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  • MI: III di J.J. Abrams

    Le scene d'azione sono di buona fattura, in questo capitolo spicca quella sul ponte.
    In generale è buono ma ha poco da farsi ricordare. Che è un peccato, visto che il film parte carichissimo con premesse che preannunciano alte ambizioni: si parte con un incipit drammatico e si tenta di dare un po' di spessore al nostro Ethan tra matrimonio/morte della pupilla (e addirittura la domanda "ma non è che te la facevi l'alunna"?). C'è una quantità di carne al fuoco tale che avevo l'impressione di vedere un pilot televisivo (e questo l'avrei detto anche se non avessi saputo che c'era JJ alla regia ).
    Infatti tutti questi spunti si rivelano un fuoco di paglia e muiono presto. Peccato per il villain di Hoffman che fa una fine da fesso, aveva molto potenziale.

    Mi aspetto che la moglie di Hunt sparisca dalle scene nei sequel sennò difficile costruire tensione romantica con la lead femminile di turno.


    In MI: III Hunt a sua insaputa ha rischiato di scontrarsi col nemico più temibiile di tutta la saga:
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    (per intanto MI 2 rimane di netto il peggiore).
    Ultima modifica di Cooper96; 08 gennaio 23, 21:55.
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    • Io devo dire che non riesco ad amare i MI di McQuarrie. Girati benissimo e che portano all'apice il "fenomeno Cruise" (che ne rappresenta di fatto l'unico valore in qualche modo rilevante ed insindacabile) ma paradossalmente li trovo a conti fatti noiosi e abbastanza dimenticabili. Nettamente meglio i vari Bond e Bourne (e infatti MI è un po' un'insipida via di mezzo tra i due).

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      • Visto The menu, probabilmente devo dormirci sopra per farmi un'idea più nitida. Così a caldo posso dire che per certi versi mi è piaciuto molto, davvero accattivante, ma nell'ultima mezz'ora diventa talmente no-sense da renderlo un inutile "esercizio di stile" come spesso viene criticato lo chef. Probabilmente è voluto, metaforicamente insistito in tal senso, ma resta l'amaro in bocca (restando in tema) per aver solo assaporato qualcosa che poteva essere di gran lunga più gustoso. Ralph Fiennes è davvero inquietante ed efficace, come suo solito quando porta in scena personaggi disturbati e psicotici, Anya Taylor Johnson è sempre speciale per figaggine indipendentemente dal contesto...ma porca miseria devono essersi bevuti qualcosa di particolarmente forte per mandare tutto così al macero nell'ultima parte che, inevitabilmente, rende ridicolo anche tutto il resto a partire dal comportamento degli ospiti e del personale di servizio. Tanto accattivante quanto assurdo.

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        • Ieri, totalmente a caso, ho visto su Prime The Congress di Ari Folman.
          Non so se sia più bizzarro il film in sé o il fatto che in dieci anni (è uscito nel 2013) non ne avessi praticamente mai sentito parlare, né qui né in altri lidi. Ho anche usato la ricerca del forum e c'è veramente poca roba su questo film, che pare sparito in fretta dalla memoria collettiva (o forse non ci è mai entrato) nonostante progressivamente sia anche diventato più rilevante: la tecnica a cui si sottopone la protagonista non stupisce più dopo aver visto Mark Hamill ringiovanito, Robin Wright proprio a partire dall'anno di produzione di questo film ebbe un mezzo comeback grazie ad House of Cards, il produttore-villain è chiaramente basato su Weinstein, il mondo cartoonizzato pare un metaverso sotto acidi.
          C'è anche da dire che il film è un casotto. Lo stacco tra i due segmenti in cui è diviso si sente parecchio ed è molto strano, ancora di più dopo aver scoperto che la seconda parte è un adattamento di un racconto dell'autore di Solaris. L'impressione è che se 'sto film l'avessero messo in mano all'accoppiata Kaufman-Spike Jonze sarebbe stato un capolavoro. Così è dannatamente interessante ma ha certe vibes da Adrian - La Serie Evento non indifferenti. Devo dire che guardarlo senza sapere nulla è stato abbastanza pazzesco.

