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  • Originariamente inviato da Tom Doniphon Visualizza il messaggio
    Sir Dan Fortesque stasera ho recuperato A Hidden Life, domani ne parlerò meglio, ma avevi ragione, è davvero bellissimo. Se non fosse che la filmografia di Malick ha due filmoni come La sottile linea rossa e The Tree of Life non avrei problemi a dire che è uno dei suoi film più belli.

    Luminous beings are we, not this crude matter.

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    • Interessante Babysitter di Monia Chokri, il film è una dark comedy molto "stilosa", ci sono molte inquadrature distopiche, grandangoli in modo da ritrarre i personaggi coinvolti nella vicenda nei loro sogni e sentimenti più intimi.
      Il film parla proprio dei desideri dei personaggi in relazione con la società, la tematica del femminismo non è banale ed anzi non ho trovato un "giudizio" dall'alto nel film, vengono mostrate le azioni dei personaggi sì ma volendo ci si può anche leggere un critica ad un femminismo più di facciata ma più che questo è proprio un film che cerca di esplorare i desideri dei personaggi, sia i due fratelli che la moglie di uno di questi, ed anche la moglie ha desideri diciamo non totalmente in sintonia con una visione più conservatrice della società.
      Lo stile, il taglio delle inquadrature, i colori molto accesi saltano subito all'occhio e devo dire che alcune inquadrature con la moglie inquadrata di lato con il taglio di luce scuro richiamano perfettamente il senso di solitudine così come altre soluzioni visive.
      Interessanti anche alcune trovate quasi da film horror ed i tocchi di mistero riguardo la figura della Babysitter.
      Chiaramente c'è molta voglia di mettersi in evidenza da parte della regista(è il suo secondo film) ma in film del genere accade spesso, Monia Chokri è un altro nome da tenere d'occhio.

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      • Per così dire non inventa la ruota ma il suo lo fa a dovere.
        Piacevolissima visione.

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        • Argentina, 1985: una volta ogni tanto anche Amazon Prime Video riesce a produrre un originale decente.
          My Policeman: la solita merda made in Amazon Prime Video.

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          • TRAFIC di J.TATI (1971)
            Non l'avevo mai visto.
            E' uno dei pochi film "importanti" firmati da grandi cinematografari che per un motivo o per l'altro mi sono sempre dimenticato di recuperare.
            Ce ne sono altri, non so quanti, ma non ricordo quali.
            Se me ne ricordassi li guarderei subito, probabilmente.

            Svolgimento: è o non è, J.Tati, uno dei più grandi geni del novecento? Non lo so, probabilmente no, ma di certo ha girato film bellissimi.
            Pochi e perciò da custodire con amorosa cura.
            Questo "Trafic" non sarà forse all'altezza di "Mon Oncle" o "Playtime", ma resta un lavoretto delizioso.
            Un godibilissimo on the road francese - con elementi quasi da documentario - che si diverte a satireggiare l'homo novus automobilistico, ridotto a "macchina" da consumo fieristico e oberato da un traffico comicamente iperbolico, nonchè ormai schiavo dei suoi imprescindibili trabiccoli e del relativo modus vivendi stradaiolo.
            Naturalmente si parla anche di conflitto tra creatività individuale e produzione di massa, con Hulot negli inevitabili panni del creatore di uno strampalato camioncino "da picnic" che alla grande fiera collettiva non riuscirà mai ad arrivare, nonostante l'entusiastica spinta della PR - inesorabilmente americana.
            Ma non c'è amarezza o compiacimento malinconico nel constatare come il tempo passi e il nostro non faccia più parte di certa modernità. D'altra parte, a ben vedere, a fine corsa ci siamo pure beccati la ragazza, la quale via via è diventata un po' meno "americana" e un po' più francese.

            Ma che coso bellissimo. La tipica comicità ovattata e sotto le righe - effetto ottenuto sottraendo enfasi alla gag col lasciarla sedimentare ai margini del quadro o in secondo piano, o col farla cuocere a fuoco lento diluendola e stiracchiandola - è una cifra inconfondibile, che da sempre edifica un universo poetico più unico che raro. Tornare a frequentarlo dopo molto tempo è stato un vero godimento. Tempistica sfasata e decentramento visivo tendono un po' a straniare lo spettatore facendo girare a vuoto certi automatismi ridaroli pavloviani, e sortendo effetti obliquamente sovversivi innanzitutto per via formale.
            La comicità come arte manca da troppo tempo, ci sarebbe davvero bisogno di un nuovo Charlot o di un nuovo Hulot.
            Da rilevare certe assonanze con "Weekend" di Godard (quel che all'epoca era una gag prossima all'assurdo oggi è banale realtà, ed è per certi versi sconvolgente che non vi si faccia nemmeno più caso), anche se mi è pure tornato in mente "Tucker" di Coppola, che forse c'entra come i cavoli a merenda ma un pochino c'entra.

