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Top 10 Film di Badtaste - All time

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  • No vabbeh, sto sotto a Tom Doniphon. Rifacciamo tutto!

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    • Originariamente inviato da Bone Machine Visualizza il messaggio
      No vabbeh, sto sotto a Tom Doniphon. Rifacciamo tutto!
      Vedete piuttosto di fare un buon lavoro per la all-time e di non fare arrivare un Hitchcock al primo posto (ma manco i primi 5, dai), che è la volta buona che contatto degli hacker russi e vi faccio sparire tutti quanti da internet

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      • Per il momento ho limato la lista a 25 titoli (sempre seguendo il criterio di un film per regista), lasciandone una dozzina di "scorta" nel caso che cambi idea su alcuni.

        Di sicuro, dovendo scegliere tra un centinaio di titoli preselezionati, ci sono dei film che terrò che magari non avrei messo mentre altri che magari avrei messo non sono votabili.
        Luminous beings are we, not this crude matter.

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        • Originariamente inviato da aldo.raine89 Visualizza il messaggio

          Anche a questo giro, nonostante molte liste fossero praticamente dei copia/incolla l'una dell'altra, sei comunque riuscita a distinguerti con scelte particolari. Nella mia watchlist dovrò creare una sottosezione nominata "film menzionati nelle top 10 e negli extra di Enfad".

          Detto questo direi che i giochi sono chiusi, sia per il cinema muto che per tutti gli altri decenni. Aspetterei almeno un paio di settimane prima di partire con la classifica all-time, come avevo anticipato volevo prendermi prima un po' di tempo per condividere delle statistiche varie su quanto emerso finora, nonché per lasciare spazio a commenti e tempo per eventuali recuperi. Last but not the least, prendiamoci anche tempo per discutere del regolamento per la classifica assoluta: io avevo già proposto di nominare venti film in quattro scaglioni (ai primi cinque 4 punti, a un altro gruppo di cinque 3 e così via), eventualmente aumenterei fino a trenta con sei scaglioni o magari anche solo con tre, ogni vostra proposta che non sia troppo complicata sarà presa in considerazione.

          Ad ogni modo l'era del cinema muto si chiude così:

          TOP 12
          La passione di Giovanna D'Arco 10
          Aurora 9
          Come vinsi la guerra 9
          Il gabinetto del Dottor Caligari 7
          Metropolis 7
          Nosferatu il vampiro 7
          Il carretto fantasma 6
          La folla 6
          Rapacità 6
          L'uomo con la macchina da presa 5
          La corazzata Potemkin 5
          La febbre dell'oro 5


          Riporto anche il riepilogo degli altri decenni, considerato che tutti i film entrati in top ten, anche a pari merito, saranno considerati per la classifica all-time:

          ANNI '30

          Spoiler! Mostra


          ANNI '40

          Spoiler! Mostra


          ANNI '50

          Spoiler! Mostra
          ​​

          ANNI '60

          Spoiler! Mostra
          ​​​

          ANNI '70

          Spoiler! Mostra
          ​​​​

          ANNI '80

          Spoiler! Mostra
          ​​​​​

          ANNI '90

          Spoiler! Mostra
          ​​​​​​

          ANNI 2000

          Spoiler! Mostra


          ANNI 2010

          Spoiler! Mostra


          Di seguito l'elenco completo in ordine alfabetico dei 112 film che si sono guadagnati l'accesso alla fase finale. Lo riposterò tutte le volte che sarà necessario ma vi chiederei la cortesia di salvarvelo da qualche parte così che possiate iniziare a fare i vostri ragionamenti:

          Spoiler! Mostra
          Bellissime classifiche, bravi ragazzi ​​​​​​​

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          • Come promesso inizio a condividervi un po' di statistiche:

