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Cosmopolis - David Cronenberg

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  • "Nancy Babic"

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    • Dico la mia su Cosmopolis. È un film ermetico? Anche no. Al contrario è terribilmente didascalico, composto solo ed esclusivamente da una straripante quantità di dialoghi A TESI volti a sputare spiegoni lunghi e verbosi e tematiche a circuito chiuso come la demonizzazione del capitalismo, la crisi economica, l'egoismo dei ricchi, l'insofferenza dei poveri. Non viene detto altro. Niente di incomprensibile, tutto telefonato e prevedibile. Un film scritto e non sceneggiato, ligio alla base cartacea di partenza, concettuale e anti-cinematografico. Messa in scena inesistente pervasa da un schematiscmo dilagante impostato su dialogo, dialogo, scena di sesso, dialogo, dialogo durante scena di sesso. Monotono e privo di mordente. Comicità involontaria: prostata asimmetrica. Pattinson funziona bene perchè è amorfo e apatico come il film in cui recita. Regia anonima, nient'altro che inquadrature dall'alto o dal basso. Colonna sonora non pervenuta. Poco (e per fortuna) blasonato solo perchè c'è scritto "Cronenberg".
      Non me la sento di dire che è un BRUTTO film, ma sicuramente non è neanche un BEL film. La parola con la C dimenticatela. Visto in serata al buio, alla fine gli ho messo 6 per pietà.

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      • comicità involontaria la prostata?? è dove ruota l'intero film praticamente! altro che involontaria!

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        • Un film del genere non fa ridere, non deve. E quando in sala ci scappa più di una risata è lecito porsi qualche domanda... soprattutto se gli spettatori, per forza di cose, non sono esattamente esponenti del pubblico medio.

          P.S: È tempo di cambiare la firma :seseh:

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          • "Montone".
            Non capisco come mai non si debba ridere durante la visione di un film come "Cosmopolis".

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            • Forse una risata isterica. Giusto quella ci può stare.

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              • Originariamente inviato da SE7EN Visualizza il messaggio
                Messa in scena inesistente
                Basterebbe capire i rimandi pittorici voluti da Cronenberg, che decide di racchiudere il film tra Pollock e Rothko, con tutto il loro molteplice significato, visto il loro rifarsi alla psicanalisi e al contempo per ciò che storicamente hanno rappresentato alla luce del capitalismo, considerando che la CIA li sovvenzionava come espressione del libero mercato contro il realismo sovietico, per smentire questo fatto.
                Per non parlare della scena del confronto tra Giamatti e Pattinson in cui Cronenberg per la prima volta decide di fa parlare due persone, non a caso visto che uno è nemesi dell'altro, e per sottolinearlo continua a riprodurre dei confessionali, con sardonica e beffarda ironia, prima in un cesso (uso questo termine per esplicitarne lo squallore) e poi nella sequenza in cui parlano attraverso una tendina e il regista canadese li riprende inquadrandoli tramite lo stipite della porta, ovviamente fatiscente, divisorio col quale sottolinea l'antiteticità dei due e allo stesso tempo il fatto che siano due facce della stessa medaglia racchiuse nella stessa inquadratura e pronte a confessarsi l'un l'altra vicendevolmente.
                Oltretutto non è un caso che solo in quel momento il film usi, durante la presa di coscienza, la musica, per la prima volta, quando tutto il film è giocato volutamente sulla sottrazione della stessa, per esplicitare un senso straniante di apatia e di alienazione del protagonista, che vede il mondo scorrergli tra tablet e vetri, senza che mai lo tocchi, escluse poche persone scelte.
                Insomma, come si fa a dire "musiche non pervenute" quando c'è una scelta dietro tutto ciò?
                Altra cosa, i dialoghi devono essere didascalici e solipsistici, fino al confronto con Giamatti, in cui guarda caso cambiano...e anche qui, almeno secondo me, è sbagliato dire che Cronenberg non fa niente ed anzi è anti-cinematografico, perchè se è vero che questi sono letterari e presi da De Lillo pari pari, è altresì vero che Cronenberg, sottlineando la fissità con la quale vengono enunciati e la mancanza di sincrono tra i suoi personaggi, rendendoli veri e propri monologhi che si sovrappongono con un raro filo logico, finisce per portarli ad un nuovo stato, dando corpo allo scrivere internautico e riproducendo in forma, anzi, per me, perfettamente cinematografica, perchè tanto basata sulle immagini, quanto e ancor più forse che sui dialoghi, il concetto di internet e dei social network, dove la gente tende a scrivere senza continuità di sorta e apaticamente frasi, pensieri e quant'altro, magari anche molto acuti ma sempre
                (o quasi) in maniera egotica, assolutamente solipsistica, tranne in pochi e rari incroci casuali, e autoreferenziale.
                Quindi è tutt'altro che corretto dire che Cronenberg non fa niente, anzi.

