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  • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio

    Di Kieslowski, così su due piedi, non ci ho visto nulla, né nel contesto (il Decalogo parlava di gente povera o comunque "del popolo", sicuramente non privilegiati) né nei contenuti (le forze del destino e i dilemmi morali).

    Al massimo per via del senso dell'umorismo un po' grottesco, può venirmi in mente Film Bianco.
    Posto che sull'avvilente pauperismo attribuito al cinema polacco ci campano pure i comici di "Zelig" :

    Mi chiedevo appunto se fosse programmaticamente voluto rappresentare lo spicchio di società polacca formato da borghesi affluenti con i loro problemi "da ricchi", per ammodernare la cifra estetica, finora imposta , del grigio proletariato erede della cortina di ferro. Il "Decalogo" l'ho infatti citato in antitesi.
    "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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    • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio
      potendo approfittare di un’eccellente edizione in Blu Ray, con vari contenuti speciali, giunta nel nostro paese.
      Non sapevo esistesse il blu ray italiano. Io possiedo il dvd, val quindi la pena fare l'upgrade?

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      • Originariamente inviato da henry angel Visualizza il messaggio

        Posto che sull'avvilente pauperismo attribuito al cinema polacco ci campano pure i comici di "Zelig" :

        Mi chiedevo appunto se fosse programmaticamente voluto rappresentare lo spicchio di società polacca formato da borghesi affluenti con i loro problemi "da ricchi", per ammodernare la cifra estetica, finora imposta , del grigio proletariato erede della cortina di ferro. Il "Decalogo" l'ho infatti citato in antitesi.
        Conosco poco il cinema polacco ma non credo ci siano collegamenti diretti con Kieslowski che hanno spinto la regista ad andare in senso antitetico.

        Luminous beings are we, not this crude matter.

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        • Originariamente inviato da Bone Machine Visualizza il messaggio

          Non sapevo esistesse il blu ray italiano. Io possiedo il dvd, val quindi la pena fare l'upgrade?
          Si, decisamente, confermo la qualità stratosferica della resa visiva del BD. .

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          • Originariamente inviato da Sensei Visualizza il messaggio

            Si, decisamente, confermo la qualità stratosferica della resa visiva del BD. .
            Ok, grazie.

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            • Ghostbusters Legacy

              Tour esclusivo per fan fedelissimi (ma proprio issimi) tra memorabilia ben in mostra. C’è stava fare il Goonies dei Ghostbusters, ma farlo vivere un poco di più di luce propria non avrebbe per nulla gustato. Gli si vuole bene e, dopo le ultime uscite, che vuoi che sia una vagonata di prevedibilità?


              "Spesso contraddiciamo una opinione, mentre ci è antipatico soltanto il tono con cui essa è stata espressa."

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              • Una donna promettente

                La scrittura spigliata (non sorprende che l'autrice venga da Killing Eve) tiene su una narrazione priva di particolari ostacoli per la novella supereroina protagonista (non sorprende che l'autrice sia stata assunta per scrivere l'adattamento di Zatanna) e dai plot point quasi tutti abbastanza prevedibili.

                "Quasi" perché poi a pochi passi dal finale abbasso la guardia, succede quella cosa e quasi casco dal divano, anche se la (ri)soluzione finale che segue è anch'essa abbastanza classica e prevedibile.

                Comunque tutti gli uomini sono merde. A volte un po' anche le donne, ma soprattutto gli uomini.

                La Mulligan sempre fantastica, peccato che pure lei non lavori quasi mai in progetti di alto livello.

                Luminous beings are we, not this crude matter.

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                • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
                  "Quasi" perché poi a pochi passi dal finale abbasso la guardia, succede quella cosa e quasi casco dal divano, anche se la (ri)soluzione finale che segue è anch'essa abbastanza classica e prevedibile.
                  Quella cosa la considero una delle più riuscite sovversioni delle aspettative degli ultimi anni, insieme a Snoke tagliuzzato in due in TLJ. Il film nonostante qualche esagerazione e qualche scivolone mi piacque, sarei curioso di rivederlo per capire se "regge" anche ora che il fattore shock è esaurito.

