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Top 10 Film di Badtaste - All time

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  • Infatti con Cagney protagonista piazzerò nella top ten '30 Nemico pubblico di William Wellman.

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    • Casablanca
      Quarto Potere
      ​Il grande dittatore
      Rebecca, la prima moglie
      La signora di Shanghai
      Scarpette rosse
      L'ombra del dubbio
      Sfida infernale
      L'orgoglio degli Amberson​
      La furia umana

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      • Casablanca è indubbiamente un film di cassetta, ma il cinema hollywodiano al suo meglio sforna ogni tanto roba grossa, anche perchè in quanto impresa collettiva riesce davvero a coagulare il sentire di un'epoca, in questo caso di quel mondo immerso nelle brume, nei dubbi, nella nostalgia d'amore, nella dolenza morale generate dalla guerra. Mondo qui sublimato e mitizzato come in poche altre occasioni.
        E poi c'è poco da fare, l'impasto perfetto dei generi, la musichetta indimenticabile, le battute inesorabili ("avremo sempre Parigi"), le scene iconche, Bogart e la Bergman che esondano tutto l'esondabile...Pura cinemagia, per quanto mi riguarda.​
        Ultima modifica di papermoon; 04 dicembre 22, 22:22.

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        • C'è di peggio che sminuire Casablanca. In questo forum si aggira losco un tizio che giunto alla veneranda età di 45 anni non ha mai visto Ladri di biciclette...

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          • Non avendo di meglio da fare mi son messo a guardare qualche clip degli Amberson, guarda qui che roba Bone (o chiunque passi).



            Una delle scene più atrocemente tristi del film, condotta con implacabile fermezza formale carrellando e carrellando quasi a voler mimare la ferma ostentazione d'indifferenza della fanciulla, e poi SBAM! quel cavolo di primo piano che ti urla in faccia "piangi!", e quasi distrugge tutto.

            Ma davvero ci si chiede che cosa volevano mai "sistemare" con risibili aggiustamenti di tal fatta, perchè immagino sia stato appiccicato dopo, è troppo incongruo.​

            Speriamo davvero nel documentarista indomito.
            Ultima modifica di papermoon; 04 dicembre 22, 23:03.

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            • Originariamente inviato da papermoon Visualizza il messaggio
              Casablanca è indubbiamente un film di cassetta, ma il cinema hollywodiano al suo meglio sforna ogni tanto roba grossa, anche perchè in quanto impresa collettiva riesce davvero a coagulare il sentire di un'epoca, in questo caso di quel mondo immerso nelle brume, nei dubbi, nella nostalgia d'amore, nella dolenza morale generate dalla guerra. Mondo qui sublimato e mitizzato come in poche altre occasioni.
              E poi c'è poco da fare, l'impasto perfetto dei generi, la musichetta indimenticabile, le battute inesorabili ("avremo sempre Parigi"), le scene iconche, Bogart e la Bergman che esondano tutto l'esondabile...Pura cinemagia, per quanto mi riguarda.​
              Ecco, nel mio caso più di una volta col cinema classico va a finire che gli evocativi e sentiti elogi cinefili si scontrino col film vero e proprio, sarà anche perché quel mondo non fa gran presa su di me.
              Ma capiterà a tutti per una cosa o per l'altra.
              Luminous beings are we, not this crude matter.

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              • Originariamente inviato da Enfad Visualizza il messaggio
                [...]
                Come suggerito da Aldo aggiungerò i commenti più avanti, insieme ai titoli che non sono riuscita a inserire né nella top 10 né nelle menzioni speciali.
                Ecco il recupero dei commenti

                Viale del tramonto: spettrale destrutturazione del mito hollywoodiano, cimitero mascherato da fabbrica dei sogni. Wilder mette in scena una riflessione metacinematografica sull'ambivalenza del divismo e sull'industria del cinema in una chiave gotica e noir, verosimile e grottesca al tempo stesso, ammantata da una patina di polverosa fatiscenza.

                Ultimatum alla Terra: classico della fantascienza adulta anni '50 con un messaggio pacifista e delle considerazioni socio-politiche semplici quanto attuali. Il suo contendente principale è stato L'invasione degli Ultracorpi, a cui alla fine ho preferito il solido lavoro di Wise per le sue tematiche a me più affini.

                I sette samurai: alla fine, rispetto al geniale Rashomon, ha prevalso il calore del gruppo di personaggi (la cui scrittura risente dell'influsso del teatro kabuki e del suo braccio lungo, lo shinpa, in particolare nella caratterizzazione del timido e romantico Katsushiro, che rientra perfettamente della definizione di personaggio nimaime, contrapposto all'archetipo del tateyaku sul cui modello sono sviluppati Kyuzo, Kikuchiyo o Kanbei - sebbene presentino, ciascuno a modo proprio, diverse peculiarità che conferiscono loro uno spessore psicologico che li allontana dal mero stereotipo del tateyaku), le relazioni tra la compagine samuraica e la classe di contadini e il sincretismo culturale derivante dall'eterogeneità delle influenze che caratterizzano questo magnum opus.

