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  • Originariamente inviato da Lord casco nero Visualizza il messaggio
    The Menu è veramente un buco nell' acqua da qualsiasi punto di vista.
    Come satira sul mondo della cucina e in generale dell arte non ha praticamente nulla da dire (con un messaggio finale che è il nadir della banalità ) e come thiller grottesco manca di mordente .
    Poi si, Ralph Fiennes ha un indubbio carisma , però non basta a salvarlo.
    Per me invece è un buon film, che si ti do ragione che poteva avere più mordente però dal lato grottesco è un film che ha i suoi ottimi momenti, con un bellissimo montaggio che da risalto a diverse sequenze.
    Ralph Fiennes e la brigata, il gesto dell'applauso, ma il primo momento shock sono resi bene ma anche nel proseguo il film rimane sempre coerente con ciò che vuole narrare.
    Sulla critica...non c'è solo il messaggio dei ricchi stronzi che vogliono il lusso, ma c'è anche la riflessione dal lato cuoco.
    E' un film se vogliamo metacinematografico o meglio che parla anche del ruolo del regista...il discorso cardine è quello delle aspettative, lo chef è paragonato alla figura della prostituta come prestatore di un servizio che deve appagare il cliente.
    Il personaggio di Fiennes perchè nel suo perfezionismo entra dentro il mondo dei premi, del riconoscimenti di clienti che della cucina in realtà non interessa nulla.

    Non è dunque un film che critica gli stellati al prescindere ma semmai critica lo show che si sta creando attorno e sui sacrifici e la difficoltà del ruolo dello chef.
    Tant'è che al film ha partecipato anche Dominique Crenn, chef stellata, e sotto l'aspetto della gestione chef e brigata il film è ottimo, sembra di vedere un plotone militare in esecuzione.

    Poi è vero sì che si poteva fare di più sul lato horror ma comunque abbiamo dita mozzate, gente impiccata...per me i film brutto sono proprio altri, questo per ciò che il film si prefissa di narrare, per le coreografie e si per un magnetismo di Fiennes risulta piacevole alla visione.


    Originariamente inviato da mr.fred Visualizza il messaggio
    Ve lo dicevo.

    ​Te vai esaltando M3gan che proprio sul lato mordente è il nulla e poi critichi The Menu...non sei credibile

    Ultima modifica di Il Ciabattiere; 29 gennaio 23, 10:18.

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    • Brutto magari no...però francamente l ho trovato piuttosto scialbo.
      In un paio di occasioni poteva affondare i denti e tirare fuori qualcosa di disturbante o comunque memorabile, e invece sembra tirarsi indietro.
      La soluzione finale con il messaggio " alla fine si mangia meglio in trattoria" l ho trovata di una banalità....

      Poi non nego che le aspettative possano aver giocato la loro parte , però personalmente non capisco l entusiasmo che ho sentito altrove.

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      • Sì sul fatto che si poteva affondare di più sul lato horror sono d'accordo, il film ha una buona messa in scena di base, l'atmosfera oceanica è sempre ricordata dai blu ma anche i piatti con tutte le spume, i sassi fanno ricordare l'ambientazione...sotto quest'aspetto si nota un buon lavoro.
        La regia punta a sfruttare la coreografia e gli attori, è molto "quadrata" non regala virtuosismi ne mette in mostra chissà quale estro; però ecco seppur anche io avrei preferito maggior mordente, la regia sfruttando benissimo gli attori riesce e regalare i suoi momenti.

        Sul messaggio finale per me il messaggio non è "stellati schifo meglio sfondarsi in trattoria"...il personaggio di Fiennes aveva perso l'anima ed atj
        Spoiler! Mostra
        .
        Quello che racconta il film è come tutto questo show e gli eccessi sulla cucina possano far perdere l'essenza stessa della cucina, per me non è una critica agli stellati in se ma semmai è una critica a quegli stellati che sono solo copertina ed in più il film punta il dito anche verso i clienti mostrandoci tutte le varie tipologie.

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        • Ha ragione il Ciabattiere, (con tutto che non mi è piaciuto nonostante alcuni dialoghi ben fatti, alcune trovate simpatiche, un buon ritmo, Finnies e la Taylor-Joy) il (pre)finale è letteralmente

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          L'impressione che mi ha dato è di un film quasi alla Aster mancato (per svariati chilometri), con tutte le situazioni potenzialmente più grottesche e violente completamente evitate o edulcorate (basti pensare alla falsa semina di quella specie di salami appesi che si vedono all'inizio, che se tolti troppo presto avrebbero scatenato violentissime reazioni letali e che non trovano minimamente seguito).