                  Comunque già che ci sono lo scrivo qui e non nel topic dell'animazione nonostante se ne parlasse lì: ho recuperato Mary and Max, mi è piaciuto molto. L'unicità del character design si riflette anche sul particolare umorismo e sul modo molto diretto di affrontare certe tematiche, senza girarci intorno e senza edulcorarle troppo. Non mi aspettavo fosse così triste anche se risulta pure edificante come ode all'amicizia. Scoprire che Philip Seymour Hoffman prestò la voce a Max mi ha fatto pensare che questo film, insieme a Happiness e Synechdoche, New York potrebbe costituire una sorta di sua "trilogia deprimente".

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                  • Originariamente inviato da Admiral Ackbar Visualizza il messaggio
                    Quella cosa la considero una delle più riuscite sovversioni delle aspettative degli ultimi anni, insieme a Snoke tagliuzzato in due in TLJ. Il film nonostante qualche esagerazione e qualche scivolone mi piacque, sarei curioso di rivederlo per capire se "regge" anche ora che il fattore shock è esaurito.
                    Sì, è venuto in mente anche a me TLJ.

                    Comunque già che ci sono lo scrivo qui e non nel topic dell'animazione nonostante se ne parlasse lì: ho recuperato Mary and Max, mi è piaciuto molto. L'unicità del character design si riflette anche sul particolare umorismo e sul modo molto diretto di affrontare certe tematiche, senza girarci intorno e senza edulcorarle troppo. Non mi aspettavo fosse così triste anche se risulta pure edificante come ode all'amicizia. Scoprire che Philip Seymour Hoffman prestò la voce a Max mi ha fatto pensare che questo film, insieme a Happiness e Synechdoche, New York potrebbe costituire una sorta di sua "trilogia deprimente".
                    Dovrei rivederlo perché saranno passati almeno 12 anni dalla prima volta.
                    Luminous beings are we, not this crude matter.

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                    • L'evenement

                      Posto che ero convinto che fosse un'opera prima e che la regista fosse più giovane, mi aspettavo meglio ma è un buon film.

                      E' un film che con la "scusa" del carattere deciso della protagonista (interpretata ottimamente dalla giovane attrice) si evita tutte le grane di dibattito etico e si concentra su una narrazione che la isola progressivamente, la soffoca nei limiti ristretti del formato scelto (caratteristica particolarmente "di moda" nel cinema d'autore degli ultimi tempi).

                      La scelta di avere una protagonista priva di dubbi riguardo a come gestire il suo corpo e quello del suo feto non è una novità per il genere, lo stesso Mungiu nel (ben superiore) 4 mesi non si occupava particolarmente di quell'aspetto (anche se lì la protagonista non era la ragazza incinta), ma lì c'era tutt'altra caratura di scrittura e messa in scena.

                      Qua il tutto si risolve in maniera abbastanza schematica: ne parla con un amico, quello la molla, poi dopo torna con l'aiuto; ne parla con le amiche, la mollano, poi dopo una torna con offerta di aiuto; va dal "ragazzo" e quello la molla; poi prova questo per abortire, non funziona, prova quell'altro, non funziona, avanti il prossimo; va male a scuola, poi va un po' più male, poi peggio. Il meccanismo d'isolamento è inesorabile ma alla lunga per me non dà frutti particolarmente elevati o interessanti.

                      La regista è brava, scuola dei dardenisti e dei nuchisti, per ora un po' derivativa, senza la forza di sguardo personale di altri registi contemporanei che tallonano i propri personaggi (Mungiu, Kechiche, Audiard, Nemes, la Arnold, per citarne alcuni), per quanto tecnicamente preparatissima e sensibile direttrice dell'attrice protagonista.

