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Estetica del cinema

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  • Estetica del cinema

    Creo una nuova discussione per proseguire ciò che è iniziato in Avatar.
    Il tema generale di cosa sia un capolavoro cinematografico merita uno spazio a sé in un forum di cinema.
    Elenco un paio di temi che mi piacerebbe venissero trattatati.

    1) i criteri di giudizio nella valutazione di un film;
    2) il ruolo del tempo e della storia per il cambiamento di questi criteri;
    3) i criteri per cui si stabilisce un "canone";
    4) cinema d'autore/cinema di genere: una falsa dicotomia?
    5) quanto è importante una solida produzione alle spalle per fare un signor film?

    Spero che qualcuno intervenga a questa discussione. Prossimamente scriverò come la penso io su qualcuno di questi argomenti.


  • #2
    molto interessante. Volevo crearla anche io. Aspetto lo spunto giusto e parto con la critica asd
    Nessuna capacità è più importante del modo in cui viene impiegata (M.B.)

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    • #3
      detto fatto eh ? :uhhm: ;D

      va beh, essendo uno dei maggiori "colpevoli" della deriva che stava prendendo il thread sul "meraviglioso" ( :mrgreen AVATAR non posso esimermi dallo scrivere qui, ma penso copierò molto dai miei precedenti interventi ;D

      salve, mi presento....sono David.Bowman detto il "giurassico" ;D (sto scherzando Slask, non sono permaloso ), amante del buon Cinema di qualità e dei Classici in particolare. Sono assolutamente contrario alla deriva (pericolosa) che sta prendendo il cinema (ma io direi la cultura in genere) moderno, basato quasi unicamente sui "valori" dell'estetica, dell'immagine, del facile e dell'immediato.
      E quindi effetti speciali a iosa, giocattoloni vacui e senz'anima, azione a go-go, BANG BUM CRASH, personaggi monodimensionali, retorica, moralismo, buonismo, ....and so on :sisisi:

      trovo altresì assurdo sentir definire CAPOLAVORO (parola per me quasi "sacra") filmetti tipo Harry Potter, 2012, Transformers, ......
      e trovo ingeneroso ed irrispettoso (verso il grande Cinema che ha fatto la Storia) sentire questa parola anche per titoli più degni ma assolutamente commerciali come Jurassic Park, Titanic e magari pure il "nostro" AVATAR che ancora devo vedere..... asd

      1) i criteri di giudizio nella valutazione di un film
      Innanzi tutto la storia, poi regia e recitazione, quindi lo stile e poi la spettacolarità (non sempre necessaria).
      Quello che cerco innanzi tutto in un film sono emozioni, stupore (cosa rara oggi), spunti di riflessione, sottotesti non banali e scontati. In tal senso resto deluso dalla maggioranza dei blockbuster odierni.
      Vi sono poi delle eccezioni, casi in cui lo stile è talmente alto, innovativo, geniale da far sì che il significante superi il significato e che la forma divenga il film stesso :sisisi:
      Questo in risposta a coloro che accusano Tarantino di essere un semplice "copione"
      Io non ne sono un fan sfegatato, spesso sono critico con i suoi lavori, ma il suo approccio colto ed autoriale (nettamente diverso da chi fa film commerciali) è indubbio :sisisi:

      2) il ruolo del tempo e della storia per il cambiamento di questi criteri
      Il tempo incide molto sull'estetica e sul linguaggio, questo è ovvio. La forma è debitrice del tempo. Un film fatto oggi è più spettacolare di uno fatto 40 anni fa, ma bisogna saper guardare oltre ciò che si vede. Film come "Metropolis" o "King Kong" del '33, i cui effetti speciali sono sicuramente datati e faranno sorridere la maggior parte di voi, erano e restano dei capolavori perchè hanno fatto la storia del cinema nel loro genere. Se oggi esiste AVATAR è anche grazie a questi film.
      Però, imho, il tempo incide poco o niente sui contenuti artistici di un'opera. Film dal contenuto alto saranno sempre capolavori, se oggi non li si comprende è perchè ci si sofferma al tutto subito, al facile, al "bello" come aspetto immediato. Se vi guardate, con attenzione, un "Quarto Potere" capirete che il Cinema è tutto lì :sisisi:

      dal punto di vista del contenuto artistico non siamo andati molto oltre in fondo, mentre abbiam fatto enormi cadute in basso :seseh:

      3) i criteri per cui si stabilisce un "canone";
      qui ti devi spiegare meglio perchè non ho capito..... :huh:

