TeneT - Christopher Nolan

[Sebastian Wilder]

Diciamo che Bradshaw da 5 stelle un po' troppo spesso, manco se uscissero pietre miliari del cinema una volta a settimana

Solo ieri per quanto riguarda il Toronto film festival ieri ha pubblicato 2 recensioni da 5/5 .

E' chiaro comunque che il suo metro si riferisce ad un film importante "nel momento e nella contemporaneità"
Ognuno giustamente può avere il suo metro di giudizio, e chi legge un critico pian piano impara ad interpretarlo.
Diciamo che è un po' problematico alla luce di questi siti che aggregano recensioni e fanno le medie non considerando questo aspetto. Io personalmente ormai gli aggregatori non li calcolo proprio, meglio seguire 3-4 critici di fiducia e basta.

[Sensei]

E' meglio andare per singoli critici che per aggregatori di recensioni a cui si da sin troppo peso.

[Enfad]

A me Branagh non ha convinto del tutto, a tratti molto centrato ma in altri un po' sopra le righe, quasi una parodia di un cattivo (cosa che credo sia anche voluta). Complimenti Enfad , ottima disanima, che mi trova (a parte Branagh) quasi totalmente d'accordo.

Grazie mille

per me dunkirk è il peggiore film di nolan e ho gia scritto il perchè, comunque film noioso, retorico, super patriottico e con personaggi che fanno cose stupide e lo so che è una storia vera

Sostanzialmente concordo

Uno dei problemi principali l'ho riscontrato quindi non tanto nella complessità delle regole del gioco (che invece sono abbastanza semplici), quanto nella sfilacciatura narrativa, che assieme al ritmo forsennato e alla verbosità di certe sequenze non rende proprio un'impresa facilissima stare al passo con la narrazione (in particolare nell'atto finale ho avuto qualche difficoltà a comprendere lo svolgimento della missione nei dettagli, sarà anche che ci si arriva dopo un bombardamento incessante di informazioni elargite per tutta la durata del film), e la dilatazione di certe sequenze d'azione non aiuta in tal senso (problema che Nolan ha sempre avuto, anche se talvolta riesce a mascherarlo meglio).

Concordo, e ovviamente sono d'accordo anche col pezzo successivo della tua rece in cui parli dei personaggi

Quanto al messaggio generale del film

Spoiler! Mostra

più che "il destino è immutabile" io l'ho inteso come "il destino forse sarà anche già scritto, ma siamo noi a costruircelo con le nostre scelte", da qui la frase finale di Neil/Pattinson: "E' un'espressione di fiducia nella meccanica del mondo, non una scusa per non far nulla", anche se pure io sono dell'idea che la questione meritasse maggiore approfondimento

Ecco, ne approfitto per aggiungere qualche considerazione su questo argomento.

Spoiler! Mostra

Io ho interpretato la frase di Neil come una filosofia personale più che come qualcosa di effettivo.

Cerco di essere chiara: ho avuto l'impressione che il film presentasse una visione delle cose predeterminata, in cui anche la decisione di Washington di tornare indietro per salvare Kat e fermare Sator era già scritta (ed era anche già avvenuta, come dimostra il terzo atto che ci riporta al primo). Anche la minaccia di distruzione dell'umanità non è mai stata più di questo, una minaccia, perché è sempre stata destinata a essere sventata.

Tutto ciò fa però a pugni col paradosso del loop, che presupporrebbe un inizio, un "punto zero" che gli ha dato l'avvio e in cui le cose erano diverse (soliti vecchi discorsi da appassionati di fantascienza ). Questa roba, come tutti sappiamo, è stata materiale per un'infinità di racconti e di film, ma mi limito a fare un paio di esempi: in Predestination (e nel racconto di Heinlein da cui è tratto) ci si focalizza specificatamente sul paradosso del nonno, che in Tenet invece viene citato en passant senza esplorarne le implicazioni, con l'idea che tanto sarà quel che sarà (o quel che è stato è stato ); in Looper invece il loop viene tematizzato in funzione dell'autodeterminazione del protagonista (e anche le varie piccole incongruenze e illogicità passano in secondo piano proprio perché è preminentemente una storia di personaggi, e il paradosso temporale è assoggettato al loro arco, mentre in Tenet i personaggi sono solo pedine e nessuno di loro ha un vero e proprio arco in quanto il tempo e la sua palindromia sono al centro, quindi non c'è nemmeno questa giustificazione per le cose che non tornano), che con la sua decisione finale/presa di coscienza riesce a spezzarlo, ma nel film di Nolan i personaggi si limitano a compiere il loro ruolo in un meccanismo già configurato.

