Film indubbiamente un po' slegato, sgangherato, prolisso, ma anche a mio parere, tutto sommato, con più luci che ombre.
Un po' perchè ha il generico ma non trascurabile merito di intonarsi con lo zeitgest contemporaneo, un po' perchè di invenzioncine comiche spassosamente inquietanti ne annovera a sufficienza. In questa galleria di squallidi mostri direi che spicca la figura del tecno-guru che regge le fila dietro le quinte, questo nerd sociopatico che te lo mette nel di dietro con modi psicopaticamente melliflui, incantatori e charmante. Caricatura buffa e a suo modo terrificante.
Curioso il tono, nè schiettamente comico nè (ovviamente) seriamente drammatico.
McKay - mi è parso - gioca un po' a metterci nei panni degli spettatori del programma Tv di C.Blanchett, che vorrebbero poter ridere di cuore di certe faccende, sdrammatizzandole e rendendole innocue, non potendolo però fare. La franca risata viene in qualche modo ovattata, soffocata, resa meno meccanica mercè la diluizione e lo sbrodolamento.
D'altra parte non c'è proprio niente da ridere nella scena del Discorso Di Capriesco alla Nazione (gag finale esclusa). McKay ha confezionato per molti versi un vero e proprio pamphlet con interpellazione in macchina, scelta in fondo affascinante e degna di rispetto. L'algoritmo regna se lo lasci regnare, e con Leonardo non funge.
Piuttosto carina la scenetta post-crediti (filmata da Cameron?), che raccoglie quanto seminato con apparente casualità dalla sceneggiatura. Scenetta però un po' consolatoria, temo.
Un po' perchè ha il generico ma non trascurabile merito di intonarsi con lo zeitgest contemporaneo, un po' perchè di invenzioncine comiche spassosamente inquietanti ne annovera a sufficienza. In questa galleria di squallidi mostri direi che spicca la figura del tecno-guru che regge le fila dietro le quinte, questo nerd sociopatico che te lo mette nel di dietro con modi psicopaticamente melliflui, incantatori e charmante. Caricatura buffa e a suo modo terrificante.
Curioso il tono, nè schiettamente comico nè (ovviamente) seriamente drammatico.
McKay - mi è parso - gioca un po' a metterci nei panni degli spettatori del programma Tv di C.Blanchett, che vorrebbero poter ridere di cuore di certe faccende, sdrammatizzandole e rendendole innocue, non potendolo però fare. La franca risata viene in qualche modo ovattata, soffocata, resa meno meccanica mercè la diluizione e lo sbrodolamento.
D'altra parte non c'è proprio niente da ridere nella scena del Discorso Di Capriesco alla Nazione (gag finale esclusa). McKay ha confezionato per molti versi un vero e proprio pamphlet con interpellazione in macchina, scelta in fondo affascinante e degna di rispetto. L'algoritmo regna se lo lasci regnare, e con Leonardo non funge.
Piuttosto carina la scenetta post-crediti (filmata da Cameron?), che raccoglie quanto seminato con apparente casualità dalla sceneggiatura. Scenetta però un po' consolatoria, temo.
Spoiler!
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