            AMSTERDAM di D.O.Russell
            Mi sono piaciuti i primi quindici minuti (dicesi effetto curiosità) e un cicinin il finale, quando si giunge finalmente al punto e De Niro prende robusto possesso del cineproscenio.
            Poi arrivano gli imbarazzanti spiegoni e l'imbarazzante retorica conclusiva a rovinare definitivamente tutto.
            In mezzo, in ogni caso, c'è solo fuffa. Due ore di vaporoso e virtuosistico cazzeggio intorno a motivi da film giallo e da racconto reducista senza un'emozione vera che sia una, tanto che alla breve ti ritrovi più che altro a sospirare la comparsa dei vari membri del "grande cast" e a rimuginare su quale sarà l'acconciatura della Tayler-Joy o su quante rughe in più sfoggerà il faccione sempre più epico di De Niro.
            Il tema del fascismo in salsa americana sarebbe anche interessante, ma a Russell serve solo per disegnare dei villain un po' meno stereotipati del solito e per farsi bello con un po' di retorica annessa.
            Film anche guardabile, per carità, ma davvero ti scivola addosso come sdrucciolevole e infida saponetta.​
            Ultima modifica di papermoon; 17 novembre 22, 08:19.

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            • Ho visto yesterday quando l'hanno passato in tv un po per caso, devo dire che in se per se il film è godibile ma niente di speciale, carino il montaggio durante le registrazioni in studio, ma quello che mi ha colpito ed emozionato veramente tanto (metto sotto spoiler per chi nn l'ha visto e vuole recuperarlo) è il momento dell'incontro con
              Spoiler! Mostra
              http://img7.imageshack.us/img7/4629/batmanvsbane.jpg
              http://jhonillustratore.altervista.org/
              "Anche in questo mondo piove, quando il tuo cuore è turbato il cielo si rannuvola, quando sei triste la pioggia si mette subito a scendere...per me è straziante... chissà se anche tu lo sai quant'è terrificante venire colpiti dalla pioggia in un mondo solitario come questo" Zangetsu


              ***FIRMA MODIFICATA DAL MODERATORE***

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              • Che film ignobile On the line con Mel Gibson, da prenderli a schiaffi uno per uno. La crisi del cinema americano spiegata bene

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                • Approfondisci.



                  Piaciuto The Wonder: bella storia, brave attrici, belle locations irlandesi.
                  Però avrebbe potuto girarlo tale e quale qualsiasi regista, ha un po' il sapore della prestige tv, la caratura autoriale (se mai ne ha avuta una) di Lelio è impalpabile.
                  Va beh ci si può accontentare dopotutto sta su Netflix.​

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                  • Riguardo Wonder ho trovato pretenzioso l'infrangere la quarta parate quelle 3-4 quattro volte, per me il film funzionava tranquillamente anche senza quegli espedienti, comunque sì ha una buona fotografia e la regia sa comunque creare buone immagini. Il film riesce a raccontare ciò che narra e comprendiamo bene sia lo sofferenza del personaggio della Pugh per la perdita della figlia e il suo progressivo attaccamento vero la paziente...buono.

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                    • La ragazzina ruba la scena e si mangia, letteralmente, una sempre autorevole e centrata Florence Pugh.

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                      • La ragazzina sì molto brava e convincente, volevo evidenziare che il lutto del personaggio della Pugh non fosse solo chiacchierato, ma la regia tramite i dettagli dei ricami ed altri passaggi fa comprendere quanto la perdita pesi per il personaggio.

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                        • La Pugh fa (bene) sempre lo stesso personaggio forse è giunta l' ora di provare a cambiare registro.

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                          • Niente di nuovo sul fronte occidentale non l'ha visto nessuno? Non l'ho trovato imperdibile come ho letto in giro ma è un buon film, sicuramente più brutale di altre rappresentazioni "mainstream" della guerra (ma comunque ben lontano dalla crudezza di un film come Come And See a cui l'avevano paragonato in molti)

                            Poi non sapevo dove scriverlo ma segnalo che Omicidio nel West End (See How They Run) è disponibile da oggi su Disney+, nei prossimi giorni lo guarderò.

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                            • Originariamente inviato da Admiral Ackbar Visualizza il messaggio
                              Niente di nuovo sul fronte occidentale non l'ha visto nessuno? Non l'ho trovato imperdibile come ho letto in giro ma è un buon film, sicuramente più brutale di altre rappresentazioni "mainstream" della guerra (ma comunque ben lontano dalla crudezza di un film come Come And See a cui l'avevano paragonato in molti)


                              Mi hai ricordato della sua esistenza e incuriosito, recupererò!
                              Ultima modifica di MrCarrey; 18 novembre 22, 01:19.

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                              • Ho visto anche io Il Prodigio (The Wonder), mi è piaciuto tanto, la Pugh offre la solita recitazione di buona fattura con un personaggio dall'indole non distante da altri già interpretati dall'attrice più volte.
                                Una riflessione/critica sulla fede, messa a confronto con la freddezza della scientificità, misticismo e logica, estremismi in entrambi i sensi offuscano la vista, ma anche un film sulla potenza delle storie, reali o immaginarie, giuste o sbagliate, accadute o meno, poco importa, il punto (e il problema) è con quanta forza siamo disposti a crederci. Certe narrazioni possono diventare dogmi, le storie delle gabbie, una bambina rimane intrappolata in un'educazione religiosa rigida e una dinamica famigliare malsana, una donna nei ricordi da incubo di una maternità mancata, tra le mura di una casa o quelle della mente ci si soffoca con droghe e preghiere, e come gli uccelli in una gabbia si sbatte contro le sbarre bramando la fuga verso una libertà che ci permetta riscrivere una nuova narrazione di noi stessi. Il controcampo meta-cinematografico con voice-over e quarta parete infranta, penso anche io, francamente inutile ma il film è ottimo.



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