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SEVEN SISTERS Regia di Tommy Wirkola
Un amalgama ben sintetizzato di fantascienza filosofica e action-thriller tosto e sinceramente violento, in capo ad una sceneggiatura robusta , bilanciata e focalizzata su tutte le direzioni cardinali del soggetto. Ci scappa pure una scena sex discretamente “porcella”, pensata per altro in un quadro narrativo tragicomico, quasi a voler denunciare (?) una vocazione (del film)comunque votata all’intrattenimento , piuttosto che ad una introspezione psicologica anche visivamente autopunitiva. Si fa’ dunque “bastare”la prova recitativa di Noomi Rapace, sanguigna anche nelle coreografie da corpo a corpo; lei che d’altronde è chiamata ad impersonare ben sette gemelle, protette _al costo della segregazione_ da un nonno (Willem Dafoe) che le “contrabbanda” da figlie uniche, in un mondo sovraffollato (anche come effetto collaterale dello sfruttamento intensivo e razionalizzato artificialmente del suolo coltivabile…) messo nelle mani di un “Tecnico” (Glenn Cloose) che amministra la direttiva di un unico pargolo per famiglia; mentre dagli eventuali secondogeniti in poi si prevede il “parcheggio” nell’ibernazione!
Prevedibile nelle fattezze ma ugualmente efficace l’impianto scenografico , di cui diremmo sostenuto da un budget madio-alto ma non faraonico. L’interazione delle “sette” meriterebbe extra più corposi del dvd Koch Media in commercio. Direi scongiurato il pericolo di confondere le sisters, il cui destino ultimo non lascia indifferenti e fa’ persino correre il pensiero all’Olocausto ed a Anna Frank. Non è poca roba (imho).
SEVEN SISTERS Regia di Tommy Wirkola
Un amalgama ben sintetizzato di fantascienza filosofica e action-thriller tosto e sinceramente violento, in capo ad una sceneggiatura robusta , bilanciata e focalizzata su tutte le direzioni cardinali del soggetto. Ci scappa pure una scena sex discretamente “porcella”, pensata per altro in un quadro narrativo tragicomico, quasi a voler denunciare (?) una vocazione (del film)comunque votata all’intrattenimento , piuttosto che ad una introspezione psicologica anche visivamente autopunitiva. Si fa’ dunque “bastare”la prova recitativa di Noomi Rapace, sanguigna anche nelle coreografie da corpo a corpo; lei che d’altronde è chiamata ad impersonare ben sette gemelle, protette _al costo della segregazione_ da un nonno (Willem Dafoe) che le “contrabbanda” da figlie uniche, in un mondo sovraffollato (anche come effetto collaterale dello sfruttamento intensivo e razionalizzato artificialmente del suolo coltivabile…) messo nelle mani di un “Tecnico” (Glenn Cloose) che amministra la direttiva di un unico pargolo per famiglia; mentre dagli eventuali secondogeniti in poi si prevede il “parcheggio” nell’ibernazione!
Prevedibile nelle fattezze ma ugualmente efficace l’impianto scenografico , di cui diremmo sostenuto da un budget madio-alto ma non faraonico. L’interazione delle “sette” meriterebbe extra più corposi del dvd Koch Media in commercio. Direi scongiurato il pericolo di confondere le sisters, il cui destino ultimo non lascia indifferenti e fa’ persino correre il pensiero all’Olocausto ed a Anna Frank. Non è poca roba (imho).
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