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Il Cavaliere Oscuro - il Ritorno

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  • E' la stessa cosa, permettimi. In tutte le discussioni precedenti, Alfred esorta Bruce a dare i suoi mezzi alle forze dell'ordine, ad aiutare la città in maniera più efficace come Bruce Wayne, senza donare il suo corpo.

    Nel fumetto ci sono i vari sidekick, qui c'è la polizia e non a caso Robin è proprio un agente.

    Alfred fa' una cosa sensatissima, minaccia di abbandonarlo pensando di farlo sentire perso e quindi di farlo desistere. Nel finale se ne pentirà amaramente rivolgendosi alla tomba dei coniugi Wayne (maledetti ancora gli incapaci che hanno adattato questa trilogia in italiano).

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    • Originariamente inviato da Sir Dan Fortesque Visualizza il messaggio
      Nolan ha rippato quel momento mettendolo a cavolo con risultati assai ridicoli
      Non esageriamo... è una scena fantastica. Sarebbe dovuta durare di più, come il secondo trailer dimostra.

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      • Originariamente inviato da SE7EN Visualizza il messaggio
        Non esageriamo... è una scena fantastica. Sarebbe dovuta durare di più, come il secondo trailer dimostra.
        Infatti piccoli segmenti aggiuntivi ce ne sono, come sottolineavo tempo fa.

        Comunque la dipartita di Alfred si inserisce nell’unico momento possibile, quando Bruce conferma con i fatti il pensiero che Alfred gli aveva confessato nella loro ultima discussione. Leaving is all I have to make you understand recita il maggiordomo, convinto che il ritorno di Batman sia legato principalmente alla vena autodistruttiva di Bruce. Nel finale il pentimento di Alfred è poi struggente in quanto, oltre alla sofferenza per la perdita oggettiva della persona cara, pare consumato dal senso di colpa per averlo lasciato da solo. Queste personalità che sbagliano, imperfette, sono proprio quelle che animano il cuore emotivo del film e per fortuna che Nolan non gli ha fatti agire in maniera esageratamente logica. In tutta quest’ottica il finale fuggevole si presenta toccante, con una risoluzione pacifica che conferma il taglio nettamente (più) favolistico di Rises rispetto al predecessore. Forse è anche per questo che mi piace tanto, nonostante gli scompensi strutturali. Se TDK era uno thriller poliziesco high tech popolato da mostri stravaganti, un ibrido ancorato a un genere codificato da decenni trapiantato in un’inedita dimensione fantastica, Rises si presenta come una favola violenta e magniloquente, barocca e monumentale, che possiede la portata epica (un caso raro) di un classico kolossal hollywoodiano nella sua narrazione per immagini potenti e sovrabbondanti di stratificazioni visive e simboliche.

        La dimensione favolistica di Rises si manifesta fin dalle fondamenta, nella sua (anche un pò) nostalgica dicotomia tra Bene e Male, luce e ombra, Terra e Cielo. Bane, in quest’ottica, si presenta decisamente come la nemesi assoluta di Batman. Il Joker era una scheggia impazzita che agiva per il suo piacere personale, mentre Bane e Bruce rappresentano la più palese espressione simbolica di quella dicotomia citata in precedenza. Il loro destino è accomunabile per opposti: Bane è cresciuto in prigione, è stato accolto forzatamente nella Setta, mentre Bruce è nato in una reggia e nella Setta ci è stato “invitato”. Nondimeno, tutte le azioni che ruotano attorno a Bane rispecchiano il concetto di caduta: fa precipitare l’aereo, fa collassare la Borsa, fa crollare ponti, tunnel e campi da gioco, fa rinchiudere le persone nella prigione ipogea, fa impiccare i prigionieri “di guerra”. D’altro canto invece, tutto ciò che ruota attorno a Bruce tende all’alto: la struttura della Batcaverna che fuoriesce dall’acqua, il movimento ascensionale del decollo del Bat, la teca dell’armatura che esce dal basso, la risalita del pozzo. Trovo molto affascinate questa dicotomia tra la tensione “gravitazionale” di Bane e la tensione “ascensionale” di Bruce. Il fatto che l’unica porzione non coperta dalla maschera di Batman rispecchi invece la porzione “coperta” della maschera di Bane è invece una chicca, invero.

        Per quanto mi riguarda, Rises rimane un’opera comunque memorabile che, come ogni favola che si rispetti, si congeda con una morale semplice ma genuina.
        La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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        • Originariamente inviato da ClarKent Visualizza il messaggio
          madonna che scena fantastica...

          "non ti ho mai detto grazie...."
          "e non dovrai mai farlo!"

          E P I C A !
          anche questa non è niente male:



          :seseh:

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          • Originariamente inviato da thegameisback Visualizza il messaggio
            E' la stessa cosa, permettimi. In tutte le discussioni precedenti, Alfred esorta Bruce a dare i suoi mezzi alle forze dell'ordine, ad aiutare la città in maniera più efficace come Bruce Wayne, senza donare il suo corpo.

            Nel fumetto ci sono i vari sidekick, qui c'è la polizia e non a caso Robin è proprio un agente.
            secondo me non è proprio la stessa cosa. fra affidare il lavoro alla polizia sapendo che è stato proprio Batman l'unico in grado di tenere testa ai super villain (film) e affidarsi a gente come Azrael (che sega persino Bane che aveva sconfitto Batman), Nightwing e Robin c'è una colossale differenza.

            c'è anche una colossale differenza fra i tempi e i modi della carriera di Batman

            se poi vi è piaciuto e per voi è un sublime esempio di scrittura e coerenza narrativa buon per voi, che te devo dì? asd
            per me è ridicolo, forzato e rippato quasi come se Raimi nel 3° Spider-Man avesse fatto uccidere quella pseudo-Gwen (tra l'altro voluta dai produttori ma vabbè) da Harry cambiando per sempre la vita a Peter.
            Luminous beings are we, not this crude matter.

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            • Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
              Infatti piccoli segmenti aggiuntivi ce ne sono, come sottolineavo tempo fa.

              Comunque la dipartita di Alfred si inserisce nell’unico momento possibile, quando Bruce conferma con i fatti il pensiero che Alfred gli aveva confessato nella loro ultima discussione. Leaving is all I have to make you understand recita il maggiordomo, convinto che il ritorno di Batman sia legato principalmente alla vena autodistruttiva di Bruce. Nel finale il pentimento di Alfred è poi struggente in quanto, oltre alla sofferenza per la perdita oggettiva della persona cara, pare consumato dal senso di colpa per averlo lasciato da solo. Queste personalità che sbagliano, imperfette, sono proprio quelle che animano il cuore emotivo del film e per fortuna che Nolan non gli ha fatti agire in maniera esageratamente logica. In tutta quest’ottica il finale fuggevole si presenta toccante, con una risoluzione pacifica che conferma il taglio nettamente (più) favolistico di Rises rispetto al predecessore. Forse è anche per questo che mi piace tanto, nonostante gli scompensi strutturali. Se TDK era uno thriller poliziesco high tech popolato da mostri stravaganti, un ibrido ancorato a un genere codificato da decenni trapiantato in un’inedita dimensione fantastica, Rises si presenta come una favola violenta e magniloquente, barocca e monumentale, che possiede la portata epica (un caso raro) di un classico kolossal hollywoodiano nella sua narrazione per immagini potenti e sovrabbondanti di stratificazioni visive e simboliche.

              La dimensione favolistica di Rises si manifesta fin dalle fondamenta, nella sua (anche un pò) nostalgica dicotomia tra Bene e Male, luce e ombra, Terra e Cielo. Bane, in quest’ottica, si presenta decisamente come la nemesi assoluta di Batman. Il Joker era una scheggia impazzita che agiva per il suo piacere personale, mentre Bane e Bruce rappresentano la più palese espressione simbolica di quella dicotomia citata in precedenza. Il loro destino è accomunabile per opposti: Bane è cresciuto in prigione, è stato accolto forzatamente nella Setta, mentre Bruce è nato in una reggia e nella Setta ci è stato “invitato”. Nondimeno, tutte le azioni che ruotano attorno a Bane rispecchiano il concetto di caduta: fa precipitare l’aereo, fa collassare la Borsa, fa crollare ponti, tunnel e campi da gioco, fa rinchiudere le persone nella prigione ipogea, fa impiccare i prigionieri “di guerra”. D’altro canto invece, tutto ciò che ruota attorno a Bruce tende all’alto: la struttura della Batcaverna che fuoriesce dall’acqua, il movimento ascensionale del decollo del Bat, la teca dell’armatura che esce dal basso, la risalita del pozzo. Trovo molto affascinate questa dicotomia tra la tensione “gravitazionale” di Bane e la tensione “ascensionale” di Bruce. Il fatto che l’unica porzione non coperta dalla maschera di Batman rispecchi invece la porzione “coperta” della maschera di Bane è invece una chicca, invero.

              Per quanto mi riguarda, Rises rimane un’opera comunque memorabile che, come ogni favola che si rispetti, si congeda con una morale semplice ma genuina.
              Seguirono 92 minuti di applausi! (cit.)

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              • Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
                Se TDK era uno thriller poliziesco high tech popolato da mostri stravaganti, un ibrido ancorato a un genere codificato da decenni trapiantato in un’inedita dimensione fantastica, Rises si presenta come una favola violenta e magniloquente, barocca e monumentale, che possiede la portata epica (un caso raro) di un classico kolossal hollywoodiano nella sua narrazione per immagini potenti e sovrabbondanti di stratificazioni visive e simboliche.
                Al di là di solidità strutturale e ritmo, io preferisco The Dark Knight proprio perchè fa un sapiente mix di generi (thriller, poliziesco, drammatico, supereroistico e action) che lo rendono in qualche modo più "cinematografico" rispetto agli altri due capitoli. Personalmente adoro questo tipo di operazioni, i cui semi erano già presenti in Batman Begins, e sotto questo aspetto TDKR è stato un passo indietro: molto interessante la componente tipica del war-movie, ma c'è meno equilibrio tra le parti. Bella analisi comunque.

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                • Originariamente inviato da SE7EN Visualizza il messaggio
                  molto interessante la componente tipica del war-movie
                  anche quella da ambientazione quasi distopico/post-atomica con quel tribunale che sembra uscito da un film di Gilliam asd
                  Luminous beings are we, not this crude matter.

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                  • Originariamente inviato da SE7EN Visualizza il messaggio
                    Al di là di solidità strutturale e ritmo, io preferisco The Dark Knight proprio perchè fa un sapiente mix di generi (thriller, poliziesco, drammatico, supereroistico e action) che lo rendono in qualche modo più "cinematografico" rispetto agli altri due capitoli. Personalmente adoro questo tipo di operazioni, i cui semi erano già presenti in Batman Begins, e sotto questo aspetto TDKR è stato un passo indietro: molto interessante la componente tipica del war-movie, ma c'è meno equilibrio tra le parti.
                    Sì capisco quello che intendi. E' indubbio che sia sovrabbondante e non raggiunga l'equilibrio di TDK ma ne guadagna in fascino e suggestioni per quanto mi riguarda. Rises è orchestrato quasi fosse un film in costume e mi fa venire alla mente Dumas e il suo Conte di Montecristo...
                    La profonda mancanza di spiritualità di colui che non percepisce, ma giudica l’arte, il suo rifiuto e la sua mancanza di disponibilità a riflettere sul significato e sullo scopo della propria esistenza nel significato più alto del termine, assai sovente vengono mascherate con l’esclamazione primitiva fino alla volgarità: "Non mi piace!", "Non mi interessa!". Il bello è celato a coloro che non cercano la verità.

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                    • Stessa cosa che ho pensato dopo la prima visione.
                      Viene a mancare l'organicità/meccanicità di TDK, ma si punta più sulle emozioni e sul viscerale.

                      Bella analisi prima
                      Sono una persona semplice, guardo film e non rompo il cazzo.

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                      • Io nel film non ho visto palesemente la mancanza di Alfred. Tecnicamente ce n'erano due [l'uomo nel pozzo scambiato per Alfred nei primi trailer] .

                        Ottima analisi ,ma avrei preferito un ottimo film.
                        in?in memore et similia

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                        • Originariamente inviato da badge Visualizza il messaggio
                          [l'uomo nel pozzo scambiato per Alfred nei primi trailer] .
                          ah ah ah, è vero! infatti mi ricordo che in base al trailer ero andato al cinema sicuro che fosse proprio Alfred ad andare a soccorrere Bruce nel pozzo asd
                          Luminous beings are we, not this crude matter.

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                          • Per me non è un caso. E' il suo alter ego nel pozzo.

                            Cmq bruttissima la sfumata all'uscita dal pozzo... "sfuma,sfuma che non posso tagliare tutto!" asd^^'
                            in?in memore et similia

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                            • Tom Conti

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                              • Originariamente inviato da Dwight Visualizza il messaggio
                                Sì capisco quello che intendi. E' indubbio che sia sovrabbondante e non raggiunga l'equilibrio di TDK ma ne guadagna in fascino e suggestioni per quanto mi riguarda. Rises è orchestrato quasi fosse un film in costume e mi fa venire alla mente Dumas e il suo Conte di Montecristo...
                                È merito delle (alte) fonti che hanno ispirato il lavoro di Nolan, anche se l'effetto non è proprio lo stesso.

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