      4) cinema d'autore/cinema di genere: una falsa dicotomia?
      direi di si. La vera dicotomia è cinema d'autore/cinema commerciale :sisisi:

      Il cinema di genere è trasversale nel senso che può essere sia l'una che l'altra cosa, ed abbiamo moltissimi CAPOLAVORI nell'ambito del cinema di genere

      5) quanto è importante una solida produzione alle spalle per fare un signor film?
      se mi consenti questo è un tecnicismo nel quale non voglio entrare perchè richiede conoscenze molto specifiche su un settore. Penso che la prima cosa sia il talento e poi le idee. Ma è ovvio che senza soldi il film non lo fai.....

      alla fine non ho copiato nulla dai miei precedenti interventi :mrgreen:
      ma sicuramente mi torneranno utili più avanti
      "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


      Votazione Registi: link

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      • #4
        io concordo quasi su tutto con David. Per me è assolutamente fuori da ogni sistema di misura affibbiare il termine capolavoro a film commerciali nel senso di pellicole che puntano su temi facili e su elementi di largo (e quasi certo) successo.
        La forza delle idee e della storia per me rimane primario. Ma si sa ognuno ha un proprio modo di giudicare e secondo me la polemica su cosa è un capolavoro e cosa non lo è non finirà mai.

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        • #5
          Mi sembra giusto iniziare con le presentazioni, come hai fatto tu David. Salve, sono Outis81, amante di tutto il cinema che riesca ad amalgamare forma e contenuto nel modo migliore, indipendentemente dall'epoca e nei limiti dello sviluppo tecnico. Tra i miei film preferiti, a caso: 2001 Odissea nello spazio, Blade Runner, Star Wars, Apocalypse Now, La sottile linea rossa, Il nuovo mondo, The Texas Chainsaw Massacre (Non aprite quella porta, ovviamente quello di Hooper), Heat, Collateral, 8 e 1/2 di Fellini, Alien, etc. etc. Come vedete, spazio dai film di "autore" ai film di "genere". Anch'io in un certo senso sono preoccupato per certi fenomeni cinematografici di oggi (mi viene da piangere quando sento dire che la trilogia dei Pirati dei Caraibi sia ben fatta - stiamo parlando di un film tratto da una giostra di un parco di divertimenti -), ma non credo che questo sia un fenomeno recente: come ho detto in altri post, Hollywood ha sempre cercato di produrre "blockbuster" (film creati apposta per compiacere il pubblico e fare soldi), e spesso ci dimentichiamo che quando elogiamo i film del passato, elogiamo una minima parte di capolavori che sono usciti in un mare di paccottaglia.
          Tra i punti che ho elencato, in questo post vorrei parlare un po' del quinto. È assolutamente un mio parere personale, ma io sono convinto che le condizioni migliori per cui siano creati dei capolavori siano quelle di un'industria cinematografica, almeno oggi. Mi spiego meglio. Hollywood investe tanto sui blockbuster, ricavandone un sacco di soldi. Diciamo che tendenzialmente vengono prodotte immani ca*ate, per essere gentili. Le major giustamente puntano ai tornaconti, e fin qui ci siamo. Ma secondo me c'è un ma. Più le major hanno una stabilità finanziaria, più saranno disposti ad investire su un film di cui sanno che al massimo riprenderanno il budget speso, o addirittura saranno anche leggermente in perdita, e dovranno recuperare con il marketing (colonna sonora, per esempio). Prendiamo un Malick, o un Cronenberg (ma anche un Mann). Se, ipotesi, la Fox produce o distribuisce un film di Malick, sa già che non ci guadagnerà molto. Eppure, il nuovo progetto di Malick, Tree of life, si aggira ad un budget di 100 mln di dollari, che è alto (per un film di Malick). La possibilità di finanziare un film del genere c'è solo in un contesto in cui un'industria cinematografica garantisce un certo cuscino. Siamo seri, certi film (anche autoriali) costano. Non dimentichiamo che con I cancelli del cielo Michael Cimino ha fatto fallire la United Artists.
          Il rischio di fare cinema in un contesto in cui non c'è l'adeguata copertura finanziaria è quello che si vede in Italia, e (parzialmente) in Europa: quello di puntare su film intimisti a basso costo. Ci sono ovviamente le eccezioni (vedi Gomorra), ma queste eccezioni sarebbero molto più numerose in un mercato florido (come effettivamente avviene in America o nel cinema orientale -cinese, giapponese e coreano) che possa permettersi dei semi-flop autoriali. Faccio un esempio. Un film come Apocalypse Now, che è a tutti i fatti un capolavoro, straordinaria trasposizione-rielaborazione di Conrad, è possibile solo in un'industria cinematografica: gli innumerevoli problemi produttivi che ha avuto sarebbero stati insostenibili in un ambiente europeo (figuriamoci italiano).
          Senza voler dare delle soluzioni definitive, né ovviamente stabilire una relazione di causa-effetto tra soldi e capolavori (ci mancherebbe), quello che intendo è che il cinema, più di altre arti, è maggiormente confrontato con i problemi finanziari. E non parlo solo di CGI o di cachet degli attori: è che un film è un progetto collettivo, che richiede ormai l'apporto di tanti professionisti, e magari spostamenti in varie location internazionali. E queste cose costano.