            - Partiamo con una curiosità che farà sicuramente la gioia di Tom Doniphon, Alfred Hitchcock è l'unico regista che in un decennio (gli anni '40) ha ricevuto almeno un voto per cinque dei suoi film (oltre a Notorious effettivamente poi entrato in classifica, hanno ricevuto menzioni Rebecca, Nodo alla gola, Io ti salverò e L'ombra del dubbio). Lo stesso Hitchcock ha raggiunto quota 4 negli anni '50 ma questa è una soglia che più registi hanno comunque raggiunto nei vari decenni.
            - Sempre Hitchcock condivide un primato con Scorsese: entrambi hanno visto 14 dei loro film menzionati dagli utenti nelle loro top ten per i vari decenni
            - Akira Kurosawa vince il premio di regista più longevo: è stato menzionato nelle top dagli utenti in sei decenni diversi, dagli anni '40 fino agli anni '90. Lo seguono, con presenza in cinque decenni, Kubrick, Dreyer, Hitchcock, Cronenberg, Scorsese, Bunuel e la Disney.
            - I film di Kubrick hanno ricevuto un totale di 84 voti, seguono Scorsese a 59, Tarantino a 56, Hitchock a 53 e Lynch a 48
            - Kubrick con sei ha il record di film piazzati nelle varie top ten, seguono Bergman con cinque e Scorsese con quattro

            Se avete curiosità particolari chiedete pure e proverò a soddisfarle.

            Per quanto riguarda la classifica all-time direi che si può partire da lunedì 16, lascerei aperte le votazioni almeno per tre settimane. Non siete in molti ad esservi espressi sul regolamento per cui proporrei in via semidefinitiva il seguente format: dei 112 film entrati nelle top ten ogni utente ne sceglierà 25, da ordinare in cinque gruppi (primo gruppo 5 punti, secondo 4, terzo 3, quarto 2, quinto 1)

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            • Originariamente inviato da Enfad Visualizza il messaggio
              Per ora posto solo la top 10 [...]​
              In attesa che il topic passi alle prossime fasi, ne approfitto per recuperare i commenti alla mia ultima lista.

              Lo studente di Praga: storia faustiana sul tema del doppelganger. L'attore e co-regista Paul Wegener contribuisce a trasporre il romanticismo teutonico nel carattere fantastico ma al tempo stesso dal forte sottotesto psicoanalitico della storia, che richiama E.T.A. Hoffman (palese ispirazione, insieme ad Adalbert von Chamisso e Oscar Wilde, per l'autore del soggetto Hanns Heinz Ewers, uno dei protagonisti della letteratura dell'orrore tedesca di fine '800-primi del '900), con uno stile che anticipa certi tratti del caligarismo.

              Il gabinetto del dottor Caligari: ho già menzionato la mia fascinazione per le ambientazioni circensi/fieristiche e per le narrazioni che si muovono sull'istmo tra sogno/follia e realtà. Se a ciò aggiungiamo le scenografie disgregate e antinaturalistiche rese ancor più allucinate dalla regia visionaria di Wiene, che ne fanno l'apogeo dell'espressionismo, e la figura filiforme e fantasmatica del sonnambulo Cesare interpretato dal grande Conrad Veidt - che sembra quasi un Eric Draven ante litteram -, si spiega facilmente la scintilla scoccata fin dalla prima visione.
              Penso che uno dei motivi per cui non ho mai avuto grandi difficoltà a interfacciarmi col cinema muto risieda nel fatto che mi ricorda l'uso della pantomima a cui si ricorre nel balletto; nello specifico, il Caligari mi fa pensare alla riscrittura moderna di Giselle di Mats Ek (le cui coreografie sono fortemente influenzate dall'espressionismo), in cui alla fine del primo atto Giselle, dopo essere impazzita, invece di morire viene internata in manicomio, dove Myrtha è la caposala del reparto e le Villi sono le pazienti.

              Il carretto fantasma: una sorta di Canto di Natale trasposto durante la Notte di San Silvestro, con lo stesso Sjostrom nei panni del dissoluto David Holm (il cui connubio di sregolatezza e fragilità dovuta alla tisi mi ricorda un po' lo yakuza interpretato da Mifune in L'angelo ubriaco, anche se in questo caso il personaggio è molto più empio e brutale). Nella sua relativa semplicità presenta delle scene di inalterata potenza, come quella già citata da​ Tom Doniphon omaggiata da Kubrick in Shining.​

              Haxan - La stregoneria attraverso i secoli: curioso ibrido di diversi moduli semi-narrativi le cui immagini spesso sembrano uscire direttamente dalle miniature del Malleus Maleficarum. La ricongiunzione della figura delle streghe col motivo dell'isteria e della malattia mentale lo avvicina tematicamente al Gabinetto del dottor Caligari e a Una pagina di follia. Seminale per molti folk horror a tema stregonesco.​