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          • Paris, Texas (1984), di Wim Wenders

            Ho recuperato questo film sulla scorta dei giudizi positivi di Sir Dan Fortesque nel topic delle top 10 e devo dire che non sono rimasto per niente deluso.
            Il film di Wenders è un bellissimo on the road che pare uscito direttamente dai due decenni precedenti all'effettiva uscita. La storia raccontata è una vicenda d'amore che coinvolge una ex-coppia estremamente travagliata e dalla notevole differenza di età, Travis e Jane (interpretati dal notevole Harry Dean Stanton e dalla bellissima Nastassja Kinski), a cui bisogna anche aggiungere l'esistenza di un figlio che da 4 anni è stato cresciuto dal di lui fratello.
            Per buona parte della durata il film si muove sui binari della commedia surreale, ma ad un certo punto Travis e il figlio partono alla ricerca di Jane e il film prende una svolta più drammatica, che ha il suo culmine nel bellissimo confronto tra Jane e Travis nel peepshow.
            Wenders non solo dirige magnificamente gli attori, ma regala un'esperienza visiva davvero appagante, con una sapiente valorizzazione degli ambienti (coadiuvata dalla bellissima fotografia), nonché del confronto finale.

            Bellissimo e toccante, probabilmente rientra tra i capolavori degli '80.



            Jules e Jim (1962), di François Truffaut

            Ringrazio i consigli che mi avete dato sul recupero della Nouvelle Vague. Ho deciso seguire soprattutto i suggerimenti di David.Bowman e Medeis e, tra Truffaut e Godard ho iniziato da quello che ho trovato subito a portata di mano.
            Anche in questo caso devo dire che il film mi è piaciuto molto. La storia del triangolo amoroso, con annessi piccoli e grandi drammi, è raccontata da Truffaut con innegabile dinamismo, una libertà espressiva che rispecchia la forte pulsione di libertà dei protagonisti, in particolare ovviamente di Catherine - Jeanne Moreau. Il regista racconta le dinamiche anticonvenzionali con un candore e una trasparenza che allora hanno fatto scandalo, ma che tristemente ho l'impressione farebbero discutere anche oggi.
            MI sembra di potere dire che lo sperimentalismo formale, dalle scelte di inquadratura al montaggio serrato, per passare da quei tocchi di fermo immagine, non siano fini a sé stessi, ma siano ben motivati dall'incedere del racconto e delle dinamiche sentimentali del trio.
            Non sono un esperto, ma sarebbe interessante sapere quanto Truffaut abbia guardato al cinema del passato, perché la pellicola mi sembra oscillare tra lo sperimentalismo moderno da una parte, e l'eleganza e la sottigliezza del racconto per immagini di Renoir dall'altra.

            Insomma, come partenza sono molto contento. I prossimi due che recupererò probabilmente saranno Fino all'ultimo respiro e I 400 colpi.

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            • Truffaut era un critico cinematografico e cinefilo all'ennesima potenza, si può dire che lui e i suoi amici abbiano inaugurato l'era del cinema cinefilo che permane tutt'ora (Godard disse di Tarantino che tutto quello che fa l'aveva già fatto lui).
              I loro film sono spesso (o sempre) anche riflessioni sul cinema del passato.
              Luminous beings are we, not this crude matter.

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              • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
                Truffaut era un critico cinematografico e cinefilo all'ennesima potenza, si può dire che lui e i suoi amici abbiano inaugurato l'era del cinema cinefilo che permane tutt'ora (Godard disse di Tarantino che tutto quello che fa l'aveva già fatto lui).
                I loro film sono spesso (o sempre) anche riflessioni sul cinema del passato.
                Ah ecco, grazie dell'info.
                Su Paris, Texas invece ricordo bene, giusto, di avere letto tuoi spunti sulla bellezza del film?

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                • Fatta una maratona della serie Tremors e serietv, per la prima volta visti tutti di fila.

