basette è fantastico e anche alcune "licenze" (il romanesco di Jigen e Goemon) acquistano un vero e proprio significato a fine del film
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Dylan Dog - Vittima degli Eventi
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Visto.
La cose peggiori: l'attore che interpreta Dylan Dog, che non c'azzecca proprio niente, ma proprio niente col personaggio (tra l'altro anch'io ho notato una somiglianza con scamarcio), della ragazza non me ne è fregato niente dall'inizio alla fine asd alcuni momenti sono lentissimi e francamente inutili (il film poteva durare venti minuti, contando le scene di rilevanza per la trama)
Le cose migliori: Luca Vecchi che interpreta Groucho, sia la Vukotic che Haber ottimi ed in parte, la fotografia è molto suggestiva (sicuramente la cosa migliore del film) e questo è già un passo importante, un prodotto italiano che abbia una fotografiastupisce
Considerazioni sparse: non è un capolavoro, non è un ottimo film e neanche un bel film ma siccome dal letame nascono i fiori potrebbe essere un punto di partenza per una serie tv su Dylan Dog, con una grossa produzione dietro. L'importante è che cambino l'attore protagonista (che è un cane che abbaia) e sopratutto:
Dotate Di Biagio di una sceneggiatura!
"Gli umani sono strani... credono che l'ordine e il caos siano in qualche modo opposti e cercano di controllare ciò che non si può. Ma c'è grazia nei loro fallimenti."
"Dove eravate quando distribuivano i testicoli?"
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citazione, da un qualunque topic di questo forum:
"Dai uomocheride.....ma tu sei proprio TROPPO fissato con questa storia delle regole di sceneggiatura..."
citazione, da metà delle recensioni in rete:
"la sceneggiatura zoppica ma è funzionale....."
citazione, dall'altra metà delle recensioni in rete e dai commenti in questo topic:
"ma non si può fare un film senza una sceneggiatura decente! Le cose accadono senza struttura! I personagi fanno cose ma a me non importa! I dialoghi sono artificiosi!....."
cioè, e io ora che devo pensare??
citazione da "il cuore rivelatore di edgar allan poe": Mi hanno chiamato folle; ma non è ancora chiaro se la follia sia o meno il grado più elevato dell'intelletto, se la maggior parte di ciò che è glorioso, se tutto ciò che è profondo non nasca da una malattia della mente, da stati di esaltazione della mente a spese dell'intelletto in generale
.....Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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Visto. Mentre facevo i piatti. Allora, il lavoro è buono...sicuramente migliore di quanto uno si aspetterebbe da un fanmovie.
Credo che menarla con il fatto che non siano non professionisti sia inutile....alla fine non è che se fai 2 serie senza un supporto produttivo adeguato dietro, diventi professionista....
è palese che gli intenti degli autori siano 3: realizzare un film di genere profondamente italiano, soddisfare il fandom che ha pagato, farsi notare per trovare nuove possibilità di lavoro. Entrambi gli intenti sono più che lodevoli e, anzi, ben vengano queste iniziative di giovani che si mettono in moto e che cercano di mettere proprio in moto l'Italia. (sono daccordo 2000 volte con Alò nel dire che il cinema, specie di genere, crea turismo.....lo dico per esperienza personale, dato che faccio le vacanze da 28 anni a Castellabbate e ho notato "leggeri cambiamenti" negli ultimi anni, e perchè a Barcellona sono stato trascinato dagli amici a fare un "tour- Rec").
La regia funziona nella scelta delle inquadrature (gioca facile...usa le copertine degli albi come storyboard!), ma ha un grosso problema. Muove troppo la macchina o ricerca troppo l'inquadratura a effetto (io lo definirei oramai "l'effetto sorrentino"). Questo da un lato vivacizza un racconto, come quello tipico del fumetto Dylan Dog, molto statico, da un lato però pare che il regista gridi a ogni inquadratura "guardate che inquadratura che ti ho cacciato, fatemi lavorare". Il problema è il ritmo. Non ha nè i ritmi del thriller (le scene nella Roma di notte, nonostante la buona colonna sonora, non generano tensione), nè per le gag (ok non è che uno si sveglia lamattina e diventa John landis, ma la gag finale in cucina, quella precedente Groucho che mangia...è buona ma non fa ridere...colpa dei tempi).