              Il Fantasma dell'Opera: Julian traspone con sostanziale fedeltà il romanzo di Leroux, restituendone le atmosfere gotiche e misteriose e contrapponendo la Parigi dei passages couverts, delle Grandi Esposizioni, dei café-chantant, con quella dei sotterranei labirintici, oscuri e irti di insidie letali dell'Opéra Garnier, il regno del Fantasma - uno dei più complessi villain horror, a cui Lon Chaney presta un volto mostruoso ma dall'espressività penetrante. Ciò che mi piace di Erik è che non si tratta di un "normale" freak tormentato e dispotico, è anche un uomo pieno di talenti, di estro artistico, di ingegno e persino di black humor; non sono solo le sue fattezze repellenti a precludergli quella vita normale che tanto anela, ma anche la sua innata e inalienabile stravaganza. Anche quando emerge negli ambienti mondani per recarsi al ballo in maschera, il suo costume da Morte Rossa sembra più rivelatorio che camuffante.

              Una pagina di follia: opera prima del movimento Shinkankakuha, di cui facevano parte Teinosuke Kinugasa (ex attore onnagata, qui in veste di regista) e il premio Nobel per la letteratura Yasunari Kawabata (accreditato come autore del soggetto a partire dal quale sono state scritte a più mani, nel corso delle riprese, montagne di appunti tecnici su cui Kinugasa - che ha affermato di aver girato il film senza copione - pare essersi basato, ma i dettagli sulla genesi del soggetto e della sceneggiatura rimangono avvolti nel mistero).
              Benché il film sia stato accolto dalla critica europea come un'opera sovversiva, lo scopo di Kinugasa (che aveva interiorizzato i progressi tecnici e teorici del cinema europeo; del resto il Giappone aveva già cominciato ad assimilare l'arte e la letteratura occidentali con la Restaurazione Meiji, attingendo da tutte le avanguardie per sviluppare una propria estetica dall'identità autonoma e definita) non era di rivoluzionare radicalmente i codici preesistenti, quanto di apportarne un rinnovamento. Anche la decisione di rimuovere le didascalie è stata presa in quest'ottica riformista; tra l'altro la trasmissione dei contenuti narrativi veniva preservata dalla presenza dei benshi, consentendo una fruizione dell'opera almeno sotto questo aspetto convenzionale.
              Nonostante fosse un film indipendente, poté avvalersi della distribuzione nei migliori cinema del Giappone, tra cui il Musashinokan (dove venne narrato da Musei Tokugawa, il primo a introdurre la pratica di un solo benshi a film - precedentemente due narratori si davano il cambio a metà storia) e l'Osaka Shochikuza, che fece seguire la proiezione del film da un'esibizione dal vivo della compagnia di danza del teatro di rivista di cui faceva parte Eiko Minami, interprete della folle danzatrice moglie del custode.
              Se la ricorrenza del tema della psicosi nei primi decenni del cinema si può ricondurre all'insorgenza concomitante della psicanalisi, la scelta di scandire il ritmo del film sulla danza di una pazza è degna d'interesse. Il motivo comune del ballo incontrollato fino all'esaurimento ricorre in vari balletti, come Giselle (non solo nella rivisitazione di Ek, ma anche nel balletto romantico originale) o L'uccello di fuoco, i cui passi sembrano venir ripresi nella danza della Minami - del resto, una delle definizioni del carattere "kyo" (che in giapponese significa "matto") rimanda al "ballare e cantare in modo estatico come un folle".
              La pioniera della danza moderna tedesca May Wigman sostenne l'uso del corpo come vettore espressivo di emozioni nascoste, di cui un esempio esplicativo è la Hexentanz nella quale la Wigman indossa una maschera che ricorda quelle del teatro nō, le stesse ​che in un delirio onirico il custode del manicomio di Una pagina di follia distribuisce ai malati mentali (che nel nō più che intimorire avevano una funzione intrattenente), convertendone il dolore in ilarità.

