipo di rapporto fatto di piccole cose, abitudini, sostegno reciproco (soprattutto nelle loro attività creative) in effetti è stato toccante e la frase "scalda il cuore" direi che riassume tutto correttamente. Non male visto che a conti fatti nel film non accade quasi nulla


                              Originariamente inviato da Kadath Visualizza il messaggio

                              Occasione sprecatissima per me. Unbreakable lo rivedo sempre con piacere, Split è per me uno dei migliori lavori di Shyamalan, e McAvoy è il mattatore perfetto.
                              Glass risulta pasticciato e anche un po' ingenuo (la semplicità con cui i personaggi sono 'rinchiusi' e nel contempo passeggiano indisturbati in quello che dovrebbe essere un istituto mentale/bunker crea momenti di ilarità, il finto piano di Elijah è demenziale e poco credibile per chiunque, il segreto che la dottoressa Staple rivela mi ha fatto piangere dalle risate).
                              Quando cerchi di creare un collegamento (per me oggi ancora forzato tra Unbreakable e Split) e dopo provi a mettere tutto a posto, creare una logica e una morale, lì viene il difficile. I primi due film funzionano alla grande anche come stand-alone, il terzo è figlio di una malsana quanto inutile volontà di raggruppare il tutto, senza peraltro riuscirci. Mi ha ricordato un altro film di M.Night, Signs, che ancora oggi adoro, ma anche lì c'era la fissazione di unire due contesti differenti (alieni-cerchi nel grano / Dio-destino), lì in parte l'unione funziona, così come il finale. Insomma, l'idea c'è, ma l'alunno non si applica sempre.
                              Ho tifato tanto per questo film, avevo delle aspettative abbastanza alte, avendo visto Split, purtroppo è uscita fuori una porcheria. Peccato.
                              Anche a me pareva un collegamento forzato, però avevo letto che Shyamalan creò il personaggio di Kevin mentre pensava ad un sequel di Unbreakable, quindi ero fiducioso perché immaginavo che in tutti questi anni avesse un'idea ben precisa per questo film. E invece l'impressione, come ha scritto Gryzor qui sopra, è stata proprio quella di un sequel fatto in fretta.

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                              • Originariamente inviato da Enfad Visualizza il messaggio
                                Sono felice che anche qualcun altro l'abbia apprezzato, in generale ho visto che è stato molto divisivo e mi sembra di aver letto più pareri complessivamente negativi che positivi, mentre secondo me è un grandissimo film, direi quasi un capolavoro horror (considerando poi che si tratta persino di un esordio, è un film davvero impressionante per la maturità che traspare non solo sul piano della scrittura, ma anche su quello della gestione del mezzo cinematografico e della messa in scena). Anch'io ho trovato qualche vaga analogia con Rosemary's Baby, così come un pochino (di nuovo) con The Wicker Man per la questione della setta e per il suo ritmo e la sua struttura particolari, e un po' anche con Starry Eyes
                                Spoiler! Mostra

                                Adesso ho una grandissima curiosità per Midsommar
                                A me è piaciuto molto. Inferiore a It Follows ma sopra a The VVitch

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