Alla fine Washington chiede a Neil se tutto questo sia destino, e Neil gli risponde che lui lo chiama realtà, ma per quanto mi riguarda è solo un modo di rigirare la frittata: la realtà è che le cose non possono andare in altro modo che così. Ma se le cose non possono andare in altro modo che così significa, secondo la filosofia del film, che è il modo migliore possibile in cui possano andare, da cui il dialogo teologico tra Washington e Sator.
Sator non crede in dio, non crede che ci sia un disegno più grande che ha già predisposto gli eventi; crede di essere padrone della sua vita e di poter decidere di creare la propria realtà, e in questo di assurgere a dio. Ma il film gli dà torto; in realtà non c'è mai stato libero arbitrio, e lui non ha mai avuto alcuna possibilità di vittoria.

Neil, secondo me, sta solo dando una visione ottimistica di questo funzionamento: lui ha fiducia che la meccanica immutabile del mondo abbia la sua buona ragione per sussistere, e dunque si adopera per svolgere al meglio il suo ruolo prestabilito.

Per fare un esempio più terra terra, prendiamo la scena in cui la Poésy spiega la faccenda dell'inversione a Washington: lei dice che, dal punto di vista di Washington, lui sta raccogliendo la pallottola, mentre dal punto di vista della pallottola Washintgon la sta lasciando cadere, ma questo non ha alcuna importanza, è la stessa cosa. Washington a questo punto le chiede che ne è del libero arbitrio, e lei risponde che è pur sempre una sua azione consapevole.
Ora, se Washigton non può fare a meno di far cadere la pallottola (o raccoglierla, comunque la si voglia vedere) è perché nel più grande disegno delle cose è previsto che lui compia quell'azione; secondo Neil, questo significa che c'è una buona ragione perché lui compia quell'azione, e di conseguenza Washington non può che voler attivamente impegnarsi per svolgere al meglio quell'azione e fare il suo nel grande ingranaggio della realtà - non so se mi sono spiegata

A me questo tipo di filosofia non piace; io sono per il faber est suae quisque fortunae, e in questo senso sono dalla parte di Sator Tuttavia può essere comunque una posizione con la sua dignità e il suo interesse, se solo fosse stata il vero fulcro del film, ma così non è.
Con tutto questo discorso infatti non volevo intendere che sia un film particolarmente stratificato e in cui ci siano significati profondi da ricercare; la mia è solo una osservazione sulle implicazioni della filosofia del film, implicazioni che però rimangono sempre a uno strato superficiale e sono ben riassunte nell'espressione "Quel che è stato è stato" (che fa il paio con "Non cercare di capirlo, sentilo"). Tenet scansa puntualmente e scientemente qualunque riflessione che vada in profondità, non è interessato a nulla che vada al di là della spettacolarità della messa in scena, imho

che poi in inception è pure contraddittorio, spiega una cosa ma nel finale succede proprio quello per cui per tutto il film ha detto che non dovrebbe mai succedere

no mi riferisco a tutta la pappardella di NON finire nell'ultimo strato dei sogni (non mi ricordo il termine usato, al momento mi sfugge) che altrimenti ci saresti morto ecc ecc, peccato che lui ci arrivi senza problemi e venga pure fuori senza problemi, lasciando perdere totalmente altre dinamiche

Beh ma quella non è una contraddizione, è un semplice espediente narrativo per mantenere la suspence e rendere l'idea della difficoltà della missione. Di cose simili (in scala ridotta) ce ne sono per tutto il film, per esempio quando Saito richiede un innesto e Gordon-Levitt risponde subito che non si può fare (invece si può fare, ma è chiaramente un'impresa complicata), o quando si parla di un'architettura onirica su tre livelli come qualcosa di troppo instabile (per dare l'idea di quanto Yusuf sia un ottimo chimico e quanto il suo preparato sia efficace).
Tra l'altro, quando viene spiegata la pericolosità di finire nel limbo, viene anche subito detto che Cobb c'è stato (e ne è uscito), quindi l'eventualità di finirci si configura come da evitare in tutti i modi per le difficoltà che comporterebbe, ma non è di impossibile risoluzione

[Mr.Magpie]

Batman tre e sto Tenet dicono tutt'altro.

Batman 3 ha diversi problemi ma è un'ottima conclusione concettuale ed emotiva per la saga, oltre ad avere diversi momenti ispirati. Tenet non è neanche lontanamente vicino ad essere un film orribile. Può essere respingente per alcuni, ostico per altri ma è un film tecnicamente pressoché inattaccabile e con una costruzione solida.