Gli attori funzionano. Non sono uno che va troppo dietro alla somiglianza fisica (sennò i batman di Burton sarebbero invedibili....e in teoria anche quelli di Nolan). I ragazzi sono giovani, certo, ma probabilmente il problema è più di Vecchi.....alla fine Dylan dovrebbe essere sui 30. La somiglianza tra il protagonista e Dylan è perfetta, l'essere troppo virile non la trovo una nota stonata, in quanto spiegherebbe il suo ascendente sulle donne, di chiara origine fumettistica. Si è parlato di momento da commedia italiana quando lui si trova a fronteggiare due ragazze. Credo non tradisca lo spirito del personaggio, in quanto da un lato canzona il continuo innamorarsi di Dylan (roba che manco JD in Scrubs...e vabbè che le sue ex o muoiono o vanno in prigione, ma quelle superstiti non si incontrano mai?) e dall'altro va ricordato che anche nei fumetti, specie in quelli della Barbato, è presente tale tipo di umorismo (ricordo ad esempio, Dylan che balbetta quando gli fanno una proposta di matrimonio, o il marito di una cameriera che scopre che la moglie lo tradisce col pizzaiolo perchè nota una manata di farina sulla gonna...)
L'accento romano all'inizio fa specie, ma poi ci si abitua. L'aver ambientato il racconto a roma non fa stonare la cosa. L'attore pare bravo, magari acerbo, ma bravo. Recitare i monologhi iperautocommiseranti, ricchi di citazioni, con fare serioso, mentre sei vestito da Dylan Dog, non è affatto facile. Secondo me ha fatto un buon lavoro. Poi cmq si tratta di una leggera cadenza dialettale, corregibile.
Vecchi ricalca la mimica del groucho cinematografico. A chi si lamenta del fatto che sia un grocuho dalla comicità piu non sense e meno da gioco di parole, ricordo che anche nel fumetto Grocuho nventa proposte di matrimonio assurde con le clienti (senza giochi di parole), si traveste da donna (in "jack lo squartatore") e ne "l'uomo che vende il tempo" mima una rapina per risolvere i suoi guai finanziarei. Certo in tal modo si "mangia " Dylan....ma il punto è che Groucho nel fumetto è stato inserito come contraltare a Dylan, personaggio cupo, riflessivo, malinconico....poi per adattarlo alle tavole è ovvio che è più facile ricorrere alla gag da gioco di parole che non fisica. Qui, il ricorso alla gag fisica, fa occupare troppo spazio scenico a Groucho. A chi si lamenta del Groucho autoritario che "striglia" Dylan, ricordo che la Barbato lo trattegia così. Infatti nei suoi albi e Groucho a fare da balia al dylan ancora alcolista, ed ,quando questi sparisce, interviene in maniera attiva con Bloch per rintracciarlo. Senza fare battute. è il groucho persona che per un attimo si leva la maschera.
Bloch con la barbona rende, pare ancora piu malandato e dimesso. Bravo Haber. La scena in birreria stona, e par messa giusto per informare la gente sul passato da alcolista (ma ho visto sceneggiatori professionisti scrivere di peggio).
La Vukotic superba, la migliore. Perfetta in tutto, mimica, espressioni, accento...
Brava la protagonista (si nota la sua bravura sopratutto nella cena finale), che mostra anche una bellezza acqua e sapone, adatta allo scopo (prendere una modella sarebbe stato fuori luogo).
belli gli effetti, le scenografie, la fotografia, gli squarci di castel sant'angelo con la luna piena.
Arriviamo alla sceneggiatura:
Un pò per dar retta al fandom, un pò per creare un pilot, nella sceneggiatura si butta di tutto, andando a ledere sul ritmo.Beninteso io non mi sono annoiato, e i 40 minuti scorrono che pare un quarto d'ora. Ma alla fine ti chiedi se una mezz'ora e qualche delitto in piu (sopratutto quest'ultimo punto) non avrebbero giovato. Non sono del mestiere e non so quanto 30 minuti di delitti avrebbero gravato sul budget. Nemmeno so se ci sono state riscritture, dovute all'esigenza di avre un budget non fissato ma altalenante in base a quanto la gente offriva...