          Spero di essere stato chiaro e non riduttivo.

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          • #6
            si outis, sei stato chiarissimo

            adesso ho capito meglio cosa volevi intendere nel punto 5, mentre continuo ad avere molti dubbi sul punto 3 (nel senso che non l'ho capito)

            concordo, in generale, con la tua analisi. In effetti gli introiti elevati dei blockbuster dovrebbero anche servire a finanziare il cinema d'Autore e, in America, questo avviene abbastanza puntualmente. Non accade più, invece, in Italia anche perchè da noi gli autori sono quasi estinti. Mentre il cinema di genere italico è del tutto scomparso.

            Non c'è dubbio che un'industria florida possa garantire la necessaria tranquillità per fare tanti film, anche d'autore. Però senza talento e senza idee i soldi non servono a nulla

            ho dimenticato una delle caratteristiche importanti di un capolavoro che si rispetti: l'originalità :sisisi:
            quasi tutti i grandi capolavori hanno portato qualcosa di innovativo, a volte addirittura definitivo. Certo oggi è molto più dura essere originali alla luce dei tanti film che sono stati fatti, su questo non c'è dubbio. Ma non accetto questa scusa per la sconcertante tendenza di copiarsi addosso in continuazione: sequel, prequel, remake, reboot ma non se ne può più...... :nono: ma basta!

            ancora deve uscire AVATAR e già si pensa al secondo: quando si farà, quanto tempo ci vorrà, chi lo dirigerà....ma vi rendete conto che in questo modo si fa il male del cinema ? ma godetevi in santa pace questo film, che ancora dovete vedere tra l'altro, visto che lo aspettate da anni....gustatevelo per bene e poi si vedrà......

            è questa ansia di consumare (in fretta e furia) le proprie passioni che alimenta il circuito vizioso in cui è caduto il cinema moderno. Questo sistema (di lucro per pochi) è stato concepito apposta per voi, ve ne rendete conto ?

            Io sono sempre per una selezione attenta ed oculata delle cose che vado a vedere al cinema. Poi a casa mi vedo di tutto, non disdegno nulla ma so sempre quello che sto vedendo e non confondo mai il Sacro con il profano.
            Spero di aver reso l'idea
            "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


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            • #7
              Dovrei fare un copia-incolla delle cose che ho già detto in altre occasioni, anche perchè in quelle altre occasioni sono stato piuttosto approfondito, cosa che non sarò adesso. Del resto non ho voglia di fare una ricerca dei miei post e sarò quindi sintetico. Spero che asciugando le argomentazioni queste non paiano troppo approssimative...

              1) i criteri di giudizio nella valutazione di un film;

              Vale la sensibilità personale. Il cinema è vario ed esistono, davvero, opere per tutti i gusti e per tutte le persone. Ciascuno sceglierà il tipo di prodotto capace di soddisfarlo. In base a questo condivido che si possa esprimere un libero giudizio su ogni tipo di film. Non ho problemi se si contestano titoli che col tempo hanno acquisito un'aurea di intoccabilità. Allo stesso tempo credo che si faccia uno sforzo di profonda correttezza se si riconoscono in opere che non ci interessano o non ci coinvolgono certe inequivocabili ambizioni tecnico-narrative, laddove esistono sul serio, senza sospetti di malizia. Difficilmente dirò che un film "è brutto" quando ha dei pregi, anche se questi pregi non sono elementi sufficienti a suscitarmi una suggestione adeguata.
              Sono onnivoro, guardo davvero qualsiasi film, e apprezzo ogni film che sappia smuovere qualcosa nel mio essere, anche con i mezzi più svariati e nei modi più inaspettati. Prediligo però quel tipo di cinema che è espressione del "meraviglioso". Un cinema capace di unire la sostanza allo spettacolo.