                      Rispetto agli onori che le sono stati riservati (che poi, a essere onesti, non sono neanche così esagerati), non credo sia un'opera che invecchierà in maniera rilevante, discorso diverso per la promettente regista.

                      Luminous beings are we, not this crude matter.

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                      • A Most Violent Year di J.C. Chandor

                        Thriller "slow-burn" mooolto slow. Parla di un piccolo imprenditore nel mercato del carburante per riscaldamento, a NY negli anni '80, che cerca di farsi strada mentre il suo business è sotto pressione su più fronti (furti ai suoi autotrasportatori, indagini fiscali, una mossa commerciale rischiosa e chi più ne ha più ne metta).
                        Chandor (come in Margin Call) si è ben documentato e scrive bene, soprattutto i frangenti business-like, e dirige con eleganza riuscendo a tenere alta la tensione in un film prevalentemente di dialoghi. La narrazione è tentacolare (ci sono molte sottotrame il cui filo conduttore è il rischio di bancarotta), a tratti si ha la sensazione che il film salti un po' qua e là e rischi di perdere la bussola, ma alla fine il tutto si conclude in modo soddisfacente. Il finale è un po' ottimista per come la statura morale del protagonista venga premiata dai risultati.
                        Grande prestazione di Oscar Isaac. Mi spiace che abbia floppato.

                        Tra questo e Margin Call Chandor ha fatto un'ottima doppietta, mi parte un filo (piccolo) di curiosità per il film Sony/Marvel su Kraven.
                        Ultima modifica di Cooper96; 02 aprile 22, 13:16.
                        Spoiler! Mostra

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                        • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
                          L'evenement



                          E' un film che con la "scusa" del carattere deciso della protagonista (interpretata ottimamente dalla giovane attrice) si evita tutte le grane di dibattito etico e si concentra su una narrazione che la isola progressivamente, la soffoca nei limiti ristretti del formato scelto (caratteristica particolarmente "di moda" nel cinema d'autore degli ultimi tempi).

                          La scelta di avere una protagonista priva di dubbi riguardo a come gestire il suo corpo e quello del suo feto non è una novità per il genere, lo stesso Mungiu nel (ben superiore) 4 mesi non si occupava particolarmente di quell'aspetto (anche se lì la protagonista non era la ragazza incinta), ma lì c'era tutt'altra caratura di scrittura e messa in scena.

                          Il film inizia che Lei è già incinta. Quando è successo viene demandato ad un racconto verbale della stessa Anne che, per quanto sia "asettico" ci dice comunque di una che al primo rapporto è rimasta incinta.
                          Al secondo rapporto sessuale la regista praticamente gira quasi una scena hard , con Anne che di colpo sembra una pornostar che "dirige " il partner con consumata disinvoltura. Non ti sembra incongruo, narrativamente e pure registicamente? Tanta baldanza per altro subito umiliata dal fatto che deve sottoporsi all'aborto nella disprezzata cucina di una casalinga. Fuori dibattito etico s'intende che la struttura confacente sarebbe un ospedale.
                          "...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"

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                          • Originariamente inviato da henry angel Visualizza il messaggio
                            Il film inizia che Lei è già incinta. Quando è successo viene demandato ad un racconto verbale della stessa Anne che, per quanto sia "asettico" ci dice comunque di una che al primo rapporto è rimasta incinta.
                            Al secondo rapporto sessuale la regista praticamente gira quasi una scena hard , con Anne che di colpo sembra una pornostar che "dirige " il partner con consumata disinvoltura. Non ti sembra incongruo, narrativamente e pure registicamente? Tanta baldanza per altro subito umiliata dal fatto che deve sottoporsi all'aborto nella disprezzata cucina di una casalinga. Fuori dibattito etico s'intende che la struttura confacente sarebbe un ospedale.
                            Non vorrei sbagliare, ma anche ne La vita di Adele la famosa, infinita, spettacolare scopata non era prima volta con una ragazza per la protagonista?
                            Non c'entra nulla in realtà, ma mi hai fatto venire il dubbio.