[Maddux Donner]

Ognuno il suo.

[The Inquisitor]

Grazie mille


Sostanzialmente concordo


Concordo, e ovviamente sono d'accordo anche col pezzo successivo della tua rece in cui parli dei personaggi


Ecco, ne approfitto per aggiungere qualche considerazione su questo argomento.

Spoiler! Mostra

Io ho interpretato la frase di Neil come una filosofia personale più che come qualcosa di effettivo.

Cerco di essere chiara: ho avuto l'impressione che il film presentasse una visione delle cose predeterminata, in cui anche la decisione di Washington di tornare indietro per salvare Kat e fermare Sator era già scritta (ed era anche già avvenuta, come dimostra il terzo atto che ci riporta al primo). Anche la minaccia di distruzione dell'umanità non è mai stata più di questo, una minaccia, perché è sempre stata destinata a essere sventata.

Tutto ciò fa però a pugni col paradosso del loop, che presupporrebbe un inizio, un "punto zero" che gli ha dato l'avvio e in cui le cose erano diverse (soliti vecchi discorsi da appassionati di fantascienza ). Questa roba, come tutti sappiamo, è stata materiale per un'infinità di racconti e di film, ma mi limito a fare un paio di esempi: in Predestination (e nel racconto di Heinlein da cui è tratto) ci si focalizza specificatamente sul paradosso del nonno, che in Tenet invece viene citato en passant senza esplorarne le implicazioni, con l'idea che tanto sarà quel che sarà (o quel che è stato è stato ); in Looper invece il loop viene tematizzato in funzione dell'autodeterminazione del protagonista (e anche le varie piccole incongruenze e illogicità passano in secondo piano proprio perché è preminentemente una storia di personaggi, e il paradosso temporale è assoggettato al loro arco, mentre in Tenet i personaggi sono solo pedine e nessuno di loro ha un vero e proprio arco in quanto il tempo e la sua palindromia sono al centro, quindi non c'è nemmeno questa giustificazione per le cose che non tornano), che con la sua decisione finale/presa di coscienza riesce a spezzarlo, ma nel film di Nolan i personaggi si limitano a compiere il loro ruolo in un meccanismo già configurato.

Alla fine Washington chiede a Neil se tutto questo sia destino, e Neil gli risponde che lui lo chiama realtà, ma per quanto mi riguarda è solo un modo di rigirare la frittata: la realtà è che le cose non possono andare in altro modo che così. Ma se le cose non possono andare in altro modo che così significa, secondo la filosofia del film, che è il modo migliore possibile in cui possano andare, da cui il dialogo teologico tra Washington e Sator.
Sator non crede in dio, non crede che ci sia un disegno più grande che ha già predisposto gli eventi; crede di essere padrone della sua vita e di poter decidere di creare la propria realtà, e in questo di assurgere a dio. Ma il film gli dà torto; in realtà non c'è mai stato libero arbitrio, e lui non ha mai avuto alcuna possibilità di vittoria.

Neil, secondo me, sta solo dando una visione ottimistica di questo funzionamento: lui ha fiducia che la meccanica immutabile del mondo abbia la sua buona ragione per sussistere, e dunque si adopera per svolgere al meglio il suo ruolo prestabilito.

Per fare un esempio più terra terra, prendiamo la scena in cui la Poésy spiega la faccenda dell'inversione a Washington: lei dice che, dal punto di vista di Washington, lui sta raccogliendo la pallottola, mentre dal punto di vista della pallottola Washintgon la sta lasciando cadere, ma questo non ha alcuna importanza, è la stessa cosa. Washington a questo punto le chiede che ne è del libero arbitrio, e lei risponde che è pur sempre una sua azione consapevole.
Ora, se Washigton non può fare a meno di far cadere la pallottola (o raccoglierla, comunque la si voglia vedere) è perché nel più grande disegno delle cose è previsto che lui compia quell'azione; secondo Neil, questo significa che c'è una buona ragione perché lui compia quell'azione, e di conseguenza Washington non può che voler attivamente impegnarsi per svolgere al meglio quell'azione e fare il suo nel grande ingranaggio della realtà - non so se mi sono spiegata