Vecchi si dimostra un buon soggettista, un buon dialoghista, ma pecca di mestiere (di struttura). Non so se sia uno di quelli che preferisce scrivere di istinto e non attenersi ai "principi". Il problema è che dylan, come fumetto, viola moooolti principi di sceneggiatura in quanto A)il protagonista è molto passivo...spesso risolve gli enigmi per caso, e mentre lui indaga, o si perde in situazioni metafisiche, fuori scena vengono ammazzate altre persone. Pensate al fumetto "Safarà". Mentre lui indaga, e finisce per perdersi nella Londra alternativa, nella Londra vera, altri oggetti diventati magici, continuano a mietere delitti. In tal modo il protagonista non fa nulla, se non perdersi in sempre piu misteri, ma il ritmo resta alto grazie a questi omicidi fuoriscena. Ovviamente si, ci sono albi in cui Dylan è piu un poliziotto convenzionale, o anche un action hero, ma sono gli albi meno riusciti. B) Sclavi spesso la butta sul surreale, sull'onirico e, per creare finali a effetto, anche sul nonsense (tant'è che in molti albi lo stesso protagonista o Londra cambiano, ma nel successivo tutto torna normale)..in tal modo rompre la struttura in 3 atti. In 3x0 ad esempio, i tre atti non ci sono, si procede per accumulazione di eventi. Cmq ripeto, "spesso" non vol dire "sempre".
C) Spesso l'accumulazione di misteri è tale che le vicende vengono chiuse o con gli "spiegoni" (Safarà), o con i deus ex machina (3x0, all' inferno, Golconda, il gatto nero, o anche la custodia esplosiva del primo albo). Spesso anche senza cliffhanger finale, ma con Dylan, sempre piu ottenebrato dagli incubi offerti dalla normalità, che si ritira nel suo studiotto con groucho.
Detto questo, la gag con la chitarra è atroce. Divertenti le strizzatine di occhio tipo "anche se ci ha trovato su internet, siamo professionisti" o "almeno sherlock holmes una controporte cinematografica ce l'ha".
Il finale magrittiano e citazionista funziona molto.
Il soggetto è buono, fonde bene le leggende romane, con la critica sociale alla sclavi ("hanno incolpato gli extracomunitari", con le citazioni tanto amate in dylan (Elliot), con il concetto della dualità tra presente e passato (perfetto per introdurre un personaggio di cui dobbiamo conoscere la storia).
Ma sopratutto, Vecchi ha un colpo di genio. Safarà. Prima ancora di risolvere il caso, e di capire come le stesse storie si ripetono, a volte in tempi diversi a volte in luoghi diversi, ma sempre nello stesso modo (parole di Hamlin), noi interpretiamo quelle parole non come un riferimetno alla storia in se (dove un evento si ripete nello stesso luogo ma in un diverso tempo), ma come un riferimento a Safarà, e al modo con cui quel negozio viaggia tra mondi paralleli. E io, non so se Vecchi l'abbia fatto intenzonalmente, ho visto la cosa come un riferiemtno al film. Cioè questo non è Dylan Dog, ma è come fosse una versione di DYlan in uno dei tanti mondi in cui apre Safarà, il cui proprietario assiste in fondo agli "stessi eventi" accaduti in "luoghi diversi". Ricordoci infatti che nel numero Safarà, a londra non c'è il big ben ma, mi pare, la torre eiffel....il che quindi è come mettere Dylan non a Londra ma a Roma! Quindi legandosi la fumetto, Vecchi riesce a giustificare il cambio di location e, al tempo stesso, a riallacciarsi al soggetto stesso che stanno raccontando. Chapeau!
I titoli sono difficili, e una cosa bella degli albi sono proprio i titoli. Vittima degli eventi è un ottimo titolo, ha in se il dramma (la vittima), non è troppo "dark" (cosa che avrebbe stonato in uan storia che è per lo più gialla e poco horror) e suona bene, essendo una espressione comune.
