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Holy Motors - Leos Carax

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    Ho notato che non vi è una discussione su questo film. Con i capolavori lynchiani, malickiani e andersoniani, a parer mio, è una delle vette del nuovo millennio.

    Voi cosa ne pensate?

  • #2
    Ne penso benissimo, probabilmente resterà tra i film più indicativi del decennio. Appena ritrovo l'opinione che avevo scritto, la incollo qua.
    Speriamo possa uscire anche in Italia.

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    • #3
      Un quasi capolavoro, cinema che si fa arte e che riesce a trattare di metafisica, di metacinema, del senso più puro dell'esistere e dell'uomo con una ricchezza di riflessioni e una genialità di trovate che è raro trovare.

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      • #4
        Il trailer italiano:

        Scritto e diretto da Leos Carax, il film narra ventiquattro ore nella vita di Denis Lavant, un uomo che passa attraverso diverse vite, incluse quelle di ladr...

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        • #5
          Originariamente inviato da Roy E. Disney Visualizza il messaggio
          Grazie per la segnalazione: è la prima che ne sento parlare. Il trailer è molto bello.
          All'estero è già uscito?

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          • #6
            Originariamente inviato da Mr Bloody Visualizza il messaggio
            Grazie per la segnalazione: è la prima che ne sento parlare. Il trailer è molto bello.
            All'estero è già uscito?
            Si, è un film dello scorso anno, che miracolosamente verrà distribuito il prossimo mese.

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            • #7
              Possibile che nessuno abbia più visto questo film? Mi pare che qui ci siano molti estimatori di questo tipo di cinema.
              Ad ogni modo, io sono riuscito a recuperare questo Holy Motors e a vederlo ieri.
              Confesso che erano anni che non mi imbattevo in un opera del genere. Mi ha ricordato per molti versi alcune opere di Lynch, quelle più visionarie, potenti come Mulholland Drive.
              In questo film si assiste praticamente alla giornata tipo di un uomo, una sorta di attore che interpreta diversi ruoli cambiando radicalmente vita: da elegante uomo d'affari a mostro deforme, da anziano in punto di morte ad assassino dell'underground parigino, e così via.
              Non ci viene detto per chi lavora, non ci viene spiegato nulla, e al riguardo c'è un bellissimo dialogo tra il protagonista e uno dei probabili boss verso metà film.
              C'è solo lui (un immenso Denis Lavant, roba da dargli un oscar in ginocchio), la sua limousine bianca adibita a camerino, la bionda autista e la città di Parigi. Un viaggio dentro il viaggio che ricorda Cosmopolis.
              La fotografia è patinata ma non eccessiva, sporca quando deve, che ispira decadenza ma anche eleganza.
              Il tono, come anticipavo, è fortemente visionario, fatto di sguardi, una dozzina di battute e le mirabolanti trasformazioni del protagonista. Ci sono parecchi spunti di riflessione, sul cinema passato e contemporaneo sopratutto.
              Superati i primi 10-15, una sorta di prologo molto onirico che sinceramente non ho saputo "collocare" nell'economia del tutto, la vicenda comincia a dipanarsi lentamente, dando quel senso di continuità indispensabile per lo spettatore magari più impaziente.
              Ci sono pochi personaggi, qualche volto famoso, e una generale caratterizzazione da urlo, roba che in più di un occasione ti fa dubitare di quale personaggio realmente il film stia seguendo il punto di vista.
              Insomma, non è un film per tutti. Io stesso non vado pazzo per questo tipo di produzione, questo tipo che gioca sul grottesco, sul surreale, sulle domande lasciate insolute per concentrarsi piuttosto sulle emozioni, sulle allegorie al di là delle immagini, della vicenda in sè.
              Pur avendomi lasciato con qualche interrogativo, qualche "mah", devo dire che per molti altri aspetti è riuscito a scuotermi, a farmi riflettere e anche a farmi empatizzare con un protagonista che, a conti fatti, non si arriva mai a conoscere realmente, indecisi su quale sia la maschera e quale la persona dietro di essa.

