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Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggioTrue Grit, quando ancora la Steinfeld mi stava sul cazzo, che ricordi
Però il film è bello, dai
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Originariamente inviato da Tom Doniphon Visualizza il messaggioPerò il film è bello, dai
Ricordo che mi lasciò freddino rispetto ad altri dei Coen e che il personaggio di lei mi aveva talmente irritato da avermi mezzo rovinato la visione
Prima o poi dovrò dargli un'altra occasione.
Originariamente inviato da mr.fred Visualizza il messaggioAdesso sul cazzo ci sta in un altro modo.
Luminous beings are we, not this crude matter.
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Sessisti!
Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggioTrue Grit, quando ancora la Steinfeld mi stava sul cazzo, che ricordi'They play it safe, are quick to assassinate what they do not understand. They move in packs ingesting more and more fear with every act of hate on one another. They feel most comfortable in groups, less guilt to swallow. They are us. This is what we have become. Afraid to respect the individual. A single person within a circumstance can move one to change. To love herself. To evolve.'
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Originariamente inviato da p t r l s Visualizza il messaggioÈ stato un grande esordio. Che ti ha fatto, povera?Luminous beings are we, not this crude matter.
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Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
A essere onesti ce l'avevo più col personaggio che con lei (che era stata brava)'They play it safe, are quick to assassinate what they do not understand. They move in packs ingesting more and more fear with every act of hate on one another. They feel most comfortable in groups, less guilt to swallow. They are us. This is what we have become. Afraid to respect the individual. A single person within a circumstance can move one to change. To love herself. To evolve.'
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Ho visto anche io La persone peggiore del mondo. Mi stava piacendo moltissimo fino all'ultimo capitolo e all'epilogo. Quest'ultimo lo devo un attimo metabolizzare (sto scrivendo veramente a caldo), mentre l'ultimo capitolo l'ho trovato un po' troppo melodrammatico. Il capitolo 11 era stato bellissimo e commovente, mi sarei fermato lì. Comunque, è sicuramente un film valido, molto coinvolgente (anche perché racconta cose che riguardano la mia fascia d'età).https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.
"Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney
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Sì forse il finale è l'unica parte un po' deboluccia rispetto il resto. Ah sarà che li ho guardati a distanza di due giorni e per questo l'ho notato, ma è curioso come questo film e Drive My Car si concludano con un dettaglio identico (per sicurezza lo metto sotto spoiler ma in realtà non rivela nulla delle trame):
Spoiler! Mostrain entrambi i film c'è un indefinito salto temporale negli ultimissimi minuti e fanno la loro comparsa le mascherine
Drive My Car "sulla carta" non necessitava affatto di un minutaggio così ampio, devo ammettere però che questa dilatazione del tempo ha reso il tutto... rilassante. È un film che si prende i suoi tempi (i titoli di testa partono dopo 40 minuti!) ma che grazie alle bellezze del Giappone, agli interni, ai dialoghi e alla frequente assenza della colonna sonora riesce in qualche modo a "cullarti", a farti sentire come se stessi facendo tu stesso un viaggio in macchina. I dialoghi, così come negli episodi dell'altro film del 2021 di Hamaguchi, sono estremamente letterari (immagino che in questo anche il racconto originale di Murakami abbia avuto la sua importanza) e proprio il ritmo permette un maggior respiro. In certe scene sembra che i personaggi quasi ci leggano dei passi di un libro. E il regista ci costringe talvolta anche a leggere in modo effettivo, anche in una delle scene più catartiche del film che sarebbe impossibile comprendere senza sottotitoli. Mi ha stupito il minutaggio concesso alle prove teatrali, che comunque si sono rivelate piacevoli da seguire (e il cortocircuito cinematografico in cui vediamo un attore interpretare un personaggio che interpreta un personaggio, aggiungendo un ulteriore piano di finzione, ha sempre il suo fascino), con il rapporto tra i due personaggi principali che evolve in modo significativo soltanto nell'ultima parte del film. Quando parlammo nel topic del Cineforum del Gioco del destino e della fantasia si citò la ritrosia ad aprirsi, in qualche modo questo film l'ho visto esattamente in quella chiave, con due personaggi che attraverso il confronto con l'altro (non immediato) si aprono ad un'elaborazione delle loro esperienze traumatiche riuscendo ad andare avanti.Ultima modifica di Admiral Ackbar; 16 marzo 22, 14:34.