              2) il ruolo del tempo e della storia per il cambiamento di questi criteri;
              Il tempo e il momento specifico in cui un film è stato fatto sono ovviamente dati importantissimi.
              Il capolavoro non deve accussare lo scorrere del tempo, non deve sembrare, mai, in nessun caso, totalmente datato. Chiaramente i film del passato hanno un aspetto diverso rispetto a quelli di oggi, ma quando riescono a mantenere la loro forza palpitante, la vitalità dei loro personaggi e la capacità di coinvolgere delle storie che raccontano appariranno sempre moderni e la patina del tempo non li sfiorerà, anzi, spesso sembreranno molto più giovani di ciò che è considerato fresco e attuale. Ecco i capolavori immortali. Per fortuna esistono, ma ci sono anche molti "capolavori"... badate le virgolette.
              Credo che non sia saggio seguire le imposizioni della critica togata, spesso volubile e umorale. A volte aspettiamo che essa, ed i suoi pareri che il tempo sedimenta, decidano per noi. Non ci sto, non mi interessa sentirmi le spalle coperte da questa vaga entità per avere la certezza di "stare nel giusto". Voglio pensare liberamente, scevro da castranti condizionamenti, e scegliere da solo cosa è giusto per me ma soprattutto cosa reputo giusto.
              Ancor più voglio sostenere con forza, nella produzione cinematografica contemporanea, ciò che credo si meriti questo appoggio. Cioè, per dire, se fossimo vissuti nel passato e avessimo seguito la critica, avremmo dovuto stroncare, per la gran parte, i film di Hitchcock...o di Kubrick...tanto per dirne due. :
              Ma non ci sarebbe stato problema se la critica del periodo avesse stroncato Hitchcock e poi Kubrick per motivazioni sincere e genuine (qualcuno l'avrà pure fatto, massimo rispetto dunque!). Il problema era che molti stroncavano perchè era la cosa giusta da fare in quell'ambiente e in quel periodo, nonostante, magari, quei film avevano divertito, intrigato o interessato chi era chiamato a recensire...
              Com'è che (almeno è ciò che sembra) il talento immenso si fa sempre fatica a riconoscerlo nel tempo in cui opera?
              E' come se esistesse una certa sottile cautela nel portare a trionfo ciò che di buono c'è oggi.
              E' come se in qualche modo dovesse sempre vincere il passato perchè è passato, perchè ci sono questi giudizi sedimentati che hanno preso la forma di qualcosa di assoluto e insindacabile...
              Ma pensate davvero che tutti i grandi film di ieri, fossero considerati grandi nel loro ieri? E non parlo di chissà quali opere cerebrali sideralmente profonde, ma anche di squisiti film di carattere popolare...
              Magari alcune pregevolissime pellicole di oggi, ma mal viste da una certa quantità di persone (magari quelle che tifano il passato perchè passato), domani diventeranno dei classici intoccabili. E' un ciclo che si ripete dai...
              E mi dispiace pure che diventino intoccabili. Secondo me un'opera della creatività in questo modo perde un po' del suo vigore...La discussione (civile) con visioni contrastanti è sempre vitale.
              Comunque, per fortuna, questa dell'intoccabilità è solo un'illusione e ci crede soltanto qualche irriducibile. Ovvio che alla fine ci sarà sempre spazio per i confronti. Però dispiace quando arrivano quei soggetti, un po' spocchiosi (ma perchè trasformati così), che azzerano presuntuosamente il dialogo perchè convinti di avere in tasca le parole dell'oracolo. Credo che così agendo facciano il peggiore sgarbo all'opera che dicono di amare...

              3) i criteri per cui si stabilisce un "canone";

              Un ho capito.

              4) cinema d'autore/cinema di genere: una falsa dicotomia?

              Ogni dicotomia che non sia film valido o non valido è falsa e superflua per me. Se è vero che ci sono film di tutti i tipi, alla fine distinguo soltanto film che riescono a coinvolgermi e film che non ci riescono. Consideriamo anche la zona intermedia va'...

              5) quanto è importante una solida produzione alle spalle per fare un signor film?

              Tanto. Per i motivi più scontati. Ad ogni modo condivido l'analisi di outis81.

              I bastardi hanno atterrato!! http://www.badtaste.it/rubriche/il-borg
              http://www.destroythismovie.com

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              • #8
                Originariamente inviato da David.Bowman
                Innanzi tutto la storia, poi regia e recitazione, quindi lo stile e poi la spettacolarità (non sempre necessaria).
                Quello che cerco innanzi tutto in un film sono emozioni, stupore (cosa rara oggi), spunti di riflessione, sottotesti non banali e scontati. In tal senso resto deluso dalla maggioranza dei blockbuster odierni.
                David , più di storia, quindi il soggetto propriamente, io parlerei di sceneggiatura. Perchè il soggetto di base secondo me conta relativamente poco, può essere anche una banale storiella senza, all'apparenza, nessuna attrattiva. E' la sceneggiatura che, se scritta come Dio comanda, trasforma la storia in un qualcosa di concreto, qualcosa che ti può emozionare, e far fare il salto di qualità all'intera pellicola.