                  Tremors:
                  film che come sempre non annoia mai, e dopo 30 anni non invecchiato di un giorno.
                  9/10

                  Tremors 2: Aftershocks:
                  grandissimo spreco realizzarlo come direct home video, aveva tutto il potenziale per diventare migliore del primo, ma nonostante rimane un buon film, carucci gli Shrieker.
                  7.5/10

                  Tremors 3 - Ritorno a Perfection:
                  mi faceva schifo 20 anni fa, e continua a farlo ancora oggi, la serie Tremors comincia a diventare family-friendly, perde del tutto la violenza ma aumenta la commedia. La CGI orrida dei primi 2000 che sostituisce gli effetti pratici, davvero inguardabile, come inguardabile la nuova forma del graboid con nome scemo "Ass Blasters".
                  2/10

                  Tremors: La serie:
                  inutile espansione televisiva del terzo film, con più mostri e tutti anonimi.
                  3/10

                  Tremors 4:Agli inizi della leggenda:
                  prequel inutile solo per vedere i Graboid nel vecchio West, ma fortunatamente molto più guardabile del terzo film.
                  6/10

                  Tremors 5: Bloodlines & Tremors 6: A Cold Day in Hell:
                  sono esattamente lo stesso film cambiando il setting. La CGI gran lunga migliorata rispetto le voci precedenti, e le stesse creature hanno subito un restyilng migliorando l'aspetto, per il resto la solita roba con l'aggiunta della malattia dei Graboid, per quanto interessante stona con il tipo di film.
                  5/10

                  Tremors 7: Shrieker Island:
                  non sapendo che trama metterci, riciclano un sequel a caso di Jurassic Park, il risultato non è male, fanno ritornare spaventose le creature e i toni dei primi capitoli. Questo come il secondo potevano dare molto come film con budget più alti.
                  ​6.5/10




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                  • Originariamente inviato da Tom Doniphon Visualizza il messaggio
                    Su Paris, Texas invece ricordo bene, giusto, di avere letto tuoi spunti sulla bellezza del film?
                    Che mi segavo sulla figlia di Kinski? Sì, di certo ero io.
                    Luminous beings are we, not this crude matter.

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                    • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio

                      Che mi segavo sulla figlia di Kinski? Sì, di certo ero io.
                      Che coglionazzo

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                      • Originariamente inviato da Tom Doniphon Visualizza il messaggio

                        Jules e Jim (1962), di François Truffaut

                        Ringrazio i consigli che mi avete dato sul recupero della Nouvelle Vague. Ho deciso seguire soprattutto i suggerimenti di David.Bowman e Medeis e, tra Truffaut e Godard ho iniziato da quello che ho trovato subito a portata di mano.
                        Anche in questo caso devo dire che il film mi è piaciuto molto. La storia del triangolo amoroso, con annessi piccoli e grandi drammi, è raccontata da Truffaut con innegabile dinamismo, una libertà espressiva che rispecchia la forte pulsione di libertà dei protagonisti, in particolare ovviamente di Catherine - Jeanne Moreau. Il regista racconta le dinamiche anticonvenzionali con un candore e una trasparenza che allora hanno fatto scandalo, ma che tristemente ho l'impressione farebbero discutere anche oggi.
                        MI sembra di potere dire che lo sperimentalismo formale, dalle scelte di inquadratura al montaggio serrato, per passare da quei tocchi di fermo immagine, non siano fini a sé stessi, ma siano ben motivati dall'incedere del racconto e delle dinamiche sentimentali del trio.
                        Non sono un esperto, ma sarebbe interessante sapere quanto Truffaut abbia guardato al cinema del passato, perché la pellicola mi sembra oscillare tra lo sperimentalismo moderno da una parte, e l'eleganza e la sottigliezza del racconto per immagini di Renoir dall'altra.

                        Insomma, come partenza sono molto contento. I prossimi due che recupererò probabilmente saranno Fino all'ultimo respiro e I 400 colpi.
                        bene, mi fa piacere. Secondo me anche I 400 colpi ti piacerà molto, probabilmente ancora di più.

                        Ma vediamo come andrà con Godard che rispetto a Truffaut è un regista meno "facile"

                        "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                        Votazione Registi: link

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                        • Originariamente inviato da David.Bowman Visualizza il messaggio


                          Ma vediamo come andrà con Godard che rispetto a Truffaut è un regista meno "facile"

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                          • Stasera ho visto The Menù, giusto perché io e la mia ragazza volevamo vedere qualcosa che durasse sotto le due ore. Non ne voglio neanche scrivere più di tanto, dico solo che è veramente una stronzata colossale. Peccato per Ralph Fiennes, veramente sprecato in un progetto così demenziale.
                            https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                            "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                            • The Menu è veramente un buco nell' acqua da qualsiasi punto di vista.
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                              Poi si, Ralph Fiennes ha un indubbio carisma , però non basta a salvarlo.

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                              • Ve lo dicevo.

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