                La strada: forse il Fellini più drammatico e toccante. Pur essendo ancora nella prima parte della sua carriera, emergono diverse delle caratteristiche portanti che contraddistingueranno la sua poetica e il suo immaginario. Aggiungo sotto spoiler una questione correlata, ma leggermente OT:
                Spoiler! Mostra


                I diabolici: thriller/horror dall'ambiguità perfettamente riuscita. La scrittura eccellente, le ottime interpretazioni, la sottile tensione che monta man mano che il mistero si complica e il finale fantastico lo rendono sempre bello da rivedere, anche una volta che si conosce la risoluzione (ed è una qualità non così scontata in film che comprendono twist di trama, tanto più se così datati).

                Il settimo sigillo: capolavoro della storia del cinema a cui non credo serva un mio commento Un viaggio esistenziale dal simbolismo leggendario.

                La maschera di Frankenstein: non poteva mancare una menzione alla Hammer e alla mitica coppia Peter Cushing-Christopher Lee, e ho scelto il capostipite del filone dei Frankenstein che ha conferito loro i primi ruoli di spessore nell'horror (prima della consacrazione che arriverà con la serie di Dracula). La Hammer, a differenza di quanto fatto da Whale e dalla Universal, ha avuto il merito di focalizzarsi sulla figura dell'esecrabile barone Frankenstein (interpretato eccezionalmente dal carismatico Peter Cushing, che sorregge praticamente l'intero film sulle sue spalle), vero mostro della storia (infatti la Creatura cambia in ogni film della serie; in questo capitolo è ovviamente interpretata da Christopher Lee, il cui make-up, per quanto povero rispetto a quello di Boris Karloff, lo rende molto più mostruoso e quasi del tutto privo di connotati umani). Nonostante i suoi 60 e passa anni trovo sia un film molto moderno e godibilissimo ancora oggi.​

                Ascensore per il patibolo: sebbene sia stato un film imposto dai produttori e girato senza eccessivo entusiasmo, Malle confeziona al suo esordio un polar sofisticato e radicale contaminato dai germogli di una Nouvelle Vague che doveva ancora sbocciare, e che denota già la poliedricità di stili e influenze che contrassegnerà la sua filmografia.

                L'infernale Quinlan: anche se quel genio di Welles non era troppo felice di essere ricordato per le sue riprese straordinarie, il celeberrimo piano sequenza iniziale non può non essere annoverato tra i più grandi pezzi di bravura della storia del cinema - ma!, proprio perché Welles era un genio, con quell'incipit non si limita a fare sfoggio della sua perizia tecnica: in quei primi quattro minuti c'è già il senso di tutto il film, film che nella sua riflessione sul Bene e il Male travalica il banale manicheismo in favore di uno scenario più torbido, in cui anche il Male ha in sé un'umanità che ne stempera le ombre, e il Bene non è così intonso.
                Nota a margine: mi fa sempre morire il cameo di Welles (impersonato da Vincent D'Onofrio) in Ed Wood di Tim Burton, in cui, quando Johnny Depp si lamenta che i produttori gli impongono i loro amici come protagonisti senza preoccuparsi se siano adatti per la parte o meno, gli risponde: «Ah non me ne parli, presto dovrò girare un giallo per la Universal... ma vogliono che Charlton Heston impersoni un messicano» (Anche se in realtà è stato proprio Welles a rendere il personaggio di Heston messicano, quando ha riscritto l'intera sceneggiatura dopo aver accettato di dirigere il film).​​

                L'esperimento del dottor K: di nuovo il grande Vincent Price (sul quale condivido le bellissime parole che Lord casco nero gli ha dedicato in un precedente ) in un horror/sci-fi iconico e pieno di trovate stilistiche incredibili (per esempio la soggettiva che riproduce la visione multipla dell'uomo-mosca con un risultato espressivo veramente conturbante). Finale indimenticabile.
                Ne approfitto per citare anche un altro film di Neumann, Destinazione Luna, uno sci-fi con alcuni punti di contatto con Ultimatum alla Terra che è stato tra le fonti di ispirazione per Mobile Suit Gundam di Yoshiyuki Tomino.


                Al solito, due parole anche per le menzioni straordinarie.

                Eva contro Eva: metacinema tematicamente affine a Viale del tramonto, con una Bette Davis sempre ineguagliabile.

                Giungla d'asfalto: dopo aver diretto il prototipo del noir (Il mistero del falco), Huston dirige il prototipo del caper movie, che presenta differenze significative rispetto ai gangster movie antecedenti: le atmosfere sono sobrie e desolate, prive di romanticismo decadente o di suggestioni oniriche da film noir, e il colpo viene progettato secondo le stesse logiche sottese alle catene di montaggio della società onesta, annullando qualunque linea di demarcazione tra la criminalità e la civiltà. Sui ben organizzati personaggi però volteggia il destino, pronto a calare su di loro quando meno se lo aspettano.