              Lo sconosciuto: di nuovo un magistrale Lon Chaney, in una pellicola di Browning che per ambientazione circense e per l'amalgama di melò e di horror anticipa Freaks, ma con un maggiore scavo psicologico (condotto con uno stile piuttosto sobrio) e una riflessione sul contatto fisico ed emotivo, sulla diversità e sull'impossibilità di appagare i propri desideri che evoca in nuce alcuni temi di Edward mani di forbice. Rispetto al dolce ma involontariamente pericoloso Edward, Alonzo ne è un riflesso speculare, in quanto dietro un'apparenza inerme e mutilata nasconde il suo lato violento (e altrettanto deforme, dato che su una mano presenta un doppio pollice). Da segnalare anche una giovane Joan Crawford nel ruolo dell'interesse amoroso di Alonzo, del quale risveglia un lato insolitamente e sinceramente tenero.

              La caduta della casa degli Usher: come in un paio di film della serie di adattamenti di Poe ad opera di Roger Corman, anche quest'opera di Epstein non traspone solo l'omonimo racconto ma attinge anche elementi di altre storie dello scrittore. Una peculiarità del film è la capacità di restituire quel senso del perturbante di cui parlava Freud (in un saggio in cui, tra gli altri, analizza proprio il racconto di Poe) mettendo in scena il tema del doppio (attraverso l'elemento del quadro) e il passaggio dalla vita alla morte e poi di nuovo alla vita senza soluzione di continuità, in un moto oscillatorio estrinsecato attraverso il pendolo nella galleria di casa Usher - casa che più che venire distrutta si trasforma in nuova energia vitale, in un ciclo in cui gli stilemi della narrativa gotica fungono da ingranaggi di una macchina prettamente cinematografica nel suo astrattismo visivo.

              L'uomo che ride: una crasi tra assetto produttivo hollywoodiano e temi, poetica e dispositivi espressivi europei, che lo rende un'epitome dell'approccio espressionista (di cui Paul Leni è uno dei maggiori esponenti) adattato alle strategie cinematografiche statunitensi (anche se forse non è un caso che il film all'epoca sia stato molto più apprezzato in Europa che negli USA). Le reminiscenze del caligarismo vivono nel motivo della fiera e della carovana circense, nel montaggio e nei movimenti di macchina anti-classici, nella soggettivazione filmica della materia narrativa, e ovviamente nell'interpretazione di Veidt, che dietro l'iconica smorfia di Gwynplaine fornisce una performance emozionate e altrettanto intensa del Cesare impersonato in Caligari. Quando afferma di essere un uomo si avverte la stessa vibrante umanità che traspirerà nell'Elephant Man del Grande Maestro; Mary Phlibin (già Christine nel Fantasma dell'Opera) nei panni della cieca Dea, invece, torna a impersonare con dolcezza la Bella che affianca la "Bestia".

              Il vaso di Pandora: una storia di tragico declino narrata in tappe ben definite (credo sia superfluo dire che la mia preferita è quella dedicata allo spettacolo di varietà - non solo per l'ambientazione, ma per il modo in cui la spontaneità del dietro le quinte fa da vivace sfondo al conflitto tra i due personaggi, la Lulù di Louise Brooks e il dottor Schon, che sembrano vivere di vita propria e pulsante), anche dal punto di vista registico. È ​interessante anche il modo in cui il film tocca tematiche delicate, soprattutto per l'epoca (e non mi riferisco solo alla disinvolta promiscuità della protagonista, ma anche all'evidente attrazione omoerotica della contessa Geschwitz), con la massima naturalezza.​

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              • Come sempre, qualche parolina anche per le menzioni speciali:

                Il Golem: già ne Lo studente di Praga, co-diretto con Stellan Rye, Paul Wegener aveva evocato la capitale ceca. In questo film, però, quella costruita dalle scenografie dell'architetto Hans Poelzig e fotografata da Karl Freund (entrambi, come Wegener, provenienti dal teatro di Max Reinhardt) non è una città reale, è una rivisitazione fiabesca, onirica, magica - lo sfondo ideale in cui far prendere vita al Golem (interpretato dallo stesso Wegener) e dar corpo alla leggenda.