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Drive my car è girato in maniera talmente impeccabile che a me è sembrato durare quei 110-120 minuti, non 3 ore.
Quanto mi piacciono ste robe dove non succede un cazzo ma invece sono pienissime di roba.
Una seconda visione al più presto è d'obbligo, magari dopo essermi informato un po' dell'opera teatrale di Cechov che mettono in scena, perché penso di essermi perso tante connessioni e significati. Comunque la scena teatrale finale l'ho capita e mamma mia mi ha messo i brividi. Non è facile che mi commuovo ma il regista ti ci strascina in un modo che ti lascia inerme, ed è perfetta da tutti i punti di vista.
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Comunque davvero clamorosa la nomina a Best Picture di questo film, evidentemente dopo la vittoria di Parasite significa che dei cambiamenti effettivi nei membri delle giurie ci sono.
Perché insomma Parasite, Roma etc.. si può capire perché piacciono agli americani, soprattutto il primo è mooolto occidentale come messa in scena e scrittura. Un film del genere che arriva agli oscar è più sorprendente. C'era anche riuscito Amour ma come Parasite e Roma aveva vinto Palma d'oro (Roma il leone d'oro).
Questo è riuscito a farsi notare vincendo solo un premio alla sceneggiatura a Cannes. E a differenza di Cuaron e Joon- Ho il regista non ha mai lavorato ad Hollywood in precedenza. Cosa che conta tantissimo.
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Originariamente inviato da Sebastian Wilder Visualizza il messaggioDrive my car è girato in maniera talmente impeccabile che a me è sembrato durare quei 110-120 minuti, non 3 ore.
Quanto mi piacciono ste robe dove non succede un cazzo ma invece sono pienissime di roba.
Una seconda visione al più presto è d'obbligo, magari dopo essermi informato un po' dell'opera teatrale di Cechov che mettono in scena, perché penso di essermi perso tante connessioni e significati. Comunque la scena teatrale finale l'ho capita e mamma mia mi ha messo i brividi. Non è facile che mi commuovo ma il regista ti ci strascina in un modo che ti lascia inerme, ed è perfetta da tutti i punti di vista.
Spoiler! Mostrail problema visivo del protagoniste non ha conseguenze sulla storia e non viene mai ripreso, lì per lì pensavo che per quel motivo avrebbe smesso di guidare. Invece forse era un simbolismo per la mancanza di visione che il protagonista si auto-imputa quando parla di un possibile lato oscuro della moglie che non ha saputo scorgere?
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Originariamente inviato da Admiral Ackbar Visualizza il messaggioAnch'io prima o poi voglio rivederlo, è un film pieno di sfumature e sicuramente molte non le ho comprese appieno. Ad esempio
Spoiler! Mostrail problema visivo del protagoniste non ha conseguenze sulla storia e non viene mai ripreso, lì per lì pensavo che per quel motivo avrebbe smesso di guidare. Invece forse era un simbolismo per la mancanza di visione che il protagonista si auto-imputa quando parla di un possibile lato oscuro della moglie che non ha saputo scorgere?Spoiler! Mostrail brevissimo racconto (saranno 25 pagine) praticamente si limita a qualche giro in macchina tra lei e la ragazza, lui le racconta che la moglie lo tradiva e che lui in seguito ha cominciato a frequentare l'amante della moglie come amico per un po' di tempo. Lì finisce tutto il plot. E' più un racconto pirandelliano che riflette sulle maschere che indossiamo che non un racconto sulla incomunicabilità come è il film.
mi premeva scoprire quanto della questione meta teatrale- cinematografica (l'idea di fare un'opera in tante lingue per mettere in scena l'incapacità di dialogare e comprendere gli altri, con la catartica scena finale in cui lui sul palco risente la connessione con la moglie grazie alla ragazza che parla col linguaggio dei segni) fosse un'idea del regista/ sceneggiatore e quanto di Murakami. E' tutto originale.Ultima modifica di Sebastian Wilder; 16 marzo 22, 16:26.