Il modo con cui hanno reso Safarà e Hamlin funzionano alla grande (anchese io ho smepre immaginato Hamlin con una parlata diversa, ma vabbè).
Il finale al ristorante pare un pò tirato via, ma è il classico finale di molti albi. Notare la cura nel dettaglio, Groucho è seduto di fornte a una prosperosa signora (cosa che lo accomuna alla controparte cartacea e cinematografica).
L'intro coi personaggi che si presentano all'università funziona (dylan in controluce, Groucho che fa il pazzo e si lamenta della pazzia altrui).
Probabilmente, come accade negli albi di Dylan, si doveva arricchire il soggetto con altre apparizioni di fantasmi o altri delitti, avvenute in parallelo alle indgini di Dyaln, come accade negli albi. Il soggetto è quindi buono, ma povero...non sfrutta buone fonti di drammaticità anzi pare evitare il conflitto in alcuni punti
in sostanza: alla fine le atmosfere del fumett le riesce a rendere, poi le inperfezioni si possono aggiustare se ne faranno altri.Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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L'attore che fa Dylan Dog è completamente fuori parte, così come ho trovato proprio brutto il personaggio in sé, che poco c'azzecca col Dylan cartaceo. Se non erro, l'utente Palatioli ha lavorato con Di Benedetto in Spaghetti story, magari ci può dire lui qualcosa a riguardo.https://www.amazon.it/dp/B08P3JTVJC/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&dchild=1&keywords=mau rizio+nichetti+libri&qid=1606644608&sr=8-1 Il mio saggio sul cinema di Maurizio Nichetti.
"Un Cinema che non pretende, semplicemente è" cit. Roy.E.Disney
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bhè tralasciando l'attore, e la scena della chitarra, io non ho trovato tuttaquesta discordanza tra il Dylan cartaceo e quello visto qui...anche perchè Dylan cambia mille sfumature a seconda di chi lo sceneggia anche negli albi...Qual'è la verità? Ciò che penso io di me, ciò che pensa la gente, o ciò che pensa il burattinaio?
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Giudizio positivo. Una sceneggiatura accorta e competentemente affiliabile al media di origine. Un aggravio di scolasticità nozionistica nel loquace protagonista e momenti di soliloquio fuori fase della sua spalla comica non inficiano la ponderata levità letteraria del copione; che evidentemente _con rischio di restituire un DYD fin troppo sedentario e metitabondo seppure affatto emarginato dalla vicenda_ non intende offrire la solidità di un intreccio giallo cervelloticamente realistico, ma una suggestione onirica e ciclicamente umanista. Quasi una memoria eidetica insufflata però sotto sorveglianza di forze trascendenti, intercettabili dandosi alterazioni psichiche ( un messaggio non esattamente dedicabile a minorenni). Con una comprensione “Sclaviana” alle donne abusate, alle “Dolores Claiborne” comunque vittime degli eventi. Sufficiente la presenza scenica dell’attore protagonista, bloccato tuttavia in una certa fissità espressiva; mentre “Groucho” può ben aiutarsi con l’istrionismo di controparte attoriale. Dozzinale anzichéno l’interno di casa D., un antro della strega da luna park di risulta, polverosamente antichizzato. Buoni invece la cura e puntualità di musiche ed effetti sonori, la fotografia, il comparto SFX (c’è!) ed il supporto del cast, dalla graziosa co-protagonista fino ai volti noti del mercante, della medium e naturalmente dello “stropicciato” ispettore. Una parca utilizzazione dei tòpoi della serie a fumetti infine fa meglio reggere l’ipotetica trasferta ambientale del personaggio.
Bravi, bene, bis, ma qualcuno dica al regista ( mi sia concessa l’ironia…) “…Danny Boyle de no’ antri” che non è fatto d’obbligo fare la metà delle inquadrature sbilenche o sballottate con la camera a mano, ché si facciano notare (?) di più."...perché senza amore non possiamo che essere stranieri in paradiso"
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