                Nosferatu il vampiro: uno di quei capisaldi della storia del cinema per i quali non c'è sicuramente bisogno di un mio commento Un'interpretazione del vampiro-mostro visibilmente inumano - distante dall'immagine del dandy affascinante che si è prevalentemente diffusa in relazione alle varie incarnazioni di Dracula e dei suoi epigoni -, personificazione della malattia in senso sia fisico che morale.

                Il gabinetto delle figure di cera: Henrik Galeen (figura chiave per lo sviluppo del genere fantastico di matrice horror nel cinema tedesco del primo '900) imbastisce una storia a episodi (del quarto, con protagonista l'italiano Rinaldo Rinaldini e cassato causa crisi economica, sopravvive l'introduzione tra le altre statue di cera) tenuti insieme dalla cornice abbastanza labile ambientata, come il Caligari (da cui riprende parte del titolo), tra le attrazioni di una fiera (mondo che Paul Leni tornerà ad esplorare ne L'uomo che ride). Protagonisti della cornice sono Olga Belajeff, la figlia del proprietario del museo delle cere, e il futuro regista Wihelm Dieterle nei panni dello scrittore che si lascia trasportare dalle suggestioni scaturite dalle figure di cera per idearne le storie presentate nei vari capitoli, in cui i due attori riappariranno di volta in volta trasfigurati dalla sua fantasia.
                La peculiarità principale del film risiede nella varietà stilistica con cui sono messi in scena i diversi episodi: se il primo, che vede protagonista un gigionesco Emil Jannings nelle vesti del sultano Harun al Rashid, è una farsa orientale che si fa beffe del potente che abusa della sua posizione, e il secondo, incentrato sul sadico Ivan il terribile incarnato da un luciferino Conrad Veidt, analizza lo stesso tema da un'angolazione più angosciante, il terzo, che fa coincidere la figura di Jack lo Squartatore con quella folkloristica di Jack il saltatore (Werner Krauss, che era già stato il dottor Caligari), è quello in cui l'universo immaginario sconfina nel reale intrecciandosi con la cornice, e il leitmotiv portante dei tre episodi assume la connotazione di un vero e proprio incubo; è in quest'ultimo episodio, per quanto breve, che Leni fa sfoggio di tutto l'arsenale espressionistico a disposizione per rendere irreale il reale e visibile il metafisico.

                Metropolis: altro film su cui non c'è bisogno che mi soffermi. Georges Simenon, quando gli chiesero che cosa fosse un'opera d'arte, rispose: "Quando un quadro, una sinfonia, una scultura o anche una casa è un'opera d'arte, ve ne accorgete. Ma potete dire perché? Un certo quadro è un'opera d'arte mentre il quadro accanto, che pure gli somiglia in ogni macchia di colore, non lo è. Diciamo che il primo ha un'anima e il secondo no. Uno vive, l'altro no. Ecco, questo potrebbe essere un metro di giudizio: l'opera d'arte vive." E la babele costruita da Fritz Lang fondendo architettura europea e skyline newyorkese, espressionismo e futurismo, utopia e distopia, Bauhaus e Jugendstil/Art Nouveau (stile per il quale impazzisco), in una immaginifica allegoria del mondo industrializzato, respira, vive.

                L'uomo con la macchina da presa​: un film che, nel suo dispiego di mezzi totalmente anti-narrativo ed esclusivamente celebrativo delle potenzialità quasi mistiche del linguaggio cinematografico, trascende qualunque aspirazione documentaristica per caricarsi di nuovi processi di significazione che lo rendono un'esperienza visiva unica.​​

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                • Direi che è arrivato il momento di procedere con la classifica all-time. Gandalf appena puoi cambia il titolo del topic, nella speranza di riportare qui gli utenti che si erano persi con i decenni più antichi e magari anche utenti che finora non han partecipato.