                ps. la prostata asimmetrica è la metafora che racchiude il film, e se la gente in sala ride io di domande me ne farei, ma metterei sotto accusa molti spettatori e non il regista (non sto criticando te, Se7en, ci tengo a dirlo, chè, anche se non concordo con la tua opinione, sai che ti rispetto, in generale e qui visto che hai espresso un tuo ragionamento e una tua riflessione). E del resto un pubblico beota e mediocre come quello che affolla le sale non va giustificato, nè quando ride di fronte ai dinosauri malickiani (capitato), nè quando si fa grasse risate durante i silenzi di "Drive" (rigorosamente capitato), nè quando ulula "che palle!" con tanto di applausini di sostegno durante "La talpa" (capitato), nè tantomeno se si sganascia per una prostata ingrossata che neanche quando si guarda Zalone.

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                • Sottoscrivo tutto quello che ha detto Dae-su, tranne il fatto della prostata asimmetrica. Secondo me, tutta la scena della visita in macchina, è molto ironica, così come in tutto il film sono sparse delle venature ironiche, di fronte alle quali si può anche sorridere. Ma è normale, è voluto, Cronenberg ci mostra un'umanità allo sbando, anzi, ribaltata, parodistica. E' ovvio che la risata (diciamo il sorriso va) è comunque un elemento ultra secondario.
                  Per il resto, "Cosmopolis" non sarà mai un film che unirà tutti, proprio per la sua complessità intellettuale. Difatti, ho notato una cosa: chi critica il film, lo critica dicendo sempre le stesse cose, cose analizzabili da chiunque; chi lo elogia, lo elogia (come Dae-su) sottolineando aspetti molto più complessi e colti, che permettono a chi li vede e li comprende, di capire meglio anche le dinamiche del racconto, della metafora e dello stile. Ed io non mi colloco in questa fila di gente "colta", ma in quella di chi ha molto apprezzato ed in parte capito/intuito, che desidera approfondire.
                  Rispondo anche a SE7EN su un dettaglio: per quale motivo il film non sarebbe ermetico? E' dialogato, e quindi? Per te l'ermetismo è possibile solo attraverso le immagini? Poi vabbè, per me l'aggettivo più attinente per il film è "profondo", non ermetico. Chi dispone di più cultura, maggiormente riesce ad arrivare in profondità. Non siamo tutti Ghezzi, questo è certo.
                  https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                  "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                  • Originariamente inviato da Dae-su Visualizza il messaggio
                    Per non parlare della scena del confronto tra Giamatti e Pattinson in cui Cronenberg per la prima volta decide di fa parlare due persone, non a caso visto che uno è nemesi dell'altro, e per sottolinearlo continua a riprodurre dei confessionali, con sardonica e beffarda ironia, prima in un cesso (uso questo termine per esplicitarne lo squallore) e poi nella sequenza in cui parlano attraverso una tendina e il regista canadese li riprende inquadrandoli tramite lo stipite della porta, ovviamente fatiscente, divisorio col quale sottolinea l'antiteticità dei due e allo stesso tempo il fatto che siano due facce della stessa medaglia racchiuse nella stessa inquadratura e pronte a confessarsi l'un l'altro vicendevolmente.
                    Ripeto, un film che riproduce lo schema dialogo - dialogo - scena di sesso - colazione - dialogo - scena di sesso dialogata - pranzo e via dicendo, con pochissime variabili, ha una messa in scena povera. Se la regia fosse più diversificata e ispirata potrei capire, ma anche nella scelta delle inquadrature l'antifona è sempre quella. Dal basso, dall'alto, carrello avanti, carrello indietro.
                    Il confronto finale Pattinson vs Giamatti è la resa dei conti tra capitalisti e proletari, broker e indignados, ricchi e poveri in cui viene messa in evidenza tutta l'insofferenza di questi ultimi in un trionfo di didascalismo il quale emerge non solo nei dialoghi stile "spiegone" ma anche nella regia che, al di là della totale assenza di ritmo, dimostra una ricerca estetica telefonata e banale come, per l'appunto, la divisione antitetica tramite tendina. Una connubio estetico e verbale atto a inscenare (parola grossa) dall'inizio alla fine una tesi. Il risultato finale? Un film troppo costruito, poco genuino, a tratti forzato scritto ma non sceneggiato.