                Originariamente inviato da David.Bowman
                Vi sono poi delle eccezioni, casi in cui lo stile è talmente alto, innovativo, geniale da far sì che il significante superi il significato e che la forma divenga il film stesso :sisisi:
                Questo in risposta a coloro che accusano Tarantino di essere un semplice "copione"
                Io non ne sono un fan sfegatato, spesso sono critico con i suoi lavori, ma il suo approccio colto ed autoriale (nettamente diverso da chi fa film commerciali) è indubbio :sisisi:
                Tarantino calza a pennello. Prendiamo la storia de LE IENE. Semplice, banale si potrebbe dire, addirittura alcuni dicono plagiata. EPPURE, Quentin ci ha scritto sopra una sceneggiatura semplicemente brillante, con dialoghi che definire "passati alla storia" è anche poco, con risvolti, in una storia che sembrerebbe scontata, tutt'altro che banali, con un montaggio che ti fa venire voglia di vedere cosa succede, nonostante all'inizio sai bene come si conclude la vicenda!
                Penso che una qualsiasi storia, filtrata attraverso uno script che ne esalti il valore, può diventare un gran film.
                Per il resto concordo, anche se penso che personalmente script e regia sono inscindibili, non riuscirei a mettere un criterio sopra l'altro. Un'ottima sceneggiatura con una regia blanda e svogliata non decolla; viceversa una regia perfetta, brillante, senza sbavature potrebbe risultare quasi inutile se racconta una sceneggiatura scritta coi piedi.

                Pertanto io direi:

                1) i criteri di giudizio nella valutazione di un film
                1) Script / Regia
                2) Recitazione degli attori
                3) Originalità
                4) Montaggio (per quanto questo comunque sia spesso dettato dalla stessa sceneggiatura)
                5) Fotografia

                2) il ruolo del tempo e della storia per il cambiamento di questi criteri
                Indubbiamente ci sono film che invecchiano bene, quindi risultano godibili anche a diversi anni (decenni) di distanza. Altri film che non reggono il passare del tempo e sembrano eccessivamente datati (mi piacerebbe proprio fare un elenco ;P).
                Un film scritto e diretto come si deve per me comunque rimane impresso e diventa un classico senza risentire del passare degli anni. Tuttavia ribadisco una mia personalissima e fermissima opinione, e cioè che non bisogna rimanere troppo ancorati al concetto di "classico" (termine il più delle volte abusato e concesso troppo generosamente); i grandi film ci sono anche oggi, in quantità inferiore, sicuramente, ma ci sono, e ripeterò fino all'esagerazione che molti di questi non hanno niente, ma proprio niente da invidiare ai capolavori del passato. Il Padrino, che comunque ha già i suoi 38 anni di età, non ha niente da invidiare a un film di Chaplin, di Welles, di Wilder... non parlo di gusti, perchè a me piacciono anche le opere dei registi del passato, dico semplicemente che un'opera grandiosa, spettacolare, coinvolgente, non deve essere sottovalutata per il semplice motivo di essere stata concepita, realizzata e distribuita ai giorni nostri, dominati da tanti film inutili e girati solo per soldi (anzi, questa semmai è una ragione per apprezzare di più le perle moderne).

                3) boh


                4) cinema d'autore/cinema di genere: una falsa dicotomia?

                Il cinema d'autore va bene quando non diventa troppo pomposo, troppo filosofico, talmente intricato e "mattone" concedetemi il termine, a tal punto da appensantire tremendamente la visione. Pertanto io sono a favore di una via di mezzo (film impegnato ma visivamente godibile e che sappia comunque intrattenere oltre a far riflettere.)

                5) quanto è importante una solida produzione alle spalle per fare un signor film?

                I soldi ovviamente aiutano sempre, come anche un'ottima equipe che ti possa supportare durante le riprese e la promozione del film. Però se un regista (o un cineasta in generale) ha talento, una cinepresa decente, buona volontà, ha attori disponibili e pazienti, direi che il resto conta ben poco.
                Sono una persona semplice, guardo film e non rompo il cazzo.

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                • #9
                  (Scusate se mi inserisco con soltanto un breve commento, mi riservo di contribuire meglio alla discussione quando avrò un po' più di concentrazione.)