          Il regista poi viene dalla televisione e come tale si comporta.
          Ultima modifica di Sir Dan Fortesque; 29 gennaio 23, 11:04.
          Luminous beings are we, not this crude matter.

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          • Originariamente inviato da Il Ciabattiere Visualizza il messaggio

            Per me invece è un buon film, che si ti do ragione che poteva avere più mordente però dal lato grottesco è un film che ha i suoi ottimi momenti, con un bellissimo montaggio che da risalto a diverse sequenze.
            Ralph Fiennes e la brigata, il gesto dell'applauso, ma il primo momento shock sono resi bene ma anche nel proseguo il film rimane sempre coerente con ciò che vuole narrare.
            Sulla critica...non c'è solo il messaggio dei ricchi stronzi che vogliono il lusso, ma c'è anche la riflessione dal lato cuoco.
            E' un film se vogliamo metacinematografico o meglio che parla anche del ruolo del regista...il discorso cardine è quello delle aspettative, lo chef è paragonato alla figura della prostituta come prestatore di un servizio che deve appagare il cliente.
            Il personaggio di Fiennes perchè nel suo perfezionismo entra dentro il mondo dei premi, del riconoscimenti di clienti che della cucina in realtà non interessa nulla.

            Non è dunque un film che critica gli stellati al prescindere ma semmai critica lo show che si sta creando attorno e sui sacrifici e la difficoltà del ruolo dello chef.
            Tant'è che al film ha partecipato anche Dominique Crenn, chef stellata, e sotto l'aspetto della gestione chef e brigata il film è ottimo, sembra di vedere un plotone militare in esecuzione.

            Poi è vero sì che si poteva fare di più sul lato horror ma comunque abbiamo dita mozzate, gente impiccata...per me i film brutto sono proprio altri, questo per ciò che il film si prefissa di narrare, per le coreografie e si per un magnetismo di Fiennes risulta piacevole alla visione.




            ​Te vai esaltando M3gan che proprio sul lato mordente è il nulla e poi critichi The Menu...non sei credibile
            Ma se M3GAN neppure l'ho visto e commentato.
            Qua dentro avete le traveggole.

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            • La furia del peccato (G. Molander, 1947)

              Uomo sposato con prole abbandona la famiglia per andar dietro a una donna dissoluta che lo irretisce fino alle estreme conseguenze. La misoginia marcata è frutto della sceneggiatura di Ingmar Bergman (che pare avesse scritto il film per vendicarsi di una donna), e che rispetto a personaggi simili ad esempio nel noir soffre di una certa rigidità di sguardo, di una monodimensionalità nella figura femminile - e nel contrasto con il ruolo della moglie - che viene riscattata solo in parte dalla regia elegante e dalla splendida fotografia in b/n. Vale una visione.

              Resurrection ( A. Semans, 2022)

              Pubblicizzato come un horror, è più un dramma thriller che gioca con il sempiterno tema del binomio realtà/apparenza, senza peraltro chissà quali sorprese da questo punto di vista. Veramente ottima la performance di Rebecca Hall, oramai abbonata ai ruoli isterico-nevrotici, che scivola lentamente ma inesorabilmente verso la follia (e regala un paio di monologhi a mdp fissa davvero encomiabili), regia pulita immersa in luci fredde e taglienti. Di sangue c'è n'è poco e quasi tutto verso il finale, che è anche la cosa più discutibile. Un film sul trauma rimosso e poi riemerso che lascia il segno, al netto di qualche difettuccio una piccola perla

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              • Mission Impossible: Ghost Protocol di Brad Bird

                E' un film solido e inventivo: mi riferisco soprattutto all'infiltrazione nel Cremlino con l'ologramma/stanza, e all'arrampicata sul grattacielo vetrato (davvero adrenalinica).
                Si prosegue il lavoro inziato in M:I III nel tratteggiare Ethan Hunt, e a questo giro si estende il tentativo anche i compagni di squadra, sempre e solo nell'ottica dei sacrifici fatti per via del lavoro, che sia il rapporto con la moglie o l'errore umano (un gradito Jeremy Renner). Peccato che rimangono tentativi poco convinti e stereotipati, vincolando l'interesse verso ogni nuovo capitolo agli stunt mirabolanti.