                    Momento ignorante: i dialoghi, per la miseria, non devono essere didascalici e solipsistici (anche se non so cosa significhi questo termine asd) perchè, al di là del fatto che mi cascano i cocomeri, detto alla francese, non me ne può fregà de meno della solfa sul capitalismo, specie se mi basta leggere un trattato di economia o proprio il libro di DeLillo per sciropparmela.

                    Originariamente inviato da Dae-su Visualizza il messaggio
                    Oltretutto non è un caso che solo in quel momento il film usi, durante la presa di coscienza, la musica, per la prima volta, quando tutto il film è giocato volutamente sulla sottrazione della stessa, per esplicitarne un senso straniante di apatia e di alienazione del protagonista, che vede il mondo scorrergli tra tablet e vetri, senza che mai lo tocchi, escluse poche persone scelte.
                    Insomma, come si fa a dire "musiche non pervenute" quando c'è una scelta dietro tutto ciò?
                    Trovami tutte le giustificazioni che vuoi, io spero solo che Howard Shore non abbia lavorato a gratis asd
                    Ovviamente l'assenza di musica non è dettata dal caso, ma questa scelta rende ancora più telefonato nonchè didascalico il crescendo finale e -se possibile- impoverisce ulteriormente la messa in scena.

                    Originariamente inviato da Dae-su Visualizza il messaggio
                    E del resto un pubblico beota e mediocre come quello che c'è in sala non va giustificato, nè quando ride di fronte ai dinosauri malickiani (capitato), nè quando si fa grasse risate nei silenzi di "Drive" (rigorosamente capitato), nè tantomeno se si sganascia per una prostata ingrossata che neanche quando si guarda Zalone.
                    Mai riso o sentito risate davanti ai dinosauri di Malick o ai silenzi di Drive, cosa ci sarebbe da ridere? Non stiamo parlando di ispezioni anali con relativi gemiti di Pattinson, dialoghi sul sesso con una bionda ritardata e insensate ripetizioni della stessa battuta.

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                    • Originariamente inviato da SE7EN Visualizza il messaggio

                      Momento ignorante: i dialoghi, per la miseria, non devono essere didascalici e solipsistici (anche se non so cosa significhi questo termine asd) perchè, al di là del fatto che mi cascano i cocomeri, detto alla francese, non me ne può fregà de meno della solfa sul capitalismo, specie se mi basta leggere un trattato di economia o proprio il libro di DeLillo per sciropparmela.
                      vabbè ma che discorso è?? è un parere troppo soggettivo per metterlo in luce negativa... si potrebbe applicare a qualsiasi film che tenta di spiegare (o inquadrare) un argomento sociale... tipo...che ne so...The Social Network (il primo che mi viene in mente)... potevi tranquillamente leggerti la storia su wikipedia invece di andare a vederti il film no?...
                      cosmopolis è un film con una tematica che comprende anche il capitalismo, ovvio quindi che ci sia della "zolfa" in mezzo...ma si sapeva (credo), almeno... io mi ero informato prima della visione...

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                      • Originariamente inviato da Gidan 89
                        Per il resto, "Cosmopolis" non sarà mai un film che unirà tutti, proprio per la sua complessità intellettuale. Difatti, ho notato una cosa: chi critica il film, lo critica dicendo sempre le stesse cose, cose analizzabili da chiunque; chi lo elogia, lo elogia (come Dae-su) sottolineando aspetti molto più complessi e colti, che permettono a chi li vede e li comprende, di capire meglio anche le dinamiche del racconto, della metafora e dello stile. Ed io non mi colloco in questa fila di gente "colta", ma in quella di chi ha molto apprezzato ed in parte capito/intuito, che desidera approfondire.
                        Perdonami, quale complessità intellettuale? Quella che dice "stronzi i capitalisti e poverini i proletari"? Chi critica Cosmopolis dice sempre le stesse cose perchè evidentemente è un problema oggettivo del film, chi invece lo elogia vede nel film molto più intellettualismo di quanto non ce ne sia realmente, magari sbilanciandosi in un soliloquio esagerato, di quelli che neanche Apocalypse Now permette. Anche io quando elogio The Dark Knight sottolineo aspetti complessi e colti, che permettono di capire meglio le dinamiche del racconto, ma non pretendo di essere migliore di chi mi espone una critica altrettanto sensata. Neanche io mi colloco tra le fila dei colti, come tu dici, ma non penso che sia necessaria questa gran cultura per capire il film di Cronenberg.