                  Io trovo assurdo il fenomeno dell'interscambiabilità dei registi, che dirigono storie affibiate e verso le quali il coinvolgimento emotivo è quasi inesistente e si vede.
                  "It's so easy to laugh / It's so easy to hate / It takes strength to be gentle and kind"
                  The Smiths - I Know It's Over

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                  • #10
                    Originariamente inviato da Slask
                    David , più di storia, quindi il soggetto propriamente, io parlerei di sceneggiatura.
                    si Slask, grazie della precisazione
                    era esattamente quello che volevo dire, ma ho usato un termine (storia) un po' troppo generico....

                    Originariamente inviato da Slask
                    Prendiamo la storia de LE IENE. Semplice, banale si potrebbe dire, addirittura alcuni dicono plagiata. EPPURE, Quentin ci ha scritto sopra una sceneggiatura semplicemente brillante, con dialoghi che definire "passati alla storia" è anche poco, con risvolti, in una storia che sembrerebbe scontata, tutt'altro che banali, con un montaggio che ti fa venire voglia di vedere cosa succede, nonostante all'inizio sai bene come si conclude la vicenda!
                    Tarantino è un caso davvero a parte, ma i suoi meriti sono enormi. Già solo per il fatto di avere riabilitato ai massimi livelli un certo tipo estremo di cinema di genere (da sempre etichettato come serie Z), gli si deve gratitudine eterna.
                    Però parlare troppo di Quentin in questo thread mi sembra una cosa poco attinente che ci porterà a divagare. Io l'ho usato come esempio per far capire come, a volte, certi criteri di valutazione sono stravolti da talenti veramente particolari. "Le iene" è un film davvero poco originale che deve moltissimo al "Rapina a mano armata" di Kubrick, a Mario Bava, al cinema di genere italiano. Ma la rivisitazione colta, estrosa ed energica fatta da Tarantino è così alta da dar vita, praticamente, ad un altro film, che sa di "nuovo". E' una rielaborazione così talentuosa che, pur somigliando a tante altre cose, sembra davvero originale. Ma il cinema di Tarantino è talmente atipico da sfuggire ai classici strumenti di catalogazione ed analisi.

                    Originariamente inviato da Slask
                    Il Padrino, che comunque ha già i suoi 38 anni di età, non ha niente da invidiare a un film di Chaplin, di Welles, di Wilder...
                    scusa se è poco Slask ma stai parlando del Padrino, eh ? uno dei massimi capolavori della storia del cinema

                    Originariamente inviato da violaverde
                    Io trovo assurdo il fenomeno dell'interscambiabilità
                    viola, non sono sicuro di aver capito bene :huh: fai qualche esempio ?

                    Originariamente inviato da Il Borg
                    Cioè, per dire, se fossimo vissuti nel passato e avessimo seguito la critica, avremmo dovuto stroncare, per la gran parte, i film di Hitchcock...o di Kubrick...tanto per dirne due. Occhi al cielo
                    Com'è che (almeno è ciò che sembra) il talento immenso si fa sempre fatica a riconoscerlo nel tempo in cui opera?
                    questione interessante questa, Borg
                    è vero che la critica spesso e volentieri rivaluta il passato e tende a rivedere le proprie posizioni ma bisogna fare dei distinguo da caso a caso. A volte si tratta di bonarie rivalutazioni nostalgiche, vedi quelle che tipicamente avvengono per certi eccessi trash e di cattivo gusto del nostro cinema di genere. Altre volte si abbandonano i pregiudizi verso un genere, vedi quanto accaduto con Mario Bava.
                    Ma nei casi da te citati si tratta, imho, di incapacità a capire :sisisi:

                    I grandi geni del cinema erano così innovativi che hanno precorso i tempi, erano già avanti di 20 anni e sono riusciti ad elevarsi, con la loro arte, il loro sguardo originale e rivoluzionario, molto al di sopra del conformismo, della morale e della retorica della loro epoca. Welles, Bergman, Kubrick, Hitchcock (giusto per fare qualche nome) erano troppo avanti per poter essere capiti ed apprezzati al loro tempo. Il troppo genio, la diffidenza verso uno schema di rottura troppo rivoluzionario erano i motivi di tale incomprensione. Le opere dei grandi Maestri vanno digerite e sedimentata, ci vuole tempo per coglierne appieno la grandezza, la portata artistica, lo spirito innovatore. E' tipico dell'uomo provare "paura" e diffidenza verso ciò che non capisce. Non oso immaginare cosa avvenne nella critica del 1968 quando uscì 2001, penso alle facce stravolte nel vedere la sequenza iniziale o nel sentire la grande musica classica far danzare le astronavi! E' roba che ti lascia basito anche oggi, figuriamoci 40 anni fa.....
                    Oppure immagino la reazione di fronte alla sublime astrazione figurativa de "Il settimo sigillo", al suo enorme significato religioso e filosofico, così sapientemente tradotto in immagini. Raramente si sono riviste figure retoriche così potenti e definitive :sisisi:
                    Era davvero troppo per quei tempi......