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              • #8
                L'ho visto al cinema diversi mesi fa, quello che tu hai detto cioè che il protagonista è una specie di attore a mio avviso è proprio la chiave di lettura del film, ovvero il protagonista è proprio un attore che interpreta i ruoli più diversi sotto la direzione del regista, che secondo me è rappresentato dall'autista della limousine.
                Quindi per me Holy Motors non è altro che un film sul rapporto tra cinema e vita o più in generale tra arte e vita, che forse richiama il relativo aforisma di O. Wilde e si interroga sul ruolo dell'attore.
                Concordo con le considerazioni già espresse sulla qualità artistica del film, che sicuramente lascia il segno, però devo anche dire che personalmente non mi ha particolarmente coinvolto, principalmente per l'assenza di una struttura narrativa.
                In qualche strana maniera noi svalutiamo le cose appena le pronunciamo. Crediamo di esserci immersi nel più profondo dell'abisso, e invece quando torniamo alla superficie la goccia d'acqua sulle punte delle nostre dita pallide non somiglia più al mare donde veniamo. Crediamo di aver scoperto una caverna di meravigliosi tesori e quando risaliamo alla luce non abbiamo che pietre false e frammenti di vetro; e tuttavia nelle tenebre il tesoro seguita a brillare immutato. (Maeterlinck)

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                • #9
                  Originariamente inviato da trabant Visualizza il messaggio
                  [...] però devo anche dire che personalmente non mi ha particolarmente coinvolto, principalmente per l'assenza di una struttura narrativa.
                  Si, anche io solitamente non riesco a soprassedere a questo tipo di mancanza. Sarà sicuramente un mio limite, ma provo molta fatica a seguire una storia priva di storia, per così dire.
                  Anche se, in questo Holy Motors, escludendo appunto quella sorta di prologo, il dipanarsi della trama c'è ed è anche molto lineare. Tuttavia è anche chiaro che la struttura narrativa è un elemento di secondo piano, asservito alla poetica del regista/autore.

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                  • #10
                    Non sono riuscito a vederlo tutto, mi ha annoiato non poco. E' il classico film francese d'autore fatto più per la critica che per il pubblico, una roba intellettuale pretenziosa e sterile. L'unica cosa che mi stava piacendo era l'attore protagonista. Non ci posso fare niente, per adesso devo ancora trovare un film francese d'autore che mi piaccia sul serio.
                    https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                    "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                    • #11
                      Originariamente inviato da Gidan 89
                      Non sono riuscito a vederlo tutto, mi ha annoiato non poco. E' il classico film francese d'autore fatto più per la critica che per il pubblico, una roba intellettuale pretenziosa e sterile. L'unica cosa che mi stava piacendo era l'attore protagonista. Non ci posso fare niente, per adesso devo ancora trovare un film francese d'autore che mi piaccia sul serio.
                      Poveri francesi.

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                      • #12
                        Pretenzioso e sterile non mi pare proprio, anzi, a meno che non facciamo rientrare nel genere anche Lynch e l'ultimo Cronenberg.
                        Che si debba guardare a questo Holy Motors con occhi più attenti è vero.
                        Io, pur non avendolo apprezzato al 100%, ho percepito sequenze molto intense, non necessariamente da "intellettuale".

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                        • #13
                          Gidan 89: anche il cinema di Sorrentino non rientra forse nella solita categoria del "pretenzioso e sterile"? :biggrin:

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                          • #14
                            Originariamente inviato da mr.fred Visualizza il messaggio
                            Gidan 89: anche il cinema di Sorrentino non rientra forse nella solita categoria del "pretenzioso e sterile"? :biggrin:
                            Scusate eh, ma posso dire in santa pace che il film non mi è piaciuto? asd E poi Sorrentino adesso cosa c'entra :uhhm:
                            https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.

                            "Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney

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                            • #15
                              Ti cito di nuovo:

                              E' il classico film francese d'autore fatto più per la critica che per il pubblico, una roba intellettuale pretenziosa e sterile. L'unica cosa che mi stava piacendo era l'attore protagonista. Non ci posso fare niente, per adesso devo ancora trovare un film francese d'autore che mi piaccia sul serio.
                              xDxDxDxDxDxD

                              Quella su Sorrentino era una battuta. Hai adorato la Grande Bellezza che ha sommi capi corrisponde esattamente alla definizione che dai del cinema d' autore francese.
                              asd

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