                  Metterò poi il link a questo messaggio nella mia firma, considerando che ora vado a riportare nuovamente la lista dei film "in concorso" e il regolamento:

                  FILM VOTABILI

                  Spoiler! Mostra


                  Di questi 112 film gli utenti partecipanti ne dovranno selezionare 25, al fine di evitare le scelte troppo sofferte che comporterebbe una top ten. Allo stesso tempo, per evitare esiti troppo prevedibili e per avere una classifica finale che effettivamente rispecchi quanto più possibile il reale gradimento degli utenti, i 25 film andranno indicati in cinque gruppi separati di 5 film. I film indicati nel primo scaglione otterranno 5 punti, quelli del secondo 4 e così via a scalare fino ai film dell'ultimo gruppo che riceveranno solo un punto.
                  Non ci sono restrizioni riguardo al numero di film dello stesso regista o dello stesso decennio da inserire, nonché per quanto riguarda le aree geografiche, sta ovviamente alla sensibilità e alle preferenze del singolo utente inserire anche quattro o cinque film dello stesso regista e pescare principalmente film americani magari da soli tre o quattro decenni oppure voler essere quanto più possibili variegati in tal senso.
                  Ogni utente potrà postare i propri film semplicemente inserendo uno spazio tra i vari gruppi, ovviamente il primo postato sarà quello che riceverà più punti, segue esempio:

                  Spoiler! Mostra


                  L'inserimento di film diversi da quelli della lista invaliderà completamente la classifica dell'utente, così come la mancata o non chiara suddivisione in cinque gruppi. Sarà possibile votare ed eventualmente apportare modifiche alla propria lista già postata fino a domenica 5 febbraio 2023.

                  Detto questo vediamo di tirare fuori una bella classifica.
                  Ultima modifica di aldo.raine89; 16 gennaio 23, 19:02.

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                  • Ok, posto per primo visto che ce l'avevo pronta da un po'.

                    In realtà, fosse stata solo una top 10 per me sarebbe stato un po' più semplice, è stato più difficile organizzare gli altri (e anche in questo caso le posizioni sono suscettibili di rimescolarsi da un giorno all'altro, perciò preferisco non pensarci troppo su).

                    2001: Odissea nello spazio
                    Andrej Rublëv
                    Apocalypse Now
                    Quarto potere
                    La dolce vita

                    I sette samurai
                    Taxi Driver
                    Mulholland Drive
                    Il settimo sigillo
                    Lawrence d’Arabia

                    The Tree of Life
                    Il petroliere
                    C'era una volta in America
                    Faust
                    La donna che visse due volte

                    Viale del tramonto
                    Heat - La sfida
                    Il cacciatore
                    La morte corre sul fiume
                    Furore

                    Ladri di biciclette
                    Pulp Fiction
                    Non è un paese per vecchi
                    La città incantata
                    Luci della città



                    Come già scritto, dovendo scegliere da una serie limitata di film, è una lista falsata rispetto a quella che avrei fatto senza limitazioni. Cito alcuni titoli non disponibili che avrei quantomeno valutato:

                    I cancelli del cielo
                    Ashes of Time
                    C'era una volta il West
                    Hiroshima mon amour
                    Gli spietati
                    Paris, Texas
                    Il conformista
                    I giorni del cielo
                    L'esorcista
                    La notte
                    I racconti della luna pallida d'Agosto
                    Luminous beings are we, not this crude matter.

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                    • Posto anche io anche perché se sto a pensarci la cambierei ogni giorno. Ho cercato una mediazione tra passione soggettiva e valore oggettivo, anche se non previsto ho mantenuto un film per regista cercando di mantenere anche un criterio "geografico", oltre che rappresentare più o meno tutti i decenni

                      La dolce vita
                      La donna che visse due volte
                      Quarto Potere
                      I sette samurai
                      Taxi Driver


                      Apocalypse Now
                      Ombre Rosse
                      La passione di Giovanna D'Arco
                      Roma città aperta
                      Viaggio a Tokyo


                      C'era una volta in America
                      Il mucchio selvaggio
                      Il posto delle fragole
                      Il sorpasso
                      Viale del Tramonto


                      Faust
                      La grande illusione
                      In the mood for love
                      Metropolis
                      Mulholland Drive


                      Andreij Rublev
                      Blade Runner
                      Casablanca
                      2001 Odissea nello spazio
                      Pulp Fiction

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                      • La passione di Giovanna d'Arco
                        Quarto potere
                        La dolce vita
                        Apocalypse Now
                        Mulholland Drive


                        The Tree of Life
                        La morte corre sul fiume
                        Taxi Driver
                        Arancia meccanica
                        Heat - La sfida