                    Non mi venite a fare paragoni con AVATAR e consimili alludendo che la critica li capirà tra 20 anni e li acclamerà come capolavori :nono:, non facciamo connessioni azzardate.
                    Qui non c'è proprio nulla da capire e da sedimentare, è tutto così semplice, lineare, banale.....il fatto stesso che piaccia a tutti la dice lunga in merito....

                    E poi i Maestri che ho citato prima non avevano quasi mai un tale successo popolare al tempo dell'incomprensione e della diffidenza detta prima, salvo qualche raro caso.

                    Io resto sempre della mia idea: il Cinema d'Arte è una cosa e quello commerciale un'altra. Possono piacere entrambi, non c'è dubbio, possono esistere film commerciali splendidi e film d'autore pessimi, ma saranno sempre due mondi a parte.
                    "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                    Votazione Registi: link

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                    • #11
                      Topic eccellente, ragazzi!

                      Domani vi dirò la mia rispondendo ai 5 punti.
                      Comunque, il primo post di David.Bowman è musica per le mie orecchie.

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                      • #12
                        In parte sono d'accordo con te David. Ma debbo sottolineare che in realtà i film di Hitchcock erano molto apprezzati (anzi, di più! Si trattava spesso e volentieri di veri e propri trionfi commerciali!) dal pubblico, ma non si può dire lo stesso della critica (e W Truffaut che lo sdoganò defitivamente, appoggiando l'apprezzamento del pubblico, piuttosto che la critica sminuente del periodo). Anche i film Kubrick suscitavano grande interesse negli spettatori. Ovvio questo, se Kubrick non avesse visto dei ricavi sostanziosi con le proprie opere non avrebbe mai ottenuto la totale libertà creativa (che portava a tempi di lavorazione lunghissimi e senza paletti) che nell'ambiente è diventata leggendaria. Kubrick era attentissimo al pubblico e intendeva sempre vendere al meglio i propri film. Così si dilettava coi suoi proverbiali diagrammi per cercare di definire le tendenze. Un vero e proprio artista-imprenditore, dovrei riportare alcune delle notizie più succose e illuminanti al riguardo... :sisisi:

                        Spesso il pubblico vede più in là, o è molto più genuino, della critica, e decreta il valore di un'opera.
                        Ciò non significa automaticamente che un film che incassa uno sproposito sia un film di qualità, chiaro. Spesso vince l'intrattenimento facilone e vuoto, ma è normale, tutti abbiam bisogno di divertirci stupidamente a volte, di staccare un attimo ( capita anche a me di andare al cinema e vedere film dai quali mi aspetto poco o niente). Ma assieme a questo atteggiamento scafato riscontro anche il sostegno di massa ad opere veramente valide e per nulla scontate. Ricordate, il pubblico non è mai così coglione come lo si vorrebbe dipingere...

                        I bastardi hanno atterrato!! http://www.badtaste.it/rubriche/il-borg
                        http://www.destroythismovie.com

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                        • #13
                          Borg, quello che capisco sempre più scrivendo in questo forum è che, alla fine dei conti, le mie idee non sono tanto diverse da quelle di molti di voi

                          è solo che io ho un approccio un po' più integralista essendo (in primis) un appassionato di Classici e cinema d'Autore. Ma sia chiaro: io non disdegno affatto il cinema commerciale, anche io guardo di tutto e, a volte, mi ci diverto molto. Ad esempio ho visto tutti i film di super-eroi e comics usciti negli ultimi 10 anni, ma me ne sono piaciuti ben pochi. ;D

                          La cosa che mi dà "fastidio" (e per la quale porto avanti questa sorta di "crociata" ;D) è il sentir utilizzare termini come CAPOLAVORO, epocale, etc rispetto a certi film commerciali che nulla hanno a che vedere con questi paroloni. Insomma io sono per una distinzione netta: cinema commerciale (bello, divertente, tutto quello che vuoi ma pur sempre cinema commerciale) e cinema d'Arte (i grandi capolavori dei grandi Autori che hanno fatto la storia). Profano e Sacro.

                          anche me piace spesso il "profano" ma giammai lo confondo con il Sacro
                          è questa, in soldoni, la mia posizione.

                          "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


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                          • #14
                            E fai bene ad avere le tue posizioni, espresse con decisione ma mai con presunzione! Sei uno degli utenti più misurati ed educati del forum secondo me, ed anche uno dei più appassionati. Si vede, sono sincero, niente sviolinate!

                            I bastardi hanno atterrato!! http://www.badtaste.it/rubriche/il-borg
                            http://www.destroythismovie.com

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                            • #15
                              Provo a iniziare a dare una mia risposta ai cinque argomenti sollevati:

                              1) i criteri di giudizio nella valutazione di un film
                              Faccio fatica a trovare dei criteri assoluti, perchè il mio giudizio è fortemente condizionato dalle mie esperienze. Qualcuno ha parlato di originalità: non essendo io un'esperta di cinema riesco più facilmente a parlare di originalità relativa, intesa come contenuti nuovi nel mio panorama culturale, faccio fatica a dare una valutazione assoluta. E comunque è una caratteristica per me molto importante, e riferita alle riflessioni e all'ottica che il regista propone (in tutti i sensi, visiva e culturale, anche se la sola prima in genere non basta).

                              Altra caratteristica, forse in parte consequenziale: il film deve essere un atto di forte comunicazione della personalità del regista. Devo sentire che dietro c'è un'unicità.
                              E qui mi ricollego al discorso dell'intercambiabilità: prima erano i registi a cercarsi le storie, ora sono le case di produzione sempre più spesso a proporre storie e assegnarle al regista di turno, e assistiamo ai balletti delle sostituzioni e a film senza cuore.

                              Altro criterio per me importante: l' equilibrio, da non intendersi come moderazione, ma come giusto bilanciamento di tutte le parti (lo so, forse il mio sembra un po' il discorso sulla poesia dell' Attimo Fuggente, "se riportiamo sull'asse delle ascisse...", però sono molto sensibile a questo aspetto).
                              E poi naturalmente il contenuto (e anche qui i gusti personali incidono molto).

                              Edit: (Sto sorvolando su aspetti legati alla professionalità di tutti i partecipanti all'opera. Se da un lato pretendo il minimo sindacale, dall'altro, per quanto mi dia fastidio per le ragioni di equilibrio espresse prima, posso in parte sorvolare se comunque c'è dietro un idea che vale la pena. Ma in generale pretendo professionalità (per quello che ne capisco io, ovviamente! ))

                              2) il ruolo del tempo e della storia per il cambiamento di questi criteri
                              A questo non posso rispondere, perchè non ho molte cognizioni in Storia del Cinema.
                              Personalmente cerco il più possibile di capire le intenzioni espressive dell'opera, a qualunque epoca essa appartenga. Se poi vengo a conoscenza di notizie che la rendono speciale per l'epoca in cui è stata realizzata allora tanto meglio. I miei giudizi "storici" sono inscindibilmente legati alla mia limitata cultura.

                              3) i criteri per cui si stabilisce un "canone"
                              Posso solo dire che i "canoni" possono essere un limite alla creatività, perciò li guardo con sospetto. In genere apprezzo chi riesce a partire da qualcosa di codificato per poi andare oltre.


                              4) cinema d'autore/cinema di genere: una falsa dicotomia?

                              Il Cinema può esprimere con libertà quello che vuole. Ben venga anche un cinema filosofico, vorrà dire che parlerà ai filosofi che sono in grado di capirlo. Io privilegio la personalità di chi si vuole esprimere, senza chiedere che necessariamente si adatti al pubblico. Sono convinta che se i contenuti sono importanti prima o poi arriverà, altrimenti sarà solo un brutto film.


                              5) quanto è importante una solida produzione alle spalle per fare un signor film?

                              I mezzi economici possono essere un grande aiuto. Ma non mi sembra che ultimamente l'interesse sia accumulare soldi con i blockbuster per permettersi il cinema di qualità. Si vogliono semplicemente accumulare soldi per accumulare soldi.
                              Comunque il mezzo espressivo per me è sempre subordinato ad un'idea, perciò se i soldi consentono di realizzare un'idea che richiede particolari forme per essere espressa a pieno ben vengano, ma tutto parte dall'idea (ci sono film bellissimi fatti veramente con poco. Infondo noi siamo persone, e credo che al centro ci debba essere sempre l'Uomo).

                              "It's so easy to laugh / It's so easy to hate / It takes strength to be gentle and kind"
                              The Smiths - I Know It's Over

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