                        Originariamente inviato da Gidan 89
                        Rispondo anche a SE7EN su un dettaglio: per quale motivo il film non sarebbe ermetico? E' dialogato, e quindi? Per te l'ermetismo è possibile solo attraverso le immagini? Poi vabbè, per me l'aggettivo più attinente per il film è "profondo", non ermetico. Chi dispone di più cultura, maggiormente riesce ad arrivare in profondità. Non siamo tutti Ghezzi, questo è certo.
                        Non è ermetico perchè è didascalico. Non sono opposti e contrari, beninteso, ma di sicuro uno stato annulla l'altro. È dialogato sì, ma secondo uno schema assiduo e ripetitivo, la recitazione è piatta e monocorde. Diciamo che non è proprio Tarantino, ecco asd

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                        • Si ma poi, anche se parla del capitalismo, il linguaggio mica è ermetico.
                          Il messaggio arriva, o forse riusciamo a percepirlo. Però nessuno lo ferma. Giunge e fa male.
                          Non ha affatto un carattere politico. Io per esempio c'ho visto tanto di "Waking Life".

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                          • Originariamente inviato da Duster Visualizza il messaggio
                            vabbè ma che discorso è?? è un parere troppo soggettivo per metterlo in luce negativa... si potrebbe applicare a qualsiasi film che tenta di spiegare (o inquadrare) un argomento sociale... tipo...che ne so...The Social Network (il primo che mi viene in mente)... potevi tranquillamente leggerti la storia su wikipedia invece di andare a vederti il film no?...
                            cosmopolis è un film con una tematica che comprende anche il capitalismo, ovvio quindi che ci sia della "zolfa" in mezzo...ma si sapeva (credo), almeno... io mi ero informato prima della visione...
                            Io l'ho detto che era il momento ignorante asd
                            Comunque, tanto per chiarici, non critico il contenuto ma la forma scelta per tradurre in immagini questo contenuto. Cosmopolis non mi è piaciuto perchè i concetti e le tematiche non sono supportati da un film degno. Non c'è sceneggiatura, solo una tesina riportata in stile carta-carbone dal libro di DeLillo. Una trasposizione verbosa e ridondante di parole che funzionano bene su carta ma meno su pellicola.

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                            • Originariamente inviato da Gidan 89
                              chi critica il film, lo critica dicendo sempre le stesse cose, cose analizzabili da chiunque; chi lo elogia, lo elogia (come Dae-su) sottolineando aspetti molto più complessi e colti,
                              Originariamente inviato da Gidan 89
                              Chi dispone di più cultura, maggiormente riesce ad arrivare in profondità
                              E dillo poi che vuoi che io intervenga XD

                              Questo tuo intervento è ampiamente confutato dal fatto che uno dei critici (Se7en non me ne volere, ma non ti conosco ^^) è Borg, che in quanto a cultura o capacità intellettive non mi sembra sinceramente secondo a nessuno degli amanti del film.

                              Non mi piace molto questo dialogo basato sulla formazione di fazioni. Se mi piacerà il film, cosa probabile del resto, non mi sentirò di certo enlighted o nulla del genere, come del resto non ti senti tu.

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                              • Originariamente inviato da Rorschach Visualizza il messaggio
                                E dillo poi che vuoi che io intervenga XD

                                Questo tuo intervento è ampiamente confutato dal fatto che uno dei critici (Se7en non me ne volere, ma non ti conosco ^^) è Borg, che in quanto a cultura o capacità intellettive non mi sembra sinceramente secondo a nessuno degli amanti del film.

                                Non mi piace molto questo dialogo basato sulla formazione di fazioni. Se mi piacerà il film, cosa probabile del resto, non mi sentirò di certo enlighted o nulla del genere, come del resto non ti senti tu.
                                Ma la critica che fa Borg, almeno qui sul forum, non è per niente al livello dell'analisi fatta da Dae-su per esempio. Con questo non sto dicendo che Borg sia meno colto di Dae-su, alla fine qui siamo tutti avatar e nickname e non mi permetto di giudicare nessuno, però devo basarmi su quello che leggo. E a parte Borg, è una linea generale che sto riscontrando. Chi lo critica, fa sempre le stesse critiche, sempre superficiali. Chi lo elogia, dimostra di aver capito qualcosa di più. Mi sembrano cose abbastanza oggettive queste. Poi esistono anche i gusti soggettivi, e magari un film del genere, per come esprime le cose, può anche non intrigare. Non c'è nessuno scontro tra fazioni, l'unico a creare le fazioni sei tu, in quanto estraneo completamente alla discussione. Il film non l'hai visto, ed hai provocato senza averne cognizione. Puoi anche conoscere Borg e difenderlo, ma appunto, la fazione la crei tu, non noi. Qui, come accadde per esempio con Colin per "Bastardi senza gloria", c'è chi stronca definitivamente il film e chi invece, quasi incredulo, cerca di discutere e capire per quale motivo ci siano queste divergenze.
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                                "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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