                            Comunque sulla disinvoltura, per il carattere deciso e monolitico che ha lei (si fa come dico io), non ci ho visto troppo di strano, anche perché non è che abbia fatto chissà che, se l'è semplicemente messo dentro mentre stavano in piedi.

                            Comunque se ci penso è proprio una storia dove lei non viene minimamente toccata dall'aborto in sé quanto dalla fatica che deve fare per ottenerlo, e mi chiedo in un Paese come la Francia, tra i più liberali in questo argomento (proprio di quest'anno una nuova legge per aumentare il limite di settimane), con un tasso più o meno stabile anche di aborti volontari ripetuti, e in una società dove ti tirano dietro le forme più varie di anticoncezionali, quanta vita avrà negli anni questo film, considerando anche che i risvolti socio-culturali e lo scavo psicologico, a differenza del film di Mungiu, sono prossimi all'irrilevanza.

                            Trovo più interessante e "onesto" "Mai raramente a volte sempre" che prende di petto l'argomento nel presente, per quanto formalmente di minor rilievo.
                            Ultima modifica di Sir Dan Fortesque; 02 aprile 22, 14:32.
                            Luminous beings are we, not this crude matter.

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                            • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio

                              Trovo più interessante e "onesto" "Mai raramente a volte sempre" che prende di petto l'argomento nel presente, per quanto formalmente di minor rilievo.
                              Per me è l'opposto. Formalmente Never Rarely Sometimes Always mi era piaciuto molto, mentre i contenuti li avevo trovati schematici e piattamente ideologici (con le donne vittime dei maschi porci). E formalmente NRSA mi sembra meglio de L'evenement semplicemente perché l'approccio stilistico è personale, laddove invece ne L'evenement si limita ad essere la copia dei Dardenne (né più né meno), come tanto altro cinema giovane recente, del resto.

                              Quello che ho apprezzato di più nel film, quello che ho trovato più personale, è lo sguardo crudo ed esplicito della regista (come già Julia Ducournau in Titane, film apparentemente distante ma in realtà molto simile proprio per questa vicinanza di sguardo): tanta nudità, l'aborto - e quello che viene dopo - girato in quel modo (non è un body horror anche questo, come Titane? ).

                              Quello che non mi è piaciuto, come ho detto, è lo stile di riporto, lo stile dei Dardenne, ma anche tutti quei dialoghi impettiti sulla condizione femminile che tolgono sottigliezza al film (problema che ho riscontrato anche in un altro film sull'aborto, in concorso a Cannes ma senza premio, Lingui di Mamath-Saleh Haroun). Meriti e demeriti, insomma. Per me sta sul 7 - 7,5.

                              PS: ste registe francesi quarantenni (Ducornau, Diwan, ma anche Lea Mysius) sono tutte accomunate da uno sguardo crudo, esplicito, lontano da quella "delicatezza" solitamente associata alle donne. Mi piace.
                              Ultima modifica di Fish_seeks_water; 02 aprile 22, 15:45.

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                              • Originariamente inviato da Fish_seeks_water Visualizza il messaggio
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                                Ugualmente lo stile la Hittman la trovo una versione buona di quello tipico indie americano, e questa cosa si notava ancora di più nel suo esordio It Felt Like Love. Il suo lavoro di regia più interessante per ora per me resta Beach Rats.

                                Di Rarely preferivo le sfumature del rapporto tra le due amiche.

                                Poi, in effetti, ora che me lo ricordi, c'era tutto quel sub-plot sul ragazzo viscido che non mi aveva fatto impazzire.

                                Comunque globalmente, tra pregi e difetti, per me i due film stanno sullo stesso livello, se proprio dovessi quantificare numericamente.
                                Luminous beings are we, not this crude matter.

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