                Nota di demerito per i villain e la missione, quanto di più impersonale e anonimo si possa concepire manco a farlo apposta. Si salva solo il pg della Lea Seydoux, che faceva la sua figura e aveva del potenziale ma alla fine ha poco minutaggio.
                In generale pur essendo di buona fattura è il film più impersonale della saga (fin ora) e non è un complimento...
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                • Originariamente inviato da Medeis Visualizza il messaggio
                  Resurrection ( A. Semans, 2022)

                  Pubblicizzato come un horror, è più un dramma thriller che gioca con il sempiterno tema del binomio realtà/apparenza, senza peraltro chissà quali sorprese da questo punto di vista. Veramente ottima la performance di Rebecca Hall, oramai abbonata ai ruoli isterico-nevrotici, che scivola lentamente ma inesorabilmente verso la follia (e regala un paio di monologhi a mdp fissa davvero encomiabili), regia pulita immersa in luci fredde e taglienti. Di sangue c'è n'è poco e quasi tutto verso il finale, che è anche la cosa più discutibile. Un film sul trauma rimosso e poi riemerso che lascia il segno, al netto di qualche difettuccio una piccola perla
                  Ha tenuto
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                  Luminous beings are we, not this crude matter.

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                  • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio

                    Ha tenuto
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                    Sì c'è (10 caratteri)

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                    • Originariamente inviato da mr.fred Visualizza il messaggio

                      Ma se M3GAN neppure l'ho visto e commentato.
                      Qua dentro avete le traveggole.

                      Errore mio, avevo letto un tuo messaggio di approvazione ma era in risposta a quello che aveva scritto Massi

                      Originariamente inviato da Medeis Visualizza il messaggio

                      Resurrection ( A. Semans, 2022)

                      Pubblicizzato come un horror, è più un dramma thriller che gioca con il sempiterno tema del binomio realtà/apparenza, senza peraltro chissà quali sorprese da questo punto di vista. Veramente ottima la performance di Rebecca Hall, oramai abbonata ai ruoli isterico-nevrotici, che scivola lentamente ma inesorabilmente verso la follia (e regala un paio di monologhi a mdp fissa davvero encomiabili), regia pulita immersa in luci fredde e taglienti. Di sangue c'è n'è poco e quasi tutto verso il finale, che è anche la cosa più discutibile. Un film sul trauma rimosso e poi riemerso che lascia il segno, al netto di qualche difettuccio una piccola perla
                      E' veicolato come horror perchè ha una costruzione da horror esoterico con annesse atmosfere...bello.

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                      • Mission: Impossible - Rogue Nation di Christopher McQuarrie

                        Qui arriva il salto di qualità.
                        L'assegnazione della missione nella scena di apertura è così d'effetto da far percepire il Sindacato come il nemico più forte e "credibile" della saga (non di poco). Il resto del film ne beneficia in tensione sotteranea.
                        McQuarrie riesce a infilare una certa sofisticazione nelle scene. La scena più pazzesca è nel finale, al caffè inglese con Lane che parla attraverso Benjii. Invece di essere come M.I 2,3,4 (alla ricerca dello stunt pià spetttacolare e roboante) Rogue Nation è un ritorno alle origini, alla parte centrale del capostipite con Cruise appeso ad un cm dal suolo: non è un caso se questi sono i capitoli più riusciti. Ero davvero stupito quello fosse il climax.
                        Ilsa Faust nei panni della femme fatal dalle dubbia lealtà è davvero un pg riuscito, brava e bona. Anche questo un ritorno alle origini del capostipite (dove c'era la moglie del mentore presunto defunto, da un certo punto in poi di dubbia lealtà). Di nuovo: non è un caso che questi sono i capitoli più riusciti.

                        Un' altra cosa che ho apprezzatto è come in questo capitolo si spinga di più (e meglio) sul tema di quanto il protagonista ha sacrificato per il suo lavoro. Qui abbiamo un momento (molto riuscito) in cui "dal nulla" Ilsa Faust chiede ad Hunt "perché non molliamo tutto e andiamo via? c'è sempre qualcun altro". Ma secondo me c'è anche nella mess'in scena che indugia su quanto Hunt martori il proprio corpo (penso a come venga "resuscitato" col defribillatore e subito dopo si metta a guidare, si fracassi con l'automobile e subito dopo monta in moto (per poi dopo 2 minuti rischiantarsi)).
                        Ultima modifica di Cooper96; 02 febbraio 23, 21:35.
                        Spoiler! Mostra

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                        • Originariamente inviato da Cooper96 Visualizza il messaggio
                          Mission: Impossible - Rogue Nation di Christopher McQuarrie

                          Qui arriva il salto di qualità.
                          L'assegnazione della missione nella scena di apertura è così d'effetto da far percepire il Sindacato come il nemico più forte e "credibile" della saga (non di poco). Il resto del film ne beneficia in tensione sotteranea.
                          McQuarrie riesce a infilare una certa sofisticazione nelle scene. La scena più pazzesca è nel finale, al caffè inglese con Lane che parla attraverso Benjii. Invece di essere come M.I 2,3,4 (alla ricerca dello stunt pià spetttacolare e roboante) Rogue Nation è un ritorno alle origini, alla parte centrale del capostipite con Cruise appeso ad un cm dal suolo: non è un caso se questi sono i capitoli più riusciti. Ero davvero stupito quello fosse il climax.
                          Ilsa Faust nei panni della femme fatal dalle dubbia lealtà è davvero un pg riuscito, brava e bona. Anche questo un ritorno alle origini del capostipite (dove c'era la moglie del mentore presunto defunto, da un certo punto in poi di dubbia lealtà). Di nuovo: non è un caso che questi sono i capitoli più riusciti.

                          Un' altra cosa che ho apprezzatto è come in questo capitolo si spinga di più (e meglio) sul tema di quanto il protagonista ha sacrificato per il suo lavoro. Qui abbiamo un momento (molto riuscito) in cui "dal nulla" Ilsa Faust chiede ad Hunt "perché non molliamo tutto e andiamo via? c'è sempre qualcun altro". Ma s¹econdo me c'è anche nella mess'in scena che indugia su quanto Hunt martori il proprio corpo (penso a come venga "resuscitato" col defribillatore e subito dopo si metta a guidare, si fracassi con l'automobile e subito dopo monta in moto (per poi dopo 2 minuti rischiantarsi)).
                          Il mio preferito della saga. Si passa da una scena madre all'altra, con l'apice assoluto nella sequenza del teatro. Una goduria. Pura maestranza cinematografica dall'inizio alla fine e una trama non banalmente al servizio dello spettacolo ma genuinamente intrigante a prescindere.

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                          • C'è anche un topic: Knock at the Cabin - M. Night Shyamalan - BadForum (badtaste.it)

                            In effetti non è mai stato aggiornato al titolo italiano, ora provvedo.
                            Luminous beings are we, not this crude matter.

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                            • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
                              C'è anche un topic: Knock at the Cabin - M. Night Shyamalan - BadForum (badtaste.it)

                              In effetti non è mai stato aggiornato al titolo italiano, ora provvedo.
                              ok sposto nel topic apposito

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                              • David.Bowman Medeis Sir Dan Fortesque continua il mio percorso di recupero della Nouvelle Vague, ho visto I 400 colpi e Fino all'ultimo respiro, e mi sono piaciuti molto entrambi, anche se per motivi diversi

                                Quanto al film di Truffaut, mi ha colpito molto come la sperimentazione formale riesca a raggiungere un notevole equilibrio tra leggerezza del racconto e il tono dolceamaro del film. Attraverso questo ragazzetto scapestrato, il regista riesce comunque a raccontare un'intera società, con le contraddizioni tra la rigidità disciplinare che si impone ai ragazzini e l'esistenza decisamente non lineare e inquadrata degli adulti. Grande colpo di fortuna è stato trovare Jean-Pierre Léaud nei panni di Daniel, che poi ho letto continuerà la collaborazione con Truffaut, riprendendo persino lo stesso personaggio. Parigi è fotografata magnificamente.
                                Non so dirvi se mi sia piaciuto di più di Jules e Jim, certo è un film più immediato, anche nelle emozioni che fa scaturire, ma sicuramente mi sono piaciuti molto entrambi.

                                Mi è però piaciuto molto anche il film di Godard, che certo viaggia su binari diversi. Sicuramente di primo acchito colpisce ovviamente questo binomio tra grande sperimentazione formale e la scelta di un genere statunitense consolidato, il noir. Ma ho comunque trovato molto sentito il rapporto tra Michel e Patricia (incredibilmente affascinante Belmondo e bellissima la Seberg) e questa sorta di indagine di Godard del rapporto uomo-donna inserito in una cornice di genere.

                                Belli entrambi, sono contento di questo recupero. Su Mubi ho messo in watchlist Parigi ci appartiene di Rivette, Due o tre cose che so di lei e Il maschio e la femmina di Godard, Cleo dalle 5 alle 7 di Varda e La jetée di Marker, sicuramente li recupererò tutti. Ma vorrei procedere anche con Truffaut, su youtube c'è Effetto notte in ottima qualità, cosa altro mi consigliate di recuperare di lui? E di Godard?

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