A me questo tipo di filosofia non piace; io sono per il faber est suae quisque fortunae, e in questo senso sono dalla parte di Sator Tuttavia può essere comunque una posizione con la sua dignità e il suo interesse, se solo fosse stata il vero fulcro del film, ma così non è.
Con tutto questo discorso infatti non volevo intendere che sia un film particolarmente stratificato e in cui ci siano significati profondi da ricercare; la mia è solo una osservazione sulle implicazioni della filosofia del film, implicazioni che però rimangono sempre a uno strato superficiale e sono ben riassunte nell'espressione "Quel che è stato è stato" (che fa il paio con "Non cercare di capirlo, sentilo"). Tenet scansa puntualmente e scientemente qualunque riflessione che vada in profondità, non è interessato a nulla che vada al di là della spettacolarità della messa in scena, imho

Alla fine è il dibattuto fulcro di ogni film che parla di viaggi nel tempo, sia nell'approccio più classico che in quello più moderno (e scientificamente condivisibile).
Peccato che in Tenet (come in molti altri film eh) di questo restino i soliti due mediocri aforismi che Nolan caccerebbe in bocca anche all'usciere dell'albergo e tre battutine sagaci.
Il resto è la solita messa in scena roboante e inutilmente cervellotica con cui ama praticare onanismo.

[Skywalker86]

Batman tre e sto Tenet dicono tutt'altro.

[violaverde]

Finalmente l'ho visto e adesso potrò recuperare tutti i vostri commenti!
Cosi a caldo mi sento di dire che ho faticato moltissimo a entrare nella storia, il primo terzo del film ho sofferto. Ho trovato noiosissima proprio la trama in sé e non mi ha interessato minimamente tutta la "dinamica coniugale". Però come ha affrontato il fattore tempo è comunque interessante perché finalmente originale, al contrario di tutto il resto.

[Maddux Donner]

Però come ha affrontato il fattore tempo è comunque interessante perché finalmente originale, al contrario di tutto il resto.

Potenzialmente originale sicuramente, ma il risultato è povero e davvero poco interessante. Occasione persa.

[violaverde]

Potenzialmente originale sicuramente, ma il risultato è povero e davvero poco interessante. Occasione persa.

Si, sono d'accordo, ha sprecato un ottima idea Secondo me il problema è proprio tutto il resto, noioso e banale, per cui anche se lo inserisci in una cornice che gioca con il tempo stai comunque raccontando qualcosa di poco appetibile.

[The Inquisitor]

Finalmente l'ho visto e adesso potrò recuperare tutti i vostri commenti!
Cosi a caldo mi sento di dire che ho faticato moltissimo a entrare nella storia, il primo terzo del film ho sofferto. Ho trovato noiosissima proprio la trama in sé e non mi ha interessato minimamente tutta la "dinamica coniugale". Però come ha affrontato il fattore tempo è comunque interessante perché finalmente originale, al contrario di tutto il resto.

Sfido a trovare qualcuno che si sia interessato a quella dinamica...

[violaverde]

Per me l'ideale sarebbe che si realizzassero personaggi che non debbano per forza dimostrare di possedere un'emotività. Tanto a Nolan di quello non frega niente, e francamente nemmeno a me se la cosa è funzionale a portare avanti un' idea interessante a prescindere. Che poi, io spero che a Nolan non freghi niente, e che inserisca elementi emozionali dozzinali e imbarazzanti nella loro pochezza.solo per rendere a tavolino un po' meno freddo al pubblico il film, perchè se devo pensare quello sia il suo spessore emotivo ci rimango male.
Anche in Interstellar tutto quel dissertare di Amore in quel modo mi ha fatto venire discretamente i vermi.
Dovrebbe fare un bel film su un regista ossessionato a portare avanti temi contorti, e delle difficoltà di far quadrare la storia, punto. E che non osi parlarci del rapporto del regista con il fratello, non ci importa!

[mr.fred]

Il progetto mai realizzato su Howard Hughes lo vedrei volentieri. Riparta da quello.

[Andrea90]

A me piacerebbe rivedere un film di Nolan completamente lineare (magari scritto anche da altri) ma con il suo senso estetico e la sua regia, un po' come è stato Insomnia.

[Andrea90]

Finalmente recuperato e niente. Per me una mezza cagata, sì bella l'idea ad un certo punto del film di tornare indietro a ritroso (seconda patlrte che ho preferito alla prima) ma non basta. Il montaggio non mi è piaciuto per niente, si va da A a B e da B a C senza un percorso naturale ma solo con scene attaccate con lo sputo. Il cast per me da buttare via tutto, i pg son fantocci, i dialoghi non ne parliamo e l'ironia peggio che peggio. Mi è piaciuta la scena d'apertura e la scena finale, con i corpo a corpo invece non ci sa fare proprio. Secondo me Nolan deve smetterla con queste sceneggiature e fare il regista su commissione con sceneggiature di altri, un po come ha fatto con insomnia.