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Riguardo La persona peggiore del mondo, io trovo invece che il finale funzioni benissimo così.
È vero che calca molto sul melodramma, e forse sono di parte visto che amo il genere (se fatto bene e non scade nello stucchevole), ma non riesco proprio a percepirlo come un problema, in un film che fino a quel momento era stato perfettamente bilanciato nei toni e che ha dimostrato di sapersi muovere benissimo nell'alternanza dei diversi registri affrontati, passando dall'uno all'altro con grande disinvoltura.
La virata finale verso quei toni più grevi può ovviamente non piacere ma a mio parere dà quel tocco in più che permette al film di lasciare il segno in modo più marcato, e lo fa nella maniera in cui tutto il film è stato realizzato, cioè con dialoghi ispirati e brillanti
Spoiler! Mostranel capitolo 11, al parco, c'è tutto un bel discorso sull'arte e sulla cultura e sulla bellezza insita nel fascino materiale dato dal possedere oggetti, opere, reperti che poi col tempo si trasformano in ricordi che per quanto significativi sono ormai privi del valore che avevano in passato e che impongono ad Aksel, nella sua situazione, di cambiare prospettiva e guardare non più avanti ma indietro con nostalgia e malinconia, e ancora una volta questo ci viene mostrato passando in un lampo dall'autoironia - "ho il cancro, ricordi? sto per morire, è naturale che io mi guardi indietro"- al tono più drammatico, con la presa di coscienza (latente, ma accentuata dalla malattia) che il guardarsi indietro con tristezza è solo una conseguenza della pura e semplice paura della morte. Mi è piaciuta un sacco questa parte.
Ma anche più avanti un altro segmento che mi ha colpito è quello sulla consapevolezza che con la dipartita di Aksel inevitabilmente se ne andrà anche tutta quella gamma di piccole cose appartenenti alla sfera privata di Julie, che spariranno con lui perché solo lui le ricorda... è tutto affrontato con naturalezza e disinvoltura, ma allo stesso tempo con grande sensibilità e profondità.
e con una regia perfetta
Spoiler! Mostra
i primi piani, la camera a mano che segue Julie in quella camminata notturna avvolta nei pensieri e nei ricordi per poi fermarsi ad indugiare per le strade, le case e nei vari luoghi che hanno significato qualcosa che è stato condiviso e quindi che può essere ricordato, un po' come a dipingere l'affresco in cui l'artista che non vuole farlo si trova invece costretto a lasciare l'opera principale, quella non creata da lui ma in cui ha comunque lasciato la sua impronta... e mi è piaciuta anche molto la scena dell'ultimo segmento in cui i due osservano la strada da dietro il vetro colorato del condominio, che restituisce a personaggi e spettatori un microcosmo a colori in quella che nella finzione cinematografica è per Aksel una realtà ormai grigia che aspetta impietosa solo di diventare nera.
E la scena finale
Spoiler! Mostraè intelligente nel voler riprendere un tono più leggero ed intriso di positività, che si smarca quindi abilmente dal melodramma affrontato in tutta la parte conclusiva e suggerisce, probabilmente, una presa di coscienza nuova per Julie, più matura e forse finalmente scevra da tutti i dubbi e le insicurezze del passato.
A me poi è piaciuta anche la colonna sonora che, nei momenti più intimi, emerge con delicatezza e sa essere molto efficace. Il cast poi è ottimo, Renate Hansen Reinsveen bravissima.
Per me un film impeccabile, senza dubbio tra i più belli dell'annata scorsa, mi fa piacere che sia apprezzato e sono contento che l'Academy abbia inserito la sceneggiatura tra le 5 in nomination, un bel riconoscimento tutt'altro che scontato.Ultima modifica di Gandalf; 16 marzo 22, 18:23.I will not say "Do not weep", for not all tears are an evil.
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