                        Andrej Rublëv
                        Blade Runner
                        Scarpette rosse
                        La città incantata
                        Il petroliere

                        Amanti perduti
                        Il cacciatore
                        Faust
                        Non è un paese per vecchi
                        Il mucchio selvaggio

                        Ran
                        Aurora
                        Persona
                        Pulp Fiction
                        The Social Network

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                        • 2001: Odissea nello spazio
                          Il Padrino
                          Taxi driver
                          Blade runner
                          Il buono, il brutto, il cattivo

                          Quarto potere
                          Ladri di biciclette
                          Psycho
                          I 400 colpi
                          Rosemary's baby

                          Tempi moderni
                          I sette samurai
                          La morte corre sul fiume
                          Apocalypse now
                          Alien

                          La folla

                          Viaggio a Tokyo
                          La donna che visse due volte
                          Pulp fiction

                          Viale del tramonto
                          Il posto delle fragole
                          Il filo nascosto
                          ​Strade perdute
                          Il grande Lebowski​
                          Ultima modifica di bartvanzetti; 14 gennaio 23, 22:07. Motivo: mi sono accorto di aver messo 2 volte lo stesso film .....

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                          • Apocalypse Now
                            C'era una volta in America
                            Il Padrino
                            Arancia meccanica
                            Casinò

                            Mulholland Drive
                            Pulp Fiction
                            Kill Bill
                            La Vita di Adele
                            Il cacciatore

                            La donna che visse due volte
                            Il petroliere
                            Quei bravi ragazzi
                            Barry Lyndon
                            Il filo nascosto

                            Bastardi senza gloria
                            Eyes Wide Shut
                            Orizzonti di gloria
                            Non è un paese per vecchi
                            Brazil

                            Drive
                            Her
                            Taxi Driver
                            Rosemary's Baby
                            ​​​​​​​Il settimo sigillo

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                            • Considerando che i film sono 25 e non 10 personalmente vorrei persuadere chi finora è stato ligio alla regola "un film per regista" a concedersi una o due eccezioni nella propria classifica.
                              Il rischio se no è veramente quello di avvantaggiare chi concorre con un solo film o comunque di vedere dei grandissimi capolavori rimanere a secco oppure nelle retrovie, penso ad Arancia meccanica che già dai primi quattro votanti pare soffrire molto la concorrenza di 2001, gli esempi poi potrebbero essere molto altri.

                              Personalmente nella classifica che ho abbozzato ci sono parecchie doppiette, a voler esagerare potrei mettere due registi in doppia presenza ai primi cinque posti, senza ripetere gli stessi nomi farei forse fatica ad andare oltre una top 15. Da una parte ci sono alcuni film che vorrei provare a rivedere e potrebbero giocarsi sicuramente la loro chance, dall'altra dopo la ventina di film che definirei veramente del cuore ce ne sono tanti che potrebbero salire o scendere di posizione a seconda dell'umore giornaliero.

                              EDIT: proprio parlando delle molteplici menzioni per regista io stavo stilando la mia lista convinto della presenza di Rashomon, ricontrollando poi ho visto che non c'era, non voglio nuovamente tirare fuori la polemica sui criteri con cui ognuno fa la classifica ma senza la concorrenza de I sette samurai credo che avrebbe potuto sicuramente giocarsi un posto nella top degli anni '50. Non credo che sia realmente così meno considerato rispetto ad altri titoli che ce l'han fatta come Viaggio a Tokyo, Orizzonti di gloria, I 400 colpi o La morte corre sul fiume.

                              Ripeto, con l'estensione a 25 titoli non vorrei vedere la maggior parte degli utenti trasformare questa regola non scritta in un dogma incontestabile.
                              Ultima modifica di aldo.raine89; 14 gennaio 23, 19:14.

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                              • Ho valutato di non mettere un solo film per regista, ma sinceramente ho accarezzato l'idea solo per un paio di titoli.

                                Per rassicurare quel retropensieromane incallito di aldo, posso dire che non si trattava di doppioni né di Kurosawa, né di Hitchcock, né di Wilder

                                Per Kubrick al massimo avevo pensato ad EWS, mentre per Tarko a Stalker, ma dal mio punto di vista non cambia nulla.
                                Luminous beings are we, not this crude matter.

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