                I racconti della luna pallida d'agosto: critica alla hybris e all'ambizione degli uomini - che nasconde anche una riflessione sull'arte e sul ruolo dell'artista - elaborata mediante i codici della tradizione del racconto fantastico giapponese (ispirandosi in particolare ad alcuni racconti di Ueda Akinari) e del teatro no (soprattutto per quanto concerne il personaggio della fantasmatica Wakasa), e rappresentata attraverso una grande maestria registica.

                Grisbì: un ottimo polar con i grandi Lino Ventura e Jean Gabin, immersi in una placida atmosfera piccolo borghese che caratterizza spesso gli antieroi che popolano questo genere (e che li contraddistingue rispetto ai malavitosi tipici dei gangster movie).​​​​​

                L'uomo dal braccio d'oro: Preminger è uno dei primi a violare senza tanti complimenti il Codice Hays (che comincia ad andare in crisi in quegli anni), mettendo in scena con crudezza la lotta contro la dipendenza di un tossicomane.

                La parola ai giurati: un classico del genere procedurale sorretto da pochi ma essenziali elementi - un dilemma etico sempre attuale sviluppato da una solida scrittura, un cast di caratteristi perfettamente centrati e una regia capace di spremere tutto il succo del conflitto fino all'ultima goccia nonostante l'intera vicenda sia ambientata in una stanza.

                La donna che visse due volte: parte come un mystery e si trasforma nello studio di un'ossessione morbosa, smantellando pezzo per pezzo la componente gialla dal film (ancora una volta Hitchock, anziché puntare sull'effetto sorpresa da whodunit standard, impiega l'ironia drammatica per ottenere la suspense con cui tenere sulle spine il pubblico) per metterne a nudo il cuore psicologico.

                La casa dei fantasmi: un po' un "invito a cena con delitto", un po' un thriller/horror parzialmente affine, come idea, a I diabolici o a Gli invasati, ma più grandguignolesco e divertente (e divertito), con un sempre signorile Vincent Price.

                I 400 colpi: coming of age che in realtà non conduce a nessuna presa di consapevolezza, nessuna epifania, e che traccia in modo al contempo tenero e impietoso il divario incolmabile tra il giovane e irrequieto protagonista e il mondo degli adulti che non lo comprende (e nemmeno cerca di comprenderlo).

                Plan 9 from Outer Space​: tra ladri di tombe alieni, mostri radioattivi e vampiri zombie assortiti senza il minimo criterio, quel povero diavolo di Ed Wood è stato un involontario precursore della bizarro fiction


                Concludo come sempre con alcuni titoli meritevoli che purtroppo non sono rientrati né tra le top 10 né tra le menzioni: Rififi, Il diritto di uccidere, Il grande caldo, La morte corre sul fiume, Delitto per delitto, La finestra sul cortile, Testimone d'accusa, La furia dei Baskerville, La maschera di cera, La notte del demonio, Un volto nella folla, Un tram che si chiama Desiderio​.

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                • Ragazzi e ragazze, pubblicherò la classifica nei prossimi giorni perché... Sono in ospedale nulla di troppo grave, ho avuto dei calcoli alla cistifellea e mi hanno operato. Ve lo dico così mi sfogo un po'

                  Comunque aspettatemi, arriverò!​​​​​

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                  • azz .... mi dispiace e .... ti capisco! In bocca al lupo e su col morale ... poi tornerai meglio di prima
                    "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                    Votazione Registi: link

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                    • Eviterò battute sulla matematica.

                      La mia la pubblico domani, credo.
                      Luminous beings are we, not this crude matter.

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                      • David.Bowman anche a te è capitato? Comunque sto già molto meglio, in effetti è un sollievo.

                        Sir Dan Fortesque ci ho messo un attimo a capire la battuta

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                        • Originariamente inviato da Tom Doniphon Visualizza il messaggio
                          David.Bowman anche a te è capitato? Comunque sto già molto meglio, in effetti è un sollievo.
                          si, ma calcoli renali. Non ho fatto interventi con "armi da taglio" ma endoscopici e i classici "bombardamenti"

                          Nel mio caso è una storia lunga che non ho mai risolto in modo definitivo (e penso sia impossibile farlo), ma sto molto meglio e spero che continui in questo modo
                          "E' buffo come i colori del vero mondo diventano veramente veri soltanto quando uno li vede sullo schermo"


                          Votazione Registi: link

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                          • Originariamente inviato da Tom Doniphon Visualizza il messaggio
                            Ragazzi e ragazze, pubblicherò la classifica nei prossimi giorni perché... Sono in ospedale nulla di troppo grave, ho avuto dei calcoli alla cistifellea e mi hanno operato. Ve lo dico così mi sfogo un po'

                            Comunque aspettatemi, arriverò!​​​​​
                            Mi dispiace Tom Auguri di pronta guarigione! Rimettiti presto

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                            • Forza Tom non posso pensare ad un forum con Sir Dan senza il suo Tom. Chi lo regge poi?

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                              • Hai capito la gerarchia, Tom? Tu sei mio.


                                Andy-Serkis-as-Smeagol-before-becoming-Gollum-in-Lord-